a cura di Roberto Perri delegato alla Scuola Movimento NOI
Il prossimo anno scolastico vedrà alunni, docenti e personale Ata ancora una volta alle prese con la gestione epidemiologica legata al Covid-19. Poco si sta facendo per l’avvio dell’anno scolastico in sicurezza, nonostante siano ormai note le azioni da intraprendere per garantire ambienti salubri e didattica in presenza senza continue interruzioni.
Puntare solamente sulla vaccinazione è decisamente riduttivo, i dati relativi alla variante delta in UK sono in aumento proprio tra gli alunni delle scuole elementari (+70%). Distanziamento e mascherine, confermate dal CTS, seppur indispensabili non sono sufficienti, il rischio contagio in luogo chiuso non sufficientemente e/o correttamente aerato è molto elevato.
E con il rischio contagio aumenta il rischio di nuove varianti potenzialmente in grado di eludere le vaccinazioni. Il Movimento Noi ritiene che vada prima di ogni altra cosa tutelata la salute di alunni e docenti da possibili contagi.
Il Dipartimento Scuola del Movimento NOI chiede al Ministero dell’Istruzione ed al CTS di emanare urgentemente linee guida per l’installazione obbligatoria in ogni aula dei sistemi di areazione non potendo la stessa essere demandata solamente alla buona volontà dei singoli dirigenti scolastici creando disparità tra istituti, e quindi tra gli alunni e docenti beneficiari o meno, partendo proprio dalle aule frequentate dai bambini di 0-11 anni per cui al momento non sono previsti i vaccini.
Il Dipartimento Scuola del Movimento NOI chiede inoltre che siano previsti test periodici per tutti gli usufruitori degli spazi scolastici nonché il ripristino di tracing efficace. Solamente puntando sulla sicurezza si può garantire un sereno avvio del nuovo anno scolastico per i nostri ragazzi, per i docenti ed il personale Ata.
Vincenzo Capocasale - Delegato ai rapporti con il Clero e la Famiglia del Movimento NOI - Rete Umana
Vincenzo Capocasale – Delegato ai rapporti con il Clero e la Famiglia del Movimento NOI – Rete Umana
la Redazione/
A farci ridere non sono le persone, ci mancherebbe altro. Il Movimento NOI, come noto, rispetta tutti perché è sacra la tutela e la dignità della persona. A farci ridere è la politica alla quale, quando non è foriera di buone cose, abbiamo promesso di non far mancare la critica, soprattutto quando essa crede di potere abusare della buona fede dei cittadini.
Se la questione politica a Cosenza non fosse davvero drammatica, ci sarebbe da ridere a crepapelle quando a parlare in questa campagna elettorale nella quale non manca proprio nulla, sono politici che per anni e anni hanno consentito che si brutalizzasse una Città intera, senza proferire parola che fosse in grado di tutelare con risultati i cittadini. A far notare al Consigliere comunale di Cosenza Marco Ambrogio che non siamo in un teatro di cabaret ma nella durissima realtà aggravata dalle conseguenze e risultanze del Covid19, è Vincenzo Capocasale Delegato ai Rapporti con la Famiglia e con il Clero del Movimento NOI, dunque a stretto contatto quotidiano con la Cosenza delle prime e, purtroppo perpetue necessità che si stanno allargando a macchia d’olio.
DI VINCENZO CAPOCASALE A Cosenza, ai Bocs Art, è andata in scena una rappresentazione alla Moliere, grazie alla presentazione anzi all’annuncio di presentazione di ben sei liste a sostegno del Consigliere uscente Marco Ambrogio – di estrazione PD per chi non lo sapesse – e invece lo annoverasse tra le truppe di FI (il partito della moglie per intenderci). Il “ buon” Ambrogio spacciando una “ Cosenza più bella di sempre”, nascondendo però il nome del generale comandante, ha proposto un esercito fatto di semplici fanti che ci ricorda tanto quello formato dai contadini meridionali nella prima “grande guerra; loro mandati a morire sulle trincee del Carso, mentre i “loro” incompetenti generali e i “loro“ graduati a vario titolo, danzavano nei ricchi salotti romani, rimpinzandosi delle leccornie predisposte dalle mani di abilitate dame e crocerossine occasionali.
BoCS Art sul lungo Fiume Crati – Cosenza realizzati e abbandonati dall’Amministrazione Occhiuto
Il consigliere Comunale dice, ancora, fa notare Vincenzo Capocasale, che è sua intenzione puntare sul futuro, però partendo dal passato ( sigh !) in continuità del “progetto politico portato avanti in questi anni dall’Amministrazione Occhiuto, nella quale – va ricordato – egli rivestiva al contempo il doppio ruolo di comprimario e di oppositore. Ambrogio, continua Capocasale, prosegue affermando (e qui c’è davvero da ridere) che proprio i BoCS Art “fortemente voluti dal Sindaco in carica, pongono Cosenza alla pari delle altre maggiori città europee“ . Ciò detto, e ancor prima di ricordare ad Ambrogio che sono ormai abbandonati da anni ed anni a scapito del lavoro di tanti artigiani e giovani, è d’obbligo una domanda:ma gli Amministratori di Cosenza (tra i quali lui stesso) nel loro esasperato provincialismo, hanno la sua pur minima idea di cosa sia un Centro Culturale d’Avanguardia? Com’è ad esempio (e so di volare alto) il Centro Pompidou di Parigi, che è un punto di “ riferimento irrinunciabile per chi volesse entrare nel cuore dell’Arte e della Cultura Europea”.
So di chiedere troppo, continua Vincenzo Capocasale, ma poiché si vuole confondere Cosenza con Parigi, Ginevra, Londra e Barcellona, allora l’ho fatto. Torno ora a domande più semplici, ma non per questo meno importanti, alle quali si aspettano risposte esaustive e non generiche affermazioni di fumosi futuri programmi di governo cittadino. La puzza della spazzatura in decomposizione ovunque in Città, la sente? I ratti che allegramente banchettano o si rincorrono per le strade cittadine a cominciare dal chilometro magico, li vede? Della carenza d’ acqua nelle case di tanti ( troppi) quartieri cittadini, ne ha mai sentito parlare? Del dissesto economico milionario ne ha mai tirate le somme? Sulle strade dissestate della Città, fattesi simili a quelle di Beirut dopo i bombardamenti, è mai passato? O il traffico quotidianamente impazzito glielo ha impedito, al pari delle ambulanze e degli altri mezzi di soccorso troppo spesso bloccati nel traffico selvaggio? Della situazione sanitaria disperata e delle condizioni dell’ Ospedale di Cosenza ha mai avuto modo di parlarne seriamente e in modo concreto? Le tante, troppe attività commerciali chiuse una dopo l’altra le ha mai notate e provato a contarle? La Città Storica e i suoi indigenti abitanti l’ha mai visitata o i suoi vicoli colmi di lordura e le sue “pericolosità di vario tipo” glielo hanno impedito?
È a tutte queste domande (in attesa di porne altre) che si aspettano risposte! Perché non può essere bastevole per autoreferenziarsi il solo titolo di “principe consorte”! I cittadini di Cosenza non devono più essere considerate pecore da lana o da macello per insaziabili appetiti! E questo deve essere ben chiaro per tutte le “cordate“ che vorranno concorrere per porsi alla guida della nostra Città! “NOI” lo diremo forte. Senza ombra di dubbio.
Qualche novello “Nerone” ha deciso di mettere a fuoco Cosenza? O qualcuno vuole fare fuori i BoCS Art? E’ una domanda che rivolgiamo alle Autorità competenti perché qui non c’è solo puzza di bruciato.
Nel giro di pochissimi giorni, non si è fatto attendere il quarto rogo consecutivo, segno che le discariche improvvisate (vecchie e nuove) sono sempre in maggior numero e sempre più alla portata dei piromani.
Giorno 11 luglio è toccato anche al vecchio deposito di “Mancuso & Ferro” che, stando al programma dell’amministrazione comunale uscente, sarebbe dovuto diventare luogo di arte e cultura. Ed è di cultura che mancano coloro che si prestano ad atti tanto criminali, a discapito anche della propria salute.
In verità abbiamo avuto l’impressione che si volessero mandare a fuoco i BoCS Art. Le fiamme, infatti di giorno 11 luglio, sono partire proprio da li, estendendosi fino alle abitazioni sparse a monte. Una delle case rurali è stata gravemente danneggiata e il supporto aereo si è protratto per circa 5 ore.
Una coltre di fumo si è levata a sud della città storica rendendo l’aria irrespirabile, non solo per la sua densità ma anche per l’odore acre di pneumatici ed altri rifiuti speciali abbandonati in loco da tempo immemore, con particolare accumulo negli ultimi anni.
Diossina ad attraversare l’intero abitato, il “fu Lungofiume Boulevard”, le poche aree ludiche per i bambini, la Villa Vecchia e gran parte di Colle Guarassano.
E’ evidente che quello della raccolta dei rifiuti non è più solo un problema, piuttosto una emergenza sottovalutata dalla politica locale, che nulla vede se non opportunità di propaganda. Cosenza, ferita come i 57 comuni della Campania, dove le esalazioni velenose mietono vittime di continuo.
Un capoluogo orfano di istituzioni e competenze all’altezza dei gravissimi problemi con cui i cittadini convivono. Eh, si… domani, domani tutto si risolverà con un bel post all’insegna dell’indignazione. Però c’è una cosa: le parole si pronunciano, si leggono, si scrivono, si ascoltano. La diossina, si respira.
BoCS ART di Cosenza sul Lungo Fiume Crati - Abbandonati a poche sporadiche presenze negli anni - Immagine realizzata il 14 Ottobre 2019
BoCS ART di Cosenza sul Lungo Fiume Crati – Abbandonati a poche sporadiche presenze negli anni – Immagine realizzata il 14 Ottobre 2019
I BoCS Art di Cosenza dei quali molto si è vantata l’Amministrazione Occhiuto in ogni sede, sono oggi il segno chiaro e inequivocabile dell’incapacità politica e gestionale di questa Amministrazione che ha realizzato opere pubbliche investendo ingenti quantitativi di fondi pubblici, per poi abbandonarle alle insidie del tempo chiudendole completamente e rendendole improduttive. Proprio innanzi ai BoCs Art che gli stessi amministratori di maggioranza e opposizione nulla hanno fatto per impedire tutto questo, si sono riuniti alcuni delegati del Movimento NOI per registrare una testimonianza forte e chiara che emerge dall’autentico mondo del civismo cosentino.
Vincenzo Capocasale, Luana Gallo, Maria Luisa Celani, Tommaso Vetere, Eleonora Cafiero e Fabio Gallo, rispettivamente delegati alla Famiglia, all’Ambiente, al Welfare, ai Giovani, al Coordinamento Nazionale, si sono, infatti, ritrovati innanzi ai BoCs Art, per denunciare le gravi mancanze dell’Amministrazionee hanno avanzato proposte inserite nel programma elettorale del Movimento civico NOI per le prossime Amministrative di Cosenza previste per l’autunno 2021.
LUANA GALLO: FAREMO DEI BOCS ART UN CENTRO DI EDUCAZIONE AMBIENTALE I BoCs Art sono posizionati a ridosso del Crati e l’ecologa Luana Gallo, ricercatrice UNICAL, ha proposto di istituire un Centro di Educazione Ambientale in grado di accogliere scuole e famiglie da avviare al rispetto dell’ambiente e al corretto concetto di sostenibilità ambientale, falsato dall’Amministrazione, nota, invece, per essere quella delle cementificazioni massive. “Cosenza – ha affermato Luana Gallo – deve essere accompagnata da persone competenti in materia ambientale verso il futuro che vede il verde pubblico e la forestazione delle città al primo posto degli investimenti per contrastare i cambiamenti climatici in atto”.
VINCENZO CAPOCASALE: OGGI AI BOCS ART E’ SEPOLTA LA POLITICA COSENTINA Vincenzo Capocasale dal canto suo ha parlato di BoCs Art come sarcofagi, testimonianza della morte della politica, e della necessità di restituire questo luogo pubblico alle famiglie ed ai cittadini tutti.
MARIA LUISA CELANI: ABBANDONATI WELFARE, MESTIERI ED EDUCAZIONE Maria Luisa Celani referente del Dipartimento Welfare, associandosi alla proposta dell’Ecologa Luana Gallo, ha proposto concrete linee guida in grado di vivificare il bene pubblico, rendendolo costantemente vissuto ed economicamente produttivo per chi vi sarà ospitato. Molti settori ha dichiarato la referente del delicato Dipartimento, avrebbero tratto vantaggio da un utilizzo ingegnerizzato dei BoCS ART ma li hanno lasciati morire. Le nostre proposte sono sostenibili e finanziabili.
TOMMASO VETERE: NOI GIOVANI SIAMO L’ENERGIA PER GENERARE LAVORO IN QUESTI LUOGHI Tommaso Vetere portavoce del Movimento NOI Giovani, ha chiaramente espresso i dubbi delle nuove generazioni su questa classe politica da lasciare alla spalle a favore di un futuro in grado di interpretare le esigenze lavorative di tanti giovani qualificati che non vogliono abbandonare la propria città e la Calabria. Tommaso Vetere non ha dubbi quando afferma che a Cosenza ci sono numerosi giovani professionisti che possono investire in politiche attive i BoCS ART possano diventare economia e lavoro.
ELEONORA CAFIERO: DITE ALL’AMMINISTRAZIONE OCCHIUTO LA DIFFERENZA TRA SPENDERE ED AMMINISTRARE Eleonora Cafiero, dell’Ufficio Europa del Movimento NOI, ha evidenziato la grande differenza tra spendere il danaro pubblico e saperlo amministrare, sottolineando l’incapacità dell’Attuale Amministrazione di rendere sostenibili nel tempo i progetti, punto fondamentale questo e tra quelli richiesti dalle schede europee, quando si progetta. I BoCS ART – ha affermato Eleonora Cafiero, sono la prova evidente del fatto che l’amministrazione Occhiuto tutta, ha speso ma non ha saputo amministrare il bene costruito con danaro pubblico facendo perdere, tra l’altro, molto lavoro in città.
FABIO GALLO: VORREMMO EVITARE UNA CAMPAGNA ELETTORALE DI ACCUSE EVIDENTI. EVITATE DI CANDIDARVI E DI RICICLARVI Il Portavoce Nazionale Fabio Gallo ha concluso la video testimonianza chiedendo all’attuale classe politica di maggioranza ed opposizione, egualmente responsabile di non avere sorvegliato, di evitare nuove candidature per questa tornata elettorale, onde evitare di inasprire ancor di più il rapporto con la maggioranza dei cittadini esasperati da anni di inutili tentativi di dialogo con quella che considerano la peggiore amministrazione politica degli ultimi 20 anni. Soprattutto, se a candidarsi saranno sempre gli stessi mascherati da un falso civismo che ci toccherà smantellare punto per punto in campagna elettorale al fine di onorare le richieste di molti.
Fabio Gallo - Portavoce Nazionale del Movimento civico NOI
di Fabio Gallo/
Da tre anni siamo in forte contrasto con l’Amministrazione Occhiuto che per un intero decennio ha puntato sulla cementificazione massiva della Città di Cosenza divenendo la nemica per antonomasia del verde pubblico e dell’Ambiente. Ma non solo. E’ sufficiente osservare Corso Mazzini, Piazza Bilotti e l’inutile e dannosa demolizione di Viale Parco, per capire di cosa stiamo parlando. Appare inutile dire che questa grande opera di abbandono dei quartieri, delle periferie, della città storica, dei beni pubblici più importanti come i teatri, la Biblioteca Civica e molto altro si sintetizza nella dicitura “Amministrazione Occhiuto” ma la responsabilità è di tutti, maggioranza e opposizione.
Fabio Gallo – Portavoce Nazionale del Movimento civico NOI
Certa politica si distingue per la quantità di cemento “nuovo” che dimostra di spalmare nella Città. Ma ve n’è un’altra egualmente redditizia se non di più e più gratificante, che si chiama rattoppo urbano, recupero delle Città Storiche, dei quartieri e delle periferie, che il Movimento NOI desidera praticare per rendere vivibile l’intera Città e attivare una reale politica sociale ed economica che vada anche incontro alle molte necessità che stanno creando enormi sacche di povertà.
Il Movimento Civico NOI può dire senza tema di smentita di essere stato l’unico ad occuparsi concretamente della Città Storica sostenendo e incoraggiando con proprie professionalità progetti ben definiti e che hanno maturato anche gli ormai famosi 90 milioni di Euro. Ma possiamo parlare anche del Centro di Alta Competenza CONNESSIONI, vera scuola di alta formazione per i giovani che desiderano approcciarsi con il mondo della digitalizzazione dei Beni Culturali e dei nuovi mestieri in questo settore. Un primato unico in Italia che vive grazie al nostro impegno professionale nella Città Storica di Cosenza capolavoro di Arte e Cultura, unica realtà in grado di potersi considerare “attrattore” dal forte valore di unicità, indispensabile al fine di creare interesse per Cosenza e nuove economie.
L’abbandono che pesa oggi su quartieri e periferie sempre più isolate quasi a vita propria e private di servizi essenziali, rappresenta un enorme danno non facilmente colmabile dalle chiacchiere che la politica dispenserà in questa campagna elettorale,soprattutto da chiunque sino ad oggi ha governato Cosenza in un modo o in un altro.
Nel programma del Movimento civico NOI non esistono periferie ma solo “nuove centralità” da riorganizzare e rimettere in sesto. Dieci anni concentrati su feste e festini prima su Corso Mazzini, poi su Piazza Bilotti e gli ultimi tre per nascondere con una nuova macro realizzazione di cemento il Viale Mancini, vero Viale Parco del benessere della Città, hanno scoperto le vere intenzioni di un’amministrazione priva di una reale visione del presente e del futuro.
Ben vengano le grandi opere pubbliche quando servono per davvero allo sviluppo sostenibile di un territorio. Mi si dica, il Ponte di Calatrava, quale sostenibilità interpreta posizionato in quel luogo. Stessa cosa, mi si dica il significato del Planetario che in quel luogo appare più un vezzo che una reale utilità lontano dai cubi dell’UNICAL. A volte, nel caso di Città come Cosenza, bisogna saper guardare indietro se questo è il modo migliore per produrre grandi sacche di economia. E il progetto Cosenza Cristiana che ha valorizzato il Centro Storico portando il più grande finanziamento nella storia della Repubblica, lo ha dimostrato.
Il Movimento NOI ha compiuto il proprio dovere e forse per questo motivo gli organi della stampa lo hanno definito “l’unica opposizione extra consiliare al Comune di Cosenza”
Cosa davvero incredibile è notare che i fuoriusciti dai partiti che sono i co-artefici del degrado dei quartieri, delle periferie e della Città Storica, scopiazzano la nostra proposta per riciclarsi e rivestirsi di verginità politica. Ma la domanda è: cosa avete fatto in questi lunghi anni? Dove eravate?
Apprendiamo dalla rete la decisione dell’Amministrazione Comunale di Cosenza secondo la quale il Teatro Italia-Tieri,potrebbe essere destinato a gestione di privati. Si apprende ciò dalla delibera 63 del 23 giugno 2021. Il costo della locazione dell’immobile sarebbe stato fissato per 1.700,00 euro mensili. La decisione sarebbe motivata dal grave dissesto finanziario che renderebbe impossibile un’adeguata programmazione culturale. “Se così fosse – comunica il portavoce nazionale del Movimento civico NOI Fabio Gallo – si ripeterebbe l’errore già commesso con il Castello Svevo che non sarebbe più un caso isolato, ma un metodo adottato dall’Amministrazione guidata da Mario Occhiutoper affidare a privati il Patrimonio di Beni Pubblici della Città di Cosenza. “A pensar male si fa peccato ma ci si azzecca sempre” – amava dire Giulio Andreaotti. Questo, il sospetto fondato sui fatti.
Da anni ed anni la manifestazione della Cultura di livello è stata mortificata dall’incapacità di questa amministrazione di programmare stagioni liriche, concertistiche, ballettistiche di livello tale da potersi considerare attrattori e produrre intrattenimento culturale per i cittadini di Cosenza ed economie offrendo lavoro al territorio. Non fosse stato per le Associazioni operative in Città, la grande Musica sarebbe da ascoltare solo sui canali digitali. Inoltre – continua Fabio Gallo – il dissesto finanziario è stato provocato dalla cattiva gestione della stessa Amministrazione Occhiuto che non ha certo tentato di evitarne l’esponenziale crescita. Dunque, per le colpe della cattiva amministrazione della Cosa Pubblica, oggi i cittadini devono rinunciare ad un bene la cui utilità e finalità deve rimanere esclusivamente pubblica al fine di dare spazio alle tante associazioni e iniziative del territorio. A questo punto è opportuno chiedere come mai la Regione Calabria lo consenta piuttosto che assegnarlo all’Istituto scolastico “Lucrezia Della Valle”, ad esempio, distante pochi metri, che ha funzioni di Liceo Coreutico e ne avrebbe immediata necessità poiché per le ore di Danza gli studenti devono recarsi nell’altra Città di Castrolibero. Una vera assurdità. Oppure, ad esempio, alla co-gestione del Conservatorio Musicale di Cosenza. Prendiamo atto che la questione non è sfuggita ad altre Associazioni cosentine che sono immediatamente intervenute per capire cosa sta accadendo nella gestione dei Beni Pubblici.
Questo modo di fare deve essere denunciato a chiare lettere. Il cinico potrebbe pensare che dietro l’abbandono dei beni culturali pubblici vi sia un metodo per poter poi dire che, visto l’abbandono, lo si deve assegnare a gestione privata.
Basterebbe prendere d’esempio le gestioni che funzionano come quella del Teatro alla Scala di Milano, già proposta dal Movimento NOI con la istituzione della Fondazione “Cosenza” da parte del Comune di Cosenza alla quale affidare tutela e gestione di tutti i beni pubblici della Città e una seconda a carattere pubblico – privato per accogliere investitori, sponsor ed Enti con lo scopo di valorizzarne le prestigiose programmazioni e trarne vantaggio pubblicitario. Non c’è da fidarsi dei metodi dell’Amministrazione Occhiuto – conclude Fabio Gallo – non dobbiamo dimenticare che nel caso dell’ex Jolly Hotel aveva disposto gara d’appalto, assegnata al vincitore, aperto il cantiere, iniziata la demolizione, senza essere il Comune il legittimo proprietario dell’immobile, come accertato dal Tribunale Amministrativo di Catanzaro.
La Città è dei cittadini. Ci si chiede, infine, come mai nessun consigliere di opposizione e anche di maggioranza abbia eccepito nulla rendendosi co-responsabile della cattiva gestione dei beni pubblici. Il Movimento civico NOI propone l’unione di tutte le Associazioni civiche e culturali con il fine di formalizzare un’offerta capace di creare non solo un’ampia programmazione ma la disponibilità dei locali alle ODV a tutela di giovani con disabilità che potrebbero utilizzare gli spazi anche come laboratori”.
Alessandro Oteri è il nostro Delegato per la Città di Palermo e provincia – dichiara Fabio Gallo. Uomo estremamente competente in materia di Sanità, ama profondamente la sua Sicilia nella quale, come nel resto del Paese, vede la Democrazia ostaggio del bisogno quale risultante di un’azione politica che ha preso il sopravvento in Italia, portando nei posti strategici persone prive di competenza e visione del domani. Oggi, il nostro Paese è in pericolo perché la Democrazia è in pericolo.
Da sx: Alessandro Oteri, Fabio Gallo
E in questa notte troppo lunga e nel corso della quale ci sono stati negati diritti fondamentali, si rende necessario adunare donne e uomini competenti ed incorruttibili con il fine di ridare la luce del sole alle famiglie, ai giovani, al mondo del lavoro, ai servizi che i cittadini pagano profumatamente come sanità, acqua pubblica, viabilità, ambiente, per non avere quasi nulla o nulla del tutto in cambio. A questo punto chi, se non NOI tutti – conclude il portavoce nazionale del Movimento NOI Fabio Gallo – deve essere autore di unavera riforma culturale e politica nel nostro Paese?
“La recente diatriba all’interno del Movimento 5 Stelle lascia emergere un quadro allarmante nel contesto politico italiano. Lo afferma Alessandro Oteri Referente della Città di Palermo e provincia del Movimento NOI. L’attaccamento alle poltrone dimostrato dagli attuali parlamentari, l’assenza di chiare linee di indirizzo da parte dei partiti politici e la mancanza di una seria e profonda leadership da parte di chi sta al governo, evidenziano il totale scollamento tra l’attuale politica e la popolazione, in un contesto di crescente disagio umano ed economico. In questo momento di sconforto si fa sempre più forte in NOI il richiamo sturziano verso tutti gli Uomini Forti e Liberi del paese affinché, con coraggio e determinazione, si facciano carico di rimettere in moto la tanto amata e denigrata Italia. Il Movimento NOI – conclude Alessandro Oteri – nel suo radicarsi dal Nord al Sud del Paese, dice basta alle logiche vuote e autoreferenziali del partitismo italiano del terzo millennio ed in tal senso, si candida come vera forza di rinnovamento, fatta di Donne e Uomini che, con capacità e senso di dedizione, desiderano ardentemente rinnovare dalle radici il Paese di Dante e Michelangelo, restituendo ai cittadini la bellezza di una Nazione, da sempre fonte di ispirazione per il mondo intero.
Il Movimento sturziano NOI cresce e si radica in Sicilia. Ad annunciarlo è il portavoce nazionaleFabio Gallo che affida la sua dichiarazione agli organi della Stampa e presenta i referenti territoriali l’Avv. Egidio Privitera delegato del Movimento NOI per la Provincia di Messina, il Dr. Sergio Greco delegato per la Provincia di Ragusa, l’Ing. Ugo Lo Piano delegato per la Provincia di Caltanissetta, il Dr. Alessandro Oteri delegato per la Provincia di Palermo e il Dr. Giuseppe Incorvaia delegato per la città di Licata e comprensorio, per aver colto l’occasione di un diretto impegno in politica.
“Dopo anni di inerzia e di declino, commenta Gallo, il nostro più grande desiderio è portare anche in Sicilia i valori del popolarismo sturziano senza stare alla finestra ma candidandoci alla guida dei territori al fine di favorire sviluppo in un contesto di legalità.
Fabio Gallo portavoce nazionale del Movimento sturziano NOI
E’ compito del Movimento civico NOI – continua Fabio Gallo – far comprendere ai cittadini che il cambiamento non è solo possibile ma anche doveroso. Offrire la possibilità di costruire, insieme, una nuova presenza civica nella vita politica di una delle terre più belle e antiche del mondo, ricca di storia e dalla cultura millenaria, è quanto di più sensato possano fare coloro i quali si riconoscono nel popolarismo sturziano che pone al centro il lavoro, cuore della nostra Democrazia per troppo tempo ostaggio del bisogno.
Attraverso l’attivismo politico e sociale, i delegati territoriali desiderano offrire alla Sicilia la possibilità di riscattarsi, consentendo il rinnovamento di una classe politica e dirigente capace e di restituire amore e bellezza alla tanto amata Isola”.
Da oggi in Sicilia i popolari di don Luigi Sturzo sventolano le loro bandiere. Il Movimento NOI offre ai suoi iscritti numerosi strumenti di condivisione e partecipazione attiva che nel tempo della Pandemia si sono confermati utili all’inclusione e ad evitare l’isolamento di molti. Linee guida e strumenti del Movimento NOI possono essere visitati su www.movimentonoi.it.
Una panoramica della Città Storica di Cosenza abbandonata dalla politica locale
L’incredibile storia dei 90 milioni di Euro destinati dal Ministro Dario Franceschini alla riqualificazione urbana della Città storica di Cosenza, approda oggi su quello che appare essere un “tavolo di guerra” tra ex Sottosegretario Anna Laura Orrico (M5S) e Lega Calabria. Una guerra che, però, l’ex Sottosegretario avrebbe perso sul nascere, attesa la risposta del noto penalista Giacomo Saccomanno, Commissario della Lega Calabria che ha sterminato subito il nemico (politico, n.d.r.), scegliendo al politichese la strada della ragione e dei fatti di chi ha deciso di non fare sconti sui temi della legalità nella gestione dei fondi pubblici.
Una panoramica della Città Storica di Cosenza abbandonata dalla politica locale
Ma cerchiamo di capire cosa sta accadendo partendo da qualche cenno storico in grado di inquadrare meglio l’accaduto che annuncia risvolti non indifferenti.
La decisione del Ministro Franceschini di inserire la Città Storica di Cosenza come “progetto pilota” tra quelle finanziate per la loro riqualificazione urbana risale al 27 novembre 2017 in occasione della presentazione, a Cosenza, nel palazzo dell’Arcidiocesi di Cosenza-Bisignano, dell’innovativo progetto di Digitalizzazione di Beni Culturali “Cosenza Cristiana” grazie al quale il ministro poté apprezzare l’imponente mole di beni culturali contenuti nella Città Storica di Cosenza e determinarsi nel sostenerla. Il giorno dopo, il 28 novembre 2017, AGENSIR pubblica la notizia “alla quale si uniscono il TGR RAI (presente all’evento il Direttore Generale Demetrio Crucitti, n.d.r.) e il Quotidiano del Sud. Il 28 febbraio 2018 il MiBACT ufficializza il finanziamento con il suo comunicato stampa istituzionale.
INFINITI TAVOLI TECNICI Da quel giorno, nonostante i numerosi tavoli tecnici che si sono susseguiti a cura del Ministro Alberto Bonisoli, a Roma, presso il ministero (successore di Franceschini, n.d.r.) e successivamente dall’ex Sottosegretario Anna Laura Orrico (M5S) presso la Prefettura di Cosenza e nonostante gli annunci dello stesso ex Sottosegretario Orrico nel giorno della presentazione del CIS in data 14 settembre 2020, i 90 milioni di Euro risultavano ancora fermi a danno di una Città Storica bisognosa di imponenti interventi sulla sicurezza e riqualificazione e letteralmente abbandonata dalla classe politica locale. Proprio recentemente, a causa di un’abbondante pioggia, si sono registrati pericolosi nuovi crolli che hanno posto i Vigili del Fuoco nella necessità di evacuare una famiglie e chiudere una parte del Centro Storico.
CON LA SOSTITUZIONE DELLA ORRICO (M5S) CON LA BORGONZONI (LEGA), I FONDI SI SBLOCCANO. E’ UN DATO DI FATTO. Con la sostituzione da parte del Governo dell’ex Sottosegretario Anna Laura Orrico (M5S) con l’attuale Lucia Borgonzoni, i fondi sono stati sbloccati e Matteo Salvini, con espressa nota stampa, ha comunicato che lunedì 21 Giugno sarà in Calabria anche per comunicare tra l’altro, l’avvio dei lavori che assume un importante significato in tema di ripartenza del dopo Covid19. E’ un dato di cronaca che i fondi, effettivamente, siano stati sbloccati dall’attuale azione di governo e dall’attuale Sottosegretario Lucia Borgonzoni che, tra l’altro, ha ereditato le deleghe di chi l’ha preceduta.
L’EX SOTTOSEGRETARIO ORRICO CERCA PUBBLICITA’ NON MERITATA? All’alba della diffusione della notizia diffusa dal leader della Lega Salvini, il Sottosegretario Anna Laura Orrico rilascia una dichiarazione alla stampa con tanto di locandina social tramite la sua stessa pagina, nel tentativo evidente di prendere meriti dell’avvenuto sblocco dei fondi. La cosa che appare grave è che sulla locandina appare la scritta “FAKE NEWS” come se fosse falsa la notizia relativa allo sblocco dei 90 milioni di Euro. Inoltre, a commento della locandina facebook l’ex Sottosegretario scrive una frase che ai più potrebbe non dire nulla, anzi, valorizzare la sua azione di governo: “il lavoro degli altri non si saccheggia”. E proprio sul tema, quello del saccheggio del lavoro altrui, è giunta l’immediata risposta del Commissario della Lega Calabria Giacomo Saccomanno che ha corrisposto un comunicato “bomba” alle Agenzie il cui contenuto, di certo, andrà a finire nelle mani della Magistratura di Catanzaro e Cosenza (se già non lo è, n.d.r.), visto che nelle mani del Ministro Franceschini e dell’attuale Sottosegretario lo sono già e pare, da indiscrezioni, anche su carta legale. C’è chi, diciamolo, in Calabria difende con le unghie e con i denti il proprio lavoro e, anche a tutela dello stesso ministero, scrive a giusta ragione.
Avvocato Giacomo Saccomanno Commissario Lega Calabria – Foto, rete
LA RISPOSTA DEL COMMISSARIO DELLA LEGA CALABRIA GIACOMO SACCOMANNO “E’ veramente incredibile di come si possa essere sfacciati e negare la verità! L’ex sottosegretaria Anna Laura Orrico tuona “Salvini non sa di cosa parla”! Ed, ancora, dice “Ma quale Salvini. Non conosce neanche lo strumento in questione. Le spiego …”. Non abbiamo bisogno di alcuna spiegazione. Alleghiamo soltanto una gravissima comunicazione inviata al Ministro Dario Franceschini, in data 13 maggio 2021, nella quale il Direttore della Biblioteca Nazionale, dottor Massimo De Buono, il Presidente della Fondazione Culturale “Paolo di Tarso”, prof.ssa Luana Gallo, e il prof. Giuseppe Chidichimo, del Dipartimento di Chimica dell’UNICAL, segnalano e denunciano fatti veramente gravi. In sostanza, sono stati manomessi i progetti “…IPAC e CONNESSIONI, contenente anche brevetti internazionali, realizzato dai predetti e spacchettato ad uso e consumo di una logica incomprensibile irrispettosa sia della proprietà dei progetti che delle finalità mirate a salvaguardare la logica del finanziamento pubblico ed i risultati da rendere immediatamente visibili …”. Questo è quello che si legge nella citata nota che, certamente, merita la dovuta attenzione per la palese gravità dei fatti, per come poi denunciati al Ministro Franceschini. In sostanza, sembrerebbe che vi sia stata una appropriazione dei progetti contenenti i brevetti internazionali redatti dai firmatari della denuncia, al fine di favorire altri con i destinati fondi pubblici. Sul punto non si aggiunge altro e si auspica che i destinatari della nota e, comunque, le autorità competenti facciano luce e accertino sia chi ha redatto i progetti e, quindi, la proprietà di questi e sia chi ha cercato di utilizzarli non avendone alcun diritto. Così come sarebbe, veramente, auspicabile che si verificassero i destinatari dei fondi pubblici. Così forse la Calabria potrebbe avere dei risultati senza dover passare attraversi passaggi molto strani che hanno, finora, indebolito la gestione dei fondi pubblici e spesso la irrealizzazione dei progetti. La Lega farà di tutto per eliminare tali anomalie e non si fermerà dinnanzi a nulla pur di arrivare a verità. La Orrico e chi rivendica meriti non propri e, comunque, con un percorso molto inquietante e imbarazzante, meritano i controlli adeguati delle autorità e l’allontanamento da tale politica non avendone alcuna legittimazione. D’altro canto, ci chiediamo cosa hanno lasciato in Calabria i politici di tale pasta? Il nulla, se non le tantissime macerie che si intravedono in ogni progetto, spesso iniziato e mai realizzato. Una politica clientelare che ha distrutto la nostra regione e che deve essere rinnegata e ripudiata. Con Salvini la Lega, anche in Calabria, farà pulizia e non guarderà in faccia nessuno, contrastando con determinazione il malaffare. Forse la Orrico su questo dovrebbe confrontarsi e dovrebbe dare adeguate spiegazioni!”
a cura di Sandra Vito Guddo – Movimento NOI Sicilia
Domenico Modugno nel 1971, attraverso una canzone popolare, esprimeva con pochi e incisivi versi tutta la sofferenza di chi è costretto a lasciare la propria terra in cerca di lavoro. Una terra “amara e bella” dove ai “cieli infiniti” corrispondono “volti come pietra e mani incallite ormai senza speranza”.
Una sintesi perfetta del dramma dell’emigrazione che è in atto nel nostro paese dal Sud verso il Nord, dalla Sicilia alle regioni settentrionali d’Italia e d’Europa. Un dramma iniziato con l’annessione della Sicilia allo Stato Sabaudo e perpetrato negli anni in modo crescente e immorale. Perciò, per quanto io sia un’ammiratrice sfegatata di Domenico Modugno, non sono d’accordo nel ritenere che la Sicilia sia una terra amara. Per troppo tempo la responsabilità del fenomeno crescente dell’emigrazione è stata attribuita a questa terra: la Sicilia che si mostrava non solamente amara ma anche avara nel senso che negava di fatto la possibilità ai suoi figli di trovare un lavoro con cui potere costruire un futuro per sé e la propria famiglia, obbligandoli ad emigrare.
Tale narrazione va smantellata con decisione e con cognizione di causa ripercorrendo, seppure in modo sintetico, la storia della Sicilia. Quella vera non quella che ci propinano i testi scolastici, infarciti del peggior tipo di antimeridionalismo pregiudizievole e mendace! È inconfutabile, infatti, che prima del 1861, gli emigrati siciliani erano sparuti gruppetti di contadini che andavano in cerca di terre coltivabili e si spostavano pertanto dalle terre demaniali a quelle baronali o viceversa, oppure dalla campagna alla città in cerca di più facili guadagni.
Ma è dopo l’Unità, come afferma il noto storico siciliano Francesco Renda (1922/ 2013) nella sua monumentale opera “Storia della Sicilia dalle origini ai giorni nostri”, che assistiamo impotenti a una vera e propria “esplosione migratoria”. Tale affermazione è supportata da dati statistici inconfutabili che hanno visto diminuire la popolazione siciliana dal 1990 ad oggi di 5.000.000 residenti a 4.851.833 (31/08/2020), una cifra mai registrata prima. Una tendenza pericolosissima, un dato allarmante a testimonianza della desertificazione umana in atto nella nostra isola di cui nessuno parla. I mass-media ignorano il fenomeno né la classe politica dirigente se ne occupa più di tanto.
Perché tanto silenzio? Ma se i Siciliani, per primi, accettano questa situazione in silenzio, se soffrono senza ribellarsi, non possiamo attribuire la colpa ad altri. I meridionali si sono rassegnati: si sono convinti che questa è l’amara sorte che ci tocca subire. Subire e tacere! E quando finalmente scoprono il trucco e l’inganno, vorrebbero protestare e avere accesso ai mezzi di comunicazione nazionale per denunciare il dramma dell’emigrazione. Ma ciò di fatto viene impedito, mentre continua indisturbata e aggressiva una campagna offensiva e denigratoria nei confronti dei cittadini definiti, tout court, terroni con accezione negativa! Una storiografia mistificata ha ingenerato nella mentalità del siciliano che il sud è sempre stato povero, ignorante e lassista per cui ci meritiamo questa sorte di cui siamo gli unici responsabili e anzi dobbiamo ringraziare i fratelli settentrionali che ci accolgono, per usare un eufemismo, e ci fanno lavorare nelle loro fabbriche al nord. In passato, i terroni erano impiegati o sfruttati (decidete voi) per lavori umili ma adesso richiedono operai specializzati, tecnici, creativi, diplomati e laureati.
Dovremmo ringraziare per questo? Non intendo certo fare una dissertazione di tipo socio-antropologico della questione ma, a dirla tutta, la situazione va capovolta! Appare dunque chiaro, anche all’osservatore più distratto, il carattere della gestione politica della nostra classe dirigente di tipo coloniale ai danni della Sicilia e di tutto il Sud che mira non soltanto ad una evidente distribuzione diseguale della ricchezza e del lavoro, generando un divario sempre crescente tra le due parti che corrono a velocità diverse a svantaggio ovviamente del mezzogiorno. Ma ciò avviene ormai, in modo sempre più evidente e sfrontato per le risorse umane.
Secondo Riccardo Padovani, attuale direttore della SVIMEZ, dal 2001 a oggi il Sud ha perso 744 mila cittadini emigrati in cerca di lavoro. Di questi ben 526 mila sono giovani tra i 15 e i 34 anni di cui ben 205 mila sono laureati! Con enormi sacrifici, le famiglie siciliane fanno studiare i loro figli fino alla sospirata laurea per poi consegnarli, belli e pronti, alle aziende del nord che nulla hanno investito per la loro formazione. E così il sud è diventato non soltanto serbatoio di voti dei partiti nazionali ma anche serbatoio di mano d’opera specializzata e di laureati a costo zero.
Tutto ciò, decisamente improntato alla dialettica dello sviluppo/sottosviluppo del Sud. Infatti, le regioni meridionali devono godere di un certo sviluppo economico e occupazionale ma soltanto quanto basta per contenere il malcontento che serpeggia più o meno apertamente in Sicilia e per mantenere le condizioni di territorio atte al consumo delle merci prodotte al nord. Un doppio attacco alla fragile economia meridionale che, se da un lato, fornisce materia prima, d’altro lato diventa sacca di importazione dei prodotti settentrionali a scapito della produzione locale. É noto a tutti, infatti, che l’area privilegiata di esportazione delle merci prodotte al nord non siano le regioni europee o estere ma il sud d’Italia.
A questo punto risulta di facile interpretazione la condotta dei governi italiani dal 1861 ad oggi che hanno considerato la Sicilia come una vera e propria colonia, distruggendo in pochi decenni l’economia locale, dislocando maestranze al nord e impiantando le principali produzioni industriali nelle regioni settentrionali, accompagnando e sostenendo tale economia con la costruzione di infrastrutture che ne facilitano i trasporti e le comunicazioni. Al Sud soltanto strade obsolete, spesso tracciate sulle vecchie vie costruite ai tempi dei Borboni, dissestate e inadatte a un equo sviluppo dell’economia locale che, per non morire del tutto, grazie all’ingegno dei coltivatori e degli imprenditori siciliani, ha mirato ai prodotti biologici di alta qualità trovando sbocchi commerciali soprattutto all’estero.
Il Mediterraneo. non è più il centro del mondo ma tutto si è spostato verso altre latitudini dove il lavoro sembra essersi concentrato in modo quasi esclusivo, lasciando ai margini la Sicilia e tutto il meridione. Un fato ineluttabile, un destino crudele o una precisa volontà politica di lasciare ai margini proprio quelle regioni che un tempo erano tra le più industrializzate d’Europa e che vedevano le città di Napoli e Palermo tra i primi posti in classifica per la presenza di industrie, commerci e traffici nazionali e internazionali?
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