a cura di Fabio Gallo e Cristian Tarsia

Qualche novello “Nerone” ha deciso di mettere a fuoco Cosenza? O qualcuno vuole fare fuori i BoCS Art? E’ una domanda che rivolgiamo alle Autorità competenti perché qui non c’è solo puzza di bruciato.

Nel giro di pochissimi giorni, non si è fatto attendere il quarto rogo consecutivo, segno che le discariche improvvisate (vecchie e nuove) sono sempre in maggior numero e sempre più alla portata dei piromani.

Giorno 11 luglio è toccato anche al vecchio deposito di “Mancuso & Ferro” che, stando al programma dell’amministrazione comunale uscente, sarebbe dovuto diventare luogo di arte e cultura. Ed è di cultura che mancano coloro che si prestano ad atti tanto criminali, a discapito anche della propria salute.

In verità abbiamo avuto l’impressione che si volessero mandare a fuoco i BoCS Art. Le fiamme, infatti di giorno 11 luglio, sono partire proprio da li, estendendosi fino alle abitazioni sparse a monte. Una delle case rurali è stata gravemente danneggiata e il supporto aereo si è protratto per circa 5 ore.

Una coltre di fumo si è levata a sud della città storica rendendo l’aria irrespirabile, non solo per la sua densità ma anche per l’odore acre di pneumatici ed altri rifiuti speciali abbandonati in loco da tempo immemore, con particolare accumulo negli ultimi anni. 

Diossina ad attraversare l’intero abitato, il “fu Lungofiume Boulevard”, le poche aree ludiche per i bambini, la Villa Vecchia e gran parte di Colle Guarassano. 

E’ evidente che quello della raccolta dei rifiuti non è più solo un problema, piuttosto una emergenza sottovalutata dalla politica locale, che nulla vede se non opportunità di propaganda. Cosenza, ferita come i 57 comuni della Campania, dove le esalazioni velenose mietono vittime di continuo.

Un capoluogo orfano di istituzioni e competenze all’altezza dei gravissimi problemi con cui i cittadini convivono.
Eh, si… domani, domani tutto si risolverà con un bel post all’insegna dell’indignazione. Però c’è una cosa: le parole si pronunciano, si leggono, si scrivono, si ascoltano. La diossina, si respira.