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Aix-La-Chapelle, 22 gennaio 2019, una data e un luogo che non dimenticheremo?

Gen. Arch. Giampiero Cardillo
Gen. Arch. Giampiero Cardillo
Gen. Arch. Giampiero Cardillo
Gen. Arch. Giampiero Cardillo

di Giampiero Cardillo, Presidente di Servire l’Italia/

E’ stato firmato il 22 gennaio prossimo un trattato di 28 articoli di cooperazione e integrazione franco-tedesca dal presidente Macron e dalla cancelliera Merkel.
Il luogo ove è avvenuto l’evento, oggi tedesco, é già pieno di memorie:

Aquisgrana (in francese Aix-la-Chapelle, la Cappella di Carlomagno, ove furono siglate: la pace nel 1668 tra la Spagna e la Francia; la fine della secessione austriaca nel 1748; la conclusione della Santa Alleanza nel 1818).

Il nuovo trattato aiuterà forse a rendere Aquisgrana ancora più presente alla nostra futura memoria, perché potrebbe segnare un nuovo ordine europeo in rapida costruzione.

Il precedente dichiarato del trattato, dice il sito della Presidenza francese, é il Traité de l’Elysée del 1963, di riconciliazione franco-tedesca dopo la seconda guerra mondiale.

Lo scopo del Trattato é:” viser un nouvel objectif de convergence accrue entre la France et l’Allemagne et préparer les deux pays aux défis auxquels ils sont confrontés au XXIe siècle”.

Oggetto del trattato é il rafforzamento della convergenza e dell’integrazione dei due Paesi in tema di economia, politica estera e di sicurezza, educazione e cultura, ricerca e tecnologia, clima e ambiente.

L’art. 3, in particolare recita:”Les deux États approfondissent leur coopération en matière de politique étrangère, de défense, de sécurité extérieure et intérieure et de développement tout en s’efforçant de renforcer la capacité d’action autonome de l’Europe“.

Si insiste sulla difesa e sulla sicurezza, quando si afferma che i due Stati vorranno far convergere:” ..de plus en plus leurs objectifs et politiques de securité et defance”, stabilendo di volta in volta posizioni comuni in occasione di decisioni che toccano interessi di entrambe le nazioni, prestando reciproca assistenza “par tous (compresa la “force de frappe”?) le moyens dont ils disposent, y compri la force armée, en cas d’aggression contre leurs territories”.

Tale assistenza reciproca non dovrà prescindere dal creare una cultura militare comune, per operare congiuntamente in modo efficace ed efficiente, nonostante la materia sia sottoposta, nel caso tedesco, alla competenza parlamentare.

In materia di sicurezza interna si dovrà raggiungere l’obiettivo di una forte integrazione delle forze anti- terrorismo e di quelle schierate contro la criminalità organizzata, ivi compresa una stretta collaborazione giudiziaria, dei Servizi di Informazione e di polizia.

Il Trattato cita:“L’efficacité, la coherence, et la credibilité de l’Europe dans le domain militaire”.

Può essere interpretato come l’esigenza di  sviluppare queste capacità anche per l’intera Europa?

Un cammino interrotto nell’Unione molti decenni fa, quando proprio la Francia si oppose alla nascita delle forze armate Europee.

Oggi é proprio la Francia a rilanciare il progetto.

Macron aveva avanzato nello scorso settembre una idea dirompente: la European intervention initiative (Ei2). Una prima lettera d’intenti è stata firmata alla fine di giugno 2018 dai ministri della Difesa di Francia, Germania, Belgio, Regno Unito, Danimarca, Estonia, Olanda, Spagna e Portogallo e la Finlandia.

L’obiettivo dichiarato consisteva nel voler creare una struttura estranea all’Unione europea e alla Nato, che avrebbe dovuto servire a garantire una risposta rapida in caso di crisi, militari e civili.

La proposta francese dello scorso  settembre comprendeva sia la collaborazione a livello di pianificazione e analisi, che  il concreto intervento congiunto, ove necessario.

In un ambiente in cui minacce e sconvolgimenti geopolitici o di natura climatica si moltiplicano, l’iniziativa deve mandare il messaggio che l’Europa è pronta, che l’Europa è capace”.

Così dichiarò il Ministero della Difesa Francese l’anno scorso.

Il nostro generale Camporini commentò la vicenda rilevando un atteggiamento tedesco inclusivo rispetto agli altri Paesi EU. Il generale riteneva che la Germania avrebbe contrastato la spinta  esclusiva della Francia, la quale evidenziava uno spirito men che egemonico nel trattare la questione.

Si può pensare che la Francia abbia giudicato un sostanziale fallimento l’accordo PESCO- cooperazione strutturata permanente, già operante, constatandone l’assenza di quel vigore e temibilitá necessarie per essere un protagonista rispettato nel mondo.

La PESCO é in effetti un accordo che appare essere diventato fin troppo inclusivo (vi aderiscono ben 25 Stati), evidenziando una inevitabile tendenza alla paralisi operativa in caso di necessità.

A questa conclusione sembra sia giunta la Germania, giacché martedì sottoscriverà una evidente emulsione elitistica della precedente proposta francese di settembre, molto poco inclusiva per come appare nell’articolato che verrà sottoscritto.

Quello che nascerà martedì 22 gennaio sarà infatti un trattato per ora solo bilaterale, anche se nei suoi articoli si fa cenno a un programma “europeo”. Ma é un programma che molti dei Paesi Eu non possono sostenere e che molti altri, é possibile, non vorranno sottoscrivere.

Il precedente progetto di Macron, lanciato a settembre scorso, ammetteva di voler superare la dipendenza dell’EU dall’ OTAN. Nell’accordo di martedì prossimo questo moto di  indipendenza sarà molto più sfumata.

Il Trattato di Aquisgrana 2019 che sarà siglato in questi giorni, intende stimolare “grandi investimenti nel settore difesa e sicurezza, per colmare il notevole gap tecnico e tecnologico rispetto alle grandi potenze militari, nel rispetto dei trattati OTAN, pilastro della difesa EU da sempre”come ha affermato con forza Ursula von der Leynen, ministro tedesco della Difesa.

L’accordo prevede non solo di dare un impulso importante alle trattative per la realizzazione di sistemi di difesa comuni, ma anche un impegno per la creazione di una via preferenziale all’esportazione di armi congiunta dei e tra i due Paesi. Un punto, questo, ancora suscettibile di sviluppi concreti, per una certa resistenza istituzionale tedesca sull’argomento.

Il Trattato prevede l’ insediamento di un “Consiglio Franco-tedesco di difesa e di sicurezza” come organo politico permanente, per consultazioni e decisioni nel comune interesse.

Sul piano della Politica Estera i due Stati si scambieranno personale diplomatico di alto rango presso l’OTAN, l’ONU e presso l’EU.

In particolare sarà intrapresa un’azione diplomatica di vasto raggio, onde permettere alla Germania di far parte del Consiglio di Sicurezza dell’ONU.

È un trattato che vede la Francia concedere molto alla Germania.

In particolare il trattato non esclude, perciò consente, che la Francia condivida con la Germania l’arma nucleare, in forza di quanto si legge nell’articolo 3.

Una Germania dotata di armi nucleari è poi la premessa necessaria e sufficiente per consentire alla Germania di sedere nel Consiglio di Sicurezza dell’ONU (art8), evento che la Francia si impegna a favorire.

Sta nascendo l’EU a due velocità? La Francia e Germania “tirano la volata” a tutti gli altri partner, o sono in fuga solitaria?

In ogni caso si tratta di dare corpo alla raccomandazione di Jean Monnet: “La Comunità stessa non é che una tappa verso forme di organizzazione del mondo di domani”. Il nuovo trattato in quale modo può essere interpretato come una necessaria tappa del cammino comunitario?

Se lo fosse dovremmo assistere a una rapida accelerazione del processo integrativo dell’intera EU nei settori cruciali di cui si occupa l’accordo franco-tedesco, per superare l’esclusività

dell’ ambito finanziario e commerciale ove si sono concentrati i grandi obiettivi EU degli ultimi decenni. Obiettivi raggiunti, che, però,  mostrano segni di crisi. Si tratta di obiettivi aggrediti da una realtà mondiale in rapida trasformazione. Raggiungere nuovi traguardi é necessario, anzi, indispensabile.

Una altra ipotesi può essere azzardata.

Qualunque effetto si registrerà in EU per questa accelerazione centripeta, Francia e Germania potrebbero non trascinare nel trattato tutta l’Unione, ma solo quei Paesi EU (e forse anche non EU) con i quali sono già più integrati, o che appaiono più integrabili per molti degli aspetti essenziali che sono oggetto del patto siglato.

Le carte da giocare per chi ne resterà fuori non sono molte, sia se appariranno recalcitranti o siano troppo indeboliti per diventare azionisti capaci di sostenere la spinta del new deal sottoscritto.

L’Italia sembra essere fra questi ultimi, tenuto conto delle oggettive difficoltà tecniche a partecipare o per una scelta strategica del Governo in carica.

Del resto il nostro Paese già non aveva aderito all’appello francese di settembre, che ambiva di riporre in soffitta la PESCO.

I ministri Elisabetta Trenta e Enzo Moavero Milanesi, in audizione alle commissioni Esteri e Difesa di Senato e Camera, dichiararono a proposito del progetto Macron di settembre:

Esiste un accordo in Europa che si chiama Pesco e l’Ei2 altro non fa che prendere i Paesi che vi aderiscono più la Gran Bretagna e dargli una missione simile. È un’iniziativa parzialmente europea”, da guardare con cauta e doverosa prudenza”.

Vedremo nei prossimi mesi gli sviluppi del nuovo trattato Francia-Germania.

Anche alla luce di quanto accadrà in Gran Bretagna e dopo le elezioni europee di primavera.

Certo é che la cauta e doverosa prudenza dovrà lasciar posto a rapide e coraggiose decisioni.

Jean Monnet ammoniva fin dal 1976: “Ma il tempo passa e l’Europa si attarda sul cammino nel quale si é già molto inoltrata. Non possiamo fermarci, quando intorno a noi il mondo intero é in movimento”.

L‘ ammonimento valeva allora e a maggior ragione oggi, perché la velocità dei cambiamenti nel mondo cui far fronte é molto aumentata.

Chi chiede di uscire dall’Europa, come chi chiede più indipendenza da essa, potrebbe rimanere fermo o restare molti passi indietro dai moti della storia, paralizzato e a rischio di essere travolto assieme a molta Europa di serie B.

La Francia e la Germania sembrano aver ingranato una marcia veloce e staranno a vedere chi riuscirà a stargli dietro.

E sembra che stavolta Francia e Germania abbiano studiato una formula che gli USA possano accettare o non contrastare, premessa essenziale per il successo dell’iniziativa intrapresa da Francia e Germania.

Vedremo.

 

 

Cent’anni dall’Appello ai “liberi e forti”. NOI con Giovanni Palladino

Fabio Gallo (Movimento NOI) e Giovanni Palladino (Servire l'Italia)
Fabio Gallo (Movimento NOI) e Giovanni Palladino (Servire l'Italia)

di Fabio Gallo/

Un nuovo incontro con Giovanni Palladino, l’uomo che sta accompagnando alla canonizzazione Don Luigi Sturzo e suo più profondo conoscitore. Questa volta, dopo l’incontro di Cosenza nella chiesa di San Francesco di Assisi, luogo nel quale si ritrova a riflettere sul da farsi il Movimento NOI, e dopo l’incontro nella Fondazione “Sturzo” di Via delle Coppelle a Roma, lo abbiamo incontrato a Lamezia Terme, ove si è recato per una conferenza giorno 19 Gennaio 2019, che ha seguito quella di Catanzaro voluta dall’Arcivescovo Mons. Vincenzo Bertolone sul tema “Liberi e Forti – Storia o Attualità?”

Fabio Gallo (Movimento NOI) e Giovanni Palladino (Servire l'Italia)
Fabio Gallo (Movimento NOI) e Giovanni Palladino (Servire l’Italia)

Ascoltare Giovanni Palladino è come attingere alla sorgente e non a caso il Movimento NOI – rete Umana si è posto discepolo del suo dire semplice e diretto, illuminato dal Vangelo “nascosto nel petto” come i primi cristiani che, come racconta Mons. Bertolone nella sua relazione, “invadevano i fori e esponevano avanti ai presidi e ai re le parole dello Spirito Santo”.

Don Luigi sturzo, Umile Trausi, Fabio Gallo, Giovanni Palladino, Fedele Serpe
Da Sx: Umile Trausi, Fabio Gallo, Giovanni Palladino, Fedele Serpe

Giovanni Palladino è l’uomo con il cuore di luce evangelica che irradia di verità chi lo ascolta e lo trascina verso la visione di una civiltà più giusta non solo immaginabile, ma possibile. Lo abbiamo raggiunto insieme ad una delegazione del Movimento NOI composta da Eleonora Cafiero, Umile Trausi e Fedele Serpe che, come me, hanno avuto la gioia di condividere un pomeriggio ricco di bene.

Quel “servire, non servirsi” di don Luigi Sturzo che la politica dovrebbe avere come meta della propria azione sociale, è raccomandata al Movimento NOI da Giovanni Palladino, come una stella da seguire nella notte buia della democrazia e in una società sempre più bisognosa di sguardo attento al bene comune, resa arida dall’egoismo di una classe politica che ha trascinato il nostro Paese in una condizione esasperante in ogni settore.

Anche l’Arcivescovo di Catanzaro-Squillace, nel suo contributo per il centenario della nascita del Partito Popolare cita “Civiltà Cattolica” nella quale si ricorda che “non bastano più le accolte di anime belle”, che “facciamo discorsi ragionevoli e illuminati, ma le gente è altrove” e che “la questione centrale oggi è quella della Democrazia”.

Il nostro incontro rigenerante con Giovanni Palladino giunge dopo sole 24 ore dalla visita del Ministro dei Beni Culturali Alberto Bonisoli a Cosenza. Una visita divenuta una festa per le Associazioni e per quanti producono in silenzio e non sono considerati da una classe politica locale, sempre più arida e che ha reagito in malo modo, da non credere, all’apertura del Ministro alla gente, al suo volere toccare con mano le piaghe infette di “mala politica” della Città Storica di Cosenza letteralmente abbandonata al degrado, il suo volere testimoniare che il Governo investirà decine e decine di milioni di euro perché tutto torni a rivivere nello splendore del bene comune.

Una reazione – quella della politica locale – che ha molto deluso i Cittadini che si pongono alla ricerca di un dopo migliore e in tal senso, si comprende meglio il nostro ricorrere a Giovanni Palladino, alla “sorgente” Sturziana, e anche la riflessione di uno di NOI, Umile Trausi delegato alla Città Storica di Cosenza del Movimento, che su Facebook commenta un mio post nel quale denuncio che qualcuno mi vuole male per avere contribuito al bene, in maniera esemplare. Da vero Sturziano.

UMILE TRAUSI SUL DOPO VISITA DEL MINISTRO BONISOLI
Il ginepraio mediatico di queste ore, ancora una volta, evidenzia margini marcati ed invalicabili di diversità pseudo culturali, che, inevitabilmente, spingono ad animose diatribe dialettiche a dir poco lesive e destabilizzanti la convivenza sociale. Emerge, ahimè per tutti noi, la bestialità primordiale dell’homo homini lupus. Ognuno cerca di soddisfare le proprie e personali ambizioni, anche e non di rado, a danno degli altri. Personalmente, non accetto questa deriva esistenziale. Per formazione culturale, permeata da profondi e rigorosi valori cristiani, il bisogno di testimoniarli, questi valori, diventa stringente ed obbligante a farlo con ostentata esemplarità e convincimento, esigendo, in base al principio di reciprocità, lo stesso rispetto, che nutro verso chi ha orientato le sue, rispettabilissime, visioni esistenziali a Buddha o ad Allah, a Marx o a Nietzsche, etc. La durezza dello scontro verbale, che scaturisce dal confronto dialettico e da oggettive difficoltà di convivenza razionale scaturisce dal solco profondo che divide la visione trascendentale propria del pensiero cattolico rispetto alla visione immanentistica del pensiero materialista o capitalista. Questo per dire che ogni azione assume una valenza diversa in base alla visione olistica. Non c è da meravigliarsi che per il cattolico tutte le cose del mondo sono solo strumento di utilità collettiva per raggiungere un fine ultimo che non è di questo mondo; quello stesso mondo, che per la concezione materialistica, invece, è fine a se stesso per soddisfare compiutamente gli appetiti personali. Non meraviglia, dunque, che la lotta a chi denigra ed offende di più è necessaria a quanti vivono del contingente, vacuo ed effimero, più prossimo. Io ho scelto la strada più difficile da percorrere: quella del servizio. Non essendo un cenobita o un contemplativo mi è consentito professare la mia fede cattolica in ogni espressione della mia esistenza: famiglia, lavoro ed anche nella più bella ed appassionante attività politica, sempre svolta con abnegazione e spirito di servizio “produttivo e utile per gli altri”, come sottolinea magistralmente il prof. Giovanni Palladino, secondo il quale ognuno deve essere chiamato all’azione politica. La condivisione valoriale sul piano più strettamente intellettuale ed emozionale, la comune visione escatologica verso una realtà esistenziale più alta e più preziosa hanno reso fertile l’aderenza al Movimento Noi, che oggi è una, se non l’unica nel panorama regionale, reale proposta politica autenticamente foriera dei valori profondamente d’ispirazione cattolica. Chiamatemi bigotto: sono il vostro specchio. Chiamatemi ignorante: per fortuna posso ancora godere del piacere d’imparare tanto dalla vita.
Chiamatemi fesso: sono un uomo di pace, non mi piace la guerra.
CHIAMATEMI…..semplicemente: Umile.

Il Ministro Bonisoli a Cosenza invitato dalle forze del Civismo

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Il Ministro Ministro Alberto Bonisoli
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Il Ministro Alberto Bonisoli

Il Ministro dei Beni dei Beni Culturali Alberto Bonisoli arriverà a Cosenza giorno 18 Gennaio 2019 e prenderà visione e coscienza dello stato generale del Patrimonio Culturale del territorio, con particolare attenzione alla Città Storica, abbandonata dalla politica locale al degrado. L’incontro, sollecitato al Movimento 5 Stelle di Cosenza (Meetup Cosenza e oltre, ndr) dal mondo del civismo e con particolare determinazione dal Movimento NOI, giunge al successo sperato. Si Parlerà dei 90 milioni di Euro approvati dal CIPE e destinati alla riqualificazione urbana della Città Storica di Cosenza.

Cosenza Cristiana - Il momento della presentazione del progetto al Ministro Dario Franceschini
Cosenza Cristiana – Il momento della presentazione del progetto al Ministro Dario Franceschini

LA DICHIARAZIONE E IL RINGRAZIAMENTO DEL MOVIMENTO NOI
“Come noto – ha spiegato il Portavoce nazionale del Movimento NOI Fabio Galloil nostro Movimento che basa la sua azione sul massimizzare l’attenzione della politica sulle esigenze reali e primarie dei cittadini, ha fortemente voluto e contribuito con le sue risorse professionali, l’innovativo progetto COSENZA CRISTIANA (www.cosenzacristiana.it), grazie al quale, il Ministro Dario Franceschini ha ritenuto di inserire la Città Storica di Cosenza, nell’elenco delle quattro Città del Sud la cui riqualificazione urbana è stata finanziata da fondi europei.

L'innovativo progetto Cosenza Cristiana
L’innovativo progetto Cosenza Cristiana

Il 28 Febbraio 2018 il Ministero dei Beni Culturali ha comunicato che dal CIPE (Comitato interministeriale per la programmazione economica) “sono stati destinati 360 milioni di Euro per la riqualificazione urbana dei Centri Storici delle Città di Cosenza, Napoli, Taranto e Palermo alle vanno 90 milioni di euro ciascuno“. Alla luce dei gravi scandali giudiziari e delle indagini condotte dalla DDA di Catanzaro, il Movimento NOI ha chiesto alle forze di Governo di sorvegliare perché questi 90 milioni di Euro non vadano nella mani sbagliate, ma finalizzate effettivamente ai fini per cui sono stati assegnati”.

Il Presidente della Commissione Parlamentare Antimafia Nicola Morra
Il Presidente della Commissione Parlamentare Antimafia Nicola Morra

RINGRAZIAMO IL PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE PARLAMENTARE ANTIMAFIA NICOLA MORRA
Il Movimento NOI – ha affermato il Portavoce Fabio Gallo – desidera rivolgere alcuni ringraziamenti: al Presidente della Commissione Parlamentare Antimafia Nicola Morra per avere accolto e fatte proprie le nostre preoccupazioni. Al “Meetup Cosenza e oltre” per l’accurata organizzazione dell’evento. Desideriamo, altresì, ringraziare il Ministro Alberto Bonisoli per avere accolto l’invito istituzionale e il Ministro Dario Franceschini che, per primo, ha preso una vera decisione politica che passerà alla storia e che nessuno potrà negare, con l’attribuzione di questo fondo, il più importante nella storia della Repubblica Italiana. Ora, è compito di queste alte istituzioni vigilare dall’alto e dall’interno dello Stato perché la Città Storica di Cosenza, possa finalmente vedere un raggio di luce diffusa i cui benefici, se i 90 milioni di Euro saranno davvero spesi per come sono stati destinati, ricadranno sull’intera Città. E’ anche l’occasione per ribadire la nostra gratitudine all’Arcidiocesi di Cosenza – Bisignano per la collaborazione dei suoi Uffici e per averci consentito di realizzare il progetto COSENZA CRISTIANA che oggi, è anche meta digitale di didattica scolastica e universitaria. Questo intervento – conclude Fabio Gallo – è anche la prova che tra alte istituzioni che guardano per davvero al bene comune, si può collaborare con vivacità e onestà intellettuale. Se saremo chiamati ad intervenire, di certo, i cittadini di Cosenza ne saranno fieri”.

LEGGI ANCHE: “Movimento NOI e la “Paolo di Tarso” al Senatore Morra: chiami il Ministro Bonisoli”

Movimento NOI scrive e il MiBAC risponde: Teatro Rendano è di “tradizione”. Ora, guerra a chi lo vuole degradare.

Cosenza - Piazza XV Marzo - Il Teatro A. Rendano di Cosenza e la Biblioteca Civica
Cosenza - Piazza XV Marzo - Il Teatro A. Rendano di Cosenza e la Biblioteca Civica

In seguito alle polemiche sollevatesi sul caso del Teatro Alfonso Rendano di Cosenza che si dice non più facente parte dell’elenco dei Teatri di Tradizione, il Movimento NOI al quale sta particolarmente a cuore il futuro delle Belle Arti, ha scritto al MiBAC che ha risposto.

In maniera particolare è stato interrogata a mezzo PEC la Direzione Generale per lo Spettacolo dal Vivo.

A rispondere è la dott.ssa Maria Luisa Amante, Capo Segreteria della Direzione Generale dello Spettacolo che afferma: “il Teatro Rendano di Cosenza è Teatro di Tradizione riconosciuto ai sensi della Legge 800/1967. Il sito (del MiBAC, ndr.), sezione “Teatri di Tradizione” è aggiornato correttamente in linea con i dati attuali”.

A Rispondere è anche il dott. Antonio Parente, Dirigente del Servizio II “Attività Liriche e Musicali” che ha affermato: “L’elenco dei Teatri riconosciuti dal MiBAC come Teatri di Tradizione ai sensi della Legge n° 800/1967 – pubblicato sul sito della DG Spettacolo – è correttamente aggiornato ai dati attuali”.

CentoventiGiorni delle Belle Arti
CentoventiGiorni delle Belle Arti

LA DICHIARAZIONE DEL MOVIMENTO NOI
Il Portavoce del Movimento NOI Fabio Gallo, a tal proposito, dichiara: “non si capisce bene da quale fonte sia partita la notizia che ha posto in dubbio l’esclusione del Teatro A. Rendano di Cosenza dall’elenco ministeriale dei Teatri di Tradizione. Una cosa è certa: attivandosi per ottenere una risposta chiara da offrire ai Cittadini di Cosenza, il Movimento NOI ha dimostrato ancora una volta di non essere tra chi, gratuitamente, colpisce chi governa la Città. Piuttosto, si dimostra che siamo dalla parte dei cittadini ai quali non bisogna mai mentire.

CentoventiGiorni delle Belle Arti
CentoventiGiorni delle Belle Arti

Detto ciò, con altrettanta chiarezza e onestà intellettuale, possiamo affermare che questa Amministrazione comunale di Cosenza, non è in grado di assolvere al compito di una vera programmazione culturale, tale, da meritare il rispetto dei Cittadini di Cosenza, in grado di riconoscere un vera programmazione teatrale di livello, da altro. Per questo motivo, al fine di sostenere con forza le Belle Arti, e dopo avere ascoltato il mondo dell’Arte, il Movimento NOI porrà in rete nelle prossime ore una specifica Piattaforma che valorizzerà perpetuamente nel mondo della rete, nel luogo ove ci si incontra, ove si condivide, si maturano nuove economie e si sviluppano strategie e proposte per il lavoro, gli Artisti, i Creativi, gli Artigiani, i Visionari, abbandonati dalla politica e che, invece, sono le mani, il cuore e la mente del Made in Italy.”

 

In rete con il Ministro Bonisoli, “120 Giorni delle Belle Arti”: sostiene artisti e creativi

CentoventiGiorni delle Belle Arti
CentoventiGiorni delle Belle Arti

Alla presenza del Ministro per i Beni Culturali Alberto Bonisoli e del Presidente della Commissione Parlamentare Antimafia Nicola Morra, entra in rete CentoventiGiorni delle BELLE ARTI, la prima Piattaforma Digitale italiana che si propone di promuovere gratuitamente nel mondo della rete Arte, Artisti, Artigiani, Visionari e Creativi, ai quali si attribuisce la capacità di far ripartire l’economia dal basso con il loro lavoro.

L’iniziativa che vuole gettare ponti sulle linee di frattura culturali procurate dalla politica negli ultimi decenni, nasce dalla collaborazione tra Fondazione Culturale “Paolo di Tarso”, Movimento NOI e A.R.P.A. – Associazione Realizzazione Programmi per l’Arte, che hanno colto l’occasione dell’incontro tenutosi nella sede della Biblioteca Civica di Cosenza con il Ministro, per lanciarla in rete.

La “Paolo di Tarso” è riconosciuta dal Ministero dei Beni Culturali dal 2003 e ha alle spalle una serie di prestigiosi progetti di successo che ne fanno una leader nel mondo della fruizione di contenuti digitali, relativi al Patrimonio dei Beni Culturali italiani. Un esempio recente è il progetto COSENZA CRISTIANA che ha fruttato alla Città Storica di Cosenza un finanziamento di ben 90 milioni di Euro.

CentoventiGiorni delle Belle Arti
CentoventiGiorni delle Belle Arti

LA PIATTAFORMA CHE VALORIZZA GENIO E LAVORO DELLE MANI DELL’UOMO
La crisi valoriale che attraversa il mondo della politica, si abbatte sul mondo produttivo e in maniera particolare su quello dei mestieri che animano la microeconomia che in Italia, come noto, è da considerare la spina dorsale del valore Italia. Sostenere il mondo dei creativi, dunque, è una priorità, se si desidera dare vita ad una realtà produttiva in grado di sviluppare nuove economie e lavoro in un contesto “sostenibile”, di sviluppo e legalità. Da qui, la scelta di valorizzare il genio e il lavoro delle mani dell’uomo.

CentoventiGiorni delle Belle Arti
CentoventiGiorni delle Belle Arti

L’INNOVAZIONE DEL GENIO CREATIVO E DELLE MANI DELL’UOMO
L’idea nasce come contrappeso dell’industria 4.0 che potrà solo integrare, ma non sostituire il sogno, l’intelligenza creativa, il genio dell’Essere Umano, che sono il motore dell’economia che rende liberi di amministrare e partecipare attivamente a dare forma al Paese, ogni singolo individuo. La Piattaforma sostiene la genialità e creatività come motore di sviluppo ove le macchine possono solo essere di supporto alla realizzazione dell’opera.

CentoventiGiorni delle Belle Arti
CentoventiGiorni delle Belle Arti – Alcuni Artisti in ordine di iscrizione

PERCHE’ “120 GIORNI” IN RETE
CentoventiGiorni delle Belle Arti è un percorso di promozione in ambiente digitale, nel mondo della rete, ove la società moderna si ritrova e socializza, ove si muovono scelte e nuove economie. In questo contesto, 120 giorni continuati di promozione “gratuita” rivolta ad artisti, artigiani e creativi in genere, concorrono a mantenere vivo l’interesse per l’Arte italiana. Ma non solo.

Il comunicare continuamente per 120 giorni, rappresenta anche una unità di misura di un comunicare utile non solo a fare cronaca ma formazione e cultura.

La Piattaforma è stata integrata nel “Museo Digitale del Patrimonio Culturale Italiano” (DIGITAL CULTURAL HERITAGE MUSEUM) che, per le sua capacità di rappresentare bellezza dell’Arte e Paesaggio italiani, ha ricevuto lo scorso anno il marchio dell’Anno Europeo del Patrimonio Culturale 2018. Questo il link: http://digitalculturalheritagemuseum.it/bellearti/

Fabio Gallo – Fondatore della Piattaforma delle Belle Arti e del Digital Culturale Heritage Museum

NE PARLA FABIO GALLO IDEATORE DEL PROGETTO
“E’ nostra intenzione – ha spiegato Fabio Gallo ideatore del Museo Digitale e della Piattaforma – è quello di istituzionalizzare il progetto, ripeterlo ogni anno e trasferirlo nella realtà fisica con la collaborazione del Ministero dei Beni Culturali e del Turismo perché, come ha ben detto il Ministro dei Beni Culturali Roberto Bonisoli, l’Arte possa diventare concretamente lavoro. Per noi è indispensabile che ciò accada al fine di proteggere il mondo dei creativi ai quali è affidata la microeconomia sociale che costituisce la vera macroeconomia italiana, l’educazione delle nuove generazioni al ‘Bello e al Buono’, il potere di attrazione delle Città italiane e la valorizzazione del Brand Italia e del Made in Italy sui mercati internazionali”.

CentoventiGiorni delle Belle Arti
CentoventiGiorni delle Belle Arti

PRESTO L’ISTITUZIONE DI UN COMITATO DI ATTIVISTI DELLA CULTURA
E’ prevista l’istituzione di un “comitato di accoglienza” che si occuperà di valorizzare coloro i quali accederanno alla Piattaforma.

 

Minori in coma etilico a Cosenza a Capodanno. La lettera di una Mamma

Hanna-Lottritz ha deciso di pubblicare le sue foto relative al coma etilico
Hanna-Lottritz ha deciso di pubblicare le sue foto relative al coma etilico

Cosenza – Il caso dei 46 minori finiti in ospedale a Cosenza nella notte di Capodanno, tra i quali molti in coma etilico, sta suscitando molto clamore sui social, anche per l’attenzione che la Stampa ha destinato ai fatti. NOI ci poniamo alcune domane. Se non lo facessimo non potremmo svolgere il nostro compito di “mediatori” nella società civile tra politica e Cittadini. Quanto incide su tali conseguenze, ad esempio, la scelta sbagliata dei protagonisti di un concerto? E un rapper come Fabri Fibra con i suoi testi al centro di polemiche per la loro violenza cantata, rispetto ad un classico cantautore o ad altro tipo di musica, quanto influisce?

LA LETTERA DI UNA MAMMA
Ho letto stamane sul quotidiano Gazzetta del Sud della gravissima situazione creatasi al pronto soccorso dell’ospedale civile di Cosenza la notte di San Silvestro, 46 giovani ragazzi arrivati in coma etilico!!!

Questa notizia è vero che ci lascia sgomenti, ma è anche vero che c’era da aspettarselo ed era solo una questione di tempo.

Dico questo da mamma di due bimbi quasi adolescenti  che con grande paura per i propri figli, osserva quotidianamente per strada comportamenti poco consoni da parte di ragazzi giovanissimi, che più che adolescenti sembrano bambini. Chi passa da Via Alimena e da Piazza Santa Teresa il sabato pomeriggio non può che osservare una moltitudine di ragazzini con in mano un bicchiere di cocktail, oppure una bottiglia di birra. Sono ragazzi che durante la settimana li vediamo andare a scuola con i loro zainetti  e che sembrano essere  tranquilli e sani, ma poi nel week-end si trasformano in adulti con i peggiori vizi.

Viene da chiedersi perché tutto ciò.

La colpa maggiore è sicuramente della famiglia, ovviamente non di tutte, molti genitori sono disinteressati alle attività quotidiane dei figli che non seguono adeguatamente. Con questi ultimi oggi si parla poco, non si dialoga abbastanza, non si cerca di capire se hanno dei problemi a scuola o con gli amici, se soffrono magari per il loro aspetto fisico, se si sentono inadeguati rispetto a questa società che li vuole tutti di aspetto piacevole, social,  griffati e che propone modelli di esistenza vuoti di contenuti.

Al secondo posto sicuramente la scuola che troppo spesso non completa quel percorso educativo iniziato dalle famiglie perché vuole spesso compiacere quegli stessi genitori che vogliono i propri figli primi della classe, prime nelle attività sportive, anche se non lo meritano, spesso mortificando, al contrario, i meritevoli che non riescono ad emergere ed essere gratificati. Una scuola improntata a creare adulti lobotomizzati  e privi di senso critico facili da gestire successivamente per fini politici e commerciali.

E’ molto difficile fare un’analisi e soprattutto è facile cadere nella retorica, e se a tutto ciò si aggiunge che in questa città si sta assistendo negli ultimi anni ad una decadenza morale mai vista sino ad oggi il cerchio si chiude e si arriva ai 46 giovanissimi arrivati in ospedale in coma etilico la notte di San Silvestro.

Questa città è passata dall’essere culla dell’arte in tutte le sue forme, e della cultura, a culla della MOVIDA più sfrenata e disinibita. Si potrebbe obiettare, perché le altre città italiane sono diverse? Sicuramente anche altrove la Movida è più che presente ma viene compensata da attività culturali di spessore, e un genitore può scegliere cosa proporre ai propri figli, può scegliere se portarli a teatro a vedere un’opera lirica oppure passeggiare  nel corso principale della città che seppure costellato di opere scultoree, una volta ammirate e spiegate ai ragazzi diventa solo un vagare senza meta. Se a ciò si aggiungono spettacoli in piazza fatti di contenuti più che discutibili che non sono certo da esempio ai giovanissimi e che al contrario incitano ad un’esistenza da vivere senza regole e senza principi alcuni il danno è fatto!

Che dire poi delle attività sportive a disposizione dei ragazzi  in città. L’offerta è solo privata e chi non può permetterselo non le pratica. Lo sport al contrario è l’antidoto alla noia dei giovani è uno stimolo ad avere degli obiettivi nella vita, a dotarsi di regole comportamentali, a vivere una vita sana lontano dai vizi, a diventare cittadini migliori.

Cosa può e deve fare a questo punto un genitore!

Stare accanto ai propri figli, ascoltarli, educarli  proponendogli modelli di vita sani  che siano improntati al senso civico, al lavoro, al rispetto degli altri ed alla civile convivenza rifiutando e rinnegando quanto proposto, al contrario, da chi ci vuole tutti uguali, tutti dipendenti da vizi incontrollati!!!
Lettera Firmata.

DALLA GAZZETTA DEL SUD DEL 3 GENNAIO 2019
“C’è un’emergenza attuale, un’emergenza che preoccupa Cosenza e non solo Cosenza. L’allarme viene dai giovani, soprattutto dagli adolescenti, che vivono la loro vita spericolata, una vita spesso fatta di niente. Campano di adrenalina, di bollette, di sfide al pc, di noia. Sono avvelenati dalla rabbia e dalle schifezze di cui s’imbottiscono nei locali o per strada, raggruppandosi nei soliti ritrovi. Di giorno si nascondono in mezzo agli altri ragazzi, poi, di notte, bevono e fumano di tutto. E, di frequente, capita a molti di loro di risvegliarsi su una barella del pronto soccorso dopo una iniezione-salvavita di Nalorex o una flebo di soluzione glucosata.
La notte di San Silvestro è stata infernale al Pronto soccorso dell’“Annunziata” con 46 ragazzini arrivati in condizioni gravissime dopo bevute colossali. Per molti di loro la diagnosi d’ingresso è stata tremenda: coma etilico. Dodici, tredici, quattordici anni appena ma in corpo avevano di tutto: rum, whisky, vodka, gin. Tanto alcol da rischiare di spappolarsi il fegato.
Purtroppo, la città è piena di ragazzini che si danno la carica scolandosi intere bottiglie di vino o di birra. Ne buttano giù così tante di quelle schifezze che, alla fine, non ricordano più nulla. Non ricordano neppure di esistere”.

Leggi anche:
https://www.direttanews.it/2016/01/22/21enne-in-coma-etilico-dopo-il-concerto-pubblica-le-foto-choc-su-twitter/

https://www.panorama.it/news/scienza/coma-etilico-come-riconoscerlo-e-cosa-fare/

 

 

 

 

 

Capodanno a Cosenza: 46 giovanissimi in ospedale. Molti in coma etilico. Le responsabilità della politica

Alcool tra i giovani a Cosenza
Alcool tra i giovani a Cosenza

La grande polemica per la presenza del rapper Fabri Fibra nella notte di Capodanno a Cosenza si è conclusa con 46 giovanissimi finiti in ospedale in coma etilico.

La scelta da parte del Comune di Cosenza del rapper che in alcuni suoi testi descrive con estremo sadismo un fare violento sulle donne, ha fatto letteralmente esplodere il social network facebook, nel quale si è posto il serio problema della politica incapace di assolvere al mandato di guida della Città.

In uno dei suoi testi il rapper recita: “punto un lanciafiamme sulla mia famiglia e la ammazzo così voglio vedere quando vado all’inferno e il demonio c’ha la faccia di Erica o del suo ragazzo”. 

Tutto questo, in Italia, è ascoltato da ragazzini che vagano nell’irresponsabilità della politica incapace di dare vita a progetti in grado di assorbire diversamente la loro attenzione.

Ed è così che la “Gazzetta del Sud” giorno 3 Gennaio scrive:
“La notte di San Silvestro è stata infernale al Pronto soccorso dell’“Annunziata” con 46 ragazzini arrivati in condizioni gravissime dopo bevute colossali. Per molti di loro la diagnosi d’ingresso è stata tremenda: coma etilico. Dodici, tredici, quattordici anni appena ma in corpo avevano di tutto: rum, whisky, vodka, gin. Tanto alcol da rischiare di spappolarsi il fegato”.

Indipendentemente dalla libertà di ogni artista di celebrare il male o il bene, c’è poi il discernimento della classe politica che ha il dovere di essere d’indirizzo a tutela della società che essa governa. In maniera speciale quando a pagare le conseguenze sono i giovanissimi che in maniera speciale oggi, necessitano di cura davvero speciale e di essere accompagnati ad una vita sana e libera dalle schiavitù come droghe, alcool e forme di dipendenza che la maggior parte delle volte sono irreversibili.

Il Movimento NOI non ha esitato a chiedere l’estromissione del rapper, in previsione di ciò che puntualmente è accaduto, ma nulla ne ha voluto sapere l’Amministrazione di Cosenza che vede Sindaco Mario Occhiuto.

“Una volta raccolte le istanze di numerosi cittadini – affermano i delegati del Movimento NOI – ci siamo resi promotori della richiesta di revoca dell’incarico al cantante. Nessuno ha risposto dall’Amministrazione comunale di Cosenza. A questo punto, abbiamo chiesto le dimissioni simboliche dell’Assessore Spadafora – Lanzino, certi della sua speciale sensibilità a causa della tragedia familiare che vide la figlia Roberta vittima di violenza. Si contava su di lei. Ma nulla anche in questo caso, nonostante la Fondazione che porta il nome di Roberta Lanzino, abbia inoltrato all’amministrazione un chiaro lamento. Oggi, atteso il risultato che pagano i giovanissimi, dobbiamo prendere atto dell’incapacità dell’Amministrazione Occhiuto di guidare una Città senza che delle sue scelte, ne paghino le conseguenze i giovani e le famiglie”.

Nessuna dichiarazione al momento da parte del Comune di Cosenza che, a differenza delle Forze di Polizia che hanno svolto un servizio esemplare, come sempre, non è riuscito a impedire il consumo massivo di alcool. Evidentemente più concentrata sul colpo d’occhio dei tanti giovani scesi dalla provincia, che sui contenuti e sulla prevenzione.

UNO DEI TESTI CONTESTATI AL RAPPER E AL COMUNE DI COSENZA
Yeh Fabri Fibra froci recchioni di merda
puttane ruffiane complessate del cazzo
Vado a morire!
Non ce la faccio più
Io questa sera mi ammazzo
Non vi sopporto più
Solo a pernsarvi mi incazzo
Per non vedervi più
Visto che io sono un pazzo
Mi punto una pistola questa sera mi ammazzo
Non ce la faccio più
Io questa sera mi ammazzo
Non vi sopporto più
Solo a pensarvi mi incazzo
Per non vedervi più
Visto che io sono un pazzo
Mi punto una pistola questa sera mi ammazzo
Entro in casa mia arrampicandomi dal terrazzo
punto un lanciafiamme sulla mia famiglia e la ammazzo
così voglio vedere quando vado all’inferno
se il demonio c’ha la faccia di Erica o del suo ragazzo
ora sto con gente con cui mi devasto
ultimamente fumo eroina tabasco
e ti assicuro è buona ce la vende Vasco
per me il rap è uno stress perché ho fatto fiasco
e adesso io lavoro nell’ufficio di un fallito
sogno ormai da anni di ucciderlo con armi di ogni tipo
la mia ragazza mi ha detto vattene che sei impazzito
ancora per lo shock io aspetto in chiesa con l’anello al dito
e che cazzo non capisco la Madonna piange sangue
quando giro con due grammi nascosti nelle mutande
poi ribalto le pupille dopo diciassette spini
smetto poi di respirare, ho visto farlo a Mia Martini
più che uno stile è uno strazio
questo mio rap ti fa schifo al cazzo
tutto ciò che resta a me mi ha reso pazzo
mi punto una pistola questa sera mi ammazzo.
Non ce la faccio più
Io questa sera mi ammazzo
Non vi sopporto più
Solo a pensarvi mi incazzo
Per non vedervi più
Visto che io sono un pazzo
Mi punto una pistola questa sera mi ammazzo
Non ce la faccio più
Io questa sera mi ammazzo
Non vi sopporto più
Solo a pensarvi mi incazzo
Per non vedervi più
Visto che io sono un pazzo
Mi punto una pistola questa sera mi ammazzo
Sono nato il diciassette di venerdi
odio Irene la Medica e il suo cazzo di r’n’b
per colpa sua non mi conosci non esisto come mc non sono qui.
Il fatto è che sto immaginando la faccia del tuo ragazzo
dietro le sbarre come una testa di cazzo
come quel tipo che è entrato in casa dei tuoi genitori
con una bottiglia di vino e un mazzo di fiori
andando col cappotto verso l’attaccapanni
parlando con la tua sorellina di dodici anni
che è stata ritrovata il giorno dopo nello sgabuzzino
senza vestiti con un taglio nell’intestino
e le budella nel cestino
la sborra sul cuscino
il sangue sul lavandino
e cola sul tappetino
mi fermano e mi fanno la prova del palloncino
è la merda che concimo e fumando mi allucino
mi strappo un altro filtro strappando sto cartoncino
degrado in paranoia come quando ascolto i Tiro Mancino
giro in casa con in mano questo uncino
ti ci strappo le ovaie e che cazzo me le cucino!
Ma non sono il tipo che va pazzo per le foto
è molto meglio bere fino a che non vedi il vuoto
poi giro ubriaco dopo quindici Peroni
mi schianto con la moto mentre canto Alex Baroni
così l’ipocrisia di queste generazioni
vi spingerà a cantare un paio delle mie canzoni
io spero che sto trip non mi dia allucinazioni
sui miei genitori incastrati in peggio situazioni
ma sai cosa è la sfiga?
chi manifesta al G8 e poi finisce a terra con un colpo in testa
e sai cosa è uno sbirro?
chi viene assolto in piazza con la divisa anche se poi gli parte
un colpo.
Non ce la faccio più
Io questa sera mi ammazzo
Non vi sopporto più
Solo a pensarvi mi incazzo
Per non vedervi più
Visto che io sono un pazzo
Mi punto una pistola questa sera mi ammazzo
Non ce la faccio più

Scuola: Giornalino, Professione Reporter alla “Federico II” di Rocca Imperiale

Siamo molto felici per questa attività intrapresa dall’Istituto comprensivo “Federico II” di Rocca Imperiale, grazie alla quale gli studenti si sono cimentati con una professione tanto affascinante quanto complessa: quella dei “Reperter”. I piccoli giornalisti crescono in Calabria e a loro decidiamo di offrire tutto lo spazio necessario perché possano continuare su questa strada ed essere, domani, coraggiose sentinelle della nostra Democrazia: E’ altresì, un onore, che abbiano scelto proprio NOI, per entrare in rete, nel luogo ove oggi ci si incontra, si condivide e si generano nuove idee, economie, alleanze, esperienze. L’incontro con Antonio Cucciniello, autore di “Un’altra opportunità”, ha scaturito l’idea di affidare agli studenti il compito di commentarlo proprio come piccoli reporter. Dobbiamo dire che hanno fatto bene il loro lavoro.

Antonio Cucciniello, un autore unico con “UN’ALTRA OPPORTUNITÀ”
Il giorno 6/12/2018, con i miei compagni e la professoressa siamo andati al Museo dei Frati Osservanti di Rocca Imperiale Paese, in provincia di Cosenza. Alle 10:30 siamo arrivati, siamo entrati, ci siamo seduti e chi aveva un cartellone da mostrare all’autore doveva sedersi avanti, di fronte alla nostra dirigente, dott.ssa Elisabetta D’Elia e altre persone. Subito dopo l’autore si è presentato e abbiamo iniziato a fare domande. Ci ha detto che il testo da lui scritto non è autobiografico ma solo in parte perché le emozioni che ha provato sono le sue. Dopo noi bambini della classe 1^C abbiamo presentato il nostro cartellone e lui è rimasto molto colpito. A me ha fatto i complimenti per come l’ho spiegato e per come ho disegnato e, a quel punto, io sono stato molto contento. Poi i ragazzi della 2^C hanno presentato il loro cartellone e così anche la 3^C. Alla fine il cartellone l’ha portato via con sé. L’autore ci ha trasmesso molte emozioni e suggerimenti per rendere migliore la nostra vita; quello che ho trovato più utile è che quando proviamo un bella emozione dobbiamo scriverla perché così ,quando siamo tristi, leggendola possiamo tornare felici. Alle 12:30 è arrivato il pulmino e ce ne siamo andati. Tornati a scuola abbiamo continuato a studiare e alle 16:30 siamo tornati a casa. È stata una bella giornata piena di emozioni.

Domenico Pio Maradei Classe IV C

Al Museo dei Frati Osservanti
Il giorno 6/12/2018 noi alunni della Scuola Secondaria di I grado del Comprensivo “Federico II” di Rocca Imperiale siamo andati a Rocca paese al museo dei  Frati osservanti  per l’ incontro con l’autore Antonio Cucciniello. Io ,Nicola, Manuel e Domenico Pio abbiamo rappresentato il cartellone e ci siamo seduti  vicino all’autore. Lui ha raccontato la sua vita, com’era stata, ma le cose che ha detto l’autore mi sono rimaste impresse, come quando non aveva paura di entrare in carcere per presentare alle persone il suo libro. Oltre a noi c’erano le classi 2c, 3c  di  Montegiordano,  poi le classi di Rocca Imperiale e anche quelle di Canna. Dentro il monastero  c’erano delle grandi scrivanie, attorno alle quali era seduta anche la nostra Dirigente, Dottoressa Elisabetta D’elia. L’autore ha chiamato alcuni bambini per  chiedergli delle  loro domande sul  libro che avevano letto. È stata una bella giornata.

Gabriele Varlaro Classe IC

Incontro con l’autore
Il giorno 6 dicembre noi alunni  dell’istituto  comprensivo di rocca imperiale abbiamo partecipato all’incontro con l’autore del libro “un’altra opportunita’”, antonio cucciniello. Siamo andati tutti con il pulmino al monastero dei frati osservanti e abbiamo portato il cartellone che abbiamo fatto a scuola. L’autore ci ha parlato della sua vita e ci ha dato tanti consigli, per esempio che non dobbiamo mai arrenderci. A lui il nostro lavoro è piaciuto molto e alla fine gli abbiamo regalato il nostro cartellone. Questa giornata è stata bellissima.

Noemi Arcuri Classe IC

Una Giornata piena di Emozioni
Io e la mia classe 1C siamo andati a Rocca Imperiale e abbiamo incontrato Antonio Cucciniello, l’autore del libro “Un’altra opportunità”; c’erano tante classi e abbiamo mostrato il nostro cartellone davanti a tutti. Antonio Cucciniello era stupefatto del nostro lavoro. Io ero emozionato quanto gli altri; le sue parole, quando ha raccontato la sua esperienza dandoci saggi  suggerimenti, mi hanno ispirato tantissimo sul nostro percorso di vita. È stata una giornata tra le migliori di sempre.

Diego Amrito Introcaso Classe IC

Un’altra opportunità
Ieri,6/12/18, con la professoressa Vicino, siamo andati a Rocca Imperiale al museo dei Frati Osservanti per l’incontro con Antonio Cucciniello, autore del libro “Un’altra opportunità”. Alle 10:30 siamo arrivati e subito siamo entrati in un grande salone pieno di sedie e di poltrone blu dove in fondo c’era una grande scrivania dove era seduta la nostra Dirigente, Elisabetta D’Elia, e altri alunni che non trovavano posto. Lì vicino c’era anche l’autore che, dopo essere stato invitato a presentarsi, si fece vedere. La professoressa Bellino fece segno a me, Gabriele, Manuel e Domenico di sederci al gradino dove stava l’autore; allora abbiamo presentato il cartellone dove abbiamo realizzato dei disegni riguardanti la storia dal capitolo 1-6. Dopo che gli altri alunni, di altre scuole hanno fatto domande all’autore sulle emozioni che ha provato mentre scriveva, noi saliamo sul gradino per mostrare il cartellone. Manuel e Gabriele lo tenevano, dato che erano i più alti e io e Domenico Pio lo spiegavamo. All’autore è piaciuto così tanto il nostro lavoro che ha deciso di portarlo con se. Poi abbiamo aspettato un po’ per ascoltare le domande degli altri alunni. Dopodiché, finito l’incontro con i ringraziamenti dell’autore a noi alunni, ai docenti per quella splendida giornata vissuta insieme, ritorniamo a scuola, felici dell’ incontro.

Nicola Panno Classe IC

Le Emozioni provate nell’incontro con l’autore del libro “Un’altra Opportunità” Antonio Cucciniello
Ieri 6/12/2018 siamo andati a Rocca Paese per incontrare l’autore del libro che abbiamo letto: “Un’altra opportunità”, Antonio Cucciniello. Con la mia classe 1C abbiamo realizzato un cartellone con i fumetti del capitolo dal numero , 1 al 6. Quando siamo arrivati abbiamo preso posto , c’erano altri ragazzi dell’istituto, c’era un palco e un grande tavolo con la preside, la dott.ssa Elisabetta Delia, e dei ragazzi. Appena ci siamo seduti hanno presentato l’autore. Subito dopo sono andati dei ragazzi a farle delle domande sul libro. Poi siamo andati noi a presentare il nostro cartellone. L’autore Antonio Cucciniello rispose a una domanda che gli avevano fatto sulla copertina del libro e ha detto che le copertine dei suoi libri gliele faceva un suo caro amico, che considera come un fratello. Antonio parlò delle sue emozioni quando scrisse il libro, disse anche che un carabiniere di un carcere lo invitò a presentare il suo libro nel carcere, e disse anche che un carcerato morì con il libro “Un’altra opportunità” in mano. La giornata di ieri mi è piaciuta tanto e mi sono colpite le frasi che diceva sulle emozioni. Mi sono meravigliata quando si è portato il cartellone che avevamo realizzato noi della 1C. Antonio parlava in modo molto saggio e anche ci dava suggerimenti sul nostro cammino .

Andrea Truncellito Classe IC

“A Carmen, una nuova amica”. Tanta emozione.
La giornata del 6/12/2018 per me è stata fantastica, era quella giornata che non vedevo l’ ora che arrivasse per incontrare l’ autore del libro “Antonio Cucciniello”,uno scrittore che ha scoperto il mondo dei libri a 24 anni. In un momento molto brutto della sua vita era caduto, ma si è rialzato più forte di prima e questo mi ha reso felice perché anche io sono caduta per la mancanza di mio nonno e proprio come lui mi sono rialzata più forte di prima. Quando siamo arrivati eravamo tutti in ansia, tutti i bambini se lo aspettavano in modo diverso. Era molto simpatico, ho capito subito che era napoletano perché me lo ha suggerito il suo modo di parlare. Quando parlava si esprimeva in modo saggio e dava consigli a tutti per continuare la nostra vita al meglio. Mi ha colpito molto quando ha detto che una persona che non conosceva è morta in carcere con il suo libro in mano e lì mi sono emozionata tantissimo. Dopo un po’ i primi a portare il cartellone siamo stati noi della 1^C, ogni foglio era realizzato con un fumetto dove abbiamo lavorato in gruppo di 2 alunni. Il mio compagno Domenico Pio che faceva il presentatore ci accoglieva uno a uno , quando hanno chiamato me e la mia amica Andrea, io ero emozionatissima ma soprattutto imbarazzatissima. Quando sono arrivata al tavolo dove c’era l’autore, l’ho visto meglio, ero molto sorpresa. Nel suo libro ha scritto cose che non ha vissuto, ma erano solo le sue emozioni. Alla fine della presentazione del nostro cartellone ha chiesto di poterlo portare a casa e io ero felicissima e soddisfatta. Alla fine stavano andando via quelli di Rocca e di Canna, e mentre aspettavamo mi sono fatta firmare un pezzo di carta dove mi ha scritto: “A Carmen, una nuova amica” con la sua firma. Quel giorno è stato bellissimo e io ero felicissima.

Carmen Toscano Classe IC

Descrivo la giornata di ieri, 6 dicembre 2018
Giovedi 6 dicembre 2018 siamo andati a Rocca imperiale per incontrare l’autore Antonio Cucciniello, c’erano tutti gli alunni di Rocca, Canna. Alcuni gli hanno fatto delle domande, noi abbiamo portato un cartellone con la descrizione di un fumetto, dal capitolo 1 al 6 e ha detto che è molto bello. Antonio Cucciniello ci ha parlato un po’ del libro e alla fine hanno concluso i nostri compagni della IIC e della la IIIC.

Mirko Matteo Classe IC

Una Giornata Speciale
Ieri, 6/12/2018, è stato un giorno speciale perché siamo andati al monastero di Rocca Imperiale. Noi alunni della Scuola secondaria di primo grado di Montegiordano siamo partiti con il pulmino. Appena arrivati, c’erano i ragazzi di Rocca e Canna e, accolti, ci siamo seduti , c’era la preside, la dott.ssa Elisabetta D’Elia e i professori  delle altri classi. Dopo è venuto Antonio Cucciniello e si è presentato e altri alunni  gli  hanno posto le domande , noi abbiamo  descritto il cartellone. Finito, gli abbiamo esposto delle domande sul libro “Un’ altra opportunità”. Infine hanno concluso gli alunni della classe II C e III C con i loro cartelloni. Questa giornata mi ha dato una grande emozione e anche suggerimenti per il nostro cammino: non dobbiamo arrenderci e quando cadiamo dobbiamo rialzarci.

Kevin d’ Amore e Domenico Padula Classe IC

 

 

 

Io, sono Re Alarico

Alarico Re dei Visigoti
Alarico Re dei Visigoti

Flavius Alaricus in latino, è stato re dei Visigoti dal 395 alla morte. Fu l’autore del celebre saccheggio di Roma del 410, dopo il quale morì improvvisamente a Cosenza, mentre si dirigeva forse verso l’Africa. La legenda lo vuole sepolto sotto il letto del Fiume Busento o all’incrocio dei due fiumi Crati e Busento. Il desiderio di ritrovare il suo corredo funerario ha suscitato anche l’interesse delle SS nel corso della Seconda Guerra mondiale. Oggi, è il Sindaco di Cosenza Mario Occhiuto che nell’irrefrenabile tentativo di rianimare lo spirito del Re barbaro, si pone alla ricerca del suo tesoro che pare non porti bene, evidentemente, alla luce degli scandali che si stanno susseguendo a Cosenza, proprio nel tentativo di costruire un museo dedicato a Flavio Alarico del quale non si dispone di nulla, se non della sola legenda. Certo è che se una Città ritiene di dovere investigare alla ricerca di propri miti e leggende, dovrebbe essere libera di farlo ma, il duce de Visigoti, sembra non voglia essere disturbato dal profondo sonno della morte. Un anonimo ci ha inviato questo scritto affermando di averlo ricevuto in sogno da un uomo possente dai capelli lunghi e dal volto scavato e fiero che si è presentato dicendo: “Io, sono Re Alarico”. E noi lo pubblichiamo volentieri. Non si sa mai!

Amato dalla mia gente e del potere reggente
sono oggi delle mie gesta memoria vivente.

Tra ladri e corrotti, mezzi cristiani e bigotti
giace il mio corpo appassito, tra perle e lingotti.

La morte non ferma ciò che la storia ha voluto
flagello di Roma, re potente e risoluto.

Se acqua non avessi a freddare il mio ardore
flagellare farei chi mi nomina senza l’onore.

Nessuno violi della mia morte il mistero
sorgerei brandendo la spada sul mio destriero.

Ne farei spirito immondo e disumana sorte
da far rabbrividire anche sorella morte.

Lasciatemi riposare sotto l’acqua corrente
così come ha voluto il mio Dio, unica Sorgente.

Al suo cospetto mi presentai con monili d’oro
ma l’anima mia vide il vero grande tesoro.

Di carità splendente come padre mi ha perdonato
ma re mi ha lasciato a oro e argento incatenato.

Non cercate della mia vita l’oro sporco di sangue
si aiuti chi ha il cuore che di poco amore langue.

Cosenza mi chiese la vita e questa è la sorte
di chi vede nell’oro un riparo dalla Morte.

Caso Fabri Fibra a Cosenza: Movimento NOI rivolge appello all’Assessore Lanzino. Servono esempio e coerenza

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La politica deve sostenere la crescita sana dei giovani e non può predicare bene e razzolare male, come pare essere normale a Cosenza. Ci riferiamo al caso sollevato dalla presenza nella notte di Capodanno del cantante Fabri Fibra, voluto dall’Amministrazione Occhiuto e i cui testi non costituiscono analisi sociale ma, alcuni di essi, veri e propri inni alla violenza che si trasformano in modelli imitati dai giovanissimi. Giustamente i social pullulano di dissenso per questa scelta inopportuna e chiedono l’annullamento della sua presenza. Pertanto, chiediamo all’Assessore Spadafora-Lanzino di conferire autorevolezza a tale dissenso, anche in virtù della sua costante lotta contro la violenza esercitata sulle donne, attraverso le sue dimissioni.
In quanto vittima- ella stessa – dell’immane sofferenza causata dalla violenza che venne esercitata su sua figlia, dissociandosi con una azione concreta, non solo con comunicati stampa o lettere, darebbe prova che la lotta alla violenza sulle donne non si lascia sporcare da meri interessi economici o d’immagine. Perché vivere in una realtà in cui si denuncia il problema della violenza contro le donne, ma in cui si lascia che essa si rappresenti col solo fine di farne uno spettacolo é tanto scorretto quanto cattivo esempio. In tal senso non devono esserci mezze misure. O è bianco o è nero, soprattutto quando si hanno responsabilità politiche che devono essere d’esempio.”.
La richiesta giunge dai Delegati del Movimento NOI Diritto e Giustizia, Sociale, Scuola, Famiglia e Quartieri Storici, rispettivamente Nunzia De Rose, Maria Luisa Celani, Fedele Serpe, Vincenzo Capocasale e Francesca Cardillo.
“Sarebbe corretto – continua la nota – supportare ogni rappresentazione di ciò che comporta usare e subire violenza scegliendo con cura i contesti in cui attuarla ed utilizzando strumenti adeguati – perché no, anche musica e canzoni – con l’obiettivo di educare alla non violenza, di  informare su come essa si possa riconoscere e di prevenirne le varie forme.
Ci chiediamo se un concerto di fine anno, fatto in una piazza con un pubblico composto da bambini, adolescenti, famiglie, anziani, persone affette da disabilitá, sia il contesto adeguato per far esibire un cantante che già nel 2013, venne escluso dal concerto del Primo Maggio a Roma per le atrocità racchiuse nei testi di tante sue canzoni che non solo esaltavano la violenza sulle donne, ma addirittura lanciavano messaggi omofobi. Ci chiediamo altresì, cosa risponderà l’Assessore Spadafora-Lanzino qualora, tornando nelle scuole a portare un messaggio istituzionale, una bambina o una mamma dovessero chiederle per quale motivo non si è schierata con fermezza dalla parte dei cittadini, quando le chiesero di dissentire da un cantante che rappresenta un pessimo esempio per i giovanissimi?“.

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