L’art. 32 della Costituzione al c. 1 recita “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti”. Questo vuol dire una sola cosa, la sanità non può che essere pubblica.
Nel 1978 la Riforma Anselmi mise finalmente al centro la dignità della persona e l’uguaglianza. Oggi non vi possiamo rinunciare, semmai cercare di recuperare le derive createsi negli anni. E’ importante una sanità privata, ma che sia di completamento e supporto, perché la salute è un diritto di tutti e sulla malattia non si può far lucro o creare lobby o clientele per i potentati di turno.
Disporre di un sistema sanitario pubblico efficiente consente di risparmiare sui costi e migliorare la qualità della vita. La sanità, pertanto, è uno dei pilastri di una politica sana, quella politica con la P maiuscola che NOI invochiamo e perseguiamo. Una politica che investe su di essa e vi destina le giuste risorse, individuando con procedimenti trasparenti le migliori competenze, affinché venga gestita al meglio possibile.
Oggi, invece, nella sanità calabrese ed in quella cosentina in particolare, la sensazione è che la politica, specie quella locale, persegua nella sua sciagurata opera di distruzione.
Nel contesto cittadino ed in particolar modo nel nostro nosocomio, la crisi sanitaria ha messo in luce ancor di più l’inadeguatezza di un intero sistema. E’ necessario ed indifferibile restituire centralità alla salute dei cittadini ed alla dignità degli operatori, investendo di più e con oculatezza su infrastrutture, tecnologie e risorse umane, che pur ridotte ai minimi termini, continuano a lavorare con enorme spirito di sacrificio. Sacrificio spesso inutile, perché troppe volte oramai leggiamo di attacchi, anche da parte di chi dovrebbe essere dalla loro parte, ai sanitari più esposti, quelli dei reparti di emergenza. Per concludere, oggi più che mai serve il supporto di tutti (Istituzioni ai più alti livelli, Magistratura, Esercito) affinché nel nostro territorio, dove un diritto alla salute già difficile da garantire in un contesto di federalismo e commissariamento perenne, è minato anche dal mancato rispetto della legalità e da una politica compiacente, si possa in qualche modo provare ad invertire la rotta. Aspirando, finalmente, ad una sanità nella quale si possa curare ed essere curati al meglio possibile. I Commissari nominati dal Governo centrale, che ne hanno sostituito i Direttori Generali, devono assicurare risposte forti e concrete e sono felice di apprendere che non più tardi di ieri, qualcosa di nuovo, all’ospedale di Cosenza sembra sia avvenuto.
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