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Cosenza, caso Piazza Bilotti: Laura Ferrara pubblichi denuncia all’OLAF

OLAF - Ufficio Europeo per la Lotta Antifrode
OLAF - Ufficio Europeo per la Lotta Antifrode

Apprendiamo dagli Organi della Stampa che la Vice Presidente della Commissione Giuridica al Parlamento Europeo Laura Ferrara (M5S) avrebbe richiesto l’intervento dell’OLAF – Ufficio Europeo per la Lotta Antifrodre, al fine di verificare se i fondi europei destinanti alla costruzione di Piazza Bilotti a Cosenza abbiano realmente rispettato il progetto approvato da Bruxelles.

Nell’approvare e condividere tale sua manifestazione d’interesse per la Legalità, il Movimeno NOI – Rete Umana che sulla Legalità ed il ritorno ad una Politica rispettosa della Dignità dei Cittadini fonda la sua partecipazione alla vita sociale, culturale, progettuale e politica, chiede all’Eurodeputata del M5S di volere diramare con apposito comunicato agli Organi della Stampa, il contenuto della sua denuncia e relativi protocolli presso i preposti Uffici.

Laura Ferrara - Vice Presidente Commissione Giuridica al Parlamento Europeo
Laura Ferrara – Vice Presidente Commissione Giuridica al Parlamento Europeo

Ciò, al fine di sedare i dubbi di chi crede che la denuncia all’OLAF sia solo un modo per fare pubblicità al M5S, noto, invece, per le sue battaglie in tal senso. Il Movimento NOI – Rete Umana Sezione Cosenza si riserva, in mancanza di tale documentazione pubblica, di fare richiesta diretta all’Ufficio Europeo per la Lotta Antifrodre.

A tal proposito è opportuno chiedere all’Eurodeputata il motivo per cui è giunta solo oggi a determinarsi in tal senso e non già quando il caso Piazza Bilotti è finito sulla stampa nazionale per le indagini antimafia ancora in corso.

movimento-noi-cattolici in politica
Movimento NOI – Cattolici in Politica

Crediamo, infatti, che agire in via preventiva sia meglio che attivare, dopo, i sistemi di controllo e verifica Antifrode. Il come siano stati spesi i fondi europei e se sono stati rispettati i progetti originali, così se sono state eventualmente proposte varianti approvate da Bruxelles, è interesse di tutti i Cittadini.

Lo ha dichiarato l’Ufficio Comunicazione Istituzionale della Comunità Politica del Movimento NOI – rete Umana.

NOTE PER IL LETTORE: L’OLAF è L’Ufficio Europeo per la Lotta Antifrodre. indaga su un ampio ventaglio di illeciti, dall’appropriazione indebita alle richieste fraudolente, dalle irregolarità nelle procedure degli appalti pubblici alle frodi doganali. Lungi dal costituire un elenco esaustivo, questi esempi intendono illustrare diversi aspetti dell’attività investigativa dell’OLAF o diverse tappe fondamentali nel corso di un caso.

(VEDI https://ec.europa.eu/anti-fraud/home_it)

PSC illegittimo a Cosenza: la dichiarazione del Movimento NOI

Movimento NOI - Rete Umana
Movimento NOI - Rete Umana

Lo sviluppo del territorio non può solo essere un’idea di pochi eletti, ma deve essere il risultato di una concertazione di parti sociali e politiche di una città. La vicenda del PSC di Cosenza che sembra aver avuto una brusca frenata per errori grossolani e ingiustificabili, pone all’attenzione di tutti noi, interrogativi verso la reale capacità di amministrare un territorio da parte degli autori di tali errori.

Non basta pavimentare zone della città, impiantare luci e lustrini colorati, per essere annoverati come buoni amministratori; bisogna invece adoperarsi per dare risposte concrete a quella fetta di città che soffre ed è silente e che in questi giorni sente più fame, più freddo e più solitudine. Solo recuperando gli ultimi, Cosenza avrà un sano sviluppo verso il futuro.

Il Movimento politico NOI – Rete Umana, chiede di sgombrare il campo da sospetti e da incompetenze che potrebbero pregiudicare il prosieguo di una sana amministrazione di questa città per i prossimi anni.

Ufficio Comunicazione Istituzionale
Movimento NOI – RETE UMANA
Movimento di Opinione Sociale, Culturale e Politico
www.movimentonoi.it
redazione@noimagazine.it
infomovimentonoi@gmail.com

“Il Moto delle Coscienze” a cura di Nunzia De Rose

nunzia de rose. diritto e giustizia, movimento noi
Nunzia De Rose - Avvocato - Responsabile Dipartimento "Diritti e Giustizia" del Movimento NOI - Rete Umana

a cura dell’Avv. Nunzia De Rose/

Il momento storico che stiamo vivendo induce, per la sua particolare complessità, a profonde riflessioni. Basti ascoltare le notizie provenienti dall’Italia e dal mondo per comprendere come i nostri giorni viaggino su un filo e come l’equilibrio sia precario in ogni ambito. La cattiva risposta proviene essenzialmente dalla gestione della politica, che in maniera sempre più sconcertante si rende espressione di interessi personali, tralasciando la vera natura di organizzazione più efficace che dovrebbe, in concreto, essere portatrice di istanze collettive per dare attuazione a diritti e doveri facenti capo ad ognuno di noi. Le dinamiche odierne, svelano misteriosi (non troppo!) accordi di potere, in forte contrasto con quella genuinità di azioni a completo vantaggio dei governati, in perfetta armonia con le logiche istituzionali le quali, almeno in via generale ed astratta, dovrebbero fornire strumenti di crescita e sviluppo per ogni singolo Paese, ma che poi nei dati reali, lascia emergere risultati per davvero deludenti.
Di tutta risposta, noi comuni cittadini abbiamo dimenticato il senso della RIBELLIONE, nella accezione pacifica del termine. Dimentichiamo, ad esempio, il nostro potere annidato nel diritto di voto che con una semplice matita può determinare l’andamento delle cose; dimentichiamo il libero arbitrio per la sua estrema importanza nella scelta dell’agire, quando ignoriamo che siamo sempre il risultato di scelte e non di coincidenze. Preferiamo accodarci, perché remare contro è faticoso. Ecco, così firmiamo la nostra condanna! Inutile optare per la lamentela “spegni neuroni”, la accettazione tacita delle condizioni circostanti, la mortificazione continua dell’individuo, la irritante disonestà intellettuale di molti, la deprimente convinzione di non riuscire a far prendere una piega diversa alla realtà.

Per risollevare le sorti di un Paese abbiamo bisogno di altro… molto altro.

E’ necessario armarsi di spirito combattivo, imparare ad essere voci isolate e fuori dal coro quando è necessario, rendersi buon esempio, muoversi attraverso logiche sane di attività progettuali riedificanti i concetti base di Cultura, Politica, Bellezza. Occorre la predisposizione al cambiamento, poiché nulla varia con il ripetersi delle medesime condotte. Ripartire dal valore PERSONA, da un nuovo UMANESIMO, che recuperi la centralità dei valori sopiti, impiantati in un sistema volto alla produzione di ricchezza non solo in termini monetari quale diretta conseguenza di leggi di mercato o politica economica, ma fortemente centralizzanti il benessere dell’Uomo e di conseguenza una immagine della Politica posta, questa volta, in posizione di asservimento ad una ben più meritevole causa. Il moto interiore deve, allora, trasformare la rabbia e lo sconforto in energia positiva finalizzata ad attuare per il futuro azioni coraggiose, consapevoli che ogni singola goccia cambia il peso del mare ed è nelle tante piccole unità, che insieme, prende forma e forza qualcosa che considerata nella sua interezza, può davvero generare il cambiamento. Le festività appena iniziate, siano allora non solo luci e canzoncine natalizie, abiti di paillettes e brindisi di finte speranze che poggiano sulla illusione che tutto sia lasciato al caso. L’augurio che rivolgo a me stessa ed a tutti è di meditare sui nostri desideri e bisogni più profondi, perché possano emergere senza essere inficiati dalla paura. Un appello al nostro cuore che torni a battere forte, perché VIVERE è diverso da SOPRAVVIVERE. Muovendo da questi risultati voglio credere che, già dai primi giorni del nuovo anno, si potrà scorgere la luce di una nuova alba, di un nuovo risveglio: il RISVEGLIO DELLE COSCIENZE. Le cose possono cambiare, ma il primo segreto sapete qual è? COMINCIARE A FARLO!

Fondi alla Cosenza Storica: sulla “DANZA DEI MERITI” vince il “FARE”

Cosenza Cristiana, fabio gallo, beni culturali
Cosenza Cristiana
Cosenza Cristiana, fabio gallo, beni culturali
Cosenza Cristiana – foto: cortesia cosenzacristiana.it

Di V. Normando/

Recentemente a Cosenza, in seguito alla decisione del Ministro Dario Franceschini di inserire la Città Storica nel piano di finanziamenti promossi dal Governo con fondi europei, destinati al recupero dei Centri Storici – fatto unico ed eclatante per una Città come quella di Cosenza ove è evidentissimo che la classe politica l’ha abbandonata – sono iniziate le danze dei meriti di questa e quella fazione politica che, però, per una sorta di strana via del destino che in questo caso possiamo definire “divina provvidenza”, è stata surclassata dall’evidenza della “politica del fare”, posta in essere dalla forza manifesta di un progetto che prende il nome di COSENZA CRISTIANA, genialmente creato con lo scopo di “rigenerare” culturalmente il territorio, per offrire attraverso una finestra innovativa che si affaccia nel mondo della rete il grande patrimonio culturale della Città Storica a rischio, e non ultimo per realizzare grazie ad una qualificata attività di digitalizzazione un’azione preventiva in grado di tutelare le centinaia di opere d’arte contenute nelle 12 chiese, inclusa la Cattedrale, oggetto di valorizzazione e tutela del progetto. Chiunque, dando uno sguardo a COSENZA CRISTIANA, comprende che si tratta di un progetto olistico capace di sostenere lo sviluppo del territorio perché innanzi tutto è in grado di mostrarne la realtà, il potenziale e lo stato dell’arte, oltre che la più innovativa opportunità di conoscerla mai realizzata in Italia.

Cosenza Cristiana, fabio gallo, beni culturali
Cosenza Cristiana

Ciò è tanto vero, che solo dopo pochi giorni dalla sua presentazione all’Arcivescovo Metropolita di Cosenza – Bisignano S. E. Mons. Francesco Nolè, presenti un vero bagno di folla di Cittadini entusiasti al punto tale da richiamare la nostra attenzione, e alla successiva dimostrazione al Ministro, a Roma, alla presenza del Vicario del Sommo Pontefice nella Basilica di San Marco Evangelista al Capidoglio, proprio grazie alla presentazione di COSENZA CRISTIANA, è stato chiesto agli autori di fare lo stesso lavoro dedicato, questa volta, a ROMA CRISTIANA. Un successo così eclatante che mostra di avere una regia perfetta e consapevole che alle tante parole cui siamo abituati, ha sostituito abilmente i fatti.

RIVOLGIAMO ALCUNE DOMANDE A FABIO GALLO AUTORE DI COSENZA CRISTIANA
Poiché questa redazione era presente (con il supporto di telecamera) all’evento di presentazione di COSENZA CRISTIANA all’on. Ministro Franceschini, prendendo atto della “danza dei meriti” da parte della classe politica locale, ha deciso di intervistare il Dott. Fabio Gallo, ideatore di COSENZA CRISTIANA per capire come sono andate le cose e di chi sono i meriti di questa epocale decisione di finanziamento della Città Storica.

Fabio Gallo - Esperto di gestione della Conoscenza promotore di Cosenza Cristiana
Fabio Gallo – Esperto di gestione della Conoscenza promotore di Cosenza Cristiana

DOMANDA: Dott. Gallo, come nasce l’idea di COSENZA CRISTIANA?
RISPOSTA: Dal desiderio di un gruppo di Cittadini del Movimento cattolico NOI – Rete Umana sezione Cosenza, cui appartengo, di vedere rinascere la Città Storica abbandonata dalla politica comunale, provinciale e regionale, al degrado che più che le sue mura, offende la sua umanità e ne lede i diritti fondamentali. Prova ne sono i Comitati di Cittadini che vi abitano e che sono inascoltati.

DOMANDA: Quanto è costato il progetto e quanto avete impiegato a realizzarlo?
RISPOSTA: E’ costato molti sacrifici ma non abbiamo richiesto danaro pubblico o sponsor privati. Abbiamo realizzato un grande investimento di capacità professionali di cui dispone il Movimento NOI a Cosenza e capacità tecniche esclusive di cui dispone la Fondazione Culturale “Paolo di Tarso” nel mondo delle innovazioni e valorizzazione del Patrimonio Culturale italiano. Per realizzare il progetto abbiamo impiegato 118 giorni di lavoro e 1.620 ore di produzione e post produzione.

L'Arcivescovo Metropolita di Cosenza - Bisignano S. E. Rev. ma Mons. Francesco Nolè
L’Arcivescovo Metropolita di Cosenza – Bisignano S. E. Rev. ma Mons. Francesco Nolè

DOMANDA: Quale è stato l’apporto dell’Arcivescovo Metropolita di Cosenza – Bisignano Mons. Francesco Nolè al progetto?
RISPOSTA: Abbiamo esposto all’Arcivescovo Mons. Nolè il Progetto e gli obiettivi che sono stati condivisi e ha saputo darci tutta la sua vicinanza paterna, quella dell’Ufficio Arte Sacra e Beni Culturali diretto da Don Massimo Iaconianni, del Parroco della Cattedrale Don Luca Perri che ci hanno guidati con intelligenza evangelica. Un rapporto umano e diretto che sia per la Fondazione “Paolo di Tarso” che per il Movimento NOI è tutto ciò che conta.

Il Ministro Dario Franceschini
Il Ministro Dario Franceschini

DOMANDA: perché avete puntato la vostra attenzione alla Cosenza Cristiana?
RISPOSTA: perché siamo cristiani, perché desideravamo realizzare un progetto pilota di incivilimento, di rigenerazione del territorio e di riappropriazione responsabile del nostro Grande Patrimonio Culturale che quasi nessun giovane conosce più e che rappresenta ricchezza e futuro economico per le nuove generazioni. Perché la Fede rappresenta il collante che regge insieme l’anima del mondo che la politica sta disperdendo perché incapace di porre al centro delle sue azioni l’Essere Umano.

Cosenza Cristiana - presentazione al Ministro Dario Franceschini
da sx – Luana Gallo- Franco Laratta- Antonio Viscomi- Mimmo Bevacqua- Vincenzo Capocasale – Eleonora Cafiero- Vescovo Francesco Nolè – Ministro Dario Franceschini – Demetrio Crucitti- Fabio Gallo -Gianluca Nava – Enza Capocasale

DOMANDA: Dott. Gallo, avrà notato la danza delle attribuzioni della decisione del Ministro Dario Franceschini di finanziare quella che voi, giustamente amate definire “Città Storica” e non Cosenza vecchia. Cosa ne pensa?
RISPOSTA: Mha…, credo che nessuno dei politici locali si aspettasse una decisione così importante da parte del Ministro Franceschini che, non dimentichiamo, non è solo un politico ma anche uno scrittore, un grande uomo di cultura in grado di fare discernimento e di avere una visione del bello e del buono. Cosa, che con la presentazione di COSENZA CRISTIANA, è avvenuta. Poi, evidentemente, resisi conto che il Ministro ha davvero mantenuto l’impegno preso innanzi a noi ma soprattutto innanzi alla più alta autorità spirituale dell’Arcidiocesi, cioè alla persona dell’Arcivescovo che lo ha accolto a braccia aperte, si saranno dati da fare per avocare i meriti sia da tutti gli schieramenti politici. Imbarazzante…, anche perché se avessero avuto contezza di questa decisione prima della venuta del Ministro, lo avrebbero comunicato ai 4 venti molto prima. E non è stato così.

Cosenza Cristiana
Cosenza Cristiana

DOMANDA: Cosa avete mostrato insieme all’Arcivescovo Mons. Nolè al Ministro? E cosa crede che abbia visto in COSENZA CRISTIANA il Ministro dei Beni Culturali e del Turismo Dario Franceschini?
RISPOSTA: Al Ministro abbiamo mostrato il più grande e innovativo Museo Digitale d’Europa dedicato all’intero patrimonio culturale di una città storica italiana. Abbiamo mostrato un progetto che ha realizzato 5.865 scatti fotografici per la prevenzione e 850 opere fotografiche per la visualizzazione del Patrimonio Culturale in Rete; oltre 150 visite virtuali visualizzabili anche il alta definizione con tecnologia VR e 10 video da riprese aeree da drone. Abbiamo mostrato i cammini di COSENZA CRISTIANA tra i capolavori dell’Arte cristiana delle Città Storica geo referenziati con tecnologia “Garmin” (leader mondiale). Il tutto, Apple a Android friendly, fruibile da PC, Tablet e Smarphone. Credo che chi lavora come noi sia il migliore alleato di qualsiasi Ministro che si sforza di valorizzare l’Italia. Figuriamoci di un uomo colto come Franceschini.

Cosenza Cristiana in San Marco Evangelista al Campidoglio
Cosenza Cristiana in San Marco Evangelista al Campidoglio

DOMANDA: dopo la visita del Ministro Franceschini avvenuta giorno 27 Novembre, il 13 Dicembre COSENZA CRISTIANA è stata presentata a Roma al Vicario di Sua Santità S. E. Rev. ma Mons. Angelo De Donatis. E’ vero ciò che si dice? Che il successo è stato tale da avere dato l’inizio ai lavori di Roma Cristiana? Come siete stati presentati?
RISPOSTA: Avevamo promesso ai Cittadini di Cosenza e in modo speciale a tutti gli abitanti della Città Storica di portare COSENZA CRISTIANA al centro del mondo. E’ vero che stiamo iniziando i lavori di ROMA CRISTIANA e siamo felici di avere appreso che sugli inviti di questa storica giornata che dimostra che i sacrifici ripagano, il progetto COSENZA CRISTIANA sia stato presentato come “il progetto che ha cambiato il modo di vedere arte e fede nel mondo connesso alla rete digitale”.

La Stampa locale
La Stampa locale

DOMANDA: Di certo è un momento storico. Lei lo ha vissuto per intero, ci spiega come sono andate le cose a Cosenza? Com’è nato l’invito da parte vostra al Ministro? A suo parere il successo di COSENZA CRISTIANA è stato determinante per l’inserimento della Città Storica nel piano di finanziamento dei Centri Storici?

RISPOSTA: La Fondazione Culturale “Paolo di Tarso”, riconosciuta da MiBACT dal 2003, intercettando la sua visita, ha scritto al Ministro invitandolo, nella prospettiva dell’Anno Europeo del Patrimonio Culturale 2018 (e altro), a prendere visione del grande patrimonio culturale della CITTA’ STORICA di COSENZA. Un Ministro della Repubblica, appare ovvio, non ha la disponibilità di tempo per visionare una intera Città Storica con tutte le sue problematiche. Per questo, in armonia con l’Autorità Ecclesiastica preventivamente informata dell’opportunità, in data 9 Novembre 2017, la Fondazione Culturale “Paolo di Tarso” ha inviato lettera di invito istituzionale al Ministro, dopo avere dialogato con la sua Segreteria presso il Ministero che ci forniva il giusto indirizzo. Poi, nelle ore successive, sempre nell’ambito delle sue attività istituzionali, la Fondazione ha contattato il Consigliere regionale della Calabria Domenico (Mimmo, ndr.) Bevacqua che avrebbe accompagnato il Ministro al ridotto del Teatro Rendano ove si sarebbe tenuta la presentazione del suo nuovo libro. Dopo un paio di giorni, ci veniva confermata la volontà del Ministro di assistere alla presentazione riservata di COSENZA CRISTIANA. Il tutto è stato molto semplice. Appena giunto a Cosenza, il Ministro è stato accolto nel luogo dell’appuntamento dall’Arcivescovo che ha condotto lui, il Consigliere Bevacqua e una delegazione di politici che intanto giungevano, in visita al Museo Diocesano e immediatamente dopo nell’adiacente Sala degli Stemmi, ove si è tenuta la presentazione di COSENZA CRISTIANA nel corso della quale l’on. Ministro, riconoscendo l’immane impegno e sforzo tecnologico e culturale dimostrato a supporto della cultura del territorio, ma anche inquadrando la grandezza del suo patrimonio culturale, si è rivolto al Padre Arcivescovo S. E. Rev.ma Mons. Francesco Nolè, affermando che avrebbe inserito la Città Storica di Cosenza nell’elenco delle Città Storiche da Finanziare con i fondi europei. Tutto qui.

da ILPARLAMENTARE.IT - La Locandina
da ILPARLAMENTARE.IT – La Locandina

DOMANDA: mi consenta un’ultima domanda: ma allora tutte le paternità della decisione del Ministro, dalla destra alla sinistra, come sono da considerare?RISPOSTA: guardi, la politica ha le sue logiche che in Calabria, come dimostrano le cronache, non producono lavoro ma involuzioni. Mi fermo qui. Noi cattolici con COSENZA CRISTIANA abbiamo realizzato il primo dei tanti progetti olistici per lo sviluppo del territorio che sono già cantierati e stiamo producendo dimostrando, tra l’altro, che senza gravare sui fondi pubblici si possono realizzare grandi cose per attrarre l’attenzione su problemi molto seri e lavorare per il bene comune producendo alta formazione, nuove economie e lavoro. Poi, se la politica deve bisticciare per arraffare la paternità della volontà del Ministro di finanziare la Città Storica di Cosenza, facesse pure. La verità è nota a tutti e a voi organi della stampa che ne possedete anche i filmati dell’evento. A noi interessa che questi fondi, il giorno in cui dovessero essere assegnati, vengano spesi bene, secondo legge e per davvero per la Città Storica. In tal senso, stiano tutti certi che i nostri sacrifici, la volontà del Ministro Dario Franceschini che ringraziamo e la fiducia dell’Arcivescovo Mons. Nolè, saranno preservati dall’istituzione di un comitato tecnico di sorveglianza che, insieme ai Comitati della Città Storica di Cosenza che sino ad oggi sono stati inascoltati, vigilerà perché tutto vada come deve andare.

VEDI ANCHE:

ILPARLAMENTARE.IT
www.ilparlamentare.it/2017/11/il-ministro-dario-franceschini-visita-la-cosenza-cristiana

ROMASETTE
www.romasette.it/digitalizzazione-dei-luoghi-sacri-serata-san-marco

 

 

 

 

 

Movimento NOI: il Ministro ha accolto le nostre istanze per Cosenza Storica.

Cosenza Cristiana - presentazione al Ministro Dario Franceschini
da sx - luana gallo-franco laratta-antonio viscomi-mimmo bevacqua-eleonora cafiero.vescovo francesco nole-dario franceschini.demetrio crucitti-fabio gallo
ministro-franceschini-diocesi-cosenzacristiana
Da Sx. l’Arcivescovo di Cosenza Bisignano S.E. Mons. Francesco Nolè, Il Ministro Dario Franceschini, il Direttore della Sede RAI Calabria Ing. Demetrio Crucitti, il Dott. Fabio Gallo e e il Dott. Gianluca Nava.

La “Città Storica” di Cosenza è stata inserita nell’elenco delle Città Storiche italiane da finanziare. Ha mantenuto la promessa il Ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo Dario Franceschini, fatta nel corso della presentazione di COSENZA CRISTIANA, il progetto di rigenerazione territoriale che ha dato vita al più grande Museo Digitale in Europa dedicato al Patrimonio Culturale di una intera Città Storica (vedi www.cosenzacristiana.it). Al Ministro non è sfuggita l’intelligenza dell’innovativo Progetto Pilota teso sia alla valorizzazione del Patrimonio Culturale, che alla sua tutela da possibili calamità naturali.

cosenza cristiana, patrimonio culturale, turismo
Il Progetto di Rigenerazione Territoriale e Capolavoro Digitale COSENZA CRISTIANA

L’enorme quantità di immagini digitali realizzate in altissima risoluzione, centinaia di Virtual Tour e immagini da Drone, consentono sia di attrarre il grande pubblico della rete, che, in caso di calamità naturale (primo progetto in Cala realizzato per la prevenzione), consentirebbero di ricostruire o rimettere tutto come era, dove era. Il progetto realizzato senza fondi pubblici e che ha valorizzato autentici capolavori, è stato utilizzato per richiamare l’attenzione del Ministro che, nel corso della presentazione lui riservata, ha deciso di inserire quella di Cosenza, nell’elenco della Città storiche italiane da sostenere.

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Da dx: Fabio Gallo, Gianluca Nava, Demetrio Crucitti, Dario Franceschini, Mimmo Bevacqua, l’Arcivescovo Francesco Nolè, Antonio Viscomi, Franco Laratta

Il Ministro è stato accolto nella Sala degli Stemmi dall’Arcivescovo Metropolita di Cosenza – Bisignano Mons. Francesco Nolè, dagli esperti della Fondazione Culturale “Paolo di Tarso” che hanno ideato e realizzato COSENZA CRISTIANA, e dalla Comunità Cattolica del Movimento NOI – Rete Umana – sede di Cosenza – che ha fortemente insistito perché si realizzasse il progetto per avviare una fase di rigenerazione territoriale che sta generando interessi nazionali e internazionali.

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L’Arcivescovo Metropolita di Cosenza – Bisignano S. E. Rev.ma Mons. Francesco Nolè

“Oggi – dichiara Fabio Gallo che ha progettato COSENZA CRISTIANA – apprendiamo che il Ministro ha comunicato alle preposte Istituzioni come ANCI e altre, di avere inserito la Città Storica di Cosenza tra quelle che saranno finanziate per il loro recupero. E’ una grande notizia; anzi, possiamo dire che si tratta di un giorno storico poiché grazie a questa determina vedremo rinascere la Città Storica che, come dimostrano i fatti e le cronache che hanno attratto il nostro interesse a realizzare il grande progetto con il coinvolgimento dell’Arcidiocesi di Cosenza – Bisignano, era abbandonata dalla politica al peso dei secoli e dei millenni. Cosenza, infatti, come dimostrano gli scavi archeologici ben visibili e magnificamente manutenuti nel Complesso della Biblioteca Nazionale di competenza del MiBACT, e quelli completamente abbandonati all’Amministrazione comunale di Cosenza in Piazza A. Toscano, è Città che vanta e mostra segni di civiltà di oltre duemila anni che hanno forte potere attrattivo, oltre a rappresentare una enorme ricchezza territoriale.

cosenza cristiana, patrimonio culturale, turismo
Il Progetto di Rigenerazione Territoriale e Capolavoro Digitale COSENZA CRISTIANA

Con il Progetto COSENZA CRISTIANA abbiamo voluto dimostrare con l’evidenza tanto la grande ricchezza di cui dispone la Città Storica, quanto l’assoluta indifferenza ad essa e alla sua umanità residente, da parte della classe politica. Un concetto bene espresso dai comitati di quartiere che rimangono inascoltati nonostante le serie problematiche da essi segnalate. Colgo l’occasione per manifestare la mia e nostra grande soddisfazione, nell’avere preso atto che nella stessa occasione e sempre nella Sala degli Stemmi della Curia, il Ministro ha voluto ascoltare con attenzione le giuste istanze del Comitato Piazza Piccola che ci impegniamo a sostenere e fare nostre.  Ora – conclude Fabio Gallo – saremo attentissimi perché l’amministrazione pubblica investa realmente e i maniera trasparente questi fondi perché non debbano verificarsi incresciosi episodi lesivi dell’immagine e del prestigio che il nostro lavoro sta donando alla Città di Cosenza, alle sue tante prestigiose Associazioni Culturali e ai tanti Cittadini onesti e lavoratori che meritano massima attenzione.

Rappresentazione di COSENZA CRISTIANA nella Sacrosanta Basilica San Marco Evangelista al Campidoglio di Roma (Palazzo Venezia)
Rappresentazione di COSENZA CRISTIANA nella Sacrosanta Basilica San Marco Evangelista al Campidoglio di Roma (Palazzo Venezia)

Ci tengo a dire, infatti, che Giorno 13 Dicembre u.s. COSENZA CRISTIANA è stata presentato al Vicario di Papa Francesco per la Diocesi di Roma S. E. Rev.ma Angelo De Donatis nella Basilica romana di San Marco Evangelista al Campidoglio ove, il Progetto Pilota, si sta già attivando anche sulle grandi Basiliche della Capitale con la nascita di ROMA CRISTIANA. Anche in questa sede COSENZA CRISTIANA ha conquistato il cuore delle alte istituzioni governative, una per tutte la Direttrice di Palazzo Venezia, generando interessi che saranno oggetto di progettualità concreta in grado di creare occupazione”.

Fabio Gallo: COSENZA CRISTIANA piace al Ministro che finanzia la Città Storica di Cosenza

Da Sx Fabio Gallo, S.E. Francesco Nolè, Dario Franceschini

COSENZA CRISTIANA: il progetto di RIGENERAZIONE TERRITORIALE, che ha entusiasmato il Ministro ai Beni Culturali e Turismo Dario Franceschini.


SIAMO ONORATI DI AVERE SERVITO LA CITTA’ STORICA DI COSENZA, afferma Fabio Gallo – apprendo con grande piacere e soddisfazione che il Ministro ai Beni Culturali Dario Franceschini, ha mantenuto la promessa fatta nel corso della presentazione a lui riservata di COSENZA CRISTIANA nella Sala degli Stemmi della Curia Arcivescovile di Cosenza-Bisignano, rivolta innanzi alla mia persona e al Padre Arcivescovo Metropolita S. E. Rev.ma Mons. Francesco Nolé.

É un momento storico che dimostra come, un Uomo di cultura come Dario Franceschini, ha saputo riconoscere nel Grande Patrimonio Culturale, da NOI presentato attraverso la realizzazione del primo Museo Digitale d’Europa di COSENZA CRISTIANA, dedicato esclusivamente alla Città Storica di Cosenza, quella inestimabile quantità di Bellezza che bisogna a tutti i costi preservare. Con ciò abbiamo dimostrato come, a milioni di parole possono essere sostituiti i fatti, con progetti olistici in grado di sviluppare Arte, Cultura ed Economia. Ringrazio la Fondazione “Paolo di Tarso” ed il Movimento NOI Rete Umana, per tutto il supporto che sono stati capaci di offrire alla nostra Arcidiocesi e alla Città Storica di Cosenza. Grazie a COSENZA CRISTIANA la Città Storica di Cosenza torna a sperare e questa volta ci saranno davvero i Finanziamenti.

Da Sx Fabio Gallo, S.E. Francesco Nolè, Dario Franceschini

Don Luigi Sturzo sarà santo. I “Liberi e Forti” si uniscono

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Apposizione dei Sigilli del Vicariato di Roma sugli atti della Causa di Canonizzazione di Don Luigi Sturzo

Redazione di NOI Magazine/

I giorni 23 e 24 Novembre 2017 a Roma, hanno segnato il futuro della vita politica dell’Italia alla quale si è offerta la possibilità di ritrovare la sua ragion d’essere fornita dal ritorno della visione politica di Don Luigi Sturzo, oggi veicolata da coloro i quali possiamo definire i “padri” della riproposta del pensiero sturziano nella politica di oggi e di domani: Giovanni Palladino, Giampiero Cardillo, Marco Vitale, Alessandro Corneli, Gaspare Sturzo pronipote di Don Luigi Sturzo. Tutti, ritrovatisi nel Movimento di cultura politica Servire l’Italia impegnata, tra l’altro, nell’alta formazione politica dei Movimenti sturziani.

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Fabio Gallo del Movimento NOI convocato dal Movimento “Servire l’Italia” nell’Istituto”Don Luigi Sturzo” – Roma

La Comunità politica del Movimento NOI – Rete Umana è stata chiamata ad essere presente ai lavori di questi due giorni speciali e rivolgiamo a Fabio Gallo che ne è portavoce istituzionale alcune domande che ci aiuteranno a comprenderne meglio il senso.

DOMANDA: quali gli appuntamenti di questi due giorni che la Capitale ha dedicato a Don Luigi Sturzo?
Tre gli appuntamenti: uno programmatico e due istituzionali. Giorno 23 Novembre la riunione programmatica ristretta nell’Istituto “Don Luigi Sturzo” di Via delle Coppelle a Roma, all’interno della quale Servire l’Italia ha chiamato al tavolo operativo le realtà che stanno mostrando speciale impegno nella vita sociale e progettuale nelle diverse regioni dell’Italia. Tra questi, con nostra grande sorpresa e soddisfazione, il Movimento NOI – Rete Umana, il più giovane tra tutti, premiato per le buone pratiche messe in atto.

Sala della Conciliazione - Palazzo Apostolico Lateranense
Sala della Conciliazione – Palazzo Apostolico Lateranense

Il Giorno 24 Novembre, giorno di Don Luigi Sturzo, hanno preso vita i due appuntamenti istituzionali tra Palazzo Apostolico Lateranense e Istituto “Don Luigi Sturzo” di Via delle Coppelle.

DOMANDA: appuntamenti programmatici e istituzionali; quale il senso politico e le novità 
Appare chiaro che le cose sono collegate. Don Luigi Sturzo si avvia a diventare santo e con lui, il suo pensiero politico autenticamente volto al bene comune. Il senso è chiaro: chi ha saputo condurre in porto una così alta attività istituzionale e diplomatica, cioè il Movimento “Servire l’Italia”, sta dando vita all’Italia di domani che, alla luce del fallimento della politica che ha letteralmente inginocchiato l’Italia, non può che essere rigenerata dal pensiero sturziano, questa volta blindato perché la politica sia portatrice di un nuovo umanesimo, di scopi realmente sociali e non personali.

Sala della Conciliazione - Palazzo Apostolico Lateranense
Sala della Conciliazione – Palazzo Apostolico Lateranense – la firma degli Atti

In questa direzione, proprio coloro i quali hanno saputo percorrere con coscienza questo delicato cammino istituzionale che lo condurrà per gradi alla canonizzazione, hanno convocato un tavolo di programmatico nazionale al quale hanno preso parte i “big”  del Movimento “Servire l’Italia” Giovanni Palladino, economista e Segretario Generale di Servire l’Italia (già Presidente del Centro Studi “Don Luigi Sturzo”), Giampiero Cardillo, Architetto e Generale dei CC in congedo, Presidente di Servire l’Italia, Alessandro Corneli, Responsabile del Comitato Tecnico Scientifico di Servire l’Italia (Docente di Geopolitica, Strategia Globale e Storia delle Relazioni Internazionali presso la Facoltà di Scienza Politiche della Luiss).

Al tavolo di lavoro sono stati chiamati Marco Zabotti, Direttore Scientifico e Vice Presidente dell’Istituto Diocesano “Beato Toniolo. Le vie dei Santi”, Roberto Bartolomucci, Economista e Presidente del C.E.S.A.S. – Centro Europeo Studi Ambiente e Società, Alberto Barral, chi le parla (Fabio Gallo, ndr) ed Eleonora Cafiero, in rappresentanza della Comunità politica del Movimento NOI.

Sala della Conciliazione - Palazzo Apostolico Lateranense
Sala della Conciliazione – Palazzo Apostolico Lateranense

DOMANDA: cos’è accaduto nel Palazzo Apostolico Lateranense? E’ possibile immaginare le emozioni…
Molto emozionante, è vero: ci si rende conto di essere parte di una pagina di storia. Il 24 Novembre nell’Aula della Conciliazione del Vicariato di Roma si è tenuta la sessione pubblica della chiusura della fase diocesana della causa di beatificazione e canonizzazione del servo di Dio don Luigi Sturzo che, ricordiamo, è vissuto dal 1871 al 1959 ed è stato fondatore nel 1919 del Partito Popolare Italiano. E’ qui, in questo contesto, che mi sono reso conto della grande opportunità che sia sta offrendo all’Italia.

Sala della Conciliazione - Palazzo Apostolico Lateranense
Sala della Conciliazione – Palazzo Apostolico Lateranense – la firma degli Atti

La sessione è stata presieduta, su delega del Vicario S. E. Rev. ma Mons. Angelo De Donatis, da Mons. Slawomir Oder, vicario giudiziale del Tribunale ordinario della Diocesi di Roma che ha richiamato alla memoria dei presenti la vita di Don Sturzo e le sue qualità eroiche nel tentativo di “cristianizzare la politica”.

don luigi sturzo, fabio gallo,giampiero cardillo, giovanni palladino
Istituto Internazionale di Studi Don Luigi Sturzo. La convocazione del tavolo di lavoro

DOMANDA: quale la sua sensazione in questo particolare momento storico?
Non solo io ma tutti i presenti hanno capito che Don Luigi Sturzo ha, oggi, il potere di parlare alle nostre coscienze dimostrandoci che i fatti della storia gli hanno dato ragione. Ho compreso che l’Italia abbandonata alla corruzione, all’egoismo della classe dirigente, all’incapacità di amare i propri giovani, di riconoscere diritti e doveri, il proprio popolo, ha bisogno di una grande dose di umanità e razionalità perché vi sia una ripresa reale e non più enunciata, un nuovo inizio. Ho capito che l’eredità di Don Luigi Sturzo è tutto ciò che ci occorre per formare la nuova classe politica e dirigente. Sull’argomento, non ho dubbi.

Istituto Internazionale di Studi Don Luigi Sturzo
Istituto Internazionale di Studi Don Luigi Sturzo – da dx: Eleonora Cafiero, Giampiero Cardillo, Marco Zabotti

DOMANDA: tra gli ospiti anche il Presidente del Senato Pietro Grasso. Cosa ne pensa?
Il pomeriggio, proprio per approfondire l’argomento, in Via delle Coppelle, nella sede cinquecentesca sede della Fondazione “Don Luigi Sturzo”, ha preso vita il convegno sul tema “Don Luigi Sturzo maestro per l’Italia di oggi e di domani” che, tra gli altri, ha visto l’intervento del Presidente del Senato Pietro Grasso il quale, evidentemente comprendendo l’onda di cambiamento di cui è capace Don Sturzo con i suoi Uomini “Liberi e Forti”, oggi coordinati da “Servire l’Italia”, avrà pensato di inserire a sua volta contenuti sturziani che, senza dubbio, oggi come oggi, rispetto alla moria dell’attuale politica, sveglierebbero anche i defunti.

Istituto Internazionale di Studi Don Luigi Sturzo
Istituto Don Luigi Sturzo – Il Tavolo di lavoro convocato dal Movimento “Servire l’Italia”

Non voglio credere, come si mormora, che gli ideali del grande Don Sturzo possano essere ancora una volta utilizzati per dare vita ad un apparato di partito che non interpreta perfettamente la sua visione chiara e che tale deve rimanere.

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Istituto Don Luigi Sturzo – Il Tavolo di lavoro convocato da Servire l’Italia – da sx: Giovanni Palladino, Fabio Gallo, Alberto Barral

DOMANDA: quale l’errore di Pietro Grasso, a suo parere?
Non credo che Pietro Grasso abbia commesso errori politici. Credo che il Presidente sappia bene sia da Presidente del Senato che da Magistrato, che c’è qualcosa di grave che sta fermando la crescita del Paese. E sa bene che perché questo andazzo possa cambiare c’è bisogno di avere peso politico.

Istituto Internazionale di Studi Don Luigi Sturzo
Istituto Don Luigi Sturzo – La conferenza del giorno 24

Per quanto inerisce il motto “Liberi e Uguali”, non posso trattenere il sorriso. Le pare che in Italia siamo tutti “uguali”? O che possiamo esserlo? Inoltre, non posso non pensare che nella persona di Pietro Grasso siano evidenti due poteri forti dello Stato che non dovrebbero mai essere sovrapposti: Magistratura e Politica. Come ha giustamente detto Giovanni Palladino – mi permetta di citarlo testualmente – “non possiamo essere tutti uguali, perché abbiamo tutti diverse posizioni di partenza, di corsa e di arrivo; ma soprattutto abbiamo tutti doti e volontà diverse, che è difficile rendere uguali, e non sarà certamente lo Stato o il Governo a “modellare” tutti secondo un “disegno” prestabilito, che per di più dovrebbe piacere a tutti. Luigi Sturzo, invece, scrisse l’Appello ai “liberi e forti”, affinché queste due qualità, non possedute da tutti, fossero finalmente messe al servizio del bene comune per dotare la società civile di tanti “liberi e forti”. 

Istituto Internazionale di Studi Don Luigi Sturzo - I convocati al tavolo di lavoro
Istituto Don Luigi Sturzo – I convocati da “Servire l’Italia” al tavolo di lavoro

LINK UTILI
www.servirelitalia.it
www.movimentonoi.it

Liberi e Forti o Liberi e Uguali? Di Giovanni Palladino

Liberi e Forti o Liberi e Uguali? Di Giovanni Palladino
Don Luigi Sturzo
giovanni palladino
Giovanni Palladino, Segretario Generale di Servire l’Italia

a cura di Giovanni Palladino/

Piero Grasso ha concluso così il suo discorso di insediamento a leader della sinistra alternativa al PD di Renzi: “Dobbiamo batterci affinché tutti, tutti, nessuno escluso, siano liberi e uguali”.

Affermazione davvero retorica, perché tutti sanno che essere tutti uguali è impossibile, non è umanamente naturale. Ce lo dice innanzitutto il Creatore, che pur dando a tutti – su uno spazio molto ridotto – una bocca, un naso, due occhi e due orecchie, ci ha fatto tutti diversi (con l’unica eccezione naturale dei gemelli) per renderci facilmente riconoscibili, con la nostra “originale” identità. Pensate, decine di miliardi di individui creati da quando esiste il mondo con la loro specifica individualità e diversità. È davvero un miracolo del Creatore! Inoltre non possiamo essere tutti uguali, perché abbiamo tutti diverse posizioni di partenza, di corsa e di arrivo; ma soprattutto abbiamo tutti doti e volontà diverse, che è difficile rendere uguali, e non sarà certamente lo Stato o il Governo a “modellare” tutti secondo un “disegno” prestabilito, che per di più dovrebbe piacere a tutti. Luigi Sturzo, invece, scrisse l’Appello ai “liberi e forti”, affinché queste due qualità, non possedute da tutti, fossero finalmente messe al servizio del bene comune per dotare la società civile di tanti “liberi e forti”.

Nel 1919 questi erano ancora molto pochi, ma lo erano sempre stati nel corso dei secoli, perché si riteneva che il vero “motore” dell’economia fosse il muscolo del braccio e non quello del cervello. C’era quindi bisogno di tante braccia (di qui il termine “braccianti”) per svolgere due essenziali compiti: coltivare la terra e fare le guerre. Il muscolo del cervello doveva essere usato solo da quei pochi “liberi e forti” che se la godevano alla faccia di tutti gli altri, schiavi e deboli, trattati da “oggetti” a disposizione dei pochi “soggetti”. Di qui il famoso detto – ritenuto vero, perché evidente, sotto gli occhi di tutti, inevitabile, ineluttabile e quindi accettato anche dagli uomini di Chiesa – “chi nasce povero muore povero e chi nasce ricco muore ricco”. Peccato che i poveri erano tanti e i ricchi molto pochi.

Di qui il potente “urlo” di Marx contro questa gravissima ingiustizia sociale, la successiva risposta di Leone XIII contraria alla “medicina” socialcomunista e la concreta azione di Sturzo in difesa del diritto di proprietà, un diritto naturale, purché esercitato responsabilmente. I pochi “liberi e forti” (abbandonando gli atavici regimi monarchici, imperiali e dittatoriali) dovevano trasformarsi da sfruttatori dei tanti deboli in promotori della libertà responsabile e dello sviluppo sociale diffuso. Nacque così il popolarismo, che ha come obiettivo la creazione di una società popolata da tanti “liberi e forti” in antitesi al socialismo, che punta con il metodo sbagliato a creare una società di “liberi e uguali”.

Il “sogno” di Grasso non è quindi realizzabile, ma non saranno certamente Berlusconi e Salvini a realizzare con il loro metodo il popolarismo ideato da Sturzo, un sistema che esige integrità morale e grande competenza da parte dei “liberi e forti” incaricati di realizzarlo. È il compito che dovrà essere svolto da una nuova classe dirigente di veri “liberi e forti”.

Fabio Gallo, Canonizzazione di Don Luigi Sturzo

Fabio Gallo - Istituto Internazionale Studi
Fabio Gallo - Istituto Internazionale Studi "Don Luigi Sturzo" - Roma

24 novembre 2017 – Sala della Conciliazione del Palazzo Apostolico LateranenseFabio Gallo portavoce della Comunità Politica sturziana Movimento NOI Rete Umana, in occasione della chiusura ufficiale della fase diocesana della causa di beatificazione e canonizzazione del servo di Dio, don Luigi Sturzo.

“Confesso l’emozione. Mi sono reso conto di essere stato testimone di una pagina di storia: quella che sta facendo di Don Luigi Sturzo un Santo, insieme alla sua intuizione politica che desideriamo seguire alla lettera, semplicemente perché aveva capito tutto. La politica italiana è in ginocchio. L’Italia è in mano all’egoismo, all’ignoranza e alla corruzione. Oggi, insieme, abbiamo l’opportunità di rialzare la testa, prendere in mano la nostra storia e dare un futuro al nostro Popolo ingegnoso, capace, meraviglioso, unico. Negli Uomini che costituiscono il Movimento “Servire l’Italia” riconosciamo, perché lo sono, i veri “padri del pensiero sturziano di oggi. Li dobbiamo seguire perché amano l’Italia, la Chiesa di Cristo che è Civiltà, ogni italiano. A nome del Movimento NOI – rete Umana esprimo gratitudine profonda a questi Uomini che non senza sacrifici e con grande gioia, si stanno prendendo cura della nostra formazione politica per fare di NOI, Donne e Uomini di Buona volontà, ciò che occorre al nostro Paese”. Fabio Gallo

Molto è stato fatto. Tanto è ancora da fare.

Gen. Arch. Giampiero Cardillo
Gen. Arch. Giampiero Cardillo

a cura di Giampiero Cardillo/

Giovanni Palladino ha portato a termine il faticoso, lunghissimo (22anni) compito-dovere di avviare don Luigi Sturzo all’onore degli altari. Le pesanti casse dei documenti probatori, sigillate il 24 novembre scorso da mons. Oder in Vicariato, sono giunte in Vaticano per la fase finale del percorso di beatificazione. Un primo miracolo, occorso per intercessione di don Luigi, è già al vaglio della Commissione Vaticana competente. Ciò incoraggia il poter sperare nella rapida beatificazione di don Luigi. E questo è un fatto. Un bel fatto compiuto.

Mentre percorreva la strada impervia della beatificazione di Sturzo, Giovanni Palladino ha “scoperto” l’attualità e l’attuabilità del pensiero politico sturziano. Ha trovato sodali altrettanto convinti, anche illustri e illustrissimi e ha organizzato un partito (Popolari Liberi e Forti- PLF), ha presentato liste regionali (Sicilia) e metropolitane (Roma). Ha verificato che le “leggi” fisiche e chimiche del “teatro elettorale” tengono poco conto della grandezza esemplare del pensiero politico e amministrativo sturziano e del suo concreto, evangelico esempio. Ha misurato gli effetti devastanti della “moderna” politica-spettacolo, fatta di opinioni senza convinzioni, di “necessari” costi espressi nella perdita di umana moralità e dignità e dai costi materiali altissimi da sostenere per attivare la “ macchina del consenso”.

Ha toccato con mano il danno immenso inflitto alla “buona politica” di ispirazione cristiana. I danni subiti a causa dei troppi decenni di sistematico “esilio” culturale e politico toccato a Sturzo e ad altri grandi e isolati protagonisti della vita politica, culturale, imprenditoriale ispirati dal Vangelo. Palladino ha verificato che a tale condanna al “silenzio” politico e morale  hanno partecipato in massa, in ogni tempo, non solo i nemici giurati della Dottrina Sociale della Chiesa, della quale Sturzo fu campione e maestro.  Una condanna sostenuta nel tempo soprattutto dagli attuali,  sedicenti militanti politici e culturali di “area cattolica”. Giovanni Palladino, assistito anche da grandi uomini di azione e di pensiero (ricordo solo, mons. Pennisi, Gaspare Sturzo, Marco Vitale, Eugenio Guccione, Fratel Donato Petti, Alessandro Corneli e molti altri), dopo aver chiuso il  “partito” (PLF), ha dato un’occasione alla speranza informativa e formativa sturziana, costituendo l’associazione di cultura e formazione politica “Servire l’Italia”. Non solo.  Palladino, aiutato dai suoi grandi amici-sostenitori, ha continuato a tessere una tela di relazioni politiche con i fili che produceva la fin troppo flebile onda mediatica suscitata attorno a Sturzo, grazie alla sua incessante e caparbia attività di promotore del pensiero e dell’azione del presto beato don Luigi.

Ciò premesso, vorrei riflettere, assieme a chi avrà voglia di leggermi, circa la organizzazione del più da farsi a questo punto.  Cosa fare per  meglio valorizzare il grande risultato già raggiunto del riconoscimento ecclesiale del cammino di santità di don Luigi? È un cammino replicabile anche da chi voglia anche oggi percorrere con fedeltà evangelica, competenza ed onore, la strada della politica e dell’amministrazione pubblica e privata? C’è, a mio parere, una risposta valida riferita ad ogni singolo “ambiente” praticato dai seguaci di Sturzo. Immagino che non sia chiaro solo a me quanto conti l’ambito, l’ambiente in cui si svolge l’attività di valorizzazione del pensiero sturziano, per quanto contano le ritualità, le possibilità e le impossibilità specifiche delle quali si deve tener conto per poter praticare tali ambiti senza esserne travolti. Infatti, un ambiente come quello “ecclesiale” segue “tempi e leggi” ben diversi da quelli che regolano “l’ambiente formativo pre- politico”. Questi primi due “ambienti” sono a loro volta  retti da regole ben diverse da quelle che regnano in un “ambiente elettorale”. E ritengo sia di solare evidenza che solo delle grandi sinergie, suscitate nel servire il bene comune in questi diversi “ambienti”, potranno riuscire a disancorare la corazzata incagliata del pensiero e dell’azione sturziana, per farla navigare nei nostri mari politico-economico-sociali, così tanto inquinati, pieni di insidie, di disincanto, di sfiducia e di complessità da risolvere. L’ambito ecclesiale, innanzitutto, con le sue “leggi” e i propri “tempi”, ha risposto positivamente nel 2017, circa la venerabilità di Sturzo, scomparso nel 1959 e si appresta a sancire la  beatificazione di un uomo che ha santificato la propria vita servendo in politica. Ed è solamente la seconda volta, dopo S. Tommaso Moro, morto nel 1535 e canonizzato solo nel 1935, che la politica viene assunta all’interno di un cammino di santità. Una determinazione, come si vede dai tempi, difficile e sofferta.

Le conseguenze nell’ambito ecclesiale, le iniziative concrete necessarie e conseguenti, rebus sic stantibus, potrebbero e dovrebbero essere, a mio parere, almeno tre:

  • il rilancio della negletta Dottrina Sociale della Chiesa e della semi-sconosciuta Economia Sociale di Mercato nelle Università Cattoliche, sia nei seminari, che nei mezzi di informazione “propri” della Chiesa, come pure nei “programmi pastorali”.

È auspicabile che ciò avvenga sia in Italia che in Europa, utilizzando non solo il nome e la memoria storica del fare concreto sturziano, ma anche quella dei suoi non pochissimi sodali e imitatori consapevoli o inconsapevoli a lui coevi. Senza trascurare, però, anche l’esempio delle personalità che vivono anche oggi un concreto impegno sturziano, non solo in campo accademico;

  • l’istituzione di centri di eccellenza per la formazione, per “formare i formatori”, dedicati ai laici, con sessioni che abbiano al centro dell’insegnamento proprio la Dottrina Sociale della Chiesa, a partire dalla formazione dagli insegnanti laici delle scuole cattoliche;
  • la proposizione diretta per compiti politici e istituzionali di “personale” proprio: “ fratelli”, sacerdoti, anche diocesani, opportunamente formati, laddove e quando possibile.

Questi sono gli sviluppi che debbono, a parer mio, necessariamente discendere da un impegno deciso delle gerarchie ecclesiastiche di ogni livello e specie.

Altro e diverso ambiente è quello, oggi già in nuce, variamente suscitato e  gestito da laici per la  formazione pre-politica, che punta sulle competenze (professionali, culturali, imprenditoriali). Persone raccolte e formate da sodalizi simili a “Servire l’Italia”. Il loro coordinamento organizzativo e finanziario è per ora inconsistente e irrilevante. Occorre, perciò,  generare una organizzata convergenza delle attività di vari sodalizi in centri operativi comuni per  i seguaci di Sturzo, Olivetti, Toniolo e di altre figure significative ancora oggi. Tali centri operativi comuni, dovrebbero essere sostenuti dalla produzione di esempi concreti che testimonino la capacità di fare bene, mediante la progettazione e l’esecuzione di azioni concrete,  da sperimentare su selezionati territori vocati ad accoglierli.

I  frutti dell’attività profusa in questo “ambiente”dovrebbero essere almeno tre:

  • l’elaborazione didascalica di alcuni progetti-simbolo, significativi, distintivi e caratterizzanti, ben ancorati a territori determinati o per la soluzione di incombenti problemi generali;
  • la selezione, ove possibile, di “personale” da proporre specialmente per il governo locale e, ove possibile, anche nazionale ed europeo. Persone che in grado di essere sostenute per “conquistare” la responsabilità di condurre Istituzioni politiche e amministrative, anche mediante opportune e selezionate alleanze;
  • il “reclutamento” di personalità già presenti nelle Istituzioni, che manifestino il desiderio e la necessità di approfondire i loro legami interpersonali per il buon governo di matrice sturziana, chiedendo di militare in un ambiente favorevole allo scambio di idee e progetti di identica o compatibile matrice discendente dalla Dottrina Sociale della Chiesa.

Infine, last but not least, “l’ambiente” della contesa politicoelettorale. È il più ostico e complesso dei tre ambienti frequentabili da sodalizi simili a Servire l’Italia. È l’ambiente ove è più denso il rischio di inquinamento della genuina fonte sturziana, giacché si propone con caratteristiche assai mutevoli persino nelle “regole” che lo governano. Un ambiente dove c’è  il rischio di compiere facilmente errori, che possono ricadere anche  sull’attività svolta negli altri due ambienti e comprometterne la sussistenza operativa. Una prima prova di tenuta del duro proposito di “Servire e non servirsi” è data “dall’ospitalità” che offrono altre organizzazioni già mature, finalizzate sia alle elezioni, che alla conseguente spartizione del potere Istituzionale.  I rischi sono evidenti. E sono rischi acutissimi quando “l’ambiente” elettorale è governato da norme che obbligano a coalizzarsi, per poter essere significativi, potendo contare solo su una propria piccola forza elettorale. Si è costretti a coalizzarsi, a ritenersi garantiti dalla parola di chi è storicamente avvezzo a non mantenerla, a concedere i “diritti” di utilizzare un inestimabile patrimonio politico e culturale come fosse un brand commerciale. Per non rischiare si è, a volte, “costretti” a desistere, a non partecipare alla contesa e a continuare a lavorare, nel lungo periodo, per far maturare le condizioni più opportune. Desistere per essere certi, in futuro, di poter e saper operare con una sana indipendenza che abbia, però, anche una possibilità di successo elettorale. Ma anche nella austera,  laboriosa, quanto isolata, desistenza ci sono rischi e pericoli. C’e il rischio che il lungo periodo possa diluirci come un’acido fino a farci scomparire. C’e il rischio che, in assenza di frutti o punti di forza finanziari o istituzionali, le condizioni di progressiva carenza di uomini e mezzi ci impediscano anche di poter esemplificare il nostro spirito di servizio nella realtà operativa, con “progetti” ben curati e realistici o con progetti formativi e informativi. C’e il rischio di mancare, perciò, del giusto appeal e della necessaria attenzione mediatica, che le presenze istituzionali “conquistate”, invece, faciliterebbero.

In conclusione:  rimanere al di qua dell’impresa elettorale non basterebbe a garantire in  futuro l’indispensabile successo elettorale e la presenza nelle istituzioni.
Ed è innegabile che è proprio questo tipo di concreto successo ciò che finalizza e ottimizza il voler essere servitori del bene comune.
Senza il successo elettorale e senza il governo di Istituzioni si è irrilevanti, ombre politiche. Non bastano le energie profuse in altri “ambienti”pre-politici, non elettorali o non istituzionali, se poi non si arriva, come arrivò Sturzo, al “governo” delle Istituzioni. Ricordo che don Luigi, nel 1919, ha potuto contare su un sistema di regole elettorali di tipo proporzionale, che lo posero nella condizione ideale per non dover rischiare contaminazioni causate da alleanze o cooptazioni pericolose. Si afferma, perciò, il vero sia se si ritiene “l’isolamento preventivo” inutile, sia affermare che si rischia una contaminazione mortale l’essere cooptati in altri sodalizi elettorali meglio organizzati per vincere elezioni e posti di governo Istituzionali. Dobbiamo, perciò, uscire dall’impasse e riflettere sull’esistenza di una”terza via”.

Una “terza via”è già, invero, in gestazione presso movimenti con noi federati o in via di federazione: il MovimentoNoi e l’Istituto Toniolo, ad esempio. Sono produttori di ottimi progetti di grande successo Istituzionale e mediatico, che hanno una risonanza forte sul territorio locale e riflessi non trascurabili sul piano nazionale. Si fanno conoscere “facendo”  e facendo cose pregevoli, che danno loro grande visibilità e consenso ammirato. Raccolgono così sempre più fondi, persone di talento e idee per ulteriori cimenti. Non nascondono, anzi ostentano la loro disponibilità per il governo del territorio. Intanto mostrano abilità, concretezza e organizzazione sempre più innovativa e ramificata, che cresce alimentandosi del successo dei loro progetti realizzati. Adottano un principio: per credere in qualcuno occorre che questi abbia fatto prima molto bene il bene, per poter essere credibile. È una strada che nasce, normalmente, in ambiente ecclesiale. Poi si inerpica nella formazione di strutture operative selezionate di provata fede nella Dottrina Sociale della Chiesa. Infine si attrezza per essere un protagonista ben strutturato capace di affrontare anche  l’ambiente elettorale, con una squadra completa pronta al governo, ben formata e fedele al Vangelo.
È congeniale a questo “modello di terza via” la dimensione cittadina e provinciale.
Sviluppando un network con altri sodalizi simili, il modello potrebbe avere successo anche in una dimensione multi-regionale. Così facendo, potrebbe crescere la dimensione dei progetti territoriali, per mostrare  più grandi vie di sviluppo concreto in vari settori. La strada elettorale, da locale che era potrebbe diventare un’autostrada, federando più iniziative del genere in varie regioni per un successo elettorale anche regionale o nazionale.
Don Sturzo fece conoscere al territorio la sua abilità e il suo talento amministrativo ben prima di presentarsi alle elezioni. Raccolse fiducia e consensi dopo aver portato a termine alcuni progetti di sviluppo del territorio di suo interesse. È, perciò, un metodo sturziano quello che stanno disegnando e utilizzando in Calabria e in Veneto. Occorre riflettere se si tratti di un “modello” che oggi sta avendo successo solo per una favorevole “coincidenza astrale”: un eccezionale, episodico, coagulo di  talenti e circostanze. Oppure se si tratti di un virtuoso modello talmente attrattivo,  da ritenersi standardizzabile e  ripetibile ovunque possibile, capace di sviluppare sinergie  utili ad operare progressivamente nei tre “ambienti”. A iniziare da quello ecclesiale, per agganciare quello della formazione specifica politico-amministrativa dei laici fedeli al Vangelo, per poi approdare, dalla organizzazione pre-politica laica, al  “teatro” elettorale e alle responsabilità Istituzionali.

Esiste questa “terza via” o è solo una mia illusione ottica?
Se non esistesse, occorrerebbe accettare i rischi del “teatro di guerra elettorale”, per non precipitare nell’irrilevanza progressiva, anche in presenza di una auspicabile attivazione straordinaria “dell’ambiente ecclesiastico”, nel senso e con la forza espressiva che ho immaginato necessaria.

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