“È ormai evidente che occorre una svolta culturale. Occorre andare oltre il mantra rituale secondo cui ‘Schengen non si tocca’. Lo schema tradizionale che coniuga i principi democratici a quelli della libera circolazione non è più adeguato a contrastare il terrorismo perché lascia spesso la magistratura priva di armi efficaci per prevenirne gli intenti criminosi. La politica ha pertanto il dovere di individuare una strategia nuova che consenta di osteggiare il radicalismo fin nei suoi prodromi”.
ANGELO SANGERMANO VICEPRESIDENTE DI ANM
Questa, l’autorevole voce del vicepresidente di Anm – Associazione Nazionale Magistrati, Antonio Sangermano, in un’intervista pubblicata mercoledì dal Mattino.
IMPOSSIBILE SOGGIORNARE IMPUNEMENTE
Il magistrato chiede di rafforzare e ampliare lo strumento delle espulsioni preventive per ragioni di sicurezza nazionale. “Non si può più attendere che una sentenza passi in giudicato per espellere un soggetto radicalizzato. Nella maggioranza dei casi – sottolinea -, prima di abbracciare la guerra santa, i soggetti a rischio passano attraverso ‘reati spia’ come lo spaccio e il furto.
Non possiamo consentire che pregiudicati privi di cittadinanza possano soggiornare impunemente nel nostro territorio.
Per chi commette reati che rilevano pericolosità sociale nessun salvacondotto: dev’essere allontanato dal nostro Paese e riaccolto da quello di provenienza”.
SOTTRARRE ITER DELLA CITTADINANZA A MECCANISMI AUTOMATICI
Antonio Sangermano sottolinea inoltre che, a suo avviso, è “tempo di sottrarre l’iter della cittadinanza a meccanismi automatici, chi dimostra di volersi integrare deve essere premiato, chi viola la legge deve essere mandato via“. Quanto ai flussi migratori, “dobbiamo prendere atto che non possiamo accogliere tutti. É tempo di sottrarre l’iter della cittadinanza a meccanismi automatici. Diritti e doveri devono essere fissati in uno statuto dell’immigrato che ancori l’accoglienza nel nostro paese al rispetto delle leggi”.
CHI INTENDE DIVENTARE ITALIANO ACCETTI E CONDIVIDA NOSTRI VALORI
Ma il Magistrato continua con una dichiarazione che trova dalla parte sua tutti gli italiani:
“Chi intende diventare italiano dev’essere sottoposto a verifiche severe e progressive che dimostrino come l’aspirante cittadino accetti e condivida i valori democratici”.
Non possiamo più permetterci il rischio che l’Italia sia vista come il paese di Bengodi».
Indubbiamente le parole dell’alto Magistrato sono forti ma dovute in rispetto alla dignità e alla sicurezza umana e dell’intero Paese. Parole rese necessarie secondo il Procuratore Sangermano per contrastare nel migliore dei modi una situazione drammatica: se non si interviene, dice,”l’immigrazione metterà a rischio la tenuta democratica del paese”