introduzione a cura di Fabio Gallo/
La crisi dettata dagli sviluppi della pandemia si riflette in maniera impetuosa così come sul mondo del lavoro, sulla famiglia e sulla scuola, tutti pilastri del presente e del futuro economico dell’Italia. Il Paese è stremato e la classe politica sembra volere evadere dalle questioni sollevate da chi, giustamente, consapevole di un sistema dichiaratamente fallito e che non più il controllo della pandemia, lamenta di non volere essere vittima dell’incapacità di chi quotidianamente emerge dalle cronache per l’incapacità di gestire la questione ponendo al centro la tutela del diritto alla vita. Si, diciamo alla vita perché il Covid 19 uccide, soprattutto in una regione nella quale la Sanità è il simbolo della mala gestione della politica degli ultimi decenni. Oggi si apprende anche che il Commissario Straordinario Arcuri ha denunciato chi avrebbe dovuto fornire milioni di dosi del vaccino per i gravi ritardi che pongono a rischio anche chi ha già ricevuto il primo. Senza vaccini la questione si complica di molto perché difficilmente si arriverà ad una immunità di gregge senza migliaia e migliaia di morti che si possono e di debbono evitare.
UN WEBINAR DEL MOVIMENTO NOI DEDICATO ALLA FAMIGLIA E ALLA SCUOLA
Dal recente webinar pubblico promosso dal Movimento civico NOI sul tema “Scuola, Pandemia e Innovazione – Studiare in sicurezza” è emerso il buon senso che manca a chi dovrebbe dettare le disposizioni a tutela di chi, giustamente, chiede massima attenzione ai nuclei familiari con persone fragili in termini di salute. Ad animare la conferenza che ha visto confrontarsi insegnanti, genitori e medici, dalla quale è emersa la necessità di comunicare al Governo le ragioni discusse nel corso del webinar, sono stati Cesare Ierullo (Referente Movimento NOI su Vibo Valentia), Maria Francesca Abate, Roberto Perri e Fedele Serpe (Referenti Scuola Movimento NOI), Rosa Imbarlina, Rosella Zofrea, Carmela Staffa, Nicola Daniele, Eleonora Cafiero e Fabio Gallo (tra i fondatori del Movimento NOI). A seguire la lettera redatta dagli ospiti della conferenza, inviata dal Movimento NOI tramite posta certificata alle preposte Autorità di Governo.
Al presidente della Repubblica Sergio Mattarella
Al ministro della Salute Roberto Speranza
Al vice ministro della Salute Pierpaolo Sileri
Al ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina
Alla presidente della Commissione Infanzia e adolescenza Licia Ronzulli
All’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza Carla Garlatti
APPELLO ALLE ISTITUZIONI
In questo contesto di grande emergenza pandemica c’è una realtà che di solito non ha voce e che rischia di essere dimenticata, travolta da tutte le pur giuste e legittime motivazioni di chi chiede il ritorno alla didattica in presenza anche in mezzo all’occhio del ciclone della pandemia. Non si può dire che i nostri figli vadano a scuola in sicurezza, tutti anche quelli sani, quasi tutte le aule hanno una quadratura troppo risicata per consentire il distanziamento a classi mediamente con più di 20 alunni; gli scolari devono tenere la mascherina per sei ore consecutive e restare immobili nel loro banco. Bisogna ascoltare tutte le voci e non soltanto quelle di coloro che demonizzano la DAD. Il nostro appello è rivolto alle istituzioni, affinché si possa continuare con la didattica a distanza nelle scuole di ogni ordine e grado, fino a quando il rientro possa avvenire nelle reali condizioni di sicurezza per tutti, altrimenti a pagare il conto più alto in termini di salute, ma anche di formazione, saranno gli studenti più cagionevoli.
La scuola deve avere un ruolo centrale per la prevenzione e l’educazione sanitaria.
Il Ministero dell’Istruzione, con ordinanza della ministra Lucia Azzolina datata 9 ottobre, ha previsto l’obbligo di didattica digitale integrata o istruzione domiciliare per gli studenti immunodepressi o con patologie gravi, nonostante il Consiglio superiore della pubblica istruzione si fosse espresso favorevolmente sull’opportunità di prevedere percorsi di didattica digitale integrata anche quando in condizione di fragilità siano i genitori, l’Ordinanza non ha recepito nulla a tal proposito. L’alunno convivente di un soggetto fragile, per la scuola, è formalmente un alunno come gli altri, non essendo interessato da condizioni cliniche che lo riguardano personalmente, sulla base delle quali attivare nei suoi confronti particolari diritti o cautele. I dirigenti scolastici NON POSSONO RIFIUTARSI quando le famiglie ne fanno richiesta.
NON VANNO IGNORATE LE RICHIESTE DEI GENITORI CON FRAGILITÀ.
A nostro avviso, l’educazione parentale (homeschooling) non può essere la risposta alle richieste delle famiglie.
LA LOCANDINA DE ILPARLAMENTARE.IT