Il Presidente della Repubblica Italiana Sergio Mattarella
Il Presidente della Repubblica Italiana Sergio Mattarella

a cura di Cristian Tarsia Attivista Movimento NOI/

Magari fosse  “La notte stellata” di Van Gogh! Il quadro impressionista che i partiti ci stanno imponendo, in un così delicato momento per la
Nazione, è terribilmente diverso, lesivo per la dignità di tutti noi. Come l’omonima corrente artistica – appunto l’Impressionismo – c’è la negazione dell’importanza del soggetto, l’attenzione rivolta al colore piuttosto che al disegno. In parole povere, tutti concentrati ad arginare l’emorragia elettorale causata da Salvini, attraverso punti irrinunciabili, paletti di programma, trattative… ma anche tanta improvvisazione.

Matteo Salvini, già Ministro dell'Interno
Matteo Salvini, già Ministro dell’Interno

Non ci sono più le campagne elettorali di una volta. Non esiste stagione, la politica è ormai onnipresente nelle nostre case. Interi palinsesti si fondano sulla messa in onda di programmi
monotematici, sempre più invadenti rispetto alla sobrietà , allo svago, all’informazione come
servizio e non come cornice. E’ una menomazione culturale,  dobbiamo prenderne atto. Così come è toccato al Presidente Mattarella, particolarmente preoccupato al termine delle consultazioni, forse più per i valori costituzionali  di cui è garante che non per la crisi stessa. E’ difficile affidare un incarico di governo, quando gli attori demandano al Capo dello Stato la responsabilità di tradurre capricci e ambizioni, quasi mai coraggiose scelte per il bene dell’Italia. Ed è quello che sta accadendo al Movimento 5 Stelle, obbligato a perseguire un sentiero d’ incoerenza, poiché legato da un vaso comunicante di elettori, col PD, in barba a tutte le lotte portate avanti in questi anni e al disprezzo per i fatti di Bibbiano. Ritornare a

Zingaretti - Di Maio
Zingaretti – Di Maio

lavorare con la Lega significherebbe, invece, fidelizzarsi ad essa, perdere indipendenza,
ammiccare a quella destra che sarà pure meglio del Partito Democratico, ma che non vuol sentire pronunciare la parola “russiagate”. Che ne sarebbe, poi, dei militanti di estrazione comunista? Un vero rebus per tutti quei grillini che si sono spesi, inseguendo ideali di legalità e trasparenza.
Ecco perché fingere di ignorare Salvini è la strada più scorrevole: garantisce tempo sufficiente a metabolizzare entrambe le “polpette avvelenate”. Polpetta verde e polpetta rossa. D’altronde il “fantagoverno” si sta consumando a suon di
comunicati, interviste e dichiarazioni spontanee sempre più ambigue, trascurando terremotati, terra dei fuochi e immigrazione – clamoroso campo da tennis istituzionale.
Ancora una volta, ed è quasi un trentennio ormai, l’Italia è ostaggio di inadeguatezza e opportunismo. Una fotografia in cui i colori allagano la tela, nascondendo i contorni, la nitidezza. Un’immagine irrispettosa che ci fa rimpiangere gli scatti in bianco e nero, da nord a sud, con particolare imbarazzo soprattutto in Calabria dove, senza il benché minimo pudore, qualcuno già pensa alla ricetta giallo-rossa per le regionali. Sempre in Calabria, terra di natura, arte e cultura, qualcun altro lavora alla distrazione di massa, a suon di improbabili comitati spontanei e  cementificazione incontrollata: buone pratiche di asfissia urbana .
Riflettere sul nostro futuro, è un atto dovuto. Le matite tornino a tracciare il cammino della
democrazia, a restituire fresco profumo di libertà. Il voto non può continuare ad essere illusione,
sudditanza e rassegnazione, né può confermarsi espediente per  carriere e denari facili. I cittadini meritano rispetto!