Redazione di NOI Magazine/
I giorni 23 e 24 Novembre 2017 a Roma, hanno segnato il futuro della vita politica dell’Italia alla quale si è offerta la possibilità di ritrovare la sua ragion d’essere fornita dal ritorno della visione politica di Don Luigi Sturzo, oggi veicolata da coloro i quali possiamo definire i “padri” della riproposta del pensiero sturziano nella politica di oggi e di domani: Giovanni Palladino, Giampiero Cardillo, Marco Vitale, Alessandro Corneli, Gaspare Sturzo pronipote di Don Luigi Sturzo. Tutti, ritrovatisi nel Movimento di cultura politica Servire l’Italia impegnata, tra l’altro, nell’alta formazione politica dei Movimenti sturziani.
La Comunità politica del Movimento NOI – Rete Umana è stata chiamata ad essere presente ai lavori di questi due giorni speciali e rivolgiamo a Fabio Gallo che ne è portavoce istituzionale alcune domande che ci aiuteranno a comprenderne meglio il senso.
DOMANDA: quali gli appuntamenti di questi due giorni che la Capitale ha dedicato a Don Luigi Sturzo?
Tre gli appuntamenti: uno programmatico e due istituzionali. Giorno 23 Novembre la riunione programmatica ristretta nell’Istituto “Don Luigi Sturzo” di Via delle Coppelle a Roma, all’interno della quale Servire l’Italia ha chiamato al tavolo operativo le realtà che stanno mostrando speciale impegno nella vita sociale e progettuale nelle diverse regioni dell’Italia. Tra questi, con nostra grande sorpresa e soddisfazione, il Movimento NOI – Rete Umana, il più giovane tra tutti, premiato per le buone pratiche messe in atto.
Il Giorno 24 Novembre, giorno di Don Luigi Sturzo, hanno preso vita i due appuntamenti istituzionali tra Palazzo Apostolico Lateranense e Istituto “Don Luigi Sturzo” di Via delle Coppelle.
DOMANDA: appuntamenti programmatici e istituzionali; quale il senso politico e le novità
Appare chiaro che le cose sono collegate. Don Luigi Sturzo si avvia a diventare santo e con lui, il suo pensiero politico autenticamente volto al bene comune. Il senso è chiaro: chi ha saputo condurre in porto una così alta attività istituzionale e diplomatica, cioè il Movimento “Servire l’Italia”, sta dando vita all’Italia di domani che, alla luce del fallimento della politica che ha letteralmente inginocchiato l’Italia, non può che essere rigenerata dal pensiero sturziano, questa volta blindato perché la politica sia portatrice di un nuovo umanesimo, di scopi realmente sociali e non personali.
In questa direzione, proprio coloro i quali hanno saputo percorrere con coscienza questo delicato cammino istituzionale che lo condurrà per gradi alla canonizzazione, hanno convocato un tavolo di programmatico nazionale al quale hanno preso parte i “big” del Movimento “Servire l’Italia” Giovanni Palladino, economista e Segretario Generale di Servire l’Italia (già Presidente del Centro Studi “Don Luigi Sturzo”), Giampiero Cardillo, Architetto e Generale dei CC in congedo, Presidente di Servire l’Italia, Alessandro Corneli, Responsabile del Comitato Tecnico Scientifico di Servire l’Italia (Docente di Geopolitica, Strategia Globale e Storia delle Relazioni Internazionali presso la Facoltà di Scienza Politiche della Luiss).
Al tavolo di lavoro sono stati chiamati Marco Zabotti, Direttore Scientifico e Vice Presidente dell’Istituto Diocesano “Beato Toniolo. Le vie dei Santi”, Roberto Bartolomucci, Economista e Presidente del C.E.S.A.S. – Centro Europeo Studi Ambiente e Società, Alberto Barral, chi le parla (Fabio Gallo, ndr) ed Eleonora Cafiero, in rappresentanza della Comunità politica del Movimento NOI.
DOMANDA: cos’è accaduto nel Palazzo Apostolico Lateranense? E’ possibile immaginare le emozioni…
Molto emozionante, è vero: ci si rende conto di essere parte di una pagina di storia. Il 24 Novembre nell’Aula della Conciliazione del Vicariato di Roma si è tenuta la sessione pubblica della chiusura della fase diocesana della causa di beatificazione e canonizzazione del servo di Dio don Luigi Sturzo che, ricordiamo, è vissuto dal 1871 al 1959 ed è stato fondatore nel 1919 del Partito Popolare Italiano. E’ qui, in questo contesto, che mi sono reso conto della grande opportunità che sia sta offrendo all’Italia.
La sessione è stata presieduta, su delega del Vicario S. E. Rev. ma Mons. Angelo De Donatis, da Mons. Slawomir Oder, vicario giudiziale del Tribunale ordinario della Diocesi di Roma che ha richiamato alla memoria dei presenti la vita di Don Sturzo e le sue qualità eroiche nel tentativo di “cristianizzare la politica”.
DOMANDA: quale la sua sensazione in questo particolare momento storico?
Non solo io ma tutti i presenti hanno capito che Don Luigi Sturzo ha, oggi, il potere di parlare alle nostre coscienze dimostrandoci che i fatti della storia gli hanno dato ragione. Ho compreso che l’Italia abbandonata alla corruzione, all’egoismo della classe dirigente, all’incapacità di amare i propri giovani, di riconoscere diritti e doveri, il proprio popolo, ha bisogno di una grande dose di umanità e razionalità perché vi sia una ripresa reale e non più enunciata, un nuovo inizio. Ho capito che l’eredità di Don Luigi Sturzo è tutto ciò che ci occorre per formare la nuova classe politica e dirigente. Sull’argomento, non ho dubbi.
DOMANDA: tra gli ospiti anche il Presidente del Senato Pietro Grasso. Cosa ne pensa?
Il pomeriggio, proprio per approfondire l’argomento, in Via delle Coppelle, nella sede cinquecentesca sede della Fondazione “Don Luigi Sturzo”, ha preso vita il convegno sul tema “Don Luigi Sturzo maestro per l’Italia di oggi e di domani” che, tra gli altri, ha visto l’intervento del Presidente del Senato Pietro Grasso il quale, evidentemente comprendendo l’onda di cambiamento di cui è capace Don Sturzo con i suoi Uomini “Liberi e Forti”, oggi coordinati da “Servire l’Italia”, avrà pensato di inserire a sua volta contenuti sturziani che, senza dubbio, oggi come oggi, rispetto alla moria dell’attuale politica, sveglierebbero anche i defunti.
Non voglio credere, come si mormora, che gli ideali del grande Don Sturzo possano essere ancora una volta utilizzati per dare vita ad un apparato di partito che non interpreta perfettamente la sua visione chiara e che tale deve rimanere.
DOMANDA: quale l’errore di Pietro Grasso, a suo parere?
Non credo che Pietro Grasso abbia commesso errori politici. Credo che il Presidente sappia bene sia da Presidente del Senato che da Magistrato, che c’è qualcosa di grave che sta fermando la crescita del Paese. E sa bene che perché questo andazzo possa cambiare c’è bisogno di avere peso politico.
Per quanto inerisce il motto “Liberi e Uguali”, non posso trattenere il sorriso. Le pare che in Italia siamo tutti “uguali”? O che possiamo esserlo? Inoltre, non posso non pensare che nella persona di Pietro Grasso siano evidenti due poteri forti dello Stato che non dovrebbero mai essere sovrapposti: Magistratura e Politica. Come ha giustamente detto Giovanni Palladino – mi permetta di citarlo testualmente – “non possiamo essere tutti uguali, perché abbiamo tutti diverse posizioni di partenza, di corsa e di arrivo; ma soprattutto abbiamo tutti doti e volontà diverse, che è difficile rendere uguali, e non sarà certamente lo Stato o il Governo a “modellare” tutti secondo un “disegno” prestabilito, che per di più dovrebbe piacere a tutti. Luigi Sturzo, invece, scrisse l’Appello ai “liberi e forti”, affinché queste due qualità, non possedute da tutti, fossero finalmente messe al servizio del bene comune per dotare la società civile di tanti “liberi e forti”.
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