di Luciana Carta – da Facebook/

La rete pullula di pensieri che evidenziano l’incapacità della nostra classe politica nazionale e la conseguente insofferenza dei cittadini che riversano nel mondo dei social pensieri diretti anche alle massime autorità di Stato. In questo caso da Facebook, Luciana Carta si rivolge al Presidente della Repubblica Italiana Sergio Mattarella. Come darle torto, caro Presidente?

Sergio Mattarella,Movimento NOI,Fabio Gallo

“Mi scusi Presidente, ma – con tutto il rispetto – personalmente non reputo indecente il commerciante che non fa uno scontrino o l’idraulico che non fa una fattura.
Reputo molto più indecente, in un Paese *civile*, i vitalizi e le pensioni d’oro, l’enorme tasso di corruzione della politica, le auto blu e tutti i vostri privilegi.Indecenti sono i ponti che crollano e i terremotati da anni nelle tende.Indecenti sono 400 euro di pensione per chi ha lavorato una vita e 600 euro di stipendio per chi si fa il culo in fabbrica.Indecente è la Terra dei fuochi, l’Ilva di Taranto e il rogo della Thyssen.Indecente è che ogni volta che piove si contano i morti.Indecente è l’impunità dilagante e il pilotare giudici e sentenze.Indecenti sono i processi che finiscono in prescrizione.Indecente è strappare i bambini alle loro famiglie per farci soldi. Indecente è la propaganda, il traffico e il lucro sulla pelle dei migranti.Indecenti sono i tre miliardi di euro regalati ad una banca privata.Indecente è sei mesi di attesa per una Tac.Indecenti sono le buone uscite milionarie ai dirigenti che distruggono le aziende.Indecenti sono quelli che dovrebbero puntarvi il dito contro scrivendo fiumi di parole e invece si prostano come zerbini.Indecenti sono i maiali all’ingrasso dentro il palazzo mentre fuori manca l’aria.Indecente, in un Paese civile nel ventunesimo secolo, caro Presidente, sono gli anziani che rovistano nei cassonetti per cercare qualcosa da mangiare e gli imprenditori che si impiccano perché non riescono a pagare gli stipendi ai loro dipendenti….e ci sarebbe molto altro….Perciò non so chi è che ruba di più!”