Fabio Gallo Portavoce e Pino Aprile

a cura della Redazione/

La Democrazia in Calabria è ostaggio del bisogno e in queste condizioni andare a votare il 14 di febbraio significherebbe violare i diritti fondamentali dei cittadini. Scrivono al Presidente della Repubblica Italiana e alle massime cariche di Governo il Movimento Civico NOI ed il Movimento Equità Territoriale di Pino Aprile, uniti dall’esigenza di ottenere il rispetto dei cittadini calabresi che maggiormente stanno subendo il trauma economico dovuto al protrarsi della pandemia da Covid 19. Le motivazioni nella missiva del 15 dicembre sono concrete ed evocano l’applicazione dell’Art. 126 della Costituzione Italiana da parte del Presidente della Repubblica. È infatti il Capo dello Stato che potrebbe sciogliere il Consiglio regionale già nel caso della morte del Presidente di una Regione. 

CALABRIA: DEMOCRAZIA IN PERICOLO E OSTAGGIO DEL BISOGNO
A tal proposito il portavoce del Movimento NOI Fabio Gallo ha incontrato Pino Aprile accompagnato dai rappresentanti regionali che convergono sul punto. Nel contenuto della Lettera si legge: “la Democrazia in Calabria è in pericolo, ostaggio del bisogno e crediamo che il Governo debba esserne invece, garante, traslando la data delle elezioni regionali previste per il 14 febbraio nell’autunno del 2021, commissariando la Regione Calabria in attuazione dell’Art. 126 della Costituzione Italiana. I motivi sono estremamente gravi e certamente il Governo ne terrà conto. 

CALABRESI VITTIME DI UNA GRAVE DISPUNZIONE POLITICO-ISTITUZIONALE
Il contrario risulterebbe in dicotomia con i fatti e con i dettami dello stesso Governo in tema di sicurezza e di uscita dalla pandemia da Covid19. Le elezioni regionali previste per il giorno 14 febbraio 2021, infatti, rappresentano un appuntamento elettorale proveniente da regole che non tengono conto dei molteplici aspetti dell’odierna realtà della quale solo una di esse si chiama “pandemia”, nella regione con il sistema sanitario più in crisi d’Europa. La Calabria, è al centro di una disfunzione politico-istituzionale che lo stesso Governo ha dovuto gestire con non poche difficoltà, basti riferirsi al caso relativo ai Commissari della Sanità. 

RINVIARE LE ELEZIONI. POLITICA INFILTRATA DALLA ‘NDRANGHETA
Una disfunzione che vede a forte rischio di intrusione da parte delle organizzazioni che fanno capo alla ‘ndrangheta, in grado di orientare il voto, una grande fetta dei suoi cittadini, della sua microeconomia sociale e della stessa politica. Un rischio reale come su citato e più volte sottolineato dalla Magistratura Antimafia.

GRAVI ACCUSE DA PARTE DELL’ANTIMAFIA. GARANTISTI MA DOBBIAMO RIFLETTERE
A conferma di ciò, non si può in questo contesto non tenere conto del repentino e drammatico mutamento dell’assetto politico della Regione Calabria manifestatosi con l’arresto della più alta carica istituzionale dopo quella del Presidente della Giunta, il Presidente del Consiglio, con gravissime accuse mosse dall’Antimafia di Catanzaro. Inoltre, come noto, la Regione Calabria è orfana del suo Presidente on. Jole Santelli recentemente deceduta. Una motivazione che già da sola, priva del gravame costituito da quanto su esposto, sarebbe sufficiente al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella a sciogliere il Consiglio regionale in virtù dell’Art. 126 della Costituzione Italiana. Crediamo – concludono i rappresentanti dei due Movimenti civici – che il Governo debba assicurare un piano di rispetto dei principi democratici alla Calabria, disponendo quanto sopra auspicato.