Cresce la preoccupazione per i molti contagi da Covid19 che si stanno verificando tra il personale sanitario dell’Ospedale Civile di Cosenza che chiedono aiuto all’esterno, minacciati di ritorsioni in caso dovessero trapelare notizie in grado di mettere in difficoltà la gestione aziendale. Lo scandalo nazionale emerso grazie alla costante presenza del Movimento civico NOI innanzi alle porte del Pronto Soccorso di Cosenza divenuto un vero e proprio inferno, ha messo in difficoltà un sistema che non può continuare ad essere amministrato contro l’interesse dei cittadini, violando principi costituzionali e diritti umani.

Recente è anche la notizia di infermieri in gravissime condizioni di salute e che per espletare il proprio dovere professionale avrebbero ricevuto dall’Azienda ospedaliera dispositivi non in grado di garantire la sicurezza personale dall’esposizione al Covid19. Oggi alle istanze del Movimento NOI si unisce un’altra importante fetta di civismo, quello del Movimento per l’Equità Territoriale che fa capo a Pino Aprile.

Il Movimento NOI non ha esitato a interrogare nelle ultime ore il direttore sanitario del presidio unico dell’Annunziata Salvatore De Paola e non avendo ricevuto risposte e le stesse, oggi, vengono girate al Commissario regionale Guido Longo e al MInistro della Sanità. 

“E’vero – è stato chiesto al direttore De Paola – che ad avere contratto il Covid19 sarebbe un numero molto elevato di sanitari dell’Ospedale tra i Reparti di Nefrologia, Medicina Valentina, Gastroenterologia? Il dott. Salvatore De Paola è al corrente del fatto che l’Azienda passa sistemi di protezione al corpo sanitario sul quale è palesemente scritto “NON MEDICAL MASK” e cioè da non utilizzare come presidio medico?  

Le domande sono state corredate da immagini di dispositivi di protezione non adeguati alla protezione del personale medico che sarebbero forniti dall’Azienda Ospedaliera e hanno catturato l’attenzione dei referenti del Movimento per l’Equità territoriale tra i quali Francesco Intrieri che si uniscono oggi nella richiesta di immediati chiarimenti a tutela sia del corpo sanitario che della cittadinanza tutta. La decisione dell’ultimo DPCM di riaprire tutto per il Natale potrebbe portare – come affermano gli esperti, una terza ondata di infezione e con il personale medico già ridotto dai commissariamenti del 50%, si troverebbe in gravissime difficoltà se in gran parte si troverebbe, come lo è, contagiato dal Covid19 e per questo posto in isolamento. 

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