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Nasce il Movimento NOI per la politica con la “P” maiuscola

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Papa Francesco e la Politica con la "P" maiuscola
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Papa Francesco e la Politica con la “P” maiuscola

La decisione di attivare il Movimento NOI sul quale il gruppo di amici rifletteva da tempo, è maturata giorno 30 Aprile, in Piazza San Pietro. Erano li per ascoltare come sempre Papa Francesco. La Piazza, gremita da circa 70 mila persone che quel giorno festeggiava i 150 anni della Fondazione dell’Azione Cattolica Italiana, ancora una volta ha ascoltato l’incoraggiamento di Papa Francesco rivolto ai cattolici ad occuparci della vita politica del Paese. Del nostro Paese. “Innanzi a questo ennesimo appello abbiamo capito che ognuno di noi avrebbe dovuto dare una risposta onesta a quelle parole”.

“Come è accaduto in questi 150 anni, sentite forte dentro di voi la responsabilità di gettare il seme buono del Vangelo nella vita del mondo, attraverso il servizio della Carità, l’impegno politico, mettetevi in politica! Ma per favore, nella grande politica, nella Politica con la “P” maiuscola, attraverso anche la passione educativa e la partecipazione al confronto culturale.”

NASCE IL “MOVIMENTO NOI” CON LE SUE  RETI UMANE. LA PRIMA CONCRETA RISPOSTA ALL’INVITO DEL PAPA VIENE DAL BASSO
I reiterati inviti del Santo Padre rivolti alla comunità cattolica ad entrare attivamente nella vita politica non sono caduti nel vuoto ma sono stati ascoltati e meditati.
Giorno 1 Maggio si è tenuto a battesimo a Roma e a Cosenza il Movimento NOI, la cui caratteristica è quella di creare reti umane che sviluppano idee per la Politica, partendo dal basso. Il Movimento NOI ha idee chiare, frutto di un serio e profondo discernimento durato oltre un anno. Oggi si è giunti all’inizio del suo percorso “costituente”. Il Movimento NOI agisce secondo le regole di una grande Comunità. E’ dotato di tre strumenti innovativi molto utili per semplificare il rapporto tra Cittadini e attività progettuale e Politica:

  • il sito istituzionale www.movimentonoi.it, sul quale è possibile prendere visione delle motivazioni che hanno portato alla costituzione del Movimento. Importante per chi desidera approfondire la conoscenza con il movimento;
  •  il sistema che gestisce l’attività progettuale e politica www.retenoi.it, attraverso il quale si accede ad un social intelligente in grado di gestire iscrizioni, persone, idee, progetti di legge, sondaggi, votazioni e molto altro;
  • il Magazine www.noimagazine.it, nel quale gli iscritti possono rendere note idee, approfondire argomenti, promuovere attività formative e tutto quanto rappresenta il pensiero del Movimento NOI.
Movimento NOI - il Logo istituzionale
Movimento NOI – il Logo istituzionale

Il sistema di gestione politica del Movimento (www.retenoi.it) è tanto semplice nella gestione quanto innovativo nel rapporto con l’utente. Al suo interno sono state già aperte “Reti umane” da docenti universitari, medici, architetti, avvocati, ingegneri, casalinghe, esperti d’arte, esperti di comunicazione, di connettività, di diritti umani, disabilità, ambiente, mestieri, artigianato e molto altro.

“I lavori del Movimento – ha dichiarato Fabio Gallo, tra i fondatori – erano già in corso e gli strumenti già performanti ma abbiamo vissuto in una cappa di incertezze  andata in frantumi con le parole di Francesco in Piazza San Pietro. Il giorno dopo abbiamo capito che dovevamo intraprendere il cammino” Abbiamo dedicato l’1 Maggio alla Calabria, in virtù delle statistiche che la portano prima per disoccupazione e corruzione, nonostante la prorompente bellezza territoriale, paesaggistica, naturale e del suo patrimonio culturale tra i più ricchi del Mezzogiorno, che dovrebbe farne la più ricca d’Italia.

Movimento NOI – Rete Umana
Movimento NOI – Rete Umana

ALCUNI SPUNTI DAL SITO ISTITUZIONALE
“NOI – Reti Umane – recita il sito istituzionale – è il Movimento di Opinione Sociale, Culturale, Progettuale e Politico che nasce per promuovere un Nuovo Umanesimo e generare un Network di Reti Umane impegnate attivamente in Politica. Il Movimento NOI promuove Diritti Umani e Doveri dei Cittadini e pone al centro della vita politica italiana ed europea, la centralità dell’Essere Umano e le sue esigenze primarie”.

E ancora: “NOI desideriamo attuare un nuovo modello di società sostenibile attenta alla tutela dei Valori della Civiltà Mediterranea, della nostra Cultura, che soddisfi, come dichiarato nell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite, i bisogni del presente senza compromettere la capacità delle future generazioni di soddisfare i propri bisogni. Avvertiamo il dovere di impegnarci per raggiungere 3 obiettivi fondamentali in grado di creare sviluppo sostenibile: crescita economica, inclusione sociale, tutela dell’ambiente. Vogliamo tutelare le nostre radici cristiane, perché il cristianesimo è la religione dell’Uomo e dell’Amore dell’Uomo per il suo Prossimo. Intendiamo fondare una Nuova Europa dei Popoli e delle Polis, con una visione comune, per la tutela dei diritti umani, per la promozione dei doveri, in contrasto con ogni malthusianesimo dichiarato o dissimulato. Condividiamo le intuizioni e le convinzioni politiche laiche di don Luigi Sturzo, la visione progressiva e gradualista di Jean Monnet per una Europa veramente Unita. Da cattolici, guardiamo al pensiero dialogico di Martin Buber, ai valori insostituibili della Famiglia educatrice dei Giovani, al sostegno concreto all’Amico finito male, agli Ammalati e al Prossimo”.

Movimento NOI – Rete Umana
Movimento NOI – Rete Umana

DALLA VOCE “PERCHE’ NASCE IL MOVIMENTO NOI
Il Movimento NOI nasce dall’esigenza e dalla riflessione di molti e, soprattutto giovani, di volere esprimere la straordinaria e vitale dimensione di libertà, di etica, di giustizia, di progresso civile, di democrazia sostanziale, di capacità propositiva e gestionale sussidiaria (art. 118 della Costituzione Italiana) che ogni uomo in sé, cittadino e politico di questo mondo, ha diritto di  vivere nella sua comunità territoriale, nazionale e mondiale.

Il Movimento NOI nasce dall’impellente domanda sul come poter cambiare le cose che non vanno e dalla conseguente risposta trovata solo nel nostro stesso impegno di Donne e Uomini di buona volontà e nei buoni esempi che ci giungono dalla storia. Nasce perché ogni nostra attenzione possa posarsi, con profondo senso di responsabilità, sulle esigenze primarie dei Cittadini, che sono il luogo e la ragione di ogni Democrazia che intende definirsi tale.

Il Movimento NOI trova ispirazione in segni eloquenti di questo nostro tempo, come sono per i suoi fondatori le forti, responsabili e programmatiche parole di Papa Francesco quando ha affermato: “Siate rivoluzionari, ribellatevi alla cultura del provvisorio, o quando ha sostenuto che un buon credente con onestà di vocazione “deve” impegnarsi in politica così da “ricercare il bene comune senza lasciarsi corrompere”; e qui cita l’esempio di De Gasperi e Shumann, padri di un’idea alta di Europa. E’ a tutti nota l’ispirazione profonda dettata dal Papa Paolo VI per il quale l’autentica politica è una delle forme più alte di carità, perché cerca il bene comune”.

Consulta www.movimentonoi.it
Iscriviti su www.retenoi.it
Leggi di NOI su www.noimagazine.it

 

NOI siamo i nostri Beni Culturali. Loro salveranno l’Italia

Oratorio di San Giuseppe dei Falegnami al Foro Romano - ITALIA EXCELSA
Oratorio di San Giuseppe dei Falegnami al Foro Romano - ITALIA EXCELSA
Oratorio di San Giuseppe dei Falegnami al Foro Romano - ITALIA EXCELSA
Oratorio di San Giuseppe dei Falegnami al Foro Romano – ITALIA EXCELSA

A cura del Prof. Gianluca Nava
Responsabile Restauro e Beni Culturali Movimento NOI

I nostri beni culturali siamo NOI, parlano di NOI. Raccontano la nostra storia, le nostre idee, le nostre esperienze e le nostre identità.

Siamo talmente permeati di questi simboli che, nel 1796, la Repubblica Cispadana avrebbe dovuto includere, sul vessillo che poi sarebbe stato l’universalmente riconosciuto “tricolore”, uno dei nostri monumenti…Sarebbe stato imbarazzante sceglierne uno, ma certamente non sarebbe inorridito nessuno!

I beni culturali italiani, purtroppo, parlano di NOI con maggiore eminenza solo al di fuori dei nostri confini geografici.

L’Italia è un Paese che si è “permesso il lusso” di “accompagnare” lo sviluppo del suo Eden, dal 1939 (Bottai) al 2004 (Urbani) con delle leggi indecifrabili ed inadeguate soprattutto perché, come tutte le RISORSE STRATEGICHE, hanno bisogno di essere “guardate” con molta cura.

Digital Cultural Heritage MuseumAnche il nuovissimo Decreto Cultura del 2014 (Franceschini), con il suo ART BONUS, è ricco di buoni propositi, ma fumoso nei contenuti e nella sua attuazione. Per i dati statistici, si vada a consultare la quantità di interventi effettuati sul patrimonio “vincolato” dai soggetti privati. Si scoprirà che il rilievo numerico e l’effettiva percezione della risorsa è minore del “gettone renziano” (80 euro).

Non è da meno il BONUS CULTURA dedicato ai nostri giovani che hanno inteso farvi riferimento solo nel 6,3% dei casi.

Il nostro bel Paese ha da sempre maltrattato tutti gli onesti lavoratori che hanno dedicato le loro esistenze a questi simboli identitari. Tutti coloro che, a vario titolo, hanno avuto nel loro target professionale i beni culturali, sono stati da sempre, elisi e negletti.

Qualcuno con in mano lo scettro ha anche risposto, in interrogazioni parlamentari, che con la cultura non si mangia.

La “torta” del DEF che i beni culturali vedono assegnarsi ogni anno dal Governo, è RIDICOLA!

Ormai è una piangente consuetudine constatare che si rifiutano i soldi per la gestione, per la valorizzazione e soprattutto (UDITE…UDITE!!!) per la conservazione.

Digital Cultural Heritage Museum
Cortesia: Digital Cultural Heritage Museum

Attualmente, almeno trentamila (stima per difetto!) persone in Italia, fra storici dell’arte, diagnosti e restauratori, attendono di “sapere” come siano riconosciute le vicendevoli competenze nel menage amministrativo che si attua quando si interviene sul nostro patrimonio artistico.

Quindi in questa pittoresca vicenda che annichilisce qualsiasi buon proposito trasversale delle compagini che si sono avvicendate al governo, nel Paese che, in rapporto all’intero pianeta, detiene la maggiore quantità di manufatti artistici di pregio, si riservano “briciole” per “tappare” il foro principale della vasca e si assiste inesorabili alla presenza-assenza di un popolo “mascherato”.

Cortesia: Digital Cultural Heritage Museum
Cortesia: Digital Cultural Heritage Museum

E’ il popolo mascherato che i giapponesi vengono a filmare per poi detenere i diritti di autore sulle immagini della Cappella Sistina, quello che assiste inerme alla partnership modaiola che rimette in piedi la Fontana di Trevi, quello che “abbassa la saracinesca” perché lo Stato (moroso!) non paga i lavori di restauro per i quali (per sporadico miracolo conclamato) ha incassato i soldi dall’UE.

Se ci si sofferma dunque ad osservare come la governance italiana abbia gestito la “pentola” del patrimonio culturale, lo spettacolo che si ammira è desolante, torrido, agghiacciante. In un rinnovato modus operandi bisogna rifondare un pensiero, al quale seguirà una azione operativa.

Il pensiero dovrà essere quello che con l’ECONOMIA DEI BENI CULTURALI, si potrà governare bene.

Sarà profumato il risveglio degli italiani quando, finalmente, saranno certi che con uguale rispetto si tratteranno le migliaia di lavoratori del settore e del suo indotto, insieme a questi “scrigni” di sapienza. Gli scrigni che esporteremo nelle menti di coloro che non ci dimenticheranno mai quando varcheranno in nostri confini.

L’amministrazione di questo Paese non può disattendere la promessa che il nostro patrimonio attende! Più fondi nel DEF e meno sprechi, più progetti mirati che producano ricchezza.

E mai più si dovranno attendere i fondi d’Oltralpe, perché sarebbe come relegare in subordine tutto quello che, per sua natura, non dovrà ritornarci.

Il domani dei beni culturali italiani si realizzerà con l’immediato riconoscimento del nostro patrimonio mediante un fine, capillare e rigoroso censimento (dei rischi, delle emergenze, dello stato di conservazione) mai davvero attuato. L’attività delle Soprintendenze non è mai riuscita a conoscere, in maniera esaustiva, questi dati.

Al contempo, a coloro che per le loro vicendevoli competenze se ne occuperanno, sarà concesso di  “smascherarsi” ed essere un vanto per questa nazione.

I fondi dovranno essere equamente ripartiti in una attenta, solerte e metodica programmazione pluriennale che terrà conto delle emergenze e del pregio. Non sarà mai più possibile relegare le aree fuori dai centri canonici di interesse in un eterno oblio.

Il nuovo modo di pensare i beni culturali italiani passa attraverso una azione sinergica di insieme. Questo sistema virtuoso favorirà le singole specificità come carattere premiale e negherà la pregressa azione egemonica dei “simboli” consueti.

Con questa azione sui beni culturali CRESCE L’ITALIA.

NOI…insieme, faremo crescere l’ITALIA!

Movimento NOI propone il “censimento profondo”

Il Censimento, movimento NOI, sicurezza,immigrazione,diritti
Il Censimento
Il Censimento, movimento NOI, sicurezza,immigrazione,diritti
Il Censimento

La Redazione/

Il Movimento NOI propone l’attuazione del “Censimento profondo” della popolazione. Quello che periodicamente si redige sappiamo essere affidato all’Istituto Nazionale Statistica – Istat, ma NOI chiede che se ne attui uno “profondo”, come la scansione di un hard disck nel quale sono contenuti in modo invisibile dati importanti e dalla cui conoscenza dipende il funzionamento di un’azienda.

NUOVO CENSIMENTO PROFONDO PER PROGETTARE LA NUOVA SOCIETA’
Si, desideriamo avere un censimento aggiornato e realizzato insieme alla Guardia di Finanza e all’Agenzia delle Entrate per sapere chi siamo, quanti siamo, di cosa viviamo, dove abitiamo. Il Censimento serve a tutti e a tutto. Serve ad organizzare il presente, a programmare il futuro, ad attuare con dati alla mano la politica del fare bene il bene.

“Anche Maria e Giuseppe nella piccola Betlemme andavano a farsi registrare, ciascuno nella propria città. Anche Giuseppe, che era della casa e della famiglia di Davide, dalla città di Nazareth e dalla Galilea salì in Giudea alla città di Davide, chiamata Betlemme, per farsi registrare”.

La premessa per dire che anche Gesù nasce nel corso di un censimento resosi necessario. In ogni società, ad un certo punto, è fondamentale sapere esattamente chi siamo, quanti siamo, dove abitiamo, di cosa viviamo. Un’attività – quella del censimento – indispensabile in una società che vive di servizi alla collettività retribuiti tramite i tributi versati dagli stessi Cittadini. Ma il Censimento è un’attività indispensabile anche per la sicurezza nel momento in cui una Città, una “Polis”, è fatta meta di migranti di cui non si conosce nulla, nomadi che divenuti stanziali e di una umanità invisibile perché abbandonata. Il censimento è un’attività indispensabile perché tutti i Cittadini siano presenti allo Stato e lo Stato ai Cittadini ma anche perché essi – i Cittadini tutti – ricevano garanzie sia nella tutela dei propri diritti che nell’esercizio dei propri doveri.

MOVIMENTO NOI: CENSIMENTO PROFONDO INDISPENSABILE E URGENTE
Crediamo che istituire un protocollo severissimo di accesso all’Italia sia indispensabile anche per rendere nuovamente solida la fiducia Cittadini e Stato. Ciò non significa essere contro l’immigrazione o accoglienza che voglia definirsi. Anzi! Significa proporre a chi approda in Italia un progetto di vita, la chiara sensazione di avere posto piede in un Paese Civile che nulla ha di simile a quello dal quale si fugge, per qualsiasi motivo leda i principi della libertà e della Democrazia. Questo programma non può che partire con un censimento poiché diversamente sarebbe come condividere che milioni di persone possano diventare a loro piacimento “invisibili” sia a chi li accoglie, che allo Stato e ai doveri che tutti abbiamo perché esso sia rispettato e tutelato.

La prima cosa che fanno una Madre e un Padre quando accolgono i figli, è mettere in ordine la propria casa per renderla accogliente. La seconda, è quella di raccomandare ai figli di non metterla in disordine.

NOI abbiamo buona volontà! E ci prodigheremo nella maniera più decisa per ricreare le basi di una migliore Civiltà.

Cultura: Designato il 2018 “Anno Europeo del Patrimonio Culturale”

Digital Cultural Heritage Museum
Cortesia: Digital Cultural Heritage Museum
Con una dotazione finanziaria di otto milioni di euro, il 2018 è stato designato “Anno europeo del patrimonio culturale (EYCH – European Year of Cultural Heritage)”, che sarà finalizzato, tra le altre cose, a promuovere la diversità culturale, il dialogo interculturale e la coesione sociale.

Nel corso del 2018 sarà prioritario anche l’impegno di evidenziare il contributo economico dei beni culturali per i settori culturali e creativi e  sottolineare il ruolo del patrimonio culturale nelle relazioni esterne dell’Ue, tra cui la prevenzione dei conflitti, la riconciliazione post-conflitto e la ricostruzione del patrimonio culturale eventualmente distrutto.
La Decisione (UE) 2017/864 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 17 maggio 2017, relativa a un Anno europeo del patrimonio culturale (2018) è stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione europea, serie L 131 il 20 maggio 2017.

Gli obiettivi generali dell’Anno europeo sono  quindi quello di incoraggiare e sostenere l’impegno dell’Unione, degli Stati membri e delle autorità regionali e locali, in cooperazione con il settore del patrimonio culturale e la società civile in senso lato, inteso a proteggere, salvaguardare, riutilizzare, rafforzare, valorizzare e promuovere il patrimonio culturale dell’Europa. In particolare l’Anno europeo:

  • contribuisce a promuovere il ruolo del patrimonio culturale dell’Europa quale componente essenziale della diversità culturale e del dialogo interculturale;
  • rafforza il contributo del patrimonio culturale dell’Europa alla società e all’economia attraverso il suo potenziale economico diretto e indiretto;
  • contribuisce a promuovere il patrimonio culturale come elemento importante delle relazioni tra l’Unione e i paesi terzi, basandosi sull’interesse e sulle esigenze dei paesi partner e sulle competenze dell’Europa in materia di patrimonio culturale.

Gli obiettivi specifici dell’Anno europeo sono:

  • incoraggiare approcci al patrimonio culturale incentrati sulle persone, inclusivi, lungimiranti, più integrati, sostenibili e intersettoriali;
  • promuovere modelli innovativi di governance partecipativa e di gestione del patrimonio culturale, coinvolgendo tutti i portatori di interessi;
  • promuovere il dibattito, la ricerca e lo scambio di buone pratiche sulla qualità della conservazione, della salvaguardia, del riutilizzo e del miglioramento innovativi del patrimonio culturale e sugli attuali interventi nell’ambiente storico;
  • promuovere soluzioni che rendano il patrimonio culturale accessibile a tutti, anche per mezzo di strumenti digitali, attraverso l’eliminazione delle barriere sociali, culturali e fisiche, tenendo conto delle persone con particolari esigenze;
  • sottolineare e incrementare il contributo positivo del patrimonio culturale alla società e all’economia attraverso la ricerca e l’innovazione;
  • incoraggiare sinergie tra il patrimonio culturale e le politiche in materia di ambiente integrando il patrimonio culturale nelle politiche ambientali, architettoniche e di pianificazione e promuovendo l’efficienza energetica;
  • incoraggiare strategie di sviluppo locale e regionale che sfruttino il potenziale del patrimonio culturale, anche promuovendo il turismo sostenibile;
  • sostenere lo sviluppo di competenze specialistiche e migliorare la gestione e il trasferimento delle conoscenze nel settore del patrimonio culturale, tenendo conto delle implicazioni del passaggio al digitale;
  • promuovere il patrimonio culturale quale fonte di ispirazione per la creazione e l’innovazione contemporanee ed evidenziare il potenziale di arricchimento reciproco e di una maggiore interazione tra il settore del patrimonio culturale e altri settori culturali e creativi;
  • sensibilizzare all’importanza del patrimonio culturale europeo tramite l’istruzione e l’apprendimento permanente, concentrandosi in particolare sui bambini, sui giovani e sui gruppi difficili da raggiungere;
  • evidenziare il potenziale della cooperazione in materia di patrimonio culturale per sviluppare legami più forti all’interno dell’Unione e con i paesi al di fuori dell’UE e per incoraggiare il dialogo interculturale, la riconciliazione postbellica e la prevenzione dei conflitti;
  • promuovere la ricerca e l’innovazione in relazione al patrimonio culturale; favorire l’adozione e l’utilizzo dei risultati della ricerca da parte di tutti i portatori di interessi, in particolare le autorità pubbliche e il settore privato, e facilitare la diffusione dei risultati della ricerca a un pubblico più vasto;
  • incoraggiare sinergie tra l’Unione e gli Stati membri, anche potenziando le iniziative di prevenzione del traffico illecito di beni culturali;
  • dare risalto nel corso del 2018 agli eventi significativi che rivestono un’importanza simbolica per la storia e il patrimonio culturale dell’Europa.

Le misure che possono essere adottate per conseguire gli obiettivi del programma possono comprendere le seguenti attività a livello europeo, nazionale, regionale o locale:

  • iniziative ed eventi intesi a promuovere il dibattito, a sensibilizzare all’importanza e al valore del patrimonio culturale e a facilitare il coinvolgimento di cittadini e portatori di interessi;
  • informazioni, esposizioni e campagne di istruzione e sensibilizzazione per trasmettere valori quali la diversità e il dialogo interculturale attraverso prove del ricco patrimonio culturale dell’Europa e stimolare il contributo del pubblico alla protezione e alla gestione del patrimonio culturale e, più in generale, al conseguimento degli obiettivi dell’Anno europeo;
  • condivisione di esperienze e di buone pratiche da parte di amministrazioni nazionali, regionali e locali e di altre organizzazioni e la diffusione di informazioni sul patrimonio culturale, anche attraverso Europeana;
  • lo svolgimento di studi e di attività di ricerca e innovazione e la diffusione dei loro risultati su scala nazionale o europea;
  • la promozione di reti e progetti collegati all’Anno europeo, anche attraverso i media e le reti sociali.

Gli Stati Membri sono responsabili dell’organizzazione della partecipazione all’Anno europeo a livello nazionale e di nominare i coordinatori nazionali per garantire il coordinamento delle attività pertinenti a livello nazionale.
La Commissione europea, per coordinare lo svolgimento dell’Anno a livello europeo, convoca periodicamente riunioni con i coordinatori nazionali e con i portatori di interessi e dei rappresentanti delle organizzazioni o degli organismi operanti nel settore del patrimonio culturale, fra cui le reti culturali transnazionali esistenti e le ONG pertinenti nonché le organizzazioni giovanili, per assisterla in sede di attuazione dell’Anno europeo a livello di Unione.
La Commissione coopera anche con le pertinenti organizzazioni internazionali, in particolare con il Consiglio d’Europa e l’Unesco, garantendo nel contempo la visibilità della partecipazione dell’Unione.
Il cofinanziamento a livello di Unione delle attività di attuazione dell’Anno europeo può avvenire anche attraverso i programmi esistenti, come ad esempio il Programma Europa creativa e nell’ambito delle possibilità previste per la fissazione di priorità su base annuale o pluriennale. L’Anno europeo può essere, ove opportuno, sostenuto da altri programmi e da altre politiche, nell’ambito delle rispettive disposizioni giuridiche e finanziarie esistenti.

Fonte: Ministero per la Semplificazione e la Pubblica Amministrazione.

Autodichia: sotto il tappeto dell’apparenza, la zona franca del Parlamento

Il Parlamento, autodichia
Il Parlamento
Il Parlamento, autodichia
Il Parlamento

di Pacuvio Labeone/

Il Dizionario Giuridico definisce l’Autodichia la “Particolare prerogativa dei due rami del Parlamento di risolvere, attraverso un organismo giurisdizionale interno, le controversie insorte con i propri dipendenti”. Ma proprio per questo motivo l’Autodichia è vista come una zona franca del Parlamento perché a controllarla è solo lo stesso Parlamento. Perché ci interessa? Perché i privilegi della casta passano anche dall’Autodichia.

Contributo di Goleminformazione – Questo sito si è occupato di Autodichia sin dal suo primo affacciarsi in Corte di cassazione, oltre tre anni fa. Non può quindi che accogliere con favore la pubblicazione del libro di Irene Testa “Sotto il tappeto”, Aracne editore, che dell’Autodichia si occupa, appunto, rovistando sotto le apparenze.

NEL PALAZZO DEL POTERE VIGE L’ESENZIONE DALLO STATO DI DIRITTO
Le apparenze, infatti, sono che si tratti solo di tribunalini interni alle Camere per decidere sui ricorsi di categorie coccolatissime di dipendenti: i commessi, le dattilografe, i funzionari, nonché il famoso barbiere di Montecitorio. In realtà, Testa ci spiega che questo è solo il vertice di una piramide rovesciata: sulla punta delle forbici di quel barbiere si regge tutto un sistema normativo interno, che non ha nessuna giustificazione giuridica in nessuna altra parte del mondo.

NO AUTODICHIA – ZONA FRANCA DEL PARLAMENTO
Da noi ce l’ha solo perché, dal 1988, ci sono quei tribunalini: come ai tempi del pretore peregrino nell’antica Roma, così ora, nel centro della Capitale, lo ius speciale esiste perché c’è solo un giudice interno autorizzato a conoscerlo. Se domestico è il giudice, è “domestico” anche il diritto: e se è domestico il diritto, allora l’affitto può essere d’oro, il vitalizio può essere d’oro, il contributo ai gruppi parlamentari può essere d’oro, e via aurificando.

NE PAGANO I PRINCIPI DI BUON ANDAMENTO DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE
Quelli che restano indietro, in questa rincorsa, non sono solo o tanto i dipendenti, ma, quel che è peggio, sono i principi di buon andamento della pubblica amministrazione: senza la Corte dei conti, la spesa va fuori controllo, in tutti gli organi costituzionali. Il diritto alla conoscenza, funzionale all’affermazione dello Stato di diritto, richiede che su questa divaricazione – rispetto agli standard di buona condotta amministrativa – si faccia piena luce.

IL LIBRO

autodichia,irene testa, parlamento,casta
Il Libro di Irene Testa

Distribuzione della proprietà e del patrimonio immobiliare sul territorio nazionale.

Quasi 20 milioni di famiglie sono proprietarie della casa in cui abitano, il 77,4% del totale. L’abitazione vale in media nel 2014 circa 170 mila euro (1.450 €/m2), valore però in calo del 2,4% rispetto al 2013. Gli italiani proprietari di un appartamento sono oltre 25,7 milioni (dipendenti e pensionati nell’81,7% dei casi) mentre i locatari sono 4,7 milioni. La superficie media di un’abitazione è pari a 117 m2. Oltre un miliardo di euro è l’ammontare delle agevolazioni fiscali erogate per quasi 3,7 milioni di interventi di ristrutturazioni, riqualificazione energetica e messa in sicurezza degli edifici effettuati nel 2014.
È la fotografia del patrimonio immobiliare italiano al 31 dicembre 2014 scattata dall’Agenzia delle Entrate e dal Dipartimento delle Finanze del Ministero dell’Economia, in collaborazione con il partner tecnologico Sogei, i cui dati sono riassunti nella sesta edizione del rapporto “Gli immobili in Italia”, presentato oggi a Roma presso Sala Polifunzionale del Mef.
Il volume analizza la distribuzione della proprietà e del patrimonio immobiliare sul territorio nazionale, in relazione alle caratteristiche socio-demografiche ed economiche dei proprietari, con approfondimenti sulla tassazione immobiliare e sulle agevolazioni fiscali per la ristrutturazione edilizia, la riqualificazione energetica e per interventi antisismici.

La casa è di proprietà – Ipotizzando che ad ogni abitazione principale corrisponda una famiglia, nel 2014 in Italia il 77,4% delle famiglie risultano proprietarie dell’abitazione in cui risiedono. Questo dato è sensibilmente più elevato al Sud e nelle Isole (82,9%), prossimo al dato nazionale al Nord (75,3%), mentre è più basso al Centro (il 73,9%).

Come gli italiani utilizzano la propria abitazione – Nel 2014 la maggior parte delle abitazioni di proprietà delle persone fisiche sono utilizzate come abitazione principale (62,6%), il 17,9% sono a disposizione (le cosiddette “seconde case”) e solo l’8,8% dello stock abitativo è dato in locazione. Un ulteriore 2,8% è rappresentato dalle abitazioni date in uso gratuito a un proprio familiare.

Il valore delle abitazioni – Nel 2014 il valore medio nazionale di un’abitazione si attesta intorno ai 170 mila euro, con un valore unitario di 1.450 €/m2, in calo del 2,4% rispetto all’anno precedente. A livello regionale la variabilità è abbastanza sostenuta e va dai circa 285 mila euro in Trentino Alto Adige ai circa 82 mila euro nel Molise. Nelle 12 maggiori città italiane con popolazione oltre i 250.000 abitanti, il valore medio delle abitazioni si è ridotto quasi ovunque, con un deciso calo a Torino (-11,4%). Le uniche variazioni positive si osservano a Milano (+4,5%) e, in maniera più contenuta, a Venezia (+0,9%). Per quanto riguarda invece le pertinenze, una cantina vale in media circa 6mila euro, mentre un box/posto auto vale circa 22mila euro. Roma, Milano e Napoli – Lo studio analizza, in dettaglio, anche la situazione immobiliare nelle tre principali metropoli italiane. A Roma sono circa 900 mila le famiglie proprietarie della casa di residenza, quasi il 65% del totale. A Napoli e Milano la quota è più contenuta, 62% e 58% rispettivamente. A Roma la superficie media di un’abitazione è pari a 103 m2, con un valore medio di circa 354 mila euro (3.448 €/m2); a Milano è di 88 m2, con un valore medio di circa 269 mila euro (3.058 €/m2); a Napoli la superficie media di un’abitazione è 102 m2, per un valore medio di circa 250 mila euro (2.458 €/m2).

L’identikit del proprietario… – Nel 2014, dei 40,7 milioni di contribuenti che hanno presentato la dichiarazione dei redditi, oltre 25,7 milioni (il 63,2% del totale dei contribuenti) sono risultati proprietari di immobili o di quote immobiliari. I lavoratori dipendenti e i pensionati costituiscono l’81,7% dei proprietari: più della metà dei proprietari risiede al Nord (50,7%), il 23,1% al Centro e il 26,2% al Sud e nelle Isole. Le donne proprietarie di abitazioni sono circa 886 mila in meno degli uomini, ma il valore delle loro abitazioni è maggiore, nonostante il reddito imponibile sia nettamente inferiore. In crescita sono, invece, i proprietari senza figli a carico, che rappresentano il 76,6% del totale. Infine, i proprietari con età inferiore ai 35 anni rappresentano il 9% della popolazione, quelli con età superiore ai 65 anni sono il 32,6%, mentre quelli di età compresa fra i 35 e i 65 anni sono il 58,4%.

…e del locatore – Complessivamente nel 2014 gli individui locatori di immobili, in Italia, sono 4,7 milioni, con un aumento di circa il 4,1% rispetto al 2012. Il canone annuo medio rimane invariato (circa 9,7 mila euro). Il 34,9% dei locatori (quasi 1,7 milioni) ha un’età compresa tra 51 a 70 anni, seguono i proprietari con età compresa tra 31 e 50 anni (il 23,1%) e gli ultrasettantenni (il 22,2%), mentre i locatori con meno di 30 anni sono il 2,4% del totale. Nel 2013, gli immobili locati a uso abitativo assoggettati a tassazione ordinaria erano il 61% circa, quelli con cedolare secca ordinaria il 34% e quelli con cedolare secca ad aliquota ridotta il 5%.

La tassazione sulla casaLa tassazione sulla casa – Dal 2016 il prelievo sugli immobili si è ridotto di 4,4 miliardi di cui 3,6 miliardi riferibili all’abolizione della Tasi sulle abitazioni principali non di lusso. Ne hanno beneficiato 19,5 milioni di contribuenti (per il 75% lavoratori dipendenti e pensionati) per un risparmio medio pro capite di 175 euro annui L’Imu versata nel 2016 è pari a 18,8 miliardi e la Tasi sui servizi indivisibili a 1,1 miliardi, per un totale di 19,9 miliardi di euro di gettito complessivo Imu/Tasi. La composizione percentuale del gettito complessivo mostra che, nel 2016, del totale del prelievo sugli immobili circa il 48% delle entrate deriva dall’Imu e solo il 3% dalla Tasi, per effetto dell’esenzione dal pagamento dell’imposta sulle abitazioni principali. Il gettito da imposte di natura reddituale è pari al 21% del totale ed è in gran parte attribuibile all’Irpef (14% del totale) e alla cedolare secca sulle locazioni abitative (5%), il cui gettito cresce di anno in anno. L’Iva sulle compravendite di immobili rappresenta il 13% delle entrate complessive, mentre le imposte di registro e bollo costituiscono il 7% del totale.

Le agevolazioni fiscali per ristrutturazioni e riqualificazione energetica – Nel periodo 2005-2014 sono stati effettuati complessivamente 17,1 milioni di interventi per il recupero del patrimonio edilizio, con un ammontare di spesa totale pari a 94,3 miliardi di euro circa e una spesa media per opera pari a 5,5 mila euro. In particolare, nell’anno di imposta 2014, i contribuenti che hanno riportato in dichiarazione spese per ristrutturazione edilizia, sono 7,6 milioni. La detrazione media è pari a circa 542 euro per contribuente. Gli immobili su cui sono stati effettuati interventi di ristrutturazione sono 719,8 mila e la spesa media maggiore (10,6 mila euro) è sostenuta per gli immobili situati nei piccolissimi Comuni (fino a 5 mila abitanti). Riguardo al genere, i contribuenti di genere maschile che hanno dichiarato lavori di ristrutturazione sono 4,4 milioni, mentre le donne solo 3,2 milioni. La spesa media è di 13,2 mila euro per gli uomini e 11,3mila euro per le donne, mentre le detrazioni medie sono pari a 578 euro per gli uomini e 492 euro per le donne. Dal 2008 al 2014 sono stati effettuati 2,7 milioni di interventi di riqualificazione energetica, per una spesa totale pari a 19,3 miliardi di euro e una spesa media di 7,2 mila euro. Il 61,7% dei soggetti che richiedono una detrazione sono di sesso maschile e spendono in media 11,4 mila euro, contro i 9,2 mila euro di spesa dei contribuenti di genere femminile. Per entrambe le tipologie di bonus, la distribuzione per classi di età evidenzia che il numero massimo di lavori è sostenuto da contribuenti con più di 60 anni.

Le agevolazioni per interventi antisismici e messa in sicurezza degli edifici – Da agosto 2013, data di introduzione dell’agevolazione fiscale, a dicembre 2014 sono stati effettuati oltre 45 mila interventi relativi all’adozione di misure antisismiche. L’ammontare totale di spesa per questa categoria di opere è pari a oltre 300 milioni di euro e la spesa media è di circa 6,7 mila euro. Per questi interventi sono state richieste detrazioni per un importo totale pari a circa 19,7 milioni di euro, cui corrisponde un beneficio fiscale medio pari a 435 euro. I beneficiari sono, nella maggior parte dei casi, di genere maschile (61%) e spendono in media più delle donne (8,7 mila euro, contro i 7,3 mila euro circa spesi dalle donne): di conseguenza beneficiano di una detrazione più elevata (568 euro contro i 476 euro per le donne). Con riferimento alla classe di età, il numero maggiore di beneficiari si registra nelle classi tra i 30 e i 45 anni e oltre i 60 anni (rispettivamente 14,7 mila e 12,8 mila contribuenti).

Fonte Ufficio Stampa MEF

L’Occidente alza le mani. Tutti presunti colpevoli. Tranne i jihadisti

jihadisti, islam,terrorismo

jihadisti, islam,terrorismoDi Fabio Gallo/

No, non siamo contrari all’emigrazione e all’immigrazione. L’Umanità è sempre stata in movimento e sempre lo sarà. Si parte e si abbandona la propria terra per molti motivi: per lavoro, perché si scappa dalla carestia, dall’oppressione, dalle guerre, dalle dittature, dall’ignoranza, ma anche per amore, per conoscere, viaggiare, studiare, per crescere.

FABIO GALLO: NON SIAMO CONTRARI ALL’ACCOGLIENZA
E non ci si può dire di essere contrari all’accoglienza perché molti di NOI hanno accolto nella  loro parte più intima, nell’anima, la fede portata nel mondo da un ebreo. Siamo cristiani e abbracciamo viaggiatori, turisti, pellegrini, migranti. Chi ha studiato Antropologia come chi scrive, sa bene che tutto ciò è naturale.

VIOLENZA INACCETTABILE COME OGNI FORMA DI INTEGRALISMO
Innaturale, invece, è la violenza di chi parte dalla propria terra non già alla ricerca di pace ma per imporre la propria cultura violenta, che sia per l’affermazione di una sua idea o della sua religione, a costo di uccidere chi gli tende una mano per sostituirsi ad esso. Siamo contrario ad ogni forma di integralismo e profondamente convinti di appartenere ad un grande Popolo, quello Italiano, dalle radici giudaico-cristiane e greco-romane che sono, per chi giunge in Italia, da condividere perché l’integrazione, non l’occupazione, ha origine da questa volontà.

Sappiamo bene di trovarci in un momento in cui il Mediterraneo è in fermento e spinge verso l’Occidente le sue problematiche secolari. Sappiamo di vivere in un momento difficilmente decifrabile ma non stiamo facendo nulla per programmarlo attraverso idee che sappiano promuovere politiche concrete lontane da giri di parole. Le domande sarebbero poche se si avesse buona volontà: quanta umanità potrò accogliere, siamo in grado di gestire questa umanità programmando per essa attività lavorative a qualsiasi livello, come integrerò questa umanità nell’attuale società civile evitando che essa vada a costituire uno stato nello Stato, quali strategie da utilizzare perché questa umanità sia consapevole che una volta sbarcata in un nuovo mondo troverà una nuova cultura cui adeguarsi.

IL REDAZIONALE DI NICOLA PORRO PONE LA QUESTIONE
Mi ha colpito il redazionale a cura di Nicola Porro (Il Giornale.it) dal titolo “L’Occidente è condannato. Siamo tutti presunti colpevoli. Tranne i jihadisti”, perchè evidenzia quella dicotomia che rende i pilastri dell’Europa dei Diritti (ma anche dei Doveri), fragili e incapaci si sostenere l’onda tellurica proveniente da questo Mediterraneo in fermento la cui energia è tale, da riuscire ad azzerare del tutto ogni forma di esistenza culturale sovrastandola con il segno della paura.

Il redattore afferma che  “Tranne i jihadisti ci troveremo nella paradossale condizione di difendere il nostro sistema di valori quando trattiamo con chi lo vuole distruggere e di negarlo con chi è vittima del fondamentalismo”.

E facendo riferimento alla scena che tutto il mondo ha potuto vedere dei fedeli con le mani alzate in Notre Dame de Paris, afferma “quelle mani sul capo sono più che una resa, sono più che un simbolo, sono il segnale di come non abbiamo ancora capito quale sia il nemico da combattere e di quanto esso sia determinato”.

Ancora non siamo stati attaccati ma già, condizionati dalla paura, alziamo le mani. E il paradosso è che a chiederlo ai cittadini francesi è stata la nostra stessa Polizia francese che, piuttosto, dovrebbe imporre regole di ingresso severissime non solo dei propri cittadini, ma anche di chi è costretto a fuggire dalla propria terra per trovare Pace.

Va inoltre detto a gran voce che la maggior parte degli attentati sino ad oggi subiti dai Cittadini, sono stati eseguiti da altri cittadini di cultura diversa da quella ospitante a dimostrazione del fatto che c’è una parte del mondo che ancora non è matura per una convivenza civile che ponta tutti sul piano della reale uguaglianza.

NOI: la RAI, da servizio pubblico a “Grande Opportunità” per l’Italia del lavoro

Movimento NOI - Riforma RAI
Movimento NOI - Riforma RAI
Movimento NOI - Riforma RAI
Movimento NOI – Riforma RAI

Di Fabio Gallo/

La RAI è la Televisione di Stato finanziata dai contribuenti attraverso l’imposizione di una tassa che oggi lo Stato preleva direttamente, attraverso il pagamento delle bollette dell’energia elettrica. Per questo la RAI è definita anche “Servizio Pubblico”. NOI siamo dell’idea che il grande deficit accumulato da numerose regioni italiane, come ad esempio quelle del Mezzogiorno, sia dovuto ad un utilizzo errato di gran parte dei palinsesti con i quali si strutturano le Reti televisive, radiofoniche e Internet della RAI.

La televisione di Stato ha sviluppato un grandissimo debito nei confronti del Mezzogiorno d’Italia.

Il Movimento NOI ritiene che in modo particolare nei confronti del Mezzogiorno d’Italia, la RAI abbia adottato la politica (errata) del prelievo della notizia clamorosa proveniente dai fatti negativi, non solo per rispondere alle esigenze di cronaca, ma anche per mantenere alti gli ascolti. Ciò, scegliendo il fragore dell’albero che cade (indispensabile per avere ascolto), rispetto al silenzio costruttivo dell’intera foresta che cresce. Negli anni, per l’attuazione di tale politica, la televisione di Stato ha sviluppato un grandissimo debito nei confronti del Mezzogiorno d’Italia, ponendo prevalentemente sulle sue reti notizie negative che hanno compromesso in modo grave il suo sviluppo.

E’ importante precisare che il volume delle Reti RAI è davvero enorme potendo contare su circa 38 testate tra Televisive, Radiofoniche e Internet. Possiamo e dobbiamo rimediare perché il mondo del lavoro dipende anche dalla qualità e quantità d’informazione positiva e istituzionale che ad esso si rivolge.

Attiveremo una produzione audiovisiva capillare, su tutte le regioni, valorizzando autori interni RAI e indipendenti, perché comunicare l’ITALIA significhi produrre Economia e Lavoro.

Questo debito prodotto dalla mancanza del prevalere di una comunicazione positiva, può essere compensato attraverso l’attuazione di un progetto di Comunicazione Etica, e di una produzione audiovisiva capillare su tutte le regioni del Mezzogiorno, valorizzando autori interni RAI e autori indipendenti. Parliamo di produzioni finalizzate alla valorizzazione sistematica del grande Patrimonio Culturale e Umano, ai suoi Giovani, alle Università, alla Ricerca, al mondo dell’Agricoltura, delle Tradizioni e dei Mestieri, al suo mondo Produttivo e, nel caso del Mezzogiorno d’Italia, al suo innato talento di approdo di grandi Civiltà.

NOI vediamo la RAI non più e solo come un “Servizio Pubblico” ma come una “Grande Opportunità” per lo Sviluppo Economico del nostro Paese.

Un modo di produrre, quello cui ci riferiamo, che significhi Sviluppo Economico e Lavoro sui territori delle diverse Regioni. Nella configurazione dei Palinsesti, quindi, è fondamentale tenere presenti una serie di valori e parametri, tesi a dare vita ad una nuova coscienza in grado di porre al centro della sua azione tutto quanto di positivo il Paese ha da esprimere. Tanto più per il fatto che grazie ai canali digitali, l’informazione può sostenere (tutta) la produttività italiana nel mondo.

L’Italia cambia, il mondo cambia, i mercati cambiano, tutto cambia, ma la Televisione di Stato non si rende conto che, così com’è, non è in grado di aiutare la crescita della Nazione. L’Italia che cresce e lavora, quello delle Piccole e Medie Imprese che non fa rumore ma produce tra mille difficoltà, necessita di spinte importanti e quotidiane, di attenzione, di valorizzazione e promozione.

Per il Movimento NOI, questa indispensabile visione culturale, rappresenta uno dei pilastri fondamentali del nostro programma progettuale e politico. NOI vediamo la RAI non più e solo come un “Servizio Pubblico” ma come una “Grande Opportunità” per lo Sviluppo Economico del nostro Paese.

Il PM Sangermano: via dall’Italia chi delinque. Andare oltre Shengen

NOI Magazine - Giustizia e Diritto
NOI Magazine - Giustizia e Diritto
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NOI Magazine – Giustizia e Diritto

 “È ormai evidente che occorre una svolta culturale. Occorre andare oltre il mantra rituale secondo cui ‘Schengen non si tocca’. Lo schema tradizionale che coniuga i principi democratici a quelli della libera circolazione non è più adeguato a contrastare il terrorismo perché lascia spesso la magistratura priva di armi efficaci per prevenirne gli intenti criminosi. La politica ha pertanto il dovere di individuare una strategia nuova che consenta di osteggiare il radicalismo fin nei suoi prodromi”.

ANGELO SANGERMANO VICEPRESIDENTE DI ANM
Questa, l’autorevole voce del  vicepresidente di Anm – Associazione Nazionale Magistrati, Antonio Sangermano, in un’intervista pubblicata mercoledì dal Mattino.

IMPOSSIBILE SOGGIORNARE IMPUNEMENTE
Il magistrato chiede di rafforzare e ampliare lo strumento delle espulsioni preventive per ragioni di sicurezza nazionale. “Non si può più attendere che una sentenza passi in giudicato per espellere un soggetto radicalizzato. Nella maggioranza dei casi – sottolinea -, prima di abbracciare la guerra santa, i soggetti a rischio passano attraverso ‘reati spia’ come lo spaccio e il furto.

Non possiamo consentire che pregiudicati privi di cittadinanza possano soggiornare impunemente nel nostro territorio.

Per chi commette reati che rilevano pericolosità sociale nessun salvacondotto: dev’essere allontanato dal nostro Paese e riaccolto da quello di provenienza”.

SOTTRARRE ITER DELLA CITTADINANZA A MECCANISMI AUTOMATICI
Antonio Sangermano sottolinea inoltre che, a suo avviso, è “tempo di sottrarre l’iter della cittadinanza a meccanismi automatici, chi dimostra di volersi integrare deve essere premiato, chi viola la legge deve essere mandato via“. Quanto ai flussi migratori, “dobbiamo prendere atto che non possiamo accogliere tutti. É tempo di sottrarre l’iter della cittadinanza a meccanismi automatici. Diritti e doveri devono essere fissati in uno statuto dell’immigrato che ancori l’accoglienza nel nostro paese al rispetto delle leggi”.

CHI INTENDE DIVENTARE ITALIANO ACCETTI E CONDIVIDA NOSTRI VALORI
Ma il Magistrato continua con una dichiarazione che trova dalla parte sua tutti gli italiani:

“Chi intende diventare italiano dev’essere sottoposto a verifiche severe e progressive che dimostrino come l’aspirante cittadino accetti e condivida i valori democratici”.

Non possiamo più permetterci il rischio che l’Italia sia vista come il paese di Bengodi».

Indubbiamente le parole dell’alto Magistrato sono forti ma dovute in rispetto alla dignità e alla sicurezza umana e dell’intero Paese. Parole rese necessarie secondo il Procuratore Sangermano per contrastare nel migliore dei modi una situazione drammatica: se non si interviene, dice,”l’immigrazione metterà a rischio la tenuta democratica del paese”

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