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Movimento NOI: Mario Occhiuto si dimetta o paghi i debiti per riscattare libertà di amministrare

Mario Occhiuto – Sindaco della Città di Cosenza
Mario Occhiuto – Sindaco della Città di Cosenza - Foto rete

“Quando la difesa è peggiore dell’accusa, non c’è più niente da fare: togliere il disturbo. La Città chiede: chi pagherà i suoi debiti? Non possono essere i Cittadini”. Il Movimento NOI non ha ruolo in queste politiche. Nel rispetto dei problemi debitori del Primo Cittadino che sono questioni che afferiscono la sfera personale, ma anche di tutti i Cittadini di Cosenza, chiede legalità e trasparenza e interviene solo dopo la sua odierna conferenza stampa.

Lo dichiara l’Ufficio Comunicazione Istituzionale del Movimento cattolico NOI, a proposito del caso Occhiuto, il Sindaco della Città di Cosenza, protagonistra di una torbida vicenda che rischia si sovrapporre e rendere coincidenti le conseguenza di una situazione debitoria personale, che va rispettata, con le conseguenze di essa che ricadrebbero sui Cittadini che, in base ad una precisa sentenza proveniente dal Palazzo di Giustizia di Cosenza, potrebbero dover pagare al posto del loro Primo Cittadino. Si parla di cifre da capogiro. Proprio al fine di scongiurare tale ipotesi sia il Primo Cittadino che l’opposizione hanno convocato stamattina 2 Marzo una conferenza stampa ma il Sindaco non avrebbe convinto.

MARIO OCCHIUTO SI DIMETTA O ESTINGUA I DEBITI PER CONQUISTARE LIBERTA’ DI AMMINISTRARE
“Abbiamo atteso in religioso silenzio – afferma il Movimento NOI – con il rispetto che si deve alla verità e alle istituzioni, da chiunque esse siano guidate, una risposta a questa brutta ed imbarazzante storia dei debiti personali del Sindaco di Cosenza Mario Occhiuto. Abbiamo atteso una reazione a quella che rappresenta una delle cose più infamanti che colpiscono il primo cittadino della Città di Cosenza esposta, per questo, a livello nazionale. Abbiamo ascoltato le tesi a sostegno di una sentenza emanata da un Giudice e non abbiamo voluto esprimerci a riguardo per il rispetto profondo che nutriamo nella Magistratura e per la Giustizia. Oggi, però, abbiamo registrato una conferenza stampa con una risposta chiara ed inequivocabile del sindaco della Città di Cosenza. Constatiamo, con profondo rammarico, che la risposta è peggiore dell’accusa. Il primo cittadino mostra di evadere le argomentazioni creando, nell’immaginario collettivo, un mondo virtuale nel quale si dice vittima e perseguitato, nell’evidente tentativo di sfuggire all’interrogativo a lui rivolto dalla Cittadinanza che teme, e per questo lo interroga, di dover pagare i suoi debiti. Emerge un aspetto grave, una sorta di difesa d’ufficio e il voler da un lato delegittimare la sentenza di un Giudice e dall’altro quello di impegnarsi in una assai imprudente arrampicata sugli specchi. Oggi, e questa è l’evidenza pubblica dei cittadini e della politica, un’intera città si è ribellata a questo scenario temerario che la Giustizia ha promosso come una verità: i debiti del sindaco li pagheranno i cittadini!

Ormai – conclude la nota del Movimento NOI – anche per il clima elettorale che si respira Palazzo dei Bruzi, si aggrava una posizione sempre più fragile di un rappresentante delle Istituzioni che dovrebbe tutelare i cittadini, piuttosto che farli sentire nel pieno smarrimento, gravati di colpe che non hanno. A questo punto, il Primo Cittadino di Cosenza, dovrebbe necessariamente e immediatamente saldare, se è nelle condizioni di farlo, la grossa mole di debiti personali e solo dopo, riprendere a governare la città guadagnando la libertà di farlo senza alimentare ombre e sospetti. Se tutto ciò non fosse possibile, il sindaco di Cosenza dovrebbe rassegnare le proprie dimissioni e risolvere i problemi nelle sedi opportune”.

90 Milioni di Euro alla Città Storica di Cosenza: nel Video il perchè.

Nel video, a raccontare questa meravigliosa esperienza che ha portato a questo grande risultato e a spiegare come sono andate davvero le cose è Fabio Gallo, direttore del Progetto COSENZA CRISTIANA che premette: “la politica regionale ha dato la notizia solo in questi giorni dimenticando che già tre mesi addietro eravamo i soli ad esserne a conoscenza e avevamo dato la notizia della decisione del Ministro di inserire la Città Storica di Cosenza nell’elenco di quelle del Sud Italia da sostenere con Fondi Europei, a mezzo comunicato stampa alle Agenzie nazionali, la mattina successiva alla presentazione riservata del progetto al Ministro (27 Novembre 2017), avvenuta all’interno della Sala degli Stemmi dell’Arcidiocesi Metropolitana di Cosenza – Bisignano”.

90 milioni di Euro alla Città Storica di Cosenza. Fabio Gallo: nel video, il perché

Cosenza Cristiana-Arte-Turismo-Bellezza del Sacro-Cultura-Cattedrale
Cosenza Cristiana
digitalmuseum-cosenzacristiana
Cosenza Cristiana – Digital Museum

La Redazione/

L’attribuzione di un fondo speciale per il recupero della Città Storica di Cosenza da parte del Ministro Dario Franceschini, ha posto l’uno contro l’altro il Sindaco dei Cosenza Mario Occhiuto e il Presidente della Regione Calabria Gerardo Mario Oliverio. Atteso l’importante finanziamento che ammonterebbe a ben 90 milioni di euro, la politica locale che ha completamente dimenticato la Città Storica con le sue grandi problematiche, tenta di prendere i meriti che, però, non ha. Tutti, in Calabria, conoscono la verità di questo finanziamento che possiamo dire essere merito della provvidenza e di un progetto tanto innovativo quanto intelligente che ha saputo proiettare il grande Patrimonio Culturale della Città Storica di Cosenza, direttamente nel cuore del Ministro. Il progetto ha un nome: COSENZA CRISTIANA.

Cosenza Cristiana
Cosenza Cristiana

I suoi promotori sono la Fondazione Culturale “Paolo di Tarso” (riconosciuta dal 2003 dal MiBACT) che lo ha ideato e realizzato, l’Arcidiocesi Metropolitana di Cosenza – Bisignano che lo ha condiviso in toto e il Movimento Cattolico NOI che ne ha sollecitato la realizzazione. Il tutto, senza un solo Euro di fondi pubblici o sponsor privati. Una vera lezione al mondo della politica locale.

Fabio gallo Cosenza Cristiana
Dott. Fabio Gallo Fondazione Culturale “Paolo di Tarso” – Ideatore del progetto

A Spiegare come sono andate davvero le cose è Fabio Gallo, direttore del Progetto COSENZA CRISTIANA che premette: “la politica regionale ha dato la notizia solo in questi giorni dimenticando che già tre mesi addietro eravamo i soli ad esserne a conoscenza e avevamo dato la notizia della decisione del Ministro di inserire la Città Storica di Cosenza nell’elenco di quelle del Sud Italia da sostenere con Fondi Europei, a mezzo comunicato stampa alle Agenzie nazionali, la mattina successiva alla presentazione riservata del progetto al Ministro (27 Novembre 2017), avvenuta all’interno della Sala degli Stemmi dell’Arcidiocesi Metropolitana di Cosenza – Bisignano.

Cosenza Cristiana
Cosenza Cristiana

La Notizia è stata pubblicata il giorno successivo da decine di testate giornalistiche e condivisa anche dall’Agenzia SIR, Organo d’Informazione della CEI, che giorno 28 Novembre 2017 titolava: ‘Diocesi: Cosenza, il Progetto Cosenza Cristiana inserito nel piano MiBACT di Finanziamenti Europei’ (vedi https://agensir.it/quotidiano/2017/11/28/diocesi-cosenza-il-progetto-cosenza-cristiana-inserito-nel-piano-mibact-di-finanziamenti-europei/). Il 16 Dicembre 2017 la Fondazione “Paolo di Tarso”, inoltre, ringraziava ufficialmente il Ministro a mezzo Organi della Stampa nazionale per avere mantenuto la promessa e inserito la Città Storica di Cosenza tra quelle del Sud Italia da finanziare per la ricostruzione (vedi http://www.ilparlamentare.it/2017/12/cosenza-storica-dario-franceschini-mantiene-la-promessa-e-la-finanzia)”.

90 MILIONI DI EURO ALLA CITTA’ STORICA DI COSENZA: NEL VIDEO IL PERCHE’
Qui di seguito Fabio Gallo racconta questa meravigliosa esperienza che ha portato a questo grande risultato in un video. Noi, invece, attesa l’importanza storica di questa decisione ministeriale, ne descriviamo i tratti principali.

FINANZIAMENTO FRUTTO DI GRANDE LAVORO, IMPEGNO E GRATUITA’: LA STORIA
La decisione di inserire la Città Storica di Cosenza nell’elenco delle quattro Città del Sud Italia da finanziare con Fondi Europei è il frutto dell’incontro “riservato” tra il Ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini, l’Arcivescovo Metropolita di Cosenza-Bisignano Mons. Francesco Nolè e la Fondazione “Paolo di Tarso”, autrice del progetto COSENZA CRISTIANA, che giorno 9 Novembre 2017 ha scritto al Ministro, invitandolo a prendere visione del capolavoro digitale dedicato alla digitalizzazione delle chiese della Città Storica di Cosenza.

Il Ministro Dario Franceschini
Il Ministro Dario Franceschini

FABIO GALLO: IL MINISTRO HA PREMIATO CAPACITA’ E ASPETTATIVE
“Oggi – afferma Fabio Gallo direttore del Progetto – si assiste alla danza delle attribuzioni dei meriti da parte del della politica comunale e regionale che, oltre a risultare imbarazzante e ad offendere l’intelligenza dei molti presenti all’incontro, si pone in dicotomia con le evidenze fotografiche, audio e video che sono indiscutibili e che dimostrano come la gratuità e l’amore per la propria Città possono fare molto più che la stessa politica locale quando essa dimentica il proprio Patrimonio della Cultura. In Calabria – questa parte della politica dovrebbe prendere atto  che esistono grandi professionisti in grado di fare cose per il bene comune, che superano la capacità della stessa politica di comprenderle”.

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Opere d’Arte del Museo Digitale di Cosenza Cristiana

COSA HA CONVINTO IL MINISTRO FRANCESCHINI
Il pomeriggio del giorno 27 Novembre 2017, gli esperti della Fondazione “Paolo di Tarso” alla presenza dell’Arcivescovo Mons. Francesco Nolè e della delegazione del Movimento cattolico NOI, hanno mostrato al Ministro Dario Franceschini l’innovativo progetto di rigenerazione territoriale COSENZA CRISTIANA. Si tratta di un progetto pilota grazie al quale è stato digitalizzato l’intero Patrimonio Culturale della Città Storica di Cosenza, prima volta che ciò accade in Italia, realizzato per l’occasione dell’Anno Europeo del Patrimonio Culturale 2018. Il Progetto che presenta caratteristiche da record, è teso sia a valorizzare l’aspetto culturale ai fini del recupero della Memoria e del Turismo, che ai fini della prevenzione da possibili calamità naturali. Un capolavoro digitale che interpreta le direttive ministeriali cui gli ideatori si sono attenuti scrupolosamente per farne dono allo stesso Ministero.

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Opere d’Arte del Museo Digitale di Cosenza Cristiana

Il Ministro Franceschini ha dedicato molta attenzione al progetto che lo ha entusiasmato per qualità e quantità di opere d’arte digitalizzate ed esposte in rete, grazie alle quali ha potuto prendere atto della vastità del patrimonio culturale di cui è ricca la città storica di Cosenza, abbandonata, come ha potuto notare nella sua visita, all’incuria e al degrado del tempo. Proprio nel corso della presentazione, alla visione di tanta Bellezza, il Ministro ha dichiarato che avrebbe inserito la Città Storica di Cosenza nell’elenco delle 4 del Sud Italia, che sarebbero state finanziate con fondi europei. La dimostrazione dello spazio digitale dedicato alle Opere d’Arte scontornate che compongono il primo Museo Digitale al mondo, ha profondamente colpito il capo del Dicastero dei Beni Culturali e del Turismo che ha espresso compiacimento e meraviglia per qualità e quantità del lavoro svolto.

cosenza cristiana, ministro beni culturali
Da Sx. il Dott. Vincenzo Capocasale, l’Arcivescovo di Cosenza Bisignano S.E. Mons. Francesco Nolè, il Ministro Dario Franceschini, il Direttore della Sede RAI Calabria Ing. Demetrio Crucitti, il Dott. Fabio Gallo e e il Dott. Gianluca Nava.

All’evento di presentazione hanno partecipato le autorità politiche del territorio che hanno accolto il Ministro tra cui il Presidente della Provincia di Cosenza Franco Iacucci, il Vicepresidente della Regione Calabria Antonio Viscomi, il Consigliere regionale Domenico Bevacqua, il Direttore della Sede Regionale RAI Calabria Ing. Demetrio Crucitti, il Questore di Cosenza, il Presidente della Fondazione “Paolo di Tarso” prof.ssa Luana Gallo, la delegazione del Movimento NOI. Nessuno, fino a quel momento, poteva immaginare che il Ministro prendesse una decisione così importante dopo avere preso visione di COSENZA CRISTIANA.

cosenza cristiana, ministro beni culturali
Da Sx. il Dott. Vincenzo Capocasale, l’Arcivescovo di Cosenza Bisignano S.E. Mons. Francesco Nolè, il Ministro Dario Franceschini, il Direttore della Sede RAI Calabria Ing. Demetrio Crucitti, il Dott. Fabio Gallo e e il Dott. Gianluca Nava.

RINGRAZIAMO IL PADRE ARCIVESCOVO MONS. FRANCESCO NOLE’
“Ritengo doveroso ringraziare il Padre Arcivescovo Mons. Nolè – continua Fabio Gallo – non solo per la fiducia accordataci, ma anche per avere inteso condividere con noi, proprio nelle scorse ore, alcune battute relative al suo incontro con il Capo di Gabinetto del Ministro Dario Franceschini che, recatosi a Cosenza qualche giorno dopo la presentazione di COSENZA CRISTIANA, gli ha riferito che il Ministro sarebbe rimasto stregato dalla bellezza del progetto e che per questo motivo avrebbe immediatamente proceduto all’inserimento della Città Storica di Cosenza che, prima, non faceva parte dei piani di finanziamento”.

cosenza cristiana mons. francesco nole
S.E. Rev.ma l’Arcivescovo Metropolita di Cosenza Bisignano Mons. Francesco Nolè

IL NOSTRO SIGILLO E’ IL NOSTRO ARCIVESCOVO
“Oggi – conclude Fabio Gallo – oltre a tutto il materiale video e fotografico che documenta ufficialmente l’incontro con il Ministro dei Beni Culturali, e della testimonianza fornita da tutte le Agenzia che sin da Novembre hanno pubblicato la notizia da noi diffusa, siamo innanzi ad una verità ancora maggiore che risiede nella testimonianza dell’Arcivescovo in persona che fa capire quanto sia stato efficace il nostro lavoro rivolto a richiamare l’attenzione delle Alte Istituzioni sui gravissimi problemi strutturali e umani della Cosenza Storica. Ora, chiediamo alla politica locale di fare il proprio lavoro come ha saputo fare il Ministro Dario Franceschini. Noi vigileremo affinché i 90 milioni di Euro destinati al recupero della Città Storica di Cosenza, vengano gestiti in maniere trasparente e legale”.

Cosenza “Città Aperta”, prima edizione. La parola ai Cittadini

Cosenza Città Aperta
Cosenza Città Aperta

Il 23 Febbraio 2018 alle ore 18:00 presso l’Auditorium “A Guarasci” in Piazza XV Marzo (Cosenza), il Movimento NOI darà vita alla prima edizione di “Cosenza Città Aperta”. Si tratta di un confronto aperto a tutti i Cittadini che desiderano discutere dei problemi della Città.

L’idea nasce dalla Comunità politica del Movimento cattolico NOI che ha già all’attivo, se pure giovanissimo, la realizzazione del progetto di rigenerazione territoriale COSENZA CRISTIANA, realizzato in collaborazione con l’Arcidiocesi Metropolitana di Cosenza – Bisignano, grazie al quale sono state digitalizzate al fine della valorizzazione e tutela da calamità naturali le chiese della Città Storica di Cosenza. E’ questo il progetto grazie al quale il Ministro Dario Franceschini, apprezzandone utilità e bellezza, ha deciso di inserire la Città Storica di Cosenza, nell’elenco di quelle italiane che saranno finanziate con fondi europei.

COSENZA CITTA’ APERTA
“Discuteremo del presente e del futuro della nostra Civiltà, della nostra Cultura, della Città Storica, del nostro Patrimonio Culturale. Ma discuteremo anche – afferma in una nota il portavoce nazionale Fabio Gallo – di Ambiente, di Lavoro, dei Giovani, degli Artisti, dell’Artigianato e del Commercio, della Sanità, della Metro che la Città non vuole ma è imposta politicamente, della difesa dei Deboli e di Legalità. Una vera mobilitazione di cervelli e gente che ama la Città di Cosenza e l’intero territorio”.

Cosenza Città Aperta
Cosenza Città Aperta

Movimento NOI a Cosenza: ormai, dettiamo l’agenda politica in città

Scorcio della Città Storica di Cosenza
Scorcio della Città Storica di Cosenza

“Ormai dettiamo l’agenda politica della Città di Cosenza. Il successo dei nostro progetti sono d’indirizzo”. I meriti del Movimento Politico NOI che ha fortemente voluto COSENZA CRISTIANA, il progetto di rigenerazione territoriale della Città Storica di Cosenza, sono già una realtà consolidata. COSENZA CRISTIANA che include il più grande Museo Digitale d’Europa, è riuscita a fare inserire la Città Storica di Cosenza, completamente abbandonata dalla politica locale, nel piano di finanziamenti europei destinati alla ricostruzione e restauro delle Città Storiche italiane.

Questa decisione è stata presa dal Ministro Dario Franceschini proprio nel corso della presentazione a lui riservata, presso il Palazzo dell’Arcidiocesi Metropolitana di Cosenza – Bisignano, alla presenza dell’Arcivescovo S. E. Rev.ma Mons Francesco Nolé.

Scorcio della Città Storica di Cosenza
Scorcio della Città Storica di Cosenza

Ma non basta: il Movimento NOI, ormai, detta l’agenda politica in città ponendo l’attenzione verso uno stato di completo abbandono del centro storico di Cosenza da parte dell’amministratore comunale. L’azione del Movimento cattolico NOI è stata così incisiva, da indurre anche i media regionali liberi a realizzare importanti servizi dedicati al disagio sociale e al totale abbandono a cui si costringe da anni la popolazione residente.

Oggi apprendiamo la notizia di un ennesimo annuncio da parte dell’Amministrazione Comunale di Cosenza che presenta una nuova ed ennesima imminente conferenza stampa dalla quale emergeranno nuovi slogan e annunci ripetuti e irripetibili. Ricordiamo, tra gli altri, l’apertura “imminente” della sede di un partito politico in centro storico o il museo della Polizia di Stato e un gruppo tecnico di lavoro per i crolli. Di ciò, però, non c’è più traccia!

Scorcio della Città Storica di Cosenza
Scorcio della Città Storica di Cosenza

Infine, ieri 2 Febbraio, all’annuncio della prossima manifestazione del Movimento Noi “Cosenza Città Aperta” indetta per il 23 febbraio prossimo, attraverso la quale si evidenzieranno le questioni che stanno veramente a cuore ai cittadini – prima fra tutte il centro storico di Cosenza – l’amministrazione comunale risponde con una “minestra riscaldata”.

Scorcio della Città Storica di Cosenza
Scorcio della Città Storica di Cosenza

I fondi di Agenda urbana, è giusto ricordarlo, sono fondi regionali che il comune di Cosenza deve programmare con altre amministrazioni comunali e le linee guida, e la “cabina di regia”, sono da tempo insediate anche se non se ne conoscono i risultati. Ogni tanto si percepisce, da qualche post su Facebook, che si vorrebbe aumentare lo stipendio alle cooperative che vivono in situazioni di disagio e di difficoltà, poi si aggiusta il tiro e si preannunciano “nuove assunzioni”, poi opere pubbliche per il sociale.  Ora, apprendiamo dagli organi di stampa che questi fondi verrebbero utilizzati per risanare aree del centro storico e realizzare delle illuminazioni pubbliche. Tutto questo ha dell’incredibile e continua la campagna elettorale sulla pelle dei cittadini della città storica di Cosenza.

L'Evento del Movimento cattolico NOI
L’Evento del Movimento cattolico NOI – Cosenza Città Aperta

Non si riesce a capire quale sia la strategia, quale l’azione politica e amministrativa concreta finalizzata al bene comune, e perché si continua a ritmo di comunicati, conferenze stampa, post sui social, disegni di grandi portati di acqua, mentre, come è evidente a tutti, la città storica di Cosenza continua ad essere abbandonata e a produrre degrado, insicurezza per i cittadini, sporcizia di ogni tipo, possibili crolli e gravi rischi per i cittadini. Inoltre, continuano i crolli, le poche opere pubbliche avviate sono rimaste cantieri da anni. Questa è l’immagine che si vuole dare della Città di Cosenza.

Il Movimento politico NOI é lieto d’aver spostato l’attenzione di chi governa la città sulla parte storica di Cosenza, scrigno di un grande patrimonio culturale indispensabile per produrre economie diffuse e sostenibili. Ora, aspettiamo i fatti. I Cittadini sono stanchi di conferenze stampa cicliche e “slogan elettorali”.

“NOI”: a Cosenza una Fondazione per la tutela del Bene Pubblico

La Fondazione Cosenza auspicata dal Movimento NO
La Fondazione Cosenza auspicata dal Movimento NO

Il Patrimonio Culturale pubblico della Città di Cosenza deve iniziare a produrre economie e lavoro nell’interesse della città e dei cittadini, continuando ad essere tutelato da possibili politiche tese a privatizzare i beni di tutti per fini speculativi. Il Movimento politico Noi da tempo lavora ad un progetto che mira all’istituzione della “Fondazione Cosenza” che ha proprio questa finalità. Facendo seguito al successo del Progetto di digitalizzazione del Patrimonio Culturale della Città Storica di Cosenza “Cosenza Cristiana” che ha consentito alla Città storica di Cosenza di essere inserita dal MiBAC nell’elenco di quelle italiane finanziate da fondi europei e che presto vedrà altri sviluppi positivi tali da creare occupazione, il Movimento NOI è determinato a tutelare i Beni Culturali pubblici perché possano generare economie ed essere veramente utili allo sviluppo sociale e culturale della popolazione. Il progetto è teso a evitare che la politica che sino ad oggi in Calabria non è stata in grado di creare lavoro, finisca per ideare gestioni private e clientelari dei Beni Pubblici che creerebbero ulteriori processi involutivi e di povertà in un momento in cui, invece, è indispensabile che le Città diventino veri laboratori di rigenerazione territoriale e incivilimento che vedano al centro le esigenze primarie dei cittadini. Tra esse, il diritto all’accesso al conoscenza, all’utilizzo del bene pubblico per la crescita e lo sviluppo. In modo particolare l’istituzione della Fondazione che volutamente dovrebbe portare proprio il nome della Città di Cosenza, dovrebbe accorpare Teatri, Palazzi storici e Complessi Monumentali, perché la gestione possa risentire meno della politica spesso clientelare e più della professionalità di chi è davvero in grado di far nascere economia sociale e culturale per tutti. Il Movimento politico NOI si candida da subito a mettere a disposizione il proprio progetto, che si allega per maggiore conoscenza.

movimento noi-fondazione cosenza-politicaTITOLO DEL PROGETTO/PROGRAMMA: FONDAZIONE COSENZA
Il progetto è rivolto all’istituzione di un Ente No Profit dal nome FONDAZIONE COSENZA, nel quale riunire il Patrimonio Culturale della Città di Cosenza  (Teatri, Palazzi storici e Complessi Monumentali, etc.), perché la gestione possa risentire meno della politica e più della professionalità, capacità ed esperienza di chi è in grado di trasformare la gestione del Patrimonio Culturale in crescita sociale, economia e lavoro.

Il Progetto FONDAZIONE COSENZA è già inserito tra i programmi che saranno realizzati una volta al Governo della Città di Cosenza. Il Movimento NOI comunica, però, che sarebbe ben felice se l’attuale Amministrazione Comunale volesse già collaborare alla sua realizzazione in uno spirito positivo e propositivo. Il progetto, di certo, produrrebbe economie della Cultura finalizzate all’occupazione e manterrebbe – questa parte fondante la strategia del Progetto, il patrimonio a carattere “pubblico”, onde scongiurare la privatizzazione ai fini privatistici per garantire politicamente amici degli amici e non i Cittadini.

Una grande quantità di iscritti (centinaia) dopo poco più di due settimane di attività bene investite sulla Città di Cosenza, luogo dal quale ha deciso di animare i suoi programmi il Movimento NOI, sono prova del fatto che la Città sta apprezzando gli sforzi del Movimento che punta tutto sul “NOI”, mettendo da parte gli egoismi e dando vita ad una grande Comunità che pone al centro gli interessi primari dei Cittadini.

Il Movimento NOI è animato da sentimenti propositivi, in dicotomia con i modelli politici della Calabria, rissosi e poco efficaci. Fino al giorno in cui avrà i numeri per governare, il Movimento NOI farà da gruppo di pressione, perché si realizzino i progetti finalizzati al bene comune in piena collaborazione con le Istituzioni attualmente al Governo.

Al Progetto hanno lavorato gli iscritti che hanno ricevuto le prime deleghe attribuite per competenze specifiche e comprovate. In particolare l’Ing. Francesco Errante con delega ai Lavori Pubblici e Territorio, il Dott. Gianluca Nava con delega al Restauro e ai Beni Culturali, il Dott. Fabio Gallo con alle spalle quasi venti anni di progettazione di eventi speciali e gestione di grandi Patrimoni Culturali di successo, di carattere internazionale.

Il Movimento NOI – in base al proprio regolamento – ha inteso inserire alcuni dati tratti dai curricula dei progettisti, per evidenziare che il successo della proposta è assicurato dalle esperienze dirette di chi ha scritto il progetto che, attualmente, è stato passato alla Dipartimento Giustizia e Diritto e Pubblica Amministrazione del Movimento NOI per studiare i termini della concreta attuazione del progetto FONDAZIONE COSENZA.

SCARICA IL PROGETTO IN FORMATO PDF – CLICCA QUI

LEGGI IL PROGETTO PILOTA “FONDAZIONE COSENZA”

Progetto Pilota Fondazione Cosenza

Progetto Pilota Fondazione Cosenza

Progetto Pilota Fondazione Cosenza

Progetto Pilota Fondazione Cosenza

Progetto Pilota Fondazione Cosenza

Progetto Pilota Fondazione Cosenza

Progetto Pilota Fondazione Cosenza

Progetto Pilota Fondazione Cosenza

Progetto Pilota Fondazione Cosenza

Progetto Pilota Fondazione Cosenza

Progetto Pilota Fondazione Cosenza

 

Sostenibilità ambientale, Cosenza: discarica a cielo aperto a Vaglio Lise

Cosenza - Discarica di Vaglio Lise a cielo aperto
Cosenza - Discarica di Vaglio Lise a cielo aperto
Cosenza - Discarica di Vaglio Lise a cielo aperto
Cosenza – Discarica di Vaglio Lise a cielo aperto

Redazione/

Cosenza – L’impegno assunto dai cattolici del Movimento NOI è quello di dare vita ad un modello di Amministrazione Pubblica, aderente il più possibile ai dettami dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile. In particolare, attuando l’obiettivo 11 “Città e Comunità sostenibili”, che prevede di migliorare le condizioni sociali ed economiche, senza danneggiare il territorio e le risorse.

A Cosenza, dopo i positivi riscontri ottenuti anche dal Ministro Dario Franceschini con il progetto di “rigenerazione territoriale” COSENZA CRISTIANA, che, tra l’altro, ha avuto la capacità di accendere i riflettori sulla la Città Storica abbandonata al degrado, il Movimento NOI, questa volta con il suo Dipartimento Ambiente, si sta occupando delle periferie della Città che meritano speciale attenzione.

Cosenza - Discarica di Vaglio Lise a cielo aperto
Cosenza – Discarica di Vaglio Lise a cielo aperto

IL SOPRALLUOGO A VAGLIO LISE – DISCARICA A CIELO APERTO
È una discarica a cielo aperto che da tempo esiste sulle sponde del Crati presso Vaglio Lise. Accanto all’ex gasdotto del Comune di Cosenza, dove sette anni fa, nei programmi, o meglio nei sogni di qualcuno, doveva nascere un centro per la differenziata, ormai da mesi sembra esserci un fiume di rifiuti abbandonati. La stradina che porta nel luogo dove un tempo vivevano i rom è adesso diventata una vera mulattiera, piena di buche e rifiuti abbandonati! Una quantità impressionante che crea inquietitudine nei cittadini.

Cosenza - Discarica di Vaglio Lise a cielo aperto
Cosenza – Discarica di Vaglio Lise a cielo aperto

La discarica arriva fino alle rive del fiume Crati, e rischia di diventare una vera e propria bomba ecologica, con ogni genere di rifiuto abbandonato: batterie di auto, vernici, materassi, mobili e buste di spazzatura di dubbia provenienza, televisori, manichini e materiale plastico di ogni genere!

Cosenza - Discarica di Vaglio Lise a cielo aperto
Cosenza – Discarica di Vaglio Lise a cielo aperto

Appare chiaro che con le piogge, si potrebbe anche innescare una piena che trascinerebbe questa quantità davvero imponente di rifiuti nel fiume. Intanto, inquinano la terra sottostante.

Cosenza - Discarica di Vaglio Lise a cielo aperto
Cosenza – Discarica di Vaglio Lise a cielo aperto

Il Movimento politico NOI, nel denunciare con forza tale stato di cose chiede all’Amministrazione Comunale di Cosenza immediata bonifica dei luoghi e vigili a che certe situazioni non si ripetano più!

I Cattolici del Movimento NOI chiedono, altresì, che l’Amministrazione di dedichi con abnegazione a tutta la città e soprattutto a quelle periferie, come Vaglio Lise, che sono completamente abbandonate e isolate! Consapevoli di molti lavori in corso, crediamo che sollecitare l’attenzione della Pubblica Amministrazione verso questioni da cui dipende la salute dei Cittadini e dell’Ambiente, sia un’attività segno di un sano civismo.

Movimento “NOI” a Comune Cosenza e Regione: immediato investimento in edilizia sociale

Ponte di Calatrava di Cosenza - foto rete
Ponte di Calatrava di Cosenza - foto rete

Redazione NOI Magazine/

La Comunità politica sturziana del Movimento NOI – Rete Umana, nato dall’incoraggiamento di Papa Francesco rivolto ai cattolici di occuparsi della politica, “ma quella con la P maiuscola”, è tornata a interrogare l’Amministrazione Comunale di Cosenza (Sindaco l’arch. Mario Occhiuto), in merito alla questione relativa ai fondi ex Gescal che sarebbero stati investiti per finanziare il ponte di Calatrava, nella Città di Cosenza, in contraddizione con la loro naturale finalità: costruire case popolari, attese dai Cittadini.

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Il Ponte di Calatrava di Cosenza in fase di costruzione

Una manovra politica esposta da Il Corriere della Calabria che ha titolato: “Altro che case popolari, il ponte di Calatrava pagato con fondi Gescal”, innescando in Calabria, regione profondamente piagata in tal senso, una profonda riflessione sulla mancanza di etica nella politica. La vicenda, successivamente ripresa da numerose testate giornalistiche, ha richiamato l’attenzione della Comunità politica del Movimento cattolico NOI che ha interrogato una prima volta, senza risposta, l’Amministrazione Comunale di Cosenza.

Le operazioni svolte di recente dal Pool di Magistrati coordinati dal Procuratore Nicola Gratteri che hanno dato vita alla mega operazione STIGE, mostra un volto odioso della politica. STIGE, infatti, deriva dal verbo στυγέω, “odiare”, da cui “fiume dell’odio”. Recentemente, va detto, della politica italiana sta risaltando il volto odioso che determinate scelte, ovviamente, finiscono per alimentare. E scoprire che la politica ha tolto i danari destinati alle case popolari, frutto di innumerevoli sacrifici dei lavoratori, per farne altro, è sicuramente un fare odioso, poco condivisibile, e non solo dai cattolici.

La questione sta suscitando molte polemiche con importanti ricadute politiche che guardano già al futuro di una Città più coerente e in linea con la Governance sostenibile dell’Agenda 2030, che vede al suo centro le esigenze primarie dei Cittadini e la sostenibilità ambientale che pare, dalle opere realizzate e in corso, non sia proprio la mission dell’attuale amministrazione che, afferma il Movimento NOI che sta trovando larga condivisione grazie ad una speciale operosita finalizzata al bene comune, ha letteralmente dimenticato la Città Storica di Cosenza, autentico patrimonio culturale nazionale. Al punto tale, da avere meritato le attenzioni del Ministro Dario Franceschini che, proprio grazie ad un progetto fortemente voluto dal Movimento NOI e patrocinato dall’Arcidiocesi Metropolitana di Cosenza – Bisignano, ha deciso di inserirla tra le Città Storiche da finanziare con fondi europei.

Il Movimento NOI ha reiterato la richiesta di chiarimenti.

Movimento NOI - Rete Umana
Movimento NOI – Rete Umana

IL COMUNICATO DEL MOVIMENTO NOI “COSENZA”
Nessuna risposta ufficiale
da parte dell’Amministrazione Comunale di Cosenza o del Sindaco Mario Occhiuto, in merito alle legittime domande rivolte dal Movimento cattolico NOI nei giorni scorsi. Si chiedeva – per il diritto ad una corretta informazione – di spiegare o eventualmente di smentire le notizie riportate dagli Organi della Stampa che vedrebbero i lavori del ponte di Calatrava, pagati con i fondi ex Gescal (GEStione CAse per i Lavoratori).

I fondi, originariamente destinati alla costruzione di case popolari, sarebbero stati impiegati per liquidare ditte e professionisti atte a realizzare un ponte. Fatto gravissimo, se così fosse. A meno che non si forniscano chiare e dovute spiegazioni, trattandosi di Amministrazione Pubblica che, in quanto tale e dopo reiterate sollecitazioni, non può mantenere un atteggiamento che rischia di essere frainteso e apparire omertoso.

Come noto, Cosenza risulta essere la Città più povera della Calabria. Inutile dire quanto sia importante l’emergenza abitativa e l’individuazione di eventuali responsabilità politiche o di altra natura, perché sulle povertà, nel prossimo futuro, non ci si accanisca con politiche inumane e non condivisibili non solo dai cattolici.

Se invece la notizia fosse confermata, il Comune si Cosenza e la Regione Calabria dovrebbero prevedere un investimento immediato in edilizia sociale per risarcire i cosentini del maltolto.

Il Primo Cittadino di Cosenza, si evince dal social network Facebook, non manca di informare personalmente dei propri progetti la comunità. Ci si chiede cosa gli abbia impedito sino ad oggi di rilasciare dichiarazione in merito, rischiando di far passare chi esercita il proprio diritto ad una corretta informazione, alla legalità e alla trasparenza per “odiatori”.

Fonte ILPARLAMENTARE.IT

Intervista a tutto campo con Giampiero Cardillo, Presidente di “Servire l’Italia”

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Il Presidente del Movimento sturziano "Servire l'Italia" Arch. Gen. Giampiero Cardillo

 

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Il Presidente del Movimento sturziano “Servire l’Italia” Arch. Gen. Giampiero Cardillo

a cura della Redazione/

Carabiniere decorato, architetto, restauratore e ristrutturatore, politico: abbiamo incontrato questo importante personaggio della storia italiana contemporanea e con lui abbiamo discorso delle cose che – malgrado i titoli – meglio conosce, cioè la fede cattolica e il popolo italiano. “Solo nel pensiero politico cristiano risiede la convinzione che la politica sia un atto di carità. Come anche la giustizia, che è morale in termini di operatività pratica“.

di Gianluca Valpondi (La Croce)

D. Quando, studente all’Università di Bologna, lessi l’esortazione apostolica Christifideles laici, mi commossi fino alle lacrime. È invalso l’uso di distinguere e spesso contrapporre laici e cattolici. Ma chi è più laico di un cattolico laico? Non è che, come dice papa Francesco, noi credenti ci facciamo un po’ troppo prendere da un insano senso di inferiorità, che ha più a che fare con l’incoscienza che con l’umiltà?
R. Forse idealizziamo la figura e la consistenza odierna del credente, come idealizziamo la tenuta della funzione antagonista della Gerarchia avversa al laicismo, cioè “all’idea liberale della separazione dello stato dalla chiesa e la concezione della religione come fatto privato” (L. Sturzo, Chiesa e Stato). Un lungo cammino di erosione, iniziato alla fine del Medioevo, ha impoverito la tenuta etica e morale dei cittadini cristiani. In molti secoli il saper agire dei fedeli nella “diarchia” fra Stato e Chiesa, sconta il progressivo affievolimento drammatico del sapere e del potere influire sulla società, laicamente. La vera laicità moderna passa attraverso le coscienze delle persone che sono al tempo stesso cristiani e cittadini: “È la diarchia individuale che prevale, è il potere persuasivo delle coscienze che ha valore, l’efficacia del cittadino cristiano che arriva a far piegare il potere statale, ovvero opporsi ad esso a nome della morale cristiana, cioè a nome di un principio etico che pervade la vita collettiva e non può che essere interiore e formativo di uno stato o di una civiltà. Quanto più efficace ed estesa è l’azione della società cristiana e dei singoli fedeli nello stato, tanto più la chiesa, pur senza autorità né controllo giuridico, concorre alla formazione della vita pubblica e al fine del bene comune temporale (L. Sturzo, Chiesa e Stato).
Se in Italia abbiamo visto trionfare contraccezione diffusa, divorzio, aborto, eutanasia, educazione gender, pornografia libera, come presto avremo la libera produzione e la circolazione di droghe, vuol dire che i “cittadini” fedeli al Vangelo o sono oramai pochi o sono stati parecchio incapaci di far sentire la loro voce sui problemi morali della vita politica di ieri e di oggi. Far sentire la propria voce: “Non ci sono altri mezzi politici o giuridici nello stato moderno di diritto e di opinione”, sosteneva Sturzo. Ma se si è in pochi, se la voce è flebile, se i padroni del microfono sono altrove, si arriva all’inconsistenza, all’irrilevanza. Quella di cui parla lei è la timidezza di chi si sente superstite di una battaglia secolare che ritiene perduta. Occorre, invece, nonostante tutto, continuare a chiedersi ogni giorno, come la sentinella di Isaia 21, “a che punto è giunta la notte?”, senza rimpianti per il passato, con l’ottimismo della Fede per il futuro. Il Papa ha, perciò, mille ragioni. Uscire dalle sagrestie, come diceva Leone XIII, per confrontarsi con il mondo moderno, presuppone il saperlo fare, prima o dopo il volerlo fare. Senza complessi di inferiorità né cedimenti. Senza contrapposizioni aprioristiche.

giampiero cardillo
Il Pres. di Servire l’Italia Gen. Arch. Giampiero Cardillo

D. Il Cardinale Bagnasco intervenne sul voto di fiducia sulla legge Cirinnà: intromissione indebita o supplenza necessaria?
R. Il cardinale sa bene che non esiste una politica cattolica, ma solo una politica che si ispira ai principi etici del cristianesimo. I nemici della Chiesa sono i nemici di tali principi. Sono loro che confondono chi li ascolta scambiando per invasione di campo il solo manifestare opinioni perché legate a secolari convinzioni che non condividono. Anche se, come si è visto, si è trattato di una voce che ha gridato non in un deserto, ma in metropoli assordate da troppo altro, verso orecchi divenuti sordi per il troppo rumore continuo, verso le nostre menti perse in un marasma incomprensibile, ostile anche alla più tenue riflessione che oggi è concessa a cittadini sempre più privi degli strumenti necessari al discernimento.

D. I Dieci Comandamenti sono tanto chiari e privi di ambiguità: perché non furono redatti da un’assemblea” (Konrad Adenauer). “Chi nei comandamenti di Mosè non vede una morale unica per l’umanità può perfino negare che una moralità esista; in tal caso, che abbia il coraggio di negare che possa esistere un problema umano educativo, che superi il livello della educazione del cavallo, del leone o anche delle pulci” (Don Luigi Sturzo). La legge morale naturale e universale ha ancora spazio nella sfera politica e in generale nella società? Tra democrazia e libertà, quale laicità “positiva” ci permetterà di andare oltre il neo-illuminismo postmoderno?
R. Sturzo diceva: “Ci sono due realtà: una contingente, relativa, temporale; l’altra infinita, assoluta, eterna. Vi sono due coscienze: una umana, limitata, che procede dalla potenza all’atto; l’altra divina, senza limiti, sempre in atto”. E ancora: “Nell’assoluto è il principio e la ragione del relativo e non viceversa”. Il neo-illuminismo arriva oggi a solleticare le menti delle masse introducendo principi come “Dio è entropia”, come in “Origin” di Dan Brown.
Sturzo dice che il riconoscimento della relatività nella realtà, nel suo rapportarsi con l’assoluto, non significa affermare che la verità sia relativa, puramente storica, ma che la coscienza collettiva, orientata alla verità, l’accoglie, l’apprende e la realizza. Ciò che si consegue nell’ordine naturale non è mai completo, né durevole, ma transitorio e relativo; come sarebbe il bene della vita, del benessere, della famiglia, dell’ordine Sociale, della bellezza dell’arte, della speculazione intellettiva” (L. Sturzo, La vera vita). La post-modernità non ha reso questa affermazione invalida. L’ha solo celata ai più, cambiando il nostro modo di percepire l’assoluto e il relativo, la separazione dell’assoluto dalla vita sociale. Una separazione che, oggi come ieri, non ha prodotto “l’uomo nuovo” ideale dell’illuminismo, la pietra grezza diventata perfetta perché illuminata dalla luce della ragione, confortata dalla “felicità” raggiunta. Basta guardarsi intorno senza paraocchi.

D. Diceva De Gasperi che la democrazia sarà cristiana o non sarà. C’è continuità tra la “democrazia cristiana” del beato Giuseppe Toniolo e il popolarismo di Sturzo.
R. Come si sa (poco) Sturzo avversò sempre la scelta di veder aggiunto al sostantivo Democrazia l’aggettivo “Cristiana”. Cristo unisce, quanto la politica divide, sosteneva. Da senatore a vita si iscrisse persino al “gruppo misto” del Senato e non alla DC! Lo ripagarono, dopo averne subito uno ventennale dal fascismo, con un secondo “esilio dell’indifferenza” dei democristiani verso i suoi appelli ad essere cristiani nei principi e nella vita, non nel frontespizio della tessera o della bandiera di partito. Ostracismo culminato nell’aver disertato persino i suoi funerali e imponendo al governo dell’Istituto Sturzo comunisti conclamati e catto-comunisti, che ne hanno ottuso, come hanno potuto, anche la memoria. De Gasperi subì quasi ogni giorno da Sturzo dure critiche anti-stataliste, anti cattocomuniste, contro la corruzione dei politicanti democristiani. De Gasperi è stato un grande politico cristiano. La DC, nel suo complesso, no. E all’indomani della caduta del muro di Berlino, caduta la ragione internazionale della propria sussistenza, si disfece come neve al sole in un mare di vergogna.

D. Per don Sturzo le scuole dovrebbero dare i loro diplomi a nome della propria autorità, non in nome della Repubblica. In Italia invece vige un quasi-monopolio statale della scuola. Perché solo noi, e la Grecia, in Europa? Il Cristianesimo “scolarizzato” (addomesticato? svuotato?), obbligatorio o meno a scuola, è ancora Cristianesimo? Meglio l’obbligo dei preambula fidei (verità di ragione) e poi, per chi vuole, la catechesi col kèrigma? 
R. L’accettare che ci fosse anche una scuola privata “senza oneri per lo Stato”, fu iscritto nella Costituzione Repubblicana ed è stato interpretato come netta separazione della scuola pubblica da quella privata, cattolica perlopiù. Quarant’anni di DC non sono bastati a fare giustizia nelle parole e nei fatti. La libertà di insegnamento è stata intesa come sviluppo delle scuole di Stato a carico dell’erario, tollerando la presenza della scuola privata.
Alla pubblica, infatti, sono andati i fondi statali. Alle “private” le briciole. Le “rette salate” dei collegi e delle scuole cattoliche ne hanno fatto luoghi di élite, per ricchi. Luoghi se non proprio inutili, dannosi per l’immagine aristocratica anti-popolare che si è radicata nel tempo. Conti alla mano un alunno costa allo Stato tre volte quanto costa alle famiglie abbienti mantenere i propri figli nelle scuole private. Neanche questo è bastato per convincere a sostenere indifferentemente, a parità di costi, le scuole sciupone di Stato e quelle private. Quarant’anni di DC non sono bastati per questa battaglia fondamentale di poter far vivere un’istruzione e una educazione cristiana anche ai ceti popolari. Entro dieci anni forse non ci saranno più scuole cattoliche, travolte dalla crisi delle vocazioni religiose. Del resto quelle oggi superstiti vivono un’agonia che ne rendono problematico il sostegno anche da parte della gerarchia, perché da tempo quasi prive di personale docente cattolico adeguatamente formato. Stessa sorte esiziale già toccata alla sanità cattolica, madre e padre della sanità mondiale, scomparsa ingloriosamente, sostituita dal ricco business privato e dalle ONG laicissime.

D. L’Italia è unita o c’è ancora l’Italia di Garibaldi e D’Azeglio e quella di Manzoni e Rosmini? l’Italia è un paese cristiano?
R. Non solo l’Italia, ma l’Europa, in senso etico-culturale, potrebbe non essere più cristiana. Come non lo sono già più in senso politico-istituzionale. C’è ancora un fermento cristiano reattivo nei paesi dell’est e in quelli ortodossi da poco liberati dal comunismo. Avere il Papa “in casa”, in Italia, copre solo in piccola parte una realtà globale anti-cristiana.

D. Secondo Rosmini, se vi è vero pentimento di per sé non servirebbe la pena, perché il pentito riparerebbe da sé il danno arrecato al prossimo e/o alla società, con giovamento e incremento per l’intera società. È possibile una società terrena, una città dell’uomo, dove giustizia e misericordia si incontrano e si abbracciano?
R. La giustizia per Sturzo è “un’idea per la quale l’uomo istintivamente risolve la razionalità dei rapporti fra gli uomini nell’eguaglianza o nell’equivalenza”. Trattasi dunque di una parola che comprende tutti i bisogni fondamentali dell’uomo nella sua vita di relazione con gli altri. In un mondo dove la moralità non è più la convergenza dell’azione alla razionalità, dove è scomparsa la capacità di cogliere nella vita morale il presupposto di un ordine etico per ciascun ordine sociale, parlare di convergenza fra giustizia e misericordia è veramente difficile. Laddove non c’è moralità non ci potrà essere giustizia. Pentirsi significa riconoscere questo principio fondante del diritto. Pentirsi significa accettare i doveri che la giustizia sociale impone (pagare le tasse, osservare le leggi, etc.) e comprendere che solo dalla giustizia sociale nascono i diritti (giustizia distributiva). La misericordia possibile in terra arida di etica e morale è un culto astratto della libertà e della dignità dell’uomo. Solo nel pensiero politico cristiano risiede la convinzione che la politica sia un atto di carità. Come anche la giustizia, che è morale in termini di operatività pratica, ha un fondamento nella carità. Politica e giustizia risiedono nella carità che è capace di svelare false verità. Oggi, nel relativismo morale e etico, la misericordia, frutto nobile della carità, non ha fonte, come non ha un culmine.

Giampiero Cardillo
L’Architetto Giampiero Cardillo, ospite relatore della Conferenza  del Movimento NOI – Rete Umana – in Cosenza – Chiesa San Francesco di Assisi

D. È conciliabile l’invito di papa Francesco ad “avviare processi più che occupare spazi”, con quello di don Oreste Benzi di “entrare nelle stanze dei bottoni”? Se sì, come?
R. Per un seguace di Sturzo la risposta è questa: forse parlano di cose diverse, di momenti diversi. La cosa fondamentale è capire che tipo di politico o amministratore in pectore sei. Se sei il frutto di un “processo” di formazione morale e etico cristiano, non solo puoi, ma devi, come atto di carità, “entrare nella stanza dei bottoni”. E ci devi entrare con una “squadra” conforme, capace e attiva per governare, per fare bene il bene concreto. E sarà un successo, per quanto essi manterranno con te la politica in grembo alla morale, avendo superato già tanti “processi” formativi e selettivi.

D. Recentemente, Mario Adinolfi, che pure ne fu tra i fondatori, ha definito il Pd “una banda senza popolo”. Ha esagerato?
R. Vulgo vult decipi ergo decipiatur. Vale per il passato più remoto e anche oggi. In carenza di cultura politica (morale) è un gioco da ragazzi, disponendo di adeguate risorse e sostegni palesi o occulti, creare un état d’esprit utile e sfruttabile elettoralmente. I Radicali, partito senza popolo, con una “battaglia” per volta, tutte ben finanziate, hanno sempre “trovato” un enorme popolo a loro sostegno. Così come i CinqueStelle, mutatis mutandis. È solo una questione di mezzi e di tecnica, che hanno proprie leggi rigorose da seguire.

D. Secondo Del Noce l’homo capax Dei sarebbe il fondamento della democrazia. È oggi proponibile nella sfera del politico un’affermazione così netta?
R. Lei ha riflettuto con evidente competenza, passione e molto a lungo su questi temi. Non mi azzardo a dire la mia. Rinvio il lettore ad uno dei suoi preziosi testi. Mi limito a constatare che l’affermazione che postula l’uomo qualitativamente superiore rispetto a tutti gli altri esseri e che proprio per questo ha la possibilità di cercare Dio, ha una doppia difficoltà di risiedere nei pensieri e nelle convinzioni dell’uomo occidentale di oggi, nell’uomo post-illuminista. Non siamo più certi delle nostre qualità in quanto orfani di Dio. Come non sembra sia più necessario cercare Dio, né aver desiderio di vederlo come somma aspirazione. Che sia una modernità impoverita, inquieta e infelice quella che ne deriva, mi pare evidente. In questo Del Noce, storico e filosofo insieme, non sbaglia.

D. Matteo Renzi, in occasione del dibattito acceso sulla legge Cirinnà, ha dichiarato che lui in politica si comporta da laico e che ha giurato sulla Costituzione, non sul Vangelo. Ha senso un’affermazione del genere?
R. Circa la diarchia tra stato e chiesa e la sua evoluzione e involuzione storica abbiamo già detto. Matteo Renzi dice il vero, ma non l’utile da sapere. Ha solo evitato di rispondere alla domanda: lei è un laico senza fede o convinzioni, ma pieno di opinioni fondate sul nulla?

D. I cattolici, chiamati ad essere lievito nei vari partiti, non pare che siano riusciti ad essere lievito in Parlamento. Perché? Ha senso in Italia un soggetto politico autonomo aconfessionale e aperto a tutti gli uomini di buona volontà, a difesa e promozione della legge morale naturale e universale, cristianamente ispirato e avente il Compendio della Dottrina Sociale della Chiesa come riferimento programmatico, come vuole essere il “Popolo della Famiglia”? Alle prossime elezioni politiche i cristiani, e le persone di buona volontà, hanno chi votare senza problemi di coscienza?
R. La parabola del lievito, come quella del seminatore, meriterebbe testimoni ed epigoni decisamente migliori dei catto-comunisti e degli ospiti dei liberisti. Chi comincia da zero ha almeno l’opportunità di commettere i propri errori, partendo dalle esperienze fallimentari altrui. L’albero si riconoscerà dai frutti. Certo che parliamo di lungo e lunghissimo termine per la maturazione di quei frutti. Parliamo di cospicue, se non enormi, risorse finanziarie da raccogliere e di un difficile proselitismo ben selezionato da operare nelle sedi istituzionali. Parliamo di redigere, con dovizia di persone assai competenti, progetti concreti su tre o quattro temi, che concretamente si risolvano in sviluppo, benessere morale e materiale per larghe fasce popolari. Parliamo di un uso massivo di sofisticate tecniche di comunicazione sociale. Tecniche applicate costosissime, che abbisognano di schiere di fedelissimi e capacissimi attuatori. Senza questa concretezza l’irrilevanza è certa, come quella risultata dall’ospitalità pelosa in altri contesti. Quanto alla Dottrina Sociale della Chiesa le dirò che sembra essere il quinto segreto di Fatima. Assente negli Atenei laici, pochissimo presente in quelli cattolici, un vero fantasma nella pratica politica di sedicenti cattolici, completamente sconosciuta nei programmi formativi pastorali di ogni livello. Ho rintracciato più Dottrina Sociale della Chiesa in Adriano Olivetti o Michele Ferrero, che in mille convegni diocesani o in quelli di presunti partiti cattolici.

D. Rosmini, ne “La Costituzione secondo la giustizia sociale” si dichiara contrario al suffragio universale, che genererebbe corruzione in quanto i ricchi si comprerebbero i voti dei poveri, e anche l’evasione fiscale ne sarebbe una conseguenza; proponeva il suffragio proporzionale al reddito (dichiarato), con Camere dei piccoli e dei grandi proprietari, e tribunali politici. Solo “passatismi”?
R. Non c’è nulla di così attuale come la continua scoperta e riscoperta dei difetti delle democrazie rappresentative. Addirittura c’è chi, come i Cinquestelle provano a “correggere” in itinere la democrazia rappresentativa a colpi di “democrazia diretta”, invero un po’ misteriosa nelle modalità esecutive. La realtà offre poi varianti rituali curiose della vita istituzionale democratica, ormai del tutto “desacralizzata” dalle vicende giudiziarie o dall’enorme effetto della sola minaccia di possibili risvolti tribunalizi. Le “terze camere” costituite dai programmi televisivi, dal “mondo social” e il misteriosissimo, insondabile mondo dei sondaggi pongono le democrazie in perenne campagna elettorale, aumentando in modo stellare il costo di esercizio della politica e la corruttibilità generale per sostenerlo. Una completa revisione costituzionale di un qualche peso, che propone un ordine democratico fascinoso e complesso, è “L’ordine politico delle Comunità” di Adriano Olivetti, scritta prima della sua conversione al Cristianesimo cattolico. Come si sa Olivetti, nonostante due miliardi di lire degli anni ‘50 profusi e un grande numero di collaboratori eccellenti, fallì la prova elettorale, avendo sopravvalutato soprattutto l’elettorato, ancora ben lontano dal vincere l’analfabetismo letterale, figuriamoci quello politico e civile democratico. Anche nel sogno costituzionale di Olivetti compare una necessità elitista nella selezione dei rappresentanti politici e la preoccupazione di incivilire anche l’elettorato. Allo stesso modo con il quale operò pervicacemente a favore dell’incivilimento delle proprie maestranze in fabbrica e dintorni. In concreto vale la battuta di Churchill “non vedo un sistema migliore della democrazia, nonostante i difetti”. Dall’Economia Sociale di Mercato di marca teutonica si potrebbe trarre uno spunto valido: Istituzioni democratiche molto trasparenti quanto efficienti, governi statali e sovrastatali leggeri burocraticamente e forti sostanzialmente, mai invasivi, ma in funzione arbitrale e programmatica. Non a caso c’è una paternità della Dottrina Sociale della Chiesa sull’Economia Sociale di Mercato. Una Europa rafforzata, anche a più velocità, se ne potrebbe giovare, sempre che ritrovi le sue radici cristiane. Senza le quali efficacia, efficienza, solidarietà e sussidiarietà non si coniugano per il bene comune, ma per l’oppressione di pochi su molti.

D. La finanziarizzazione dell’economia (ridotta a “crematistica”) a livello internazionale produce concentrazioni di potere senza legittimazione democratica che scavalcano o cooptano i governi nazionali in un’ondata neoliberista, nichilista, atea e materialistica (il denaro che governa invece di servire) che, coinvolgendo destre e sinistre, riduce le persone a cose. Occorre una regolamentazione a livello globale per una economia equa e solidale a servizio della persona umana e del bene comune della famiglia umana. Ma come fare, se anche, spesso, i governi sono impotenti, e le organizzazioni riconosciute internazionalmente sono spesso colluse e/o cooptate a loro volta coi e/o dai “poteri forti dal pensiero debole”? Non occorre partire proprio da governi che siano davvero popolari?
R. Che ci sia una “economia che uccide”, come sostiene Papa Francesco, è innegabile. Vieppiù quando si ripresentano sulla scena propositi, ben mascherati da ecologia, come la riduzione progressiva della popolazione e il contestuale favorire o provocare giganteschi esodi di interi popoli. Esodi che nulla hanno a che fare con le correnti migratorie del passato recente. Esse erano destinate a territori semi-desertici, caratterizzati da sviluppo a due cifre per anno, non a terre in crisi o che crescono di uno zero virgola qualcosa l’anno. Nel quadro internazionale i governi nazionali hanno perso molto del loro potere di ingerire sui grandi destini dei loro popoli. Unioni e federazioni fra Stati potrebbero invertire o attenuare la tendenza. Le tensioni territoriali crescenti in molti scacchieri del globo sembrano volerlo impedire. Se i governi nazionali perdono importanza, perde importanza anche la voce popolare. Paesi senza governo per molti anni in Europa hanno attraversato anni cruciali di crisi profonda. Questo significa che gli elettori, sempre più autoridottisi nel numero, sono ormai vicinissimi all’irrilevanza. Esiste una sussidiarietà verticale anche poco virtuosa, sostitutiva dei poteri democratici. Una sussidiarietà atipica e potente di entità privatistiche sovranazionali, ben più ricche di molti Stati, armate non solo delle armi del denaro, che si muovono alla velocità dell’elettronica al di sopra delle leggi e dei regolamenti. In alcuni casi sono esse stesse fonte legislativa, regolamentare e giudiziaria, in quanto costituite come istituzioni private, ma immensamente forti dell’autorità delegata ad esse da molti Stati. C’è di che perdere ogni speranza, se non fossimo certi fideisticamente della vittoria finale del bene. Ora, però, siamo noi nel mezzo. È a noi che tocca la dura e stoica funzione del Kathékon.

D. Riguardo all’impegno del laicato anche nella politica, papa Francesco ha detto che occorre farla finita coi “vescovi-pilota”. La palla ai laici?
R.
Dipende dalla qualità e dalla quantità delle forze in campo. Che la chiesa abbia nel suo seno degli Sturzo nascosti è quasi certo. Sicuramente dispone di uomini e donne abili per la Politica “con la P maiuscola”. Che ci siano in giro laici cristianamente adatti al governo è anche vero. Che sia un’impresa titanica costruire un mondo politico cattolico adatto per qualità e grandezza al governo è altrettanto vero. Come ho detto prima, si partirebbe da zero. E, forse, non ci sarebbe una seconda possibilità, date le difficoltà soprattutto finanziarie e organizzative da superare. Una costosa, lunga e laboriosa fase pre-politica è necessaria. Almeno in questa fase è indispensabile che non ci siano non expedit a frenare. Certo il rischio di fallire è grande, come è grande il mondo in cui la chiesa opera. Concentrare risorse sull’Italia o l’Europa è una puntata alla roulette della storia. Se fossi il Papa, avrei più informazioni di quelle che ho per decidere cosa fare e cosa rischiare. È facile sorprendersi a riflettere sul fatto che senza il concreto, corale aiuto della chiesa sia del tutto inutile cominciare. Don Sturzo questo sostegno sostanziale ed esplicito non lo reclamò mai, anzi sosteneva sempre che fosse deleterio per la politica e per la Chiesa.

D. Adriano Olivetti: quale contributo per l’impresa di oggi e di domani?
R. Il metodo olivettiano rimane la migliore testimonianza di impresa sociale innovativa, multinazionale, capace di incivilimento di altissimo livello nei territori investiti dalla sua presenza operosa. Di quell’incivilimento ha goduto, per decenni l’intero sistema industriale e commerciale, utilizzando la diaspora di uomini olivettiani, provocata dalla distruzione pianificata di quel mondo fantastico dopo la sua prematura morte, provvidenziale per i suoi nemici. Un mondo, quello olivettiano, fatto di sviluppo culturale, spirituale e materiale, dove il bello, il buono, l’utile, l’innovativo diventa patrimonio condiviso di chi vi lavora, direttamente o indirettamente e di un vasto territorio attorno ai luoghi di produzione, studio e innovazione. Che sia stata, come è ancora, una buona idea lo dice non solo il tremendo isolamento che ha subito in vita Adriano Olivetti, ma soprattutto l’ostracismo della memoria che ha subito dopo morto. Un accanimento certosino operato da parte di un sistema finanziario-industriale corrotto e parassitario, che ha distrutto il nostro presente manifatturiero e la nostra credibilità internazionale, lasciandoci ereditare solo le macerie di un sogno che era del tutto realizzabile. Resiste oggi solo una nano-manifattura, la cui resiliente qualità, apprezzata in tutto il mondo, la dice lunga sulle grandi opportunità che sono state negate allo sviluppo massivo del grande modello di sviluppo industriale/territoriale olivettiano. Per replicare oggi quel modello olivettiano occorrerebbero grandi, immense sinergie finanziarie, industriali, tecniche, tecnologiche e di ricerca innovativa, che si potrebbero coagulare solo sul piano europeo. Nel contesto europeo di oggi l’olivettismo dell’impresa sociale si potrebbe declinare come “Grande Impresa Federale Europea”, ben teorizzata e illustrata in un bel testo del prof. Dario Velo del 2004.

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Santa Marta, 6 novembre: il generale Giampiero Cardillo, accolito, ha servito la Santa Messa officiata da Papa Francesco

D. L’enciclica di papa Francesco “Laudato si’” ha qualcosa di serio da dire ai nostri politici e in generale alla classe dirigente o, come dicono alcuni, è solo “ecologismo” “de sinistra”?
R. Non si deve distruggere il creato, ma ce ne possiamo e dobbiamo servire. Non si debbono mettere” limiti allo sviluppo”, per non cadere in logiche maltusiane anti-umane alla Richard Kalergi. La via che il Papa indica è perseguire uno sviluppo che usi solo un’economia che non uccida. L’economia che uccide è anti-solidale e anti-sussidiaria È finanziarizzata, idolatra il breve termine, è incapace di grandi progetti, è oppressiva orwellianamente, è improduttiva di vero, solido e duraturo benessere. Un’economia sociale di mercato postula, invece, una moneta stabile e improduttiva, una severa equità fiscale, un equilibrio territoriale da conquistare e difendere, una grande ricerca tecnica e tecnologica, una diffusione della cultura della qualità, della bellezza, della sanità e salubrità. È un mondo possibile. Anche di fronte a disastri come la “terra dei fuochi”. I tedeschi dal 1990 al 2000, bonificarono la valle della Ruhr, territorio immensamente più grande e inquinato, anche socialmente, della “terra dei fuochi”. L’intera operazione fu condotta con limitato concorso di fondi pubblici, con una fantasia creativa istituzionale straordinaria, con il “tifo” di un’intera nazione, con una convergenza politica senza tradimenti, con una capacità tecnico-operativa d’avanguardia e una fantasia progettuale meravigliosa. Oggi è un paradiso in terra, orgoglio ritrovato di un popolo, una grande impresa che ha ripagato con l’incivilimento e lo sviluppo di economie territoriali lo sforzo corale di una nazione. Il male planetario della distruzione del creato si cura con lo sviluppo di grandi imprese territoriali complesse, in grado di pagarsi e ripagarsi da sé, in una logica di Economia Sociale di Mercato, di cui i tedeschi sono campioni. Potremmo esserlo anche noi, come altri paesi europei, invece di abolire lo sviluppo. Sarebbe come decidere di abolire le banche per le troppe rapine.

D. Da più parti ormai si sente invocare per l’umanità in travaglio l’avvento della “civiltà dell’amore”. Pensa che abbia a che fare con il trionfo del cuore immacolato di Maria, promesso a Fatima? La Madonna a Medjugorje avrebbe detto di essere venuta per realizzare quanto cominciato a Fatima. Ci crede?
R. Ci credo e ci spero. Per figli e nipoti. Il lungo o lunghissimo termine, che lo stato delle cose prospetta, non mi spaventa, anche se non mi dovesse trovare vivo.

Fonte Servire l’Italia

Breve Profilo di Giampiero Cardillo

“Il Grande dissenso”, Metro Cosenza: Movimento NOI chiede Consultazione popolare

movimento-noi-cattolici in politica
Movimento NOI - Cattolici in Politica

Calabria/Cosenza/

Oggi il popolo non é più costituito da una massa di analfabeti, ma da cittadini che spesso sono molto più preparati dei pubblici amministratori. L’operazione Metro a Cosenza, piovuta dall’alto e poi diventata oggetto di accordi e scambi tra Regione Calabria e Amministrazione Comunale di Cosenza, non piace ai Cittadini che, nella Città che le statistiche indicano la più povera della Calabria e tra le più povere d’Italia, temono, tra l’altro, gravi e insopportabili ricadute di costi manutentivi, atteso il continuo svuotamento della Città, oltre la reale inutilità dell’opera stessa.

La Comunità politica del Movimento Cattolico NOI chiede che l’Amministrazione municipale rispetti lo Statuto del Comune e si unisce al fianco di chi sostiene a gran voce una consultazione doverosa, perché essa è l’attuazione dei valori della Democrazia partecipativa.

In Gran Bretagna è stato fatto un referendum per chiedere di uscire o meno dall’Europa! In Catalogna è stato fatto un Referendum che ha sfidato le autorità di Madrid. In Veneto e Lombardia un Referendum per incoraggiare l’autonomia! Persino a Corigliano e Rossano si è votato per la fusione! Lo stesso si è fatto ai cinque Casali del Manco! A Cosenza, incredibile a credersi, “qualcuno” ha paura di far votare i cittadini sulla Metro! La questione della metropolitana leggera a Cosenza è diventata quasi una merce di scambio sulla pelle dei cosentini che, in più riprese, si sono espressi contrari ad un progetto fantasmagorico per il quale i Cittadini hanno tutto il diritto di esprimersi attraverso una consultazione popolare, per giudicare un’opera così invasiva come la metro Cosenza- Rende.

L’argomento è stato oggetto di dibattito elettorale con largo consenso dei cittadini che oggi, però, si sentono traditi da chi prima ha chiesto il voto sul “No alla Metro”, e poi, ha sottoscritto un accordo barattando fondi comunitari che invece la Città dovrebbe ricevere di diritto!

Lo Statuto comunale prescrive la possibilità di consultazione popolare anche attraverso la richiesta da parte di una base di cittadini. A giugno scorso i comitati no Metro hanno presentato una petizione di elettori nelle mani degli amministratori. Lo Statuto prescrive tempi ristretti ma della petizione popolare si è persa ogni traccia!

Chiediamo a tutte le forze politiche in consiglio comunale, di decretare una consultazione popolare nel più breve tempo possibile che possa far decidere ai cosentini se fare o meno la metro. In caso contrario, i Cittadini di Cosenza potranno liberamente prendere atto che essi sono considerati sudditanza e non cuore della Democrazia. Una situazione sulla quale bisognerà riflettere.

PS: La Consultazione popolare, nei regimi democratici, è la chiamata del popolo a esprimere la propria volontà politica su questioni di interesse pubblico, attraverso una votazione.

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