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Alla Regione Calabria il Signore degli anelli. Campioni olimpici del nulla

La Cittadella regionale della Calabria

di Fabio Gallo/

Non fosse stato per la grande opera di volontariato delle Associazioni che hanno supportato la Protezione Civile ed il corpo sanitario, con le vaccinazioni saremmo stati non l’ultima regione d’Italia, bensì del terzo mondo. Come sempre i cittadini calabresi dimostrano di essere in grado di reagire alle grandi crisi umanitarie. Cosa che non si può certo dire della classe politica regionale sul podio delle Olimpiadi del far nulla di buono.

Ne abbiamo viste e ascoltate di tutti i colori e abbiamo anche preso atto che può capitare a chiunque nella vita, di ritrovarsi a rivestire il ruolo di Presidente F.F. della Regione Calabria, senza avere la benché minima capacità di governo, ampiamente dimostrata in questo tempo nel quale il Covid19 ha svelato e messo con le spalle al muro la grande colpevolezza della classe politica calabrese capace di spendere ma non di amministrare.

La Cittadella regionale della Calabria

I calabresi, sono ormai assuefatti alla presenza di una classe politica priva di visione volta ad un reale sviluppo sostenibile, campionessa olimpionica anche nella disciplina dello spendere il danaro pubblico ma non in quella dell’amministrarlo. Differenza sostanziale.

Nel tempo più drammatico per la vita dei calabresi, abbiamo visto una classe politica regionale scomparire del tutto dietro il paravento di un Comitato Tecnico Scientifico che, nel tempo, si è dileguato dalle cronache e che la politica non ascoltava. Ricorderete tutti che in Calabria l’unico pericolo in tempo di Covid19 sarebbe stato “quello di ingrassare”, se non fosse stato per la strage di cittadini calabresi morti e per le migliaia di famiglie rovinate e aziende chiuse e fallite per l’inesistenza di politiche regionali adeguate.

Una delle rare regioni d’Europa, la Calabria, la cui classe politica non è in grado di programmare la spesa dei Fondi Europei che pretende sempre più cospicui, senza avere le competenze per finalizzare una dignitosa progettualità in un contesto di sviluppo e legalità. Basta dare uno sguardo a cosa hanno prodotto centinaia di miliardi tra cattedrali nel deserto, ospedali costruiti, attrezzati di ogni cosa e poi chiusi, strutture di ogni sorta completamente abbandonate al nulla che costituiscono il paesaggio post industriale calabrese.

Ma siamo anche la Regione Calabria che dopo avere salutato una lunga serie di Commissari incapaci di risolvere i problemi, pur avendone il mandato ed i pieni poteri, oggi continua sulla linea della tradizione con il Commissario alla Santità Guido Longo le cui competenze in materia di Sanità sono praticamente zero e che una volta convocato nella Commissione Antimafia ha affermato che “nella Sanità ci sono infiltrazioni mafiose”, scoprendo l’acqua calda.

La Regione Calabria non è mai stata un modello di eccellenza ma l’imitazione del “modello Cosenza”, abile come pochi a palleggiare i cittadini molto meglio di Pelé, l’ha resa quella surreale inconsistenza ectoplastica che spende senza successo i fondi pubblici, accresce le lobby politiche sempre più sotto la lente d’ingrandimento della Magistratura Antimafia e che ha in cassa 100 milioni di Euro da destinare alla Sanità che neanche il Commissario riesce a spendere a testimonianza del fatto che chiunque entri nella Cittadella regionale diventa campione olimpionico nella disciplina del fare poco e niente.

Protezione Civile Calabria pro Astrazeneca ai 50enni contro parere AIFA? Movimento NOI: chiarisca subito

La Protezione Civile Calabria rende noto che per i 50enni é previsto il vaccino AstraZeneca, quando si sa che lo stesso é stato indicato dall’AIFA per gli OVER 60 e la valutazione é stata confermata in queste ore.

Ne parla abbondantemente la stampa nazionale e in rete è esploso nuovamente il caos.

E’ la nota del Movimento civico NOI che continua: tutto ciò è vergognoso e preoccupante poiché lascia credere che qualcuno ceda alla somministrazione ai 50enni solo al fine di smaltire i vaccini in deposito. Questa è la domanda che il Movimento civico NOI rivolge al Commissario nazionale Generale Figliuolo, oltre che al vertice della Protezioni Civile calabrese, volendo comprendere bene le grandi contraddizioni a discapito della nostra salute.

Le imposizioni tra l’altro, trattandosi di una chiara minaccia alla salute, dunque alla vita umana, potrebbero essere inquadrate come reati gravi anche dal Codice Penale e si ritiene ingiusto che eventuali conseguenze sui 50enni debbano pagarle medici e infermieri calabresi che, proprio insieme alle reti locali della Protezioni Civile e alle Associazioni di volontariato, stanno facendo un eccellente lavoro, nonostante il caos generato da un classe politica sempre più incompetente e improvvisata.

Gli organi della Stampa nazionale parlano di grandi quantità di dosi del vaccino AstraZeneca da smaltire e questa decisione in dicotomia con le prescrizioni delle Istituzioni di settore come l’AIFA, lascia intendere che per rimediare alle errate previsioni del Governo, cosa che potrebbe essere naturale in merito ai tempi necessari per vaccinare tutti gli italiani, si ricorra oggi alla somministrazione indiscriminata e assai imprudente di AstraZeneca.

Per quale motivo la Protezione Civile in Calabria vuole procedere sui 50enni se l’AIFA ancora non ha cambiato idea sui reali rischi? Abbiamo già presentato una denuncia alla Procura della Repubblica di Catanzaro sulla mala gestione della Sanitá che, evidentemente, deve essere integrata e lo faremo partendo da questo documento. Se la Protezione Civile ha subito una imposizione lo dichiari pubblicamente o si rechi presso la Magistratura a fare nomi e cognomi.

Qualcosa di grave serpeggia ed é bene parlarci chiaro all’alba del giorno in cui il Presidente f.f. della Regione Calabria Spirlí, ha chiesto al Commissario nazionale Generale Figliuolo, di affidare la Sanità calabrese all’Esercito Italiano. Cosa che il Movimento NOI, tra l’altro, chiede a gran voce da oltre un anno. Si continua a giocare con superficialità sulla pelle della gente. Chi vuole vaccinarsi volontariamente AstraZeneca lo faccia, ma la Protezione Civile calabrese non lo può imporre a tutti i 50enni, perché ASTRAZENECA rimane un vaccino NON INDICATO per quella fascia d’età.

LEGGI ANCHE:
https://www.ilfattoquotidiano.it/2021/05/11/astrazeneca-agli-under-60-aifa-valutazione-non-e-cambiata-rapporto-beneficio-rischio-e-progressivamente-piu-favorevole-con-leta/6194772/
https://www.ilsole24ore.com/art/astrazeneca-l-italia-raccomanda-solo-over-60-AD3D43VB?refresh_ce=1
http://www.quotidianosanita.it/governo-e-parlamento/articolo.php?articolo_id=92588

Movimento NOI scrive ad Elio D’Alessandro responsabile Sanità Lega Calabria. Chiamate Bortoletti

Da sx: Elio D'Alessandro (Lega Salvini) - Fabio Gallo (Movimento civico NOI)

Il Portavoce Nazionale del Movimento NOI Fabio Gallo scrive al neo Responsabile del settore Sanità per la Lega Calabria Elio D’Alessandro al quale chiede il suo impegno affinché il Colonnello Maurizio Bortoletti possa essere invitato ad occuparsi del caso Sanità in Calabria.

“Illustrissimo dott. Elio D’Alessandro, apprendo dalla stampa locale che la sua chiara volontà di cambiare marcia rispetto a quanto di scandaloso sta accadendo ai danni dei calabresi.

Sulla stessa riga appare essere il Commissario della stessa Lega Calabria avv. Giacomo Saccomanno. Se così fosse, sarebbe una novità rispetto all’appiattimento dei partiti tutti i cui esiti di mala gestione politica stiamo pagando a caro prezzo noi tutti cittadini calabresi. Giorno 17 Novembre 2020 il Movimento civico NOI che mi pregio rappresentare, ha scritto al Presidente del Consiglio dei Ministri Giuseppe Conte e a tutti i Ministri competenti, chiedendo l’invio in Calabria del Colonnello dei Carabinieri Maurizio Bortoletti la cui competenza in materia finanziaria sulla Sanità è nota alle cronache nazionali, in sostituzione dei Commissari che sino ad oggi, loro malgrado, nulla hanno fatto di evidente al fine di migliorare le sorti del sistema Sanità calabrese che appare senza rimedio testimoniando, di fatto il totale fallimento della politica calabrese.

Oggi, rinnoveremo il nostro invito all’attuale Presidente del Consiglio Mario Draghi.

Di certo non le sfugge la grande competenza del Colonnello Bortoletti che con un lavoro passato alle migliori cronache italiane, ha sistemato i conti dell’Asp di Salerno sottomessa ad un debito di ben un miliardo di euro. È, dunque, un esperto della materia finanziaria legata alla Sanità. Cosa che nessuno dei Commissari presenti oggi è in grado di dimostrare con i fatti. Siamo giunti al dunque e oggi che la politica di ogni colore partitico ha toccato con mano la sfiducia di tutti i cittadini calabresi, dobbiamo capire se, per davvero, il partito di Matteo Salvini che l’ha voluta per le sue competenze Responsabile del settore Sanità in Calabria, ha voluto ancora una volta profittare dei calabresi, oppure ha deciso di contare sulla sua libertà di esperto e sulle sue competenze per risolvere i problemi.

Fabio Gallo portavoce nazionale del Movimento NOI

Sarebbe incomprensibile dovere prendere atto che la Lega nomina un vero Manager solo per facciata. Vogliamo davvero sperare di no. Sarebbe troppo. Contiamo sulla sua azione tempestiva e su quella del Commissario avv. Giacomo Saccomanno affinché il Governo, decida di inviare in Calabria il Colonnello Maurizio Bortoletti rimuovendo il Commissario Longo.”

Fabio Gallo a Massimo Giletti da Cosenza: ci dica Mario Draghi se la Calabria interessa al Governo.

C’è anche il Movimento civico NOI nel collegamento da Cosenza per il programma di Massimo Giletti “Non è l’Arena”. La puntata del 9 Maggio 2021 è stata particolarmente animata sia in studio che nel collegamento da Cosenza condotto da Lino Polimeni, riferimento per la Calabria del programma edito da LA7. Il collegamento da Cosenza ha preso vita davanti la sede dell’Azienda Sanitaria Provinciale degli scandali, registrando la presenza di comitati, associazioni di volontariato e sindaci che hanno portato la loro testimonianza sul dramma della Sanità Calabrese che sembra non avere vie d’uscita al punto tale, da rendere inutile e inefficace anche il lavoro degli ulteriori Commissari inviati in Calabria dal Governo Conte-Draghi. Polizia di Stato e Arma dei Carabinieri hanno consentito il perfetto svolgimento del collegamento da Cosenza. Tra gli interventi mediati da Lino Polimeni quello del Portavoce del Movimento civico NOI Fabio Gallo che ha pronunciato poche ma durissime parole molto apprezzate a giudicare dagli applausi e che stanno facendo il giro nel mondo dei social.

Espressione di autentico civismo, il Movimento NOI opera da quattro anni manifestando coerenza e coraggio nell’affrontare i temi scottanti senza mai cadere nella trappola della liturgia delle parole inutili, tipica della politica calabrese. Mantenendo sempre alto il dialogo con le istituzioni di Governo, il Movimento NOI ha saputo ottenere l’attenzione delle alte istituzioni come per ottenere, ad esempio, l’invio dell’Ospedale Militare da Campo, nel momento più drammatico vissuto dall’intero comprensorio cosentino a causa del Covid19.Soprattutto, va detto, il Movimento NOI è stato l’unico che ha varcato la soglia delle Procure della Repubblica di Catanzaro e Cosenza per denunciare gli scandali nella sanità. facendosi carico delle esigenza della comunità.

“Fuori le mafie dalla Sanità pubblica” riporta lo striscione aperto da alcuni Delegati del Movimento NOI. Nel corso della diretta Fabio Gallo ha ringraziato Massimo Giletti per avere dato la possibilità a Lino Polimeni di accendere un faro sulla sanità in Calabria, in grado di fare luce su questioni gravi che sono frutto non solo di atteggiamenti culturalmente mafiosi ma, soprattutto, della grande ignoranza di tanti che sono oggi lesivi dell’amministrazione politica e della cosa pubblica. Allo stesso tempo Fabio Gallo ha rimproverato la RAI nazionale per la sua grave assenza dai problemi del Sud, chiamandola a saldare il suo enorme debito.

Delegati e Attivisti del Movimento NOI

Colpevoli siamo tutti noi cittadini – ha comunicato fuori campo il Portavoce Gallo – che per troppo tempo abbiamo consentito che il perimetro che separa gli onesti dai disonesti si dissolvesse, dando la possibilità alla mala politica e ai suoi servitori sciocchi e vagabondi, di preferire il voto facile e sottomesso ai mille bisogni, a quello libero dei cittadini responsabili che producono sviluppo in un contesto di legalità. Da oggi, afferma Fabio Gallo, non chiediamo agli altri di agire perché la facciamo direttamente noi“. Una folta rappresentanza tra attivisti e delegati del Movimento NOI provenienti dai vari settori del vivere civile, hanno voluto partecipare al Collegamento di LA7 dall’Asp di Cosenza. Un attivismo molto gradito anche alla Rete Federativa nazionale “Libertà Civica” della quale il Movimento NOI fa parte e che si estende e che ha il merito di riunire i Popolari dalle Dolomiti alla Sicilia.

Il problema – continua Fabio Gallo – risiede nella grave mancanza di senso di responsabilità. Una regione con tre università importanti, infatti, dovrebbe essere una delle più responsabili d’Europa, invece è l’ultima. Colpevole è anche il mondo della comunicazione, in maniera particolare quella di Stato che tutti noi manteniamo con le nostre tasse. Essa ha smesso di essere educativa trasformando l’indice di gradimento in indice di ascolto, degenerando con la produzione di programmi inutili e devastanti che hanno appiattito la capacità di giudizio e discernimento della popolazione sempre più incapace di orientarsi verso il suo stesso bene.

Bandiera del Movimento sturziano NOI
Bandiera del Movimento civico NOI

La Sanità in Calabria è la cartina al tornasole della pessima conduzione politica degli ultimi tre decenni del nostro Paese e, diciamo la verità, dall’eco di quel patto scellerato tra Stato e mafia. Oggi ci ritroviamo a subire una classe politica in gran parte boriosa, presuntuosa e impreparata che ha fatto delle risorse pubbliche il proprio capitale finanziario da investire a proprio piacimento per assicurarsi una base di elettorato.

Attivisti e Delegati del Movimento civico NOI

Un dramma che oggi si manifesta con la forza della denuncia di cittadini esasperati che sino a ieri mai avrebbero sognato di dovere scendere per strada. Oggi – continua Fabio Gallo – dobbiamo porci una domanda: il Presidente del Consiglio Mario Draghi deve dirci se Calabria e calabresi sono di suo interesse, oppure no? A giudicare dai Commissari alla Sanità che sta inviando in Calabria si direbbe di no. Ma in caso affermativo, come si spera, sulla Sanità calabrese deve passare con il rullo compressore e affidarla almeno per cinque anni all’Esercito italiano perché una gestione affidata a questa classe politica di oggi, attese anche le prepotenti infiltrazioni mafiose, sarebbe come cadere dalla padella alla brace.

Attivisti e Delegati del Movimento civico NOI

I partiti non hanno ancora compreso la gravità del momento e che quando arriva lo tsunami non devi rincorrere il mare che si ritira ma, al contrario, correre verso la montagna al riparo. Il nostro Paese è in serio pericolo, la nostra Democrazia è in pericolo e questi appuntamenti televisivi nazionali fanno bene a dare uno scossone. Ringraziamo Lino Polimeni per il suo coraggio e, ovviamente, ai riflettori di La7 e del programma di Massimo Giletti. E vorrei ringraziare il Movimento NOI perché con i suoi attivisti in questo anno nel quale sono scomparsi tutti, ha mostrato presenza, coerenza e coraggio, passando dalla liturgia delle parole a quella dei fatti e della denuncia”.

Leggi qui il Manifesto Denuncia del Movimento NOI sulla Sanità Calabrese e dell’Ospedale Civile di Cosenza.

Scuola d’Estate. Approvato il piano MIUR 2021. Favorevoli o Contrari?

a cura di Antonio Ilardi/

Trecentoventi milioni dal PON Scuola 2014-2020, centocinquanta milioni dal D.L. 41 del 22 marzo 2021, quaranta milioni dal D.M. 48 del 2 marzo 2021, per un totale di 510 milioni di euro, oltre ad improbabili sopravvenienze da attività di crowdfunding, è l’investimento del Governo Italiano per il Piano Scuola Estate 2021.

Un programma che, nelle intenzioni dell’esecutivo, mira a contrastare le “nuove povertà educative”, riversatesi “sulle fasce sociali più deboli, sulle famiglie a basso reddito, sugli studenti con bisogni educativi speciali”, con il sempre verde intento di “non lasciare indietro nessuno”. Testualmente, il Piano si prefigge l’obiettivo di offrire “agli studenti di quello che più è mancato in questo periodo: lo studio di gruppo, il lavoro in comunità, le uscite sul territorio, l’educazione fisica e lo sport, le esperienze accompagnate di esercizio dell’autonomia personale”. La genericità delle condizioni evocate e la loro astratta applicabilità all’intero territorio nazionale appaiono davvero sconcertanti.

Da una parte, infatti, proprio in  pandemia si sono verificate, grazie alle piattaforme di comunicazione, grandi opportunità per lo studio di gruppo, abbattendo ogni difficoltà logistica, ed è stato possibile per gli studenti sviluppare autonomia personale nell’apprendimento. Dall’altra, la valorizzazione delle uscite sul territorio, dell’educazione fisica e dello sport appare una flebile motivazione per impegnare risorse così ragguardevoli e per affidarne proprio alla Scuola il compito.

Si rischia seriamente, in realtà, di disperdere nuovamente centinaia di milioni di euro in attività didattiche dall’efficacia non misurabile. In aggiunta, si genera il danno di impegnare gli spazi interni degli istituti scolastici anche d’estate, rendendo di fatto inattuabile ogni intervento strutturale o impiantistico per assicurare maggiori condizioni di sicurezza sanitaria a Settembre, mentre surreali appaiono le indicazioni di organizzare, con il caldo torrido, qualsivoglia attività all’aperto. Un Piano serio avrebbe dovuto prevedere la valutazione individuale di eventuali deficit di apprendimento, l’obbligo di frequenza riservato a chi fosse incorso in tale condizione, il sostegno logistico ai meno abbienti per il raggiungimento delle sedi scolastiche, la verifica finale del percorso effettuato. Tuttavia, un Piano così avrebbe comportato la necessità che il Governo abbandonasse una sorta di relativismo pedagogico e privilegiasse la realtà concreta dei singoli individui. Meglio evitare. Troppo educativo. Meglio spargere fumo anziché coltivare intelligenze.

Sanità in Calabria al centro del manifesto-denuncia del Movimento NOI

La-Bandiera-del-Movimento-sturziano-NOI
La Bandiera del Movimento civico NOI

Ancora una volta la rete sanitaria della provincia di Cosenza ha fatto flop nel momento più importante in cui il meccanismo già reduce delle due precedenti ondate di Covid, invece di funzionare, ha dimostrato di non essere all’altezza. La rete Asp di Cosenza con tutti i suoi problemi naviga da anni in un buco di debiti talmente grande che la stessa Procura della Repubblica di Cosenza ha dichiarato che sarà impossibile ricostruire con precisione i bilanci precedenti e la loro relativa approvazione.  A ciò si aggiunga l’inesistenza di politiche degne di essere chiamate tali da parte della Regione Calabria, governata da improvvisazione e incompetenza al punto tale da avere fatto dimenticare per averlo oltrepassato di molto, quanto di peggio è stato già conosciuto nel passato e che si riteneva insuperabile per mala gestione.

Fabio Gallo - Portavoce nazionale del Movimento civico NOI
Fabio Gallo – Portavoce nazionale del Movimento civico NOI

Lo dichiara il Portavoce del Movimento NOI Fabio Gallo unitamente al Comitato Sanità dello stesso Movimento che propongono una dura analisi del contesto attraverso la quale si chiede ai Commissari e ai Dirigenti della Sanità di prendere le distanze dalla gestione irresponsabile della Sanità dei calabresi da parte della mala politica, compiendo azioni immediate al fine di colmare il vuoto strategico che insiste nella Sanità Calabrese con immediate assunzioni del personale mancante.

La-Bandiera-del-Movimento-sturziano-NOI
La Bandiera del Movimento civico NOI

I dati parlano chiaro

La Calabria è ultima come dotazione di posti letto negli ospedali con appena 1,95 posti letto ogni mille abitanti. I dati del ministero della Salute del 2018, giusto per porre confronto del divario tra Nord e Sud dicono che per ogni 100mila abitanti in Puglia si hanno 7,92 posti nelle terapie intensive, in Sardegna 7,5, in Sicilia 7,84, in Calabria 7,85, in Basilicata 8,7 e in Campania 8,72. Le Regioni del Sud occupano quasi tutte le ultime posizioni, in testa alla graduatoria ci sono soprattutto Regioni del Centro-Nord: spicca la Liguria con 11,99 posti letto di terapia intensiva ogni 100mila residenti, segue il Friuli Venezia Giulia (10,45), al quarto posto c’è l’Emila Romagna (10,06), la Toscana (10,1), Valle d’Aosta (9,54), Veneto (9,37). 

Incapacità politica e gestionale

L’emergenza Covid-19 ha portato l’Italia a correre ai ripari ma, incredibile a credersi, non la Calabria che sembra essere staccata dal resto del Paese. In Calabria si sviscera, senza tema di smentita, l’incapacità politica e professionale di chi gestisce il sistema sanità. Un vortice di inefficacia che non ha risparmiato i Commissari delegati dal Governo divenuti delle vere icone di inefficacia.

I numeri dei posti letto

In Calabria nonostante tutti gli scandali, non si registra un aumento dei posti letto nelle rianimazioni. Il Veneto, ad esempio, ha aggiunto 338 posti letto alla sua dotazione iniziale, la Lombardia 208. In Calabria da 109 posti letto in terapia intensiva si è giunti appena a 141. Dall’inizio dell’anno si è in attesa di ulteriori 80 posti che porterebbero la regione ad avere una dotazione complessiva di 221 posti di terapia intensiva.

Commissari inutili e inefficaci

Per quanto riguarda l’Hub del capoluogo bruzio, il decreto Calabria ha portato l’avvicendarsi di due Commissari che in comune hanno avuto – giudichiamo dai fatti – il dono dell’immobilismo e dell’incapacità gestionale che come unico evidente risultato, ha portato il peggioramento del piano assistenziale nei confronti dei cittadini e dei bilanci della Sanità, a causa dei loro lauti compensi. Ad esserne convinto è anche il neo responsabile regionale alla Sanità per la Lega in Calabria Elio D’Alessandro che proprio in queste ore ha affermato “E’ necessario avere coraggio e guardare la realtà: in Calabria bisogna fare tabula rasa. Anche il commissario Longo, che ha un’ottima carriera, non sa nulla sulla Sanità e lo affiancano coloro che l’hanno distrutta”.

Nessun cambiamento. Le cose peggiorano

Nulla è cambiato e i cittadini bisognosi di cure non hanno risposte quando si recano nei centri ospedalieri. La carenza di personale non solo medico ma soprattutto di infermieri e oss, limita le performance ospedaliere costringendo i vertici ad accorpare più reparti in una corsia riducendo la capacità assistenziale ed aumentando le liste d’attesa e costringendo i cittadini a migrare altrove implementando l’economia delle regioni del nord. Non si comprende come sia possibile, inoltre, che si rivendichino massive quantità di fondi europei dopo avere sperperato fondi UE per miliardi e miliardi, dopo avere costruito, attrezzato e inaugurato Ospedali, per poi chiuderli. Un tema, questo, sul quale la classe politica deve riflettere e subito anche per non legittimare il dubbio di potenti infiltrazioni mafiose che spingono la classe politica calabrese a richiedere fondi europei in quantità superiore alla capacità reale di spesa e investimento del territorio.

Parliamo dei concorsi

Bisogna sottolineare che reparti cruciali come il Pronto Soccorso dell’Ospedale di Cosenza ha una graduatoria concorsuale già pronta da tempo dalla quale ancora non è stato chiamato nessun medico, bensì solo 2 specializzandi con il rischio di affidare loro un compito al quale svolgimento potrebbero non essere ancora pronti. Mancano inoltre Oss ed infermieri e questo deficit allunga i tempi di presa in carico e trattamento dei pazienti in attesa di cure.

Parliamo delle strutture

Le strutture sono vetuste e cadenti. E’ sufficiente un temporale per causare perdite d’acqua dai soffitti, tamponati alla buona. Le serrature tutt’altro che antiscasso, permettono ai malintenzionati come accaduto, di entrare tranquillamente nei reparti profittando dell’oscurità per compiere il vile gesto di derubare dei loro beni anziani ricoverati. In tal senso, in una struttura da considerare una groviera in quanto chiunque può accedere anche nei settori più delicati, non mancano episodi di violenza inaudita registrati contro il personale medico del Pronto Soccorso.

La crisi delle strutture periferiche pesa sull’Hub di Cosenza

A ciò si aggiunga che la mancanza di strutture adeguate e funzionanti nella periferia fa sì che gli ospedali periferici trasferiscano all’hub della capitale bruzia patologie dalle più banali alle più severe mettendo a dura prova la capienza della struttura e la tenuta psicologica del personale che è soggetta a turni sempre più’ estenuanti.

Parliamo del Reparto Covid mai aperto

Al Commissario straordinario dell’Azienda Ospedaliera di Cosenza Isabella Mastrobuono ed al Direttore Sanitario dell’Azienda ospedaliera di Cosenza Angelo Barbato, facciamo notare che da quanto ci risulta il nuovo reparto Covid che doveva essere aperto al secondo piano del plesso di Via Migliori a Cosenza, nello stesso giorno deciso per l’apertura è stato, invece, immediatamente bloccato per carenza di personale medico ed infermieristico. Chi si sarebbe dovuto occupare di questo nuovo reparto, infatti, era stato, evidentemente in maniera azzardata, nello stesso corpo sanitario già impegnato in altri reparti e anche con doppi turni. A questo punto la domanda appare scontata: si è capito o no che nel Pronto Soccorso di Cosenza e nell’Ospedale tutto insiste un drammatico vuoto di personale sanitario? O ancora no?

E’ necessaria una ricognizione del personale

Agli stessi, in tal senso, chiediamo se hanno mai fatto una ricognizione del personale sanitario e amministrativo al fine di verificare se tutti sono al loro effettivo posto di lavoro e se la carenza di personale possa dipendere anche da possibili assunti nella qualità di infermieri, capo sala e oss che, invece, vengono impegnati in altri uffici, magari comodamente in poltrona, come negli uffici di Via San Martino o altri. Sarebbe il caso di verificarne? Il Movimento NOI è dalla parte di chi, oggettivamente, sta caricando sulle proprie spalle gravami insostenibili e si fa carico del lamento dei lavoratori che chiedono risposte chiare. Motivo per il quale invitiamo chi di dovere, ammesso che esista, ad espletare indagini approfondite, per sapere quale è il personale che risulta far parte del comparto amministrativo e di quello sanitario. Sarebbe una grave mancanza nei confronti della Pubblica Amministrazione e dei cittadini tutti, nonché di tutti i loro colleghi, se la carenza di personale fosse dovuta anche a questo. E’ opportuno ricordare a chiunque che se si assume un infermiere o un oss e poi lo si impiega con mansioni di segreteria rimuovendolo dal compito assistenziale senza promuoverlo nell’organico del personale amministrativo, è normale che i conti non torneranno mai a chi amministra e a pagarne le conseguenze saranno i pazienti ed il Corpo Sanitario spogliato da unità lavorative preziose.

Alla Commissario Longo, al Commissario Mastrobuono e al dott. Barbato chiediamo un profondo esame di coscienza perché non debbano giustificare l’ingiustificabile o problemi atavici creati da altri. A loro chiediamo di stare dalla parte della verità e della salute pubblica. Lo si deve ai cittadini che pagano con le tasse lo stipendio di chi opera nell’amministrazione sanitaria. i Commissari inviati dal Governo prendano le distanze dalla cattiva gestione della Sanità pubblica che assume sempre più lineamenti e connotati della politica corrotta, culturalmente mafiosa e della corruzione che rappresenta l’involuzione del sistema Paese che tutti abbiamo il dovere di salvare partendo dalla Calabria.

A Scuola d’Estate. Approvato il piano Miur 2021.

a cura di Roberto Perri Delegato alla Scuola movimento NOI/

Dal Ministero dell’Istruzione un piano da 510 milioni di euro per consentire a studentesse e studenti di recuperare socialità e rafforzare gli apprendimenti, usufruendo di laboratori per il potenziamento delle competenze -per esempio italiano, matematica, lingue, di attività educative incentrate su musica, arte, sport, digitale, percorsi sulla legalità e sulla sostenibilità, sulla tutela ambientale.

Patrizio Bianchi Ministro dell’istruzione

Non sono per nulla d’accordo studentesse e studenti italiani sul piano che il ministero dell’Istruzione ha appena approvato e che prevede un ingente investimento per aprire le scuole a luglio e agosto e organizzare attività di recupero e per la socialità dei ragazzi e delle ragazze.

Fioccano i sondaggi in queste ore e tutti sono allineati: per Skuola.net 8 su 10 a scuola non ci vogliono andare durante le vacanze, per Orizzonte scuola sarebbe il 70 per cento a rifiutare l’idea. E la scuola estiva immaginata dal ministro all’Istruzione Bianchi diventa un flop prima ancora di partire.

Scuola d’Estate. Approvato Piano Miur 2021

Non sono entusiasti a dire il vero nemmeno i genitori né tantomeno gli insegnanti: l’anno è già stato parecchio complicato, dicono a Skuola.net, perché allungarlo ancora? La conferma arriva dai dati: otto su dieci deciderebbero di non partecipare alle attività extra estive se il loro istituto decidesse di organizzare laboratori o appuntamenti. Non cambia di molto il dato tra i genitori: sette su dieci non sono disposti a far frequentare la scuola estiva ai loro figli.

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La Bandiera del Movimento civico NOI

La proposta di aprire le scuole a luglio e ad agosto fa discutere e, tra favorevoli e contrari, sarà argomento del Webinar di sabato 8 maggio alle ore 17 organizzato dal Movimento NOI.

Vaccinate subito gli operatori dei supermercati. Lo chiede il Movimento NOI

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La Bandiera del Movimento civico NOI

Il Movimento civico NOI chiede che vengano immediatamente vaccinati tutti gli operatori dei supermercati che, appare chiaro, sono le persone più soggette a rischio contaminazione, avendo migliaia di contatti quotidiani con il pubblico. E’ davvero strano, se non folle del tutto, che i responsabili di quello che dovrebbe essere il piano pandemico della Calabria e nazionale, non abbiano disposto ciò, inserendo questa categoria ad altissimo rischio, tra quelle da vaccinare prima di ogni altra.

La-Bandiera-del-Movimento-sturziano-NOI
La Bandiera del Movimento civico NOI

Lo dichiara il Portavoce nazionale del Movimento civico Popolare NOI Fabio Gallo che aggiunge: sono mesi che parliamo con il vento e oggi, finalmente, una imponente operazione dei NAS ha dovuto chiudere 12 supermercati per avere trovato tracce del Covid19 sui Pos, sui carrelli e sulle bilance che tutti devono utilizzare per ricevere lo scontrino di frutta, verdura e altro. Ciò non ci consola perché per colpa della disorganizzazione si chiudono luoghi nei quali si lavora e si serve la comunità dei cittadini. Abbiamo molte volte dialogato con operatori dei supermercati che hanno coscienza dei rischi e allo stesso tempo ci siamo resi conto che ovunque il livello di sicurezza anche per i cittadini è praticamente quasi zero poiché all’utilizzo di carrelli, bilance e Pos esposti al tocco di tutti, non corrisponde un livello di sicurezza da contagio adeguato.

Il Governo, dobbiamo prendere atto – conclude la nota del Portavoce del Movimento NOI – sta dimostrando incapacità gestionale di un momento di crisi e ciò deve allarmare tutti i cittadini poiché, attesa la grave questione sanitaria che anche i Commissari non sono riusciti a risolvere, appare chiaro che pone tutti in pericolo e nella necessità di programmare una riforma della classe politica e della Pubblica Amministrazione  che sia adeguata ai tempi e che possa assicurare massima sicurezza ai cittadini italiani. 

Quel “NOI” rivoluzionario dei Popolari che unisce verso le cose nuove

Il Movimento civico NOI - Cos'è
Movimento civico NOI

Di Fabio Gallo/

Quando in Via delle Coppelle a Roma abbiamo scelto di seguire la strada tracciata per una riforma del popolarismo, lo abbiamo fatto per davvero, credendo che ciò fosse possibile se dai contenuti si fosse riusciti a passare alla loro attuazione andando incontro, con ogni strumento possibile, ai cittadini. Si trattava di una forte chiamata al senso di responsabilità che aveva qualcosa di profetico quel 23 novembre del 2017.

Istituto Internazionale di Studi Don Luigi Sturzo - I convocati al tavolo di lavoro
Istituto Internazionale di Studi Don Luigi Sturzo – Il portavoce del Movimento NOI Fabio Gallo con Giovanni Palladino, Alessandro Corneli, Giampiero Cardillo, Marco Zabotti

Al tavolo dell’Istituto Internazionale di Studi “Don Luigi Sturzo” con Giovanni Palladino, Alessandro Corneli, Giampiero Cardillo, Marco Zabotti, eravamo seduti anche noi e solo oggi, dopo tre anni, abbiamo compreso quanto importante fosse stato per il giovane Movimento NOI quell’invito di chi ci stava osservando attentamente e ci riconosceva qualche merito. Certamente, quello di avere intuito che solo una grande dimestichezza con il mondo delle innovazioni tecnologiche e della comunicazione digitale, poteva sostenere quel percorso di alta formazione indispensabile per redigere una nuova pagina di Democrazia e di vita politica del Paese. I tempi e le relazioni sociali sarebbero cambiati presto.

Istituto Internazionale di Studi Don Luigi Sturzo
Istituto Internazionale di Studi Don Luigi Sturzo – Il Tavolo di lavoro

L’essere, tra tutti i chiamati in Via delle Coppelle, i meno storicizzati nel cammino pluridecennale dei Popolari, è stato un bene, consentendo alla nostra aggregazione civica sturziana di uscire subito dalla bulimia dell’IO – tipica di chi deve difendere un proprio ruolo – per ramificarci, senza perdere tempo prezioso, nelle reti umane del NOI, ponendoci immediatamente al servizio del bene comune.

Dal tavolo emergevano forti le solide radici del pensiero sempre nuovo di don Luigi Sturzo e Giuseppe Toniolo che richiamavano, tra le altre cose, a modificare gli errori del passato che hanno generato una moltitudine di periferie, trasformandole in nuove centralità.

Istituto Internazionale di Studi Don Luigi Sturzo
Istituto Internazionale di Studi Don Luigi Sturzo – da sx: Marco Zabotti, Giampiero Cardillo, Eleonora Cafiero (Movimento NOI)

Nella visione della trasformazione di un Paese vecchio e stanco, in un Paese giovane che guarda alle nuove generazioni, non è mancato un successivo confronto tra Eleonora Cafiero, co-fondatrice del Movimento NOI e lo scrivente, entrambi più vicini al mondo della comunicazione sociale innovativa, nel quale vennero subito in mente le migliaia di piccoli borghi italiani che grazie alla velocità della rete, all’intelligenza connettiva e a progetti di gestione della conoscenza, sarebbero potuti diventare cuore pulsante di nuove economie e lavoro, sentinelle dell’Ambiente e protagonisti di quello sviluppo sostenibile auspicato dall’Agenda 2030 della Nazioni Unite.

Luigi Sturzo-Giuseppe Toniolo
Luigi Sturzo-Giuseppe Toniolo

Ci rendevamo conto che dopo tanto vagare eravamo giunti alla sorgente. Ora toccava solo a noi limitarci alle parole o trasformarle subito in azione quotidiana.

Oggi, dopo oltre tre anni da quel tavolo di lavoro in Via delle Coppelle, rifletto sulle tante riunioni telematiche cui ho partecipato successivamente con tanti gruppi di popolari. E’ normale che chiunque abbia un ruolo storicizzato voglia mantenerlo. Una normalità colpevole, molte volte, di divisioni che impediscono la concreta crescita di quell’auspicato moderno partito in grado di richiamare da trent’anni di diaspora, le Donne e gli Uomini “liberi e forti” all’adunanza dei valori ben dettagliata nella dottrina sociale della chiesa per noi tutti cristiani. Una battaglia resa ormai indispensabile ma che tocca a noi laici combatterla nei tanti ruoli del vivere civile di chiunque voglia intraprendere il cammino verso “le cose nuove”.

Da sx: il portavoce nazionale del Movimento sturziano NOI con S.E. Rev.ma Cardinale Angelo De Donatis e Mons. Renzo Giuliano parroco della Basilica San Marco Evangelista di Roma
Fabio Gallo consegna a S.E. Rev.ma Cardinale Angelo De Donatis la maglia del Movimento sturziano NOI

Il Movimento sturziano NOI, con l’umiltà di chi è aperto a tutti ma con la fermezza di chi non vuole essere trascinato negli errori del passato, si è fatto ascolto di tutti coloro i quali ritengono di essere popolari e di poter dare un contributo esperienziale alla “grande chiamata”. Con un certo dispiacere, nonostante la levatura di molti, troviamo difficoltà a comprendere come, senza passare dalla parola alla sua applicazione pratica nelle tante realtà territoriali, rispettandole, valorizzandole e ponendole al centro, si possa concretamente giungere al risultato della costituzione della grande area dei nuovi popolari come auspicato, da “Insieme”.

Il Movimento civico NOI - Cos'è
Movimento civico NOI

NOI ci siamo! Le parole di Stefano Zamagni non hanno bisogno di essere replicate. NOI abbiamo compreso e ispirati dall’intuito di Papa Francesco che ci chiede di impegnarci in politica, ma in quella con la “P” maiuscola, con fede, procediamo in questa direzione auspicando che i detentori di grande esperienza vogliano comprendere che è giunto il tempo di guardare al “NOI” e alle nuove generazioni. In sintesi, abbiamo bisogno di una politica “generativa” di “cose nuove” sul solco tracciato da Toniolo e Sturzo.

La-Bandiera-del-Movimento-sturziano-NOI
La Bandiera del Movimento civico NOI

Un giornalista recentemente ha dichiarato che “il civismo in Calabria e in Sicilia si declina con il nome del Movimento NOI e delle sue attività volte al bene comune”. Ciò ci gratifica e ci dice che la strada intrapresa, in attesa che la grande adunanza di “Insieme” maturi non solo nelle attese di leadership ma di una vera conversione al sacrificio quotidiano da parte di tutti per cambiare in meglio l’Italia e l’Europa che necessitano ancora di comprendere la differenza tra crescita e Sviluppo economico, è quella giusta.

www.movimentonoi.it

Dura lettera aperta del Movimento NOI sulla gestione del Covid19 all’Annunziata di Cosenza

La-Bandiera-del-Movimento-sturziano-NOI
La Bandiera del Movimento civico NOI

La cattiva gestione politica della pandemia, ha posto con le spalle al muro numerose categorie professionali che hanno come nucleo la Famiglia. Lo afferma il portavoce nazionale del Movimento cattolico NOI Fabio Gallo che propone una lucida analisi dell’attuale situazione – Non vogliamo vedere il personale sanitario che combatte in prima linea piangere di nascosto, come ci è capitato di notare. Non vogliamo rischiare la vita perché la classe politica e tutti coloro i quali delegano alla nostra Sanità, non mostrano di essere in grado. Non è giusto! Non è da paese civile. È in atto una violazione continua dei nostri diritti umani e civili. Non è cosa che vogliamo nella nostra città di Cosenza e nella nostra regione. Rivendichiamo il rispetto della dignità della persona in ogni luogo e soprattutto degli ammalati e delle loro famiglie. Oggi, fuori dal coro, parliamo di quanto accade nel Pronto Soccorso di Cosenza perché in esso e su di esso, si manifesta l’immagine speculare di un sistema politico e gestionale molte volte corrotto che non può essere più tollerato, frutto di decenni di bulimia del potere, che richiede la massima attenzione di tutte le forze realmente civiche libere dall’inganno dei partiti. Partiamo dal reparto Covid dell’Ospedale di Cosenza con i 20 posti letto, annunciato, realizzato e mai inaugurato dal Commissario Mastrobuono. Una decisione che trasforma l’esistenza di tutti, pazienti e corpo sanitario, in un vero e proprio inferno.

PARLIAMO DEL “NUOVO” REPARTO COVID
Ci risulta – continua Fabio Gallo – che pur avendo preparato il reparto e reperito i medici all’interno dell’ospedale, con gli infermieri, disimpegnati dagli altri reparti, non è stato possibile fare la stessa cosa poiché non disponibili a prestare servizio in questo reparto Covid. Di conseguenza, non potendo aprire questo reparto per mancanza di personale, hanno pensato di ovviare al problema, trasformando un’ala del pronto soccorso a Reparto Covid, riversando così ancora una volta tutto il lavoro interamente sui medici, infermieri ed OSS del pronto soccorso. La cosa davvero singolare e drammatica è che si tratta di quell’area da sempre definita non idonea per le pessime e disumane condizioni in cui versa e che il Movimento NOI ha denunciato sia alla magistratura di Cosenza che a quella di Catanzaro. Oggi, incredibile a credersi, questo spazio sarebbe diventato un reparto che può contenere, secondo il loro Dio, quello di chi ha deciso, che certamente non è il nostro, fino a 16 pazienti Covid più 4 nelle tende.

DISSERVIZI E MALAGESTIONE
Non vogliamo essere trattati come animali al macello e vogliamo ricordare a politici e commissari tre punti. Il primo, è che i 16 pazienti utilizzano lo stesso bagno senza distinzione uomo-donna. Il secondo: i bocchettoni dell’ossigeno sono solamente 4. I rimanenti pazienti Covid in ossigeno-terapia vanno avanti solo a bombole, cose che non si registrano oggi neanche in zona di guerra. Terzo punto: i pazienti che rimangono allocati nelle tende, rimangono anche loro senza bagno e quindi dalle tende devono fare avanti e dietro nel cortile per andare a fare i propri bisogni. È la perdita della dignità se si pensa che ci sono anche vecchietti e vecchiette che hanno buttato il sangue una vita e che oggi, nel momento in cui sono più bisognosi, vengono trattati in tale maniera. La carenza di personale che non vogliono assumere sta gravando ancora una volta sulle spalle del personale del pronto soccorso ormai allo stremo delle loro forze, con le spalle al muro, con i nervi a pezzi e impossibilitati a parlare per non perdere il posto di lavoro.

APRIAMO IL CAPITOLO MEDICI
Ma apriamo anche il capitolo medici. Ci risulta, ci rispondano i commissari, che l’azienda stia raccattando medici che non hanno mai fatto neanche un turno in PS pescandoli con le ormai note 50 euro l’ora per andare nel reparto Covid. Medici a prestazioni aggiuntive all’interno di questo reparto da terzo mondo, ma solo mattina e pomeriggio perché la notte nessuno, ci risulta, vuole stare in Pronto soccorso lasciando ricadere, punto e accapo, tutto il lavoro sul solito personale sanitario giunto all’esasperazione.

VI E’ DI PIU’ E DI PEGGIO
Ma vi è di più e di peggio – continua il Portavoce del Movimento NOI. Nonostante tutte le manifestazioni che abbiamo fatto, le denunce, le indagini che sarebbero in corso, i commissari di prima e quelli di ora, le mille cronache quotidiane della RAI e delle emittenti private nazionali e locali, ancora non è stato assunto nessuno perché i tre che hanno partecipato al concorso non si sa per quali strani motivi, fino a settembre non possono arrivare. Tutto questo, anche in considerazione della manifestazione dei sindaci davanti al pronto soccorso all’alba della quale ci aspettavamo la rivoluzione, vi sembra normale? In ogni caso, di medici ne occorrono molti di più. Ma andiamo avanti: abbiamo appreso dall’intervista di Raitre al Direttore Sanitario Aziendale dell’Annunziata di Cosenza Angelo Barbato che due specializzande avrebbero superato il concorso e non verrebbero assunte come dirigenti medici a tutti gli effetti, ma solo con un contratto Co.Co.Co. Quindi, domanda ai commissari e al dirigente Barbato: anche se sono co.co.co potranno prestare servizio tra Pronto Soccorso e tenda all’esterno, oppure potranno prestare solo servizio tenda? E perché potranno iniziare solo fra trenta giorni se siamo nel cuore di un’emergenza epocale e la gente sta morendo? Allora, diciamo la verità: personale non ce n’è, né medico, né infermieristico né OSS e se è vero, come pare che sia vero, che al corpo sanitario del pronto soccorso potrebbero essere messe in dubbio anche le ferie estive con la richiesta di ulteriori sacrifici, allora, significherebbe per davvero che siamo tutti volutamente esposti a rischio della vita da una massa di barbari che danno ordini dal mondo della politica.

PERSONALE SANITARIO ALLO STREMO DELLE FORZE INASCOLTATO
Ci risulta che al dottore Barbato e alla commissaria Mastrobuono, nel corso di una ennesima riunione sia stato comunicato che i medici del PS e gli infermieri sono proprio arrivati allo stremo delle loro forze. Ma pare che la giusta richiesta di aiuto dopo 15 mesi di “emergenza”, da un orecchio sia entrata e dall’altro sia uscita. Attendiamo la prova contraria. Eppure, il Commissario Mastrobuono aveva detto che era tutto apposto, che i letti c’erano e anche i medici. Dove sono questi medici? Ma se non riescono a trovare una soluzione la offriamo noi: basterebbe spostare i pazienti che sono definiti freddi e cioè fuori pericolo, negli ospedali di periferia, Rogliano, Acri, poiché sono pazienti Covid che hanno passato la fase delle terapie intensive. Pazienti, quindi, che passata la fase acuta possono rimanere anche negli ospedali dove non c’è la rianimazione perché sono in condizioni cliniche buone e che attendono che si negativizzi il tampone, ovviamente. Ma qualcuno vuole che altri facciano la fine del dott. Marrocco? Se un ospedale come quello di Cosenza non ce la fa a reggersi su 6 medici nella normalità, figuriamoci in un’emergenza sanitaria come quella che stiamo vivendo. Chiediamo alla Magistratura – conclude il Portavoce del Movimento NOI – di effettuare indagini approfondite sull’attuale ala Covid che non risulta essere un locale idoneo poiché è privo di ricircolo di aria. Si tratta di un locale nel quale chi vi entra, parlo di pazienti non Covid, ha un’alta possibilità di contrarre il Covid19. Ai cittadini, ai medici, agli infermieri e agli OSS chiediamo di non perdere la memoria di questo disastro.

La classe politica tutta, escluso nessuno, è colpevole di avere creato questa situazione di degrado senza fondo.

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