La storia della Sanità a Cosenza raggiunge livelli da romanzo horror. Non solo abbiamo assistito ad aggressioni a Medici, Infermieri e Guardia giurate nel Pronto Soccorso di Cosenza, ma oggi capita di dover prendere atto che ai Medici vengono consegnate in tempo di COVID19 mascherine prive di certificazione. Eccole nelle foto.
Ci sarebbe da chiedere se il grande Commissario Arcuri sta smaltendo nel Sud Italia le cineserie e se i Commissari, quello regionale e territoriale ne sono a conoscenza.
Se a ciò aggiungiamo che nel Pronto Soccorso di Cosenza siamo a meno 50% circa di personale medico, è possibile immaginare cosa accadrebbe se si ammalassero di Covid19 due o tre Medici e relativi Infermieri. E la cosa che davvero scuote, è che a dirlo siamo solo NOI poiché la politica, fino a prova contraria, tace.
Ma c’è di più! Accade qualcosa su cui dovremmo fare tutti caso: se denunciamo fatti che si ritengono gravi e che violano i diritti dei pazienti o del corpo sanitario, è sufficiente attendere poche ore per assistere alla diffusione di comunicati stampa che vorrebbero mostrare una sanità eccellente, da mostra internazionale. Una sorta di tentativo di “compensazione”.
Una sorta di botta e risposta dove la botta a tutela dei diritti di tutti, siamo noi dal mondo del civismo puro a darla; la risposta, invece, arriva da “qualcuno” o da “qualcosa” che, evidentemente, ha il compito di neutralizzare le istanze dei cittadini, sempre giuste, corrette e rispettose, ma determinate al punto da diventare esposti alla Magistratura, come capitato di recente.
Il Movimento NOI, infatti, facendosi carico dei tanti lamenti e studiando atti e determine, si è resta conto che solo la Magistratura può, a questo punto, determinare un cambiamento nel sistema di gestione della sanità, punendo i responsabili.
Chiarito che nella qualità di portavoce del Movimento NOI sono convinto di rappresentare l’intero Movimento nell’affermare che in alcuni settori dell’Ospedale abbiamo punte d’eccellenza da poter competere certamente in ambito nazionale, desidero dire al “qualcosa” o al “qualcuno” che il sacrificio di molti bravi Medici, Infermieri e personale sanitario in genere, ma soprattutto dei pazienti che subiscono, non può giustificare la gravità delle dichiarazioni di chi afferma che le cose vanno bene. Le cose non vanno bene per niente. E neanche le dichiarazioni dei Commissari i cui contenuti appaiono pagine lisce come l’olio, ma la realtà è scritta, purtroppo per i Cosentini, sulla più spessa e ruvida carta vetrata.
La storia delle mascherine sulle quali non appare alcun timbro di certificazione è solo l’ultima chicca nel nostro sistema sanitario locale e regionale nel quale, dobbiamo dirlo forte e chiaro, forse non si è reso conto che i problemi non sono solo del Pronto Soccorso ma si estendono in diversi reparti nei quali – a nostro parere – manca un piano etico di assistenza al malato. Manca, in tal senso, un vero piano di formazione professionale e, soprattutto, manca chi deve chiedere al personale che vuole fare quel mestiere, se è per davvero portato a farlo, atteso il panorama che si troverà innanzi per tutta la vita lavorativa. Assistere anziani e pazienti impossibilitati a provvedere a se stessi non è cosa facile. Ma se non si è in grado, i reparti non sono affatto il luogo nel quale imboscare clientele della politica. Tra l’altro, questa sistema ci costringe a scrivere ormai quasi ogni giorno i lamenti dei cittadini e dei Medici, quando si potrebbe parlare, invece, dell’essere fieri della propria sanità territoriale, se solo si volessero prendere decisioni politiche adeguate. Un utopia?
Il Movimento NOI ha denunciato le cose che non vanno all’alba di una dichiarazione che abbiamo ritenuto non coerente diffusa alla stampa dal Commissario Regionale Cotticelli, non condividendo il suo giudizio sulla conduzione del lavoro del Commissario di Cosenza. Una valutazione positiva che darebbe a quest’ultima la possibilità di ricevere, tra l’altro un premio di 50 mila euro.
E NOI? Atteso il dato che il Sistema sanitario lo paghiamo con i nostro sacrifici per avere in cambio disservizi e attrezzature da tempi di guerra, non certo forniture di una Paese che vive in Democrazia, NOI denunciamo e continueremo la battaglia fino a quando la spunteremo.