di Fabio Gallo/portavoce nazionale/
In poche ore la classe politica della Calabria si è trovata sulla graticola del mondo dell’informazione nazionale. Prima il programma NEMO (RAIDUE), dedicato alla gestione della Città di Cosenza; oggi, sul programma di Massimo Giletti, “Non è l’Arena”, con lo scandalo dei vitalizi.
Fino a ieri, in una regione nella quale il Procuratore Nicola Gratteri ha dichiarato che la ‘ndrangheta volentieri si occupa di mezzi di comunicazione, il grido di dolore che viene dalla Calabria onesta e che lavora, è stato soffocato. Ora, evidentemente, cambiate le forze della politica nazionale, anche il fare informazione ha nuove strade difficili da controllare.
I Cittadini sono senza forze, costretti a subire angherie di ogni sorta e prepotenze dal potente di turno che costruisce la propria carriera politica sulle spalle della povera gente. Ci troviamo inanzi ad una trasformazione genetica della politica che amministra la cosa pubblica assecondando logiche basate molto spesso su capricci personali diametralmente opposte alle esigenze primarie dei Cittadini.
Capita così che l’emergenza abitativa in Calabria, in una città come Cosenza, la più povera della Calabria e tra le più povere d’Italia, non viene affrontata perché i danari che servivano per costruire case, vengono investiti in altro, creando il vuoto strategico dell’ingiustizia sociale che ricade sulle spalle di coloro i quali, per avere un tetto sulla testa, si vedono costretti a compiere illeciti occupando, tra l’altro, strutture pericolanti e ponendo a rischio la propria vita.
Capita così che i consiglieri regionali, pur avendo uno stipendio altissimo, ricevono anche l’adeguamento ISTAT. Capita anche che chi è stato consigliere anni addietro, possa trasferire indennità e vitalizio ai propri familiari, come se fosse una casa!
Capita che, quando la televisione di Stato si occupa dei problemi di Cosenza e della Calabria, si gridi allo scandalo perché qualcuno si è permesso di entrare nella casa di tutti, che qualcuno ritiene la propria, di alzare il tappeto e portare alla luce la polvere che si era tenuta nascosta.
Capita che ci sia l’ardire di difendere i vitalizi senza vergogna o denigrare chi, con strumenti di fortuna ma con fede nell’umanità, in un centro storico abbandonato, combatte l’emarginazione.
Di certo essi non sono ancora consapevoli che, presto, questo modo di fare politica sarà spazzato come foglie secche nel vento impetuoso che non porta odio ma un forte senso di Giustizia sociale, indispensabile nell’attuale società in veloce trasformazione.
La Calabria, in tal senso, ha lanciato un piccolo ma evidente segnale lo scorso 4 Marzo. Forse, anzi, certamente, la goccia che ha fatto traboccare il vaso.
“LORO”, oggi, sono già un film che presto animerà le sale cinematografiche proiettando i privilegi a cui LORO, questa gente, è attaccata come le sanguisughe ad un corpo sociale. LORO, lo sappiamo, sono convinti di avere il comando dei cannoni.
NOI, invece, abbiamo sempre di più quello delle matite bene appuntite con le quali si combatteranno e vinceranno le battaglie, come abbiamo fatto il 4 di Marzo.