A cura di Vincenzo Capocasale/
Ora che il Natale è passato, in attesa dell’ubriacatura di fine anno, mi pare opportuno tirare una sorta di primo bilancio su come siano andati questi giorni di festa che pure avrebbero dovuto farci riscoprire la gioia della condivisione, perché solo questo dovrebbe essere il significato del Natale. Una domanda appare opportuna: abbiamo celebrata davvero in questi giorni la “sacralità“ della Famiglia? Si proprio di quella formata da Maria, Giuseppe e il piccolo Gesù? Me lo chiedo perché è la Famiglia il centro vitale della Società, a cominciare dalla società cittadina.
Viviamo, invece, storie e tempi frenetici che questo valore di Famiglia (che non è solo Cristiano) avviliscono e mortificano, generando incomprensioni, smarrimento del proprio io e veri e propri drammi umani. Proviamo a porci un’altra domanda: il messaggio Cristiano (ma non solo quello) di una rinascita culturale e sociale, è ancora radicato nel nostro presente? Per rispondere dovremmo ripulire i nostri cuori, rendendoci disponibili all’amore, verso la propria famiglia e poi verso il prossimo.
IL TEMPO SEMBRA NON BASTARE MAI E AUMENTANO LE PAURE
Corriamo tutti delle vite frenetiche, dove il tempo sembra non bastare mai; aggirandoci in un mondo dove, tra conflitti e violenze, abbiamo sempre più paure. Ci spaventano la guerra, il terrorismo, un futuro sempre più incerto; così finiamo per temere l’altro, ogni altro. Il Natale prima e il Capodanno tra poco, dovrebbero, al contrario, lasciare uno spazio per la riflessione. Invece, continuiamo a correre troppo e ci chiudiamo nel nostro egoismo, fermandoci sempre alla superficie dei problemi senza nemmeno sfiorarne la complessa profondità.
FINTA BENEFICENZA E’ DEGRADO CULTURALE
La finta beneficenza della Ferragni è un simbolo significativo del nostro degrado culturale e chi – chiedendo scusa per sé offre un milione di euro – sottovaluta l’intelligenza delle persone, quindi la nostra, al pari di tanti altri “Ferragni”….. Così, finiamo tutti per essere infettati dal virus dell’ egoismo e poco ci importa mettere in moto, accanto alle preoccupazioni in tema di salute, di sicurezza e di prevenzione, anche una forte connessione alla cultura della solidarietà. Invece è importante farlo, proprio, perché viviamo tutti angosce e debolezze condivise, sulle quali poi si innestano innegabili fragilità sociali.
RISCOPRIRE LA DINAMICA DELLA SOLIDARIETA’
Abbiamo bisogno di riscoprire la “dinamica della solidarietà “ che non consiste solo nel fare qualcosa per gli altri, ma nel ripensare dentro noi stessi un modo nuovo di vedere e di incidere nella Comunità. C’è urgenza di nuovi stili individuali di vita, assumendo all’interno della Società, prospettive di nuove logiche redistributive della ricchezza. Riscoprendo la solidarietà, restituendo a noi stessi queste consapevolezze, saremo capaci non solo di interrogarci ma pure di non voler tornare indietro, a un passato deprecabile. Non ci devono preoccupare le notizie su nuove e vecchie pandemie, ma occorre mettere in moto una intensità spirituale ispirata a sentimenti di vera fratellanza e solidarietà che possano efficacemente contrastare i virus dell’egoismo e dell’individualismo.
Tutti noi siamo i cattivi debitori di quello che ci viene donato male, e finiamo per lamentarci dei benefici malamente acquistati e non restituiti, perché nel momento stesso in cui questi ci vengono donati, noi già li abbiamo perduti (così Seneca nel primo libro “De Beneficis”). In queste feste intristite che stiamo vivendo, basterà un “ Concertone” a rendercele sorridenti?????
LA LOCANDINA DEL MOVIMENTO NOI