a cura di Roberto Perri Delegato Scuola Movimento NOI/
Mancano poco più di 40 giorni alla ripartenza dell’anno scolastico, il terzo dell’era Covid, poco o nulla si è mosso sul fronte delle misure da adottare per contenere il rischio di contagio da coronavirus all’interno delle aule. Le Linee Guida per l’ottimizzazione della qualità dell’aria in ambiente scolastico redatte dall’Istituto Superiore di Sanità, rimandano ad appositi esperti da individuarsi all’interno di ogni scuola, scaricano la responsabilità della gestione del Covid nelle scuole sulle spalle dei Presidi. Una situazione di grande incertezza che, alla riapertura degli istituti scolastici, rischia di avere ricadute sul fronte della salute pubblica e sui contagi.
La pandemia non è finita, in questi anni è stato fatto davvero poco per mettere la scuola italiana in sicurezza. Si è intervenuti sull’igienizzazione, sul distanziamento, poco o nulla è stato fatto per aerazione e ventilazione. Tutto questo ostacola il rientro in classe a settembre senza mascherine.
Secondo le linee guida, le rilevazioni per capire aula per aula se c’è bisogno di intervenire dovrebbero essere condotte su richiesta dei Dirigenti attraverso le Asl: il rapporto Gard 1 rileva il pessimo stato dell’aria nelle classi, le scuole non sono a norma per numero di ricambi d’aria in base al DM 75 e successive norme UNI.
Per limitare la circolazione virale nelle scuole è prioritario migliorare la qualità dell’aria per evitare di affidarsi ancora una volta alla mera accoppiata protocollo finestre aperte e alle mascherine FFP2.
Neanche in piena campagna elettorale si trova un partito che prometta interventi seri per la qualità dell’aria nelle scuole.
Questa è l’ennesima conferma del fatto che la grande politica è solo un evento di distrazione di massa, la cui priorità inconfessata è sempre la stessa: mai tassare i grandi patrimoni che potrebbero finanziare il benessere collettivo.
Le esigenze della popolazione contano solo fino a quando convergono con gli interessi dei più ricchi.