Roberto Perri
Roberto Perri Referente Scuola

a cura di Roberto Perri Delegato Scuola Movimento Noi/

La via maestra per contenerne la diffusione non è il mero distanziamento ma è il ricambio d’aria, che si attua con i purificatori e la ventilazione meccanica controllata (VMC). La VMC (areazione meccanica controllata) abbatte fin oltre l’80% il rischio contagio. I dispositivi sono in grado di effettuare uno scambio continuo tra aria interna ed esterna, in modo da “pulire” l’ambiente e ridurre così il rischio di contagio.

Nonostante numerosi studi, nazionali e internazionali, abbiamo dimostrato che la ventilazione meccanica nei luoghi chiusi sia efficace contro il Covid-19, in molte classi italiane non è stata ancora adottata. Nel nostro Paese solo 200 scuole si sono dotate dei dispositivi in grado di effettuare uno scambio continuo tra aria interna ed esterna, in modo da “pulire” l’ambiente e ridurre così il rischio di contagio.

In virtù dell’efficacia del sistema di aerazione forzata, l’istituto Spallanzani di Roma ha lanciato un appello: “Auspichiamo che il governo predisponga un piano Marshall triennale per la messa a norma e l’adeguamento degli edifici scolastici – ha detto il direttore Francesco Vaia -. Bisogna diminuire la concentrazione del virus attraverso la ventilazione meccanica, fino a tre volte più efficace dell’aerazione naturale“.

Bambini e scuola al tempo del Covid19
Bambini e scuola al tempo del Covid19 – Fonte web

In mancanza di linee guida sulla qualità dell’aria nelle scuole e relativo piano esecutivo, considerandola una misura di sicurezza di priorità assoluta a tutela della salute dei nostri bambini, invitiamo le Amministrazioni Comunali a considerare l’opportunità di installare i sistemi di ventilazione per il ricambio d’aria nelle scuole di competenza comunale e nelle palestre comunali presenti sul territorio in collaborazione con l’istituzione scolastica attingendo, se previsto dalle indicazioni sul loro utilizzo, ai fondi del PNRR, previsti per un massimo di 5 milioni.

Il risultato è che in vista del quarto anno scolastico dallo scoppio dell’epidemia, siamo ancora una volta in ritardo. L’esperienza di chi ci ha provato suggerisce che, per attrezzare le aule scolastiche contro il contagio, tra procedure burocratiche, scelta dei macchinari, interventi edilizi, occorrono come minimo sei mesi. Se si vuole ancora fare qualcosa occorre muoversi. Adesso.