Il 9 marzo 2020 ha segnato l’inizio dell’incubo chiamato Covid19 che da una parte ha profondamente turbato il nostro Paese inginocchiando famiglia e lavoro, dall’altra mettendo a nudo una classe politica molto spesso impreparata ed incapace di risolvere i problemi in un tempo che possiamo considerare di vera e propria guerra, se pensiamo a come sono stati ridotti sistema sanitario e pubblica amministrazione. Intanto i Popolari del Movimento civico NOI plaudono alle considerazioni della Corte Costituzionale che ha bocciato quasi del tutto sia i commissariamenti imposti dal Governo alla Sanità della Calabria, che Pubblica Amministrazione e Governo che, attesa la manifesta crisi locale e incapacità di provvedere, non avrebbe dovuto esitare a provvedere direttamente a colmare i vuoti strategici creatisi in Calabria e che hanno portato in molti casi alla negazione dei diritti del Corpo Sanitario che si è abbattuto sui cittadini pazienti accolti in strutture fatiscenti assolutamente non in grado di assicurare la necessaria dignità all’ammalato. Le pietose immagini provenienti dal Pronto Soccorso di Cosenza saranno ricordate per decenni. In questa direzione il Movimento NOI che non ha mai abbandonato la battaglia sul territorio, aderendo alla Rete Federativa “Libertà Civica” che vede riuniti i Popolari dalle Dolomiti alla Sicilia, ha appena inaugurato il suo Dipartimento Nazionale della Salute con il fine di contribuire con sempre maggiore competenza alla riforma della Sanità ed essere utile alle forze di Governo che, come evidenziato dalla Corte Costituzionale, hanno mostrato grosso deficit.

LA CONSULTA BOCCIA COMMISSARI, GOVERNO E PUBBLICA AMMINISTRAZIONE
In queste ore, sul tema della Sanità in Calabria, noto sia alle cronache nazionali che alla Magistratura antimafia, si è espressa la Corte Costituzionale bastonando sia il ripetersi di commissariamenti inutili perché costretti ad operare senza strumenti, per questo anche inefficaci, sia per bacchettare Pubblica Amministrazione impreparata ad affrontare la crisi che il Governo stesso avrebbe dovuto limitare, disponendo interventi a responsabilità diretta una volta resasi conto dell’inefficacia dei suoi Commissari. 

La sentenza della Consulta con toni istituzionali completa ciò che ha già detto il Covid19 in maniera brutale, mettendo in mostra il marciume di un sistema “Italia” malato e figlio di trent’anni di sprechi e di un’amministrazione pubblica in gran parte inadeguata e priva di competenze, al soldo della peggiore politica egoista e senza meta. Più di tutto, la Pandemia ha mostrato il volto assai mediocre di una classe politica colpevole di avere raso al suolo la sanità pubblica con grave lesione dei diritti dei cittadini e dello stesso Corpo Sanitario. 

SANITA’ CALABRIA: 18 OSPEDALI PUBBLICI CHIUSI
Il Caso “Calabria” con 18 Ospedali chiusi, dice chiaro cos’è la politica e che il tutto si svolge sulla pelle dei contribuenti. Paghiamo con tassazioni altissime per ricevere disservizio ed incertezza della cura. Con il pronunciarsi della Consulta, attendiamo le dimissioni dei Commissari Guido Longo e Isabella Mastrobuono, praticamente inutili nel ricoprire ruoli che non consentono, come hanno dimostrato, di risolvere problemi, se non di percepire un lauto stipendio. Cosa che, attesi i risultati, dovrebbe porli in uno stato di grande disagio se non del tutto di vergogna in una regione nella quale la Democrazia è ostaggio del bisogno. 

MEDICI, INFERMIERI E OSS TRATTATI COME SCHIAVI. PAZIENTI PRIVI DI GARANZIE
Medici, infermieri ed OSS sono trattati come gli schiavi ai tempi dell’apartheid. L’esempio del Pronto Soccorso di Cosenza ormai noto alla stampa nazionale, mostra come le parole della Corte Costituzionale emergono da casi concreti come questo. Per Medici, infermieri ed OSS niente diritti, solo doveri ed esposizione diretta, molte volte con sistemi di protezione fai da te in difesa del misterioso virus, colpiti nell’intimo e umiliati nello svolgimento del proprio dovere ovverosia salvare vite umane. 

PRONTO SOCCORSO DI COSENZA: STRUTTURA OSOLETA, AMBIENTI NON IDONEI E NON SICURI
Esposti in ambienti inidonei e mal sanificati o a volte per niente con pazienti ammucchiati come bestie al macello. Ospedali che sorgono all’interno di strutture obsolete e privi di sicurezza, ove il cittadino rischia seriamente di non potersi curare a causa dell’indifferenza di chi ha deciso che il calabrese non ha diritto alla vita. 

La Bandiera del Movimento Civico NOI

LE BATTAGLIE CIVICHE DEL MOVIMENTO NOI COMBATTUTE ANCHE CON LA PENNA SONO SERVITE
La Corte Costituzionale ci dice che le battaglie del Movimento civico NOI, mentre tutta la classe politica taceva ed era letteralmente scomparsa, sono servite tutte. Scrivere, scrivere e ancora scrivere intrattenendo un buon rapporto con le alte istituzioni è servito. Ma non abbassiamo la guardia e per questo, oggi, dobbiamo porci alcune domande e pretendere risposte. Chi lo dice che ai cittadini calabresi bisogna negare il diritto alle cure? Chi sono questi signori che possono decidere chi deve vivere e chi morire? Perché gli ospedali non debbono avere tutto il personale necessario che possa curarci come si deve nel momento del bisogno? Certo, sarebbe opportuno chiedere anche a cittadini e corpo sanitario come fanno a votare ancora i loro carnefici.

INDISPENSABILE RIVOLGEREQUALCHE DOMANDA AL COMMISSARIO ISABELLA MASTROBUONO
Alla luce delle considerazioni della Consulta che boccia quasi del tutto la gestione sanitaria in Calabria, rivolgiamo alcune domande al Commissario dell’Azienda Ospedaliera di Cosenza Isabella Mastrobuono anticipando una nostra richiesta di accesso civico agli atti: quando nel Pronto Soccorso si supera di gran lunga la quantità di pazienti ammissibili, chi assicura la sicurezza del paziente a 360 gradi? Essendo noto che si è giunti anche a 70 pazienti parcheggiati nel Pronto Soccorso di Cosenza. Ma è mai stato sanificato? L’Azienda sanitaria sarebbe in condizione di provarlo? In maniera particolare quando i numeri superano la normale capacità di accoglienza e vengono accolti tra gli altri pazienti anche i Covid in attesa di verifiche, ove vengono accolti? Inoltre: dopo le dimissioni del vecchio primario del pronto soccorso chi è che ne ha oggi la responsabilità? Cosa dice l’Unità Operativa del rischio clinico che dovrebbe salvaguardare la gestione del paziente e del personale? Ma esiste? A questo punto non resta che attendere l’attività risolutiva del Governo rispetto a quanto sentenziato dalla Corte Costituzionale. Il Movimento NOI continuerà la sua attività di presenza consapevole, cosciente e responsabile in difesa dei diritti di tutti.