Di Fabio Gallo/
Quando in Via delle Coppelle a Roma abbiamo scelto di seguire la strada tracciata per una riforma del popolarismo, lo abbiamo fatto per davvero, credendo che ciò fosse possibile se dai contenuti si fosse riusciti a passare alla loro attuazione andando incontro, con ogni strumento possibile, ai cittadini. Si trattava di una forte chiamata al senso di responsabilità che aveva qualcosa di profetico quel 23 novembre del 2017.
Al tavolo dell’Istituto Internazionale di Studi “Don Luigi Sturzo” con Giovanni Palladino, Alessandro Corneli, Giampiero Cardillo, Marco Zabotti, eravamo seduti anche noi e solo oggi, dopo tre anni, abbiamo compreso quanto importante fosse stato per il giovane Movimento NOI quell’invito di chi ci stava osservando attentamente e ci riconosceva qualche merito. Certamente, quello di avere intuito che solo una grande dimestichezza con il mondo delle innovazioni tecnologiche e della comunicazione digitale, poteva sostenere quel percorso di alta formazione indispensabile per redigere una nuova pagina di Democrazia e di vita politica del Paese. I tempi e le relazioni sociali sarebbero cambiati presto.
L’essere, tra tutti i chiamati in Via delle Coppelle, i meno storicizzati nel cammino pluridecennale dei Popolari, è stato un bene, consentendo alla nostra aggregazione civica sturziana di uscire subito dalla bulimia dell’IO – tipica di chi deve difendere un proprio ruolo – per ramificarci, senza perdere tempo prezioso, nelle reti umane del NOI, ponendoci immediatamente al servizio del bene comune.
Dal tavolo emergevano forti le solide radici del pensiero sempre nuovo di don Luigi Sturzo e Giuseppe Toniolo che richiamavano, tra le altre cose, a modificare gli errori del passato che hanno generato una moltitudine di periferie, trasformandole in nuove centralità.
Nella visione della trasformazione di un Paese vecchio e stanco, in un Paese giovane che guarda alle nuove generazioni, non è mancato un successivo confronto tra Eleonora Cafiero, co-fondatrice del Movimento NOI e lo scrivente, entrambi più vicini al mondo della comunicazione sociale innovativa, nel quale vennero subito in mente le migliaia di piccoli borghi italiani che grazie alla velocità della rete, all’intelligenza connettiva e a progetti di gestione della conoscenza, sarebbero potuti diventare cuore pulsante di nuove economie e lavoro, sentinelle dell’Ambiente e protagonisti di quello sviluppo sostenibile auspicato dall’Agenda 2030 della Nazioni Unite.
Ci rendevamo conto che dopo tanto vagare eravamo giunti alla sorgente. Ora toccava solo a noi limitarci alle parole o trasformarle subito in azione quotidiana.
Oggi, dopo oltre tre anni da quel tavolo di lavoro in Via delle Coppelle, rifletto sulle tante riunioni telematiche cui ho partecipato successivamente con tanti gruppi di popolari. E’ normale che chiunque abbia un ruolo storicizzato voglia mantenerlo. Una normalità colpevole, molte volte, di divisioni che impediscono la concreta crescita di quell’auspicato moderno partito in grado di richiamare da trent’anni di diaspora, le Donne e gli Uomini “liberi e forti” all’adunanza dei valori ben dettagliata nella dottrina sociale della chiesa per noi tutti cristiani. Una battaglia resa ormai indispensabile ma che tocca a noi laici combatterla nei tanti ruoli del vivere civile di chiunque voglia intraprendere il cammino verso “le cose nuove”.
Il Movimento sturziano NOI, con l’umiltà di chi è aperto a tutti ma con la fermezza di chi non vuole essere trascinato negli errori del passato, si è fatto ascolto di tutti coloro i quali ritengono di essere popolari e di poter dare un contributo esperienziale alla “grande chiamata”. Con un certo dispiacere, nonostante la levatura di molti, troviamo difficoltà a comprendere come, senza passare dalla parola alla sua applicazione pratica nelle tante realtà territoriali, rispettandole, valorizzandole e ponendole al centro, si possa concretamente giungere al risultato della costituzione della grande area dei nuovi popolari come auspicato, da “Insieme”.
NOI ci siamo! Le parole di Stefano Zamagni non hanno bisogno di essere replicate. NOI abbiamo compreso e ispirati dall’intuito di Papa Francesco che ci chiede di impegnarci in politica, ma in quella con la “P” maiuscola, con fede, procediamo in questa direzione auspicando che i detentori di grande esperienza vogliano comprendere che è giunto il tempo di guardare al “NOI” e alle nuove generazioni. In sintesi, abbiamo bisogno di una politica “generativa” di “cose nuove” sul solco tracciato da Toniolo e Sturzo.
Un giornalista recentemente ha dichiarato che “il civismo in Calabria e in Sicilia si declina con il nome del Movimento NOI e delle sue attività volte al bene comune”. Ciò ci gratifica e ci dice che la strada intrapresa, in attesa che la grande adunanza di “Insieme” maturi non solo nelle attese di leadership ma di una vera conversione al sacrificio quotidiano da parte di tutti per cambiare in meglio l’Italia e l’Europa che necessitano ancora di comprendere la differenza tra crescita e Sviluppo economico, è quella giusta.