di Fabio Gallo/
All’alba dei provvedimenti giudiziari emessi dal Procuratore della Repubblica di Cosenza Mario Spagnuolo a carico di dirigenti e commissari che hanno avuto competenza sulla gestione della Sanità, esattamente dopo 24 ore, l’emittente regionale LaCNews24 a firma del Giornalista Salvatore Bruno, riporta una dichiarazione in video del neo Commissario Isabella Mastrobuono alla quale auguriamo sinceramente buon lavoro. Siamo rimasti colpiti da alcuni passaggi che meritano approfondimento, facendo presente che il Movimento civico NOI – come ormai noto – ha a cuore la tutela e il rispetto dei diritti umani di tutti e che al fine di perseguire tale scopo ci mette la faccia, in dicotomia con la mentalità omertosa che sottomette in Calabria anche la Democrazia, rendendola schiava del bisogno e di logiche che non condividiamo.
CITTADINI PREOCCUPATI DALLA PESSIMA GESTIONE DELLA SANITA’
Come tutti noi, anche il neo Commissario avrà certamente preso visione dei contenuti dell’inchiesta condotta dalla Magistratura cosentina sull’ASP dalla quale emerge in quadro assai allarmante. Altrettanto certamente il Commissario sarà informato del forte malumore dei cittadini calabresi vessati in maniera pesante da decenni, sia da un sistema politico incapace di offrire ai cittadini una sanità pubblica adeguala ai tempi, che da un sistema sanitario fortemente contaminato dalla ‘ndrangheta, come testimoniato dalla Magistratura Antimafia. A ciò si aggiunga che in pochi mesi il Governo ha dovuto mandare via quattro Commissari, non per eccesso di meriti, bensì, evidentemente, per il contrario. Tutti ricordiamo la pessima figura del Generale Cotticelli su La7. Tutto questo in tempo di pandemia. Nulla di più grave per chi, in un momento del genere, non compie il proprio dovere.
E’ NOSTRO DIRITTO-DOVERE DIRE COME STANNO LE COSE
Certamente siamo tra coloro i quali non hanno taciuto e se lo abbiamo fatto è perché abbiamo inteso tutelare il nostro interesse di cittadini che finanziano la Sanità. Ma lo abbiamo fatto anche per tutelare quella parte di medici, infermieri ed oss che lavorano a testa china, onestamente, con umiltà, ed eccellendo molto spesso nei rispettivi settori di competenza. Dalla loro serenità dipende la salute di noi cittadini. Dunque, è nostro diritto e dovere dire le cose come stanno a nostra tutela, atteso il quadro storico. Chiunque in questo clima avrà preso contezza che non siamo in paradiso ma all’inferno e che in Calabria, con tutto il rispetto per il diavolo, ci sono soggetti peggiori di lui, stando alle accuse e ai fatti che i calabresi vivono quotidianamente. Non a caso il Procuratore della Repubblica Mario Spagnuolo, a proposito della recente inchiesta dichiara: “abbiamo scoperchiato il vaso di Pandora”. Non siamo giustizialisti e fermo restando i grandi margini di errore compiuti dalla Magistratura calabrese riportati dalle cronache giudiziarie, non ce la sentiamo di essere garantisti a tutti i costi, perché in Calabria di garantismo si muore. Come di Covid19 e di mala sanità.
L’INTERVISTA DEL NEO COMMISSARIO ISABELLA MASTROBUONO
Nell’intervista si fa cenno ad una lettera che i Medici del pronto Soccorso di Cosenza hanno indirizzato alle Istituzioni, con la quale chiedono interventi risolutivi perché il personale medico dello stesso Pronto Soccorso possa contare su nuovo personale e dilatare, così, gli elevatissimi livelli di stress e turni di lavoro che possono essere sopportati umanamente in una emergenza di un mese o due, ma non per un anno e chissà quanto ancora. Un anno, infatti, non si può e non si deve considerare una emergenza né possiamo accettare che l’emergenza diventi una normalità. L’intervista ci colpisce poiché chiude in un angolo quei medici ai quali la nostra comunità deve molto, anzi, moltissimo, per avere saputo fronteggiare il momento più difficile della nostra storia moderna, da soli, con personale ridotto del 50% se non oltre, e avvolti dalla sordità totale delle Istituzioni politiche dileguatesi in un momento così difficile. Dileguatesi al punto tale, da avere portato cittadini e Movimenti come lo scrivente, a prendere in mano la situazione e denunciare fatti e circostanze che stavano ledendo diritti e trascurando doveri.
Ma è vero che i Medici del Pronto Soccorso di Cosenza sono sottoposti a livelli elevatissimi di stress che persistono da un anno?
ALTISSIMI LIVELLI DI STRESS E ORARI MASSACRANTI
Dall’intervista dell’attuale Commissario sembrerebbe che tutto sia rose e fiori ma così non è. Ed emergerebbe una certa sfrontatezza dei medici del Pronto Soccorso per non avere avvertito il loro primario. Come se i medici in prima linea non avessero capacità di esprimere con chiarezza le condizioni del loro logo di lavoro, tra l’altro bene fotografato nei mesi precedenti anche dai Carabinieri del NAS. Se i medici in questa lettera sono stati eccessivi, lo facciamo dire non agli autori, ma alla dott.ssa Simona Loizzo riportando, sempre da un redazionale di LaCNEWS24 di cui sotto forniamo il link, uno stralcio della sua recente intervista su La7 appena dopo la morte per suicidio del marito Lucio Marocco, direttore dell’Uo Prevenzione dell’ospedale dell’Annunziata, con importanti responsabilità in materia di Covid19. La dott.ssa Loizzo anche lei noto medico dell’Ospedale di Cosenza, ha affermato dal programma di Massimo Giletti che “Lucio aveva eseguito 10 mila tamponi, ogni dipendente che si contagiava lui lo viveva drammaticamente, ogni sera chiamava i contagiati per chiedere come stessero. Fin dall’inizio della pandemia si è caricato della responsabilità di proteggere tutto il personale operante in corsia. Parliamo di circa duemila persone”.
Simona Loizzo – ricordiamolo – è un medico con funzioni dirigenziali e conosce bene le criticità dell’Hub dell’Annunziata e in tal senso afferma ancora: “Sono stata assunta ne 1994 e già si parlava della costruzione del nuovo ospedale. Ci siamo lasciati alle spalle il 2020 e ancora non è cambiato nulla. Mio marito si è trovato a gestire una pandemia in un ospedale vecchio, con difficoltà nel mettere a punto il percorso sporco/pulito, di separare quello Covid dal no-Covid. E lui era bravissimo – incalza – ha scritto procedure che il Ministro Speranza dovrebbe leggere, finite sulle chat delle direzioni sanitarie di mezza Italia”. Ma per andare ancora più a fondo e non rendere vana, almeno da parte nostra, la morte di un bravissimo medico del nostro Ospedale, aggiungiamo le ultime parole del dott. Marocco. “Lo sentii discutere al telefono con un suo collaboratore – ha affermato la moglie – uno dei pochi perché con i commissariamenti si è tagliato il personale, si è persa una generazione. A questo collaboratore che che lui stimava, diceva “Ma si può? Non ce la posso fare, non ce la faccio più”. Dopo pochi minuti era volato giù come un operaio che cade dall’impalcatura senza imbracatura. Un soldato mandato alla guerra senza armi“
Non vogliamo altri suicidi. La nostra Sanità è una cloaca e i fatti lo dimostrano. Non bisogna tentare di giustificare l’ingiustificabile. Si deve provvedere perché cittadini e corpo sanitario siano al sicuro in un Paese che la una delle più alte tassazioni del mondo per avere in cambio la paura. Si tratta di buon senso.