di Fabio Gallo/Portavoce nazionale Movimento NOI/
Chi di noi calabresi da bambino non ha giocato nel campetto con amici che poi hanno deviato la loro esistenza divenendo delinquenti? In un modo o in un altro, conosciamo tutti il momento in cui qualcuno non si è presentato alla partita perché è stato arrestato. E la partita di questo ideale campetto di calcio si gioca ogni giorno, anche da grandi. In Calabria capita di ritenere, a me è capitato, che persone che si sono sporcate le mani di delitti, magari perché non in grado di potersi permettere un’alternativa, siano migliori di chi le giudica. Vedi il caso del Giudice Petrini, Presidente di una Sezione della Corte d’Appello di Catanzaro che ha dichiarato, dopo essere stato arrestato, di essere corrotto da ben dieci anni.
LA FALSA MORALE: GUARDIE E LADRI
La falsa morale che vive il cittadino ritenendo “Guardie e Ladri” separati da un muro invalicabile, è antropologicamente parlando solo un’idea ma non la realtà. Certo, ci sono le eccezioni che confermano la regola ma solo dalla parte delle “Guardia” poiché dall’altra parte, dalla parte dei “Ladri”, conviene avere più entrature possibili tra le Guardie ed è così che si insinua nella storia, la corruzione che diventa più forte in una regione come la Calabria piagata da mille problemi che inducono molti alla sussistenza quotidiana.
CORRUZIONE E PUBBLICA AMMINISTRAZIONE
Il mondo della Pubblica Amministrazione italiana è piagato da una profonda corruzione. Profonda al punto tale da ritenerla irreversibile. Chi come me lavora a contatto con essa tocca con mano la corruzione, la falsità, l’inganno. Essere onesti è difficile, diciamo la verità, ma è un merito che tramandi a chi ti sarà sempre grato. Il cittadino, dunque, è portato a dover fare una scelta difficile, pur consapevole che quel muro che divide chi delinque da chi lo impedisce, è sempre più sottile. Abbandonarci tutti alla corruzione o resistere, resistere resistere per tentare di costruire un mondo nel quale il termine “Giustizia”, sia essa sociale, culturale, economica, politica, abbia senso?
NICOLA GRATTERI E LA RINUNCIA
Ed ecco che arriva il Procuratore Nicola Gratteri al quale la straordinaria bellezza della vita che fanno molti magistrati corrotti sarebbe potuta piacere. Mare senza scorta, finalmente un bel gelato con gli amici, un bel ristorante con i corrotti che indaga la sua stessa Procura della Repubblica, una gitarella in barca per alleggerire condanne, etc.
NICOLA GRATTERI: “RENDERE NON CONVENIENTE DELINGUERE”
“E invece, il Magistrato Nicola Gratteri che ama studiare la storia, leggere e scrivere libri, dedicarsi anche alla formazione dei Giovani che guarda negli occhi e sa bene che potrebbero essere tutti suoi figli, decide di scrivere in Calabria, radice della “mala pianta”, a suo rischio pure minimizzato da alcuni esseri striscianti, quella pagina di storia mancante, strappata da chi ci ha ridotti nei secoli in questa condizione, con il fine di “rendere non conveniente delinquere”. In realtà converrebbe a tutti poiché l’intelligenza connettiva è così avanzata che, in ogni caso, prima o poi, se commetti un reato lo paghi. Ma se la politica non comprende che senza lavoro ciò è impossibile, sarà tutto vano.
A questo punto dobbiamo chiarire subito che il problema serio è che molti, moltissimi, ormai, sono dell’idea che la ricchezza debba e possa arrivare subito e anche senza compiere sacrifici come, certamente, molti di noi hanno visto fare ai propri genitori. Motivo per cui la corruzione che ha nomi e cognomi ben definiti sempre e ovunque, ti apre le porte e ti rende la vita molto più agevole.
NOI DOBBIAMO FARCI UNA DOMANDA
La domanda è: siamo disposti a compiere sacrifici per poter dire a noi stessi che siamo degni dei nostri padri e delle nostre madri? La “Dignità” ha ancora senso? Se si, dobbiamo assistere tutti con attenzione ai fatti che usciranno dal processo “Rinascita Scott” che si prospetta per contenuti il più imponente dopo quello di Palermo. Ho studiato Antropologia e liturgia della Mafia nei corsi universitari. Discipline che innanzi alla modernità e all’evoluzione della mafia di oggi, sono da considerarsi dell’epoca mesozoica. Un tempo sapevi da cosa guardarti perché c’era molta ignoranza ma anche molto onore. Oggi, non più. Oggi c’è irrefrenabile voglia di potere a tutti i costi e molto disonore. Lo stesso che tocca a quel mondo della politica che ha svenduto al malaffare, il senso della stessa politica.
In questo processo innanzi al quale sfileranno oltre 400 indagati, si potrà comprendere, finalmente, per quale motivo la Calabria è ferma, perché è governata da una classe politica costituita per maggior parte da ignoranti e, soprattutto, chi fa sì che ciò continui ad accadere nonostante tutti noi continuiamo a lamentarci e ad auspicare il contrario.
“LORO” DOVRANNO FARE PORSI DOMANDA
Vedo il Procuratore Nicola Gratteri come un Maestro di scuola elementare dei vecchi tempi che ha innanzi oltre 400 cittadini incriminati che dovranno dimostrare la loro innocenza, ai quali ha appena dato il titolo del pensierino da scrivere in bella calligrafia: “chi sono io?”.