a cura di Walter Attento/
La politica ci ha ormai abituati a scene esilaranti. Ancor più divertenti, gli scritti di noti “mangiapane a GRADIMENTO“, protagonisti e non della telenovela locale! Purtroppo il voto altro non è che l’espressione di una preferenza. Ma una croce su un nome, o su un simbolo, non è per sempre come i diamanti.
Un elettore può pentirsi, ha la libertà di potersi ricredere. Qualcuno tende ad occultare questa facoltà attraverso fiumi di fandonie, qualche lucina colorata e l’immancabile «ANDIAMO AVANTI»! E’ di queste persone che la Calabria ha bisogno? E’ forse Occhiuto il cognome della salvezza? Oppure è uno dei tanti che a viver di politica c’ha preso gusto?
Quella del primo cittadino di Cosenza sembra un’ossessione, e non gli risparmia imbarazzanti scivoloni, non ultimo il post pubblicato su Facebook. Eccone un passaggio: “… come forse già sapete, attraverso una manovra di palazzo e un atto di grande arroganza e prepotenza nei miei confronti sembrerebbe che sia stata raggiunta l’intesa sul profilo del candidato da proporre a Presidente nello schieramento di cdx per le prossime regionali“.
Non una virgola dopo la prima… tutto esplode d’un fiato. Prova di un autocontrollo sempre meno efficace, di una emotività straripante, di un controllo sempre più flebile di cose e persone. Accusa gli altri di prepotenza. Sono dunque stati “gli altri” ad auto candidarsi, anzitempo, senza consultare gli alleati? Potevano mai opporsi i suoi assessori, i consiglieri della “affiatata” maggioranza , se quella auto proclamazione rappresentava la cessione di Cosenza? Certo che no. Anzi, tutti a spingere Mario Occhiuto verso la Cittadella, senza fargli capire che quell’enfasi, quell’entusiasmo travolgente, era più una spinta verso l’uscita da Palazzo dei Bruzi.
Ah, se solo potesse leggere nella mente dei suoi compagni di viaggio…