di Fabio Gallo/
I nostri tempi richiedono attenzione, recupero e mantenimento della Memoria. Le infinite sollecitazioni quotidiane provenienti dal mondo dell’informazione fanno sì che il tutto, finisce per equivalere al nulla. Così, regna la confusione.
Invece, ci sono cose importanti che devono restare bene impresse, onde evitare il ripetersi di quelle che hanno degradato l’esistente e per evitare di vedere ancora prevalere sui giusti, coloro i quali li hanno oppressi per anni. E’ un tentativo da fare.
Per questo motivo, ma anche per riflettere con me stesso e trarre spunti per una vita politica nuova che tutti meritiamo, ma che deve essere ricercata, ho deciso di scrivere alcuni pensieri dedicati alle cronache della mia Città (e dintorni) in maniera diversa, unendo alla critica sempre qualcosa di autenticamente bello e buono frutto del lavoro mio e degli amici del Movimento NOI. Ad esempio, una serie di immagini che racchiudono secoli di Memoria di Arte, Cultura e Fede che fanno di Cosenza una Città che se avesse governi responsabili, potrebbe essere il Paradiso in terra.
Riunirò i vari capitoli in un quaderno digitale, nel quale vorei prevalesse la Grande Bellezza dell’immagine. Ogni lettore, amico, cittadino, potrebbe contribuire. Il suo nome sarà “Romanzo Cosentino”, una raccolta di sentimenti e riflessioni ispirati dalla mala politica, ma dedicati al folle amore per la Città di Cosenza e per la Calabria tutta.
Il nome è liberamente ispirato ad una recente conversazione con “Donna Angela” cosentina 93enne incontrata recentemente nel Quartiere Sanità, nella Città Storica di Cosenza. Mi ha raccontato tante cose facendomi sentire fiero di essere nato a Cosenza. Tra un racconto e l’altro, ha esclamato:
“na vota c’era rispetto ed era tutto bello. Mò un si capiscia nenti. Para nu romanzo cusintinu”.
Mi ha fatto promettere di non abbandonare la Città ma di viverla e amarla come ha fatto lei. Ed io, con semplicità, ho intenzione di mantenere la promessa.
ROMANZO COSENTINO – 1° CAPITOLO ” Politica e Tradimento”
Cosenza – 19 Luglio 2019 – Abbiamo scoperto in soli pochi mesi che dietro la maschera barocca della politica, si nascondono migliaia di vermi, la cui unica missione esistenziale, è quella di divorare il corpo dello Stato e la vita di noi tutti cittadini.
Siamo confusi, e giorno dopo giorno scopriamo che abbiamo dato la nostra fiducia, difendendoli anche quando sarebbe stato il caso di tacere, a chi ha dimostrato di non meritarlo.
I dubbi ci assalgono, la confusione regna e noi non sappiamo che strada percorrere per sentirci “parte integrante” di un qualcosa che possa definirsi Stato. Di sapere, in fondo, che i nostri sacrifici metteranno al sicuro noi, i nostri figli e nipoti in un mondo almeno leggermente migliore. Forse abbiamo sbagliato a valutare? Può essere, magari la colpa è nostra e non di questa classe politica che critichiamo? Come fare ad averne contezza?
Ecco l’idea: guardiamo intorno e valutiamo il loro operato. Li abbiamo pagati e resi ricchi proprio per questo: per lavorare per tutti noi.
Così, scopriamo che il nostro ambiente è devastato, che nelle nostre colline fertili e verdeggianti o alle radici dell’Altopiano che ha l’Aria più respirabile d’Europa (la Sila, ndr.), sono state impiantate gigantesche discariche, compromettendone permanentemente il senso. Poi, ci rechiamo al Mare e scopriamo che quell’acqua limpida che chiamava a gran voce tutti noi a fare tuffi e capriole per ore e ore sui nostri materassini, è una fogna a cielo scoperto. Ed è così che ritorniamo per trovare ristoro tra le mura delle nostre Città Storiche e scopriamo che sono state umiliate e devastate insieme alla nostra Memoria, dalla loro incuria e indifferenza. Poi, ancora, ci accorgiamo che la vita ci consuma e che abbiamo bisogno di cure, e scopriamo che il nero dell’incapacità di questa classe politica ha sporcato anche le candide lenzuola dei nostri Ospedali, non più in grado di essere accoglienza, umanità, cura certa. A questo punto ci arrendiamo e guardandoci allo specchio una bella mattina ci diciamo: “ma chi me la fa fare a difendere questa gente?”.
La realtà è il metro che misura le parole di questi politici.
E la realtà, oggi, dopo un decennio, è chiara a tutti. Si chiama “fallimento”. Tu, chiamala pure “dissesto finanziario”.
Continua….. con “Il Grande Inganno”.