a cura di Cristian Tarsia/
Quella che si sta consumando, senza alcun interessamento da parte della politica, è una tragedia che oggi fa impressione per numeri e patologie, ma che da decenni, silenziosamente, miete vittime. Sono centinaia le famiglie spezzate dai tumori. La mano che strappa le foto a metà è quella del silenzio, l’altra è quella di chi pensa “meno male che non è successo a me”, la stessa che non muove un dito per cambiare le cose, poiché rassegnata, asservita a chi la mantiene in un limbo di infinite promesse.
Non vedremo mai piazze piene per battaglie serie, non in Calabria, non a Cosenza.
L’iniziativa intrapresa dall’Associazione “Crocevia”, in occasione dei festeggiamenti nel quartiere Sant’Antonello di Montalto Uffugo (CS), ha destato più scalpore per la scelta del manifesto che non per l’importantissimo messaggio contenuto al suo interno. Ho scelto di andare oltre le poche righe: la gente muore; il perché è sotto gli occhi di tutti; la magistratura sembra voler intraprendere la via della prudenza, attraverso la secretazione di dichiarazioni importantissime; con una sanità in ginocchio, tentare di curarsi in Calabria è come giocare alla roulette russa; siamo abbandonati in balia della disperazione e del silenzio dei media; SIAMO SOLI.
Vogliamo parlare ancora di inaugurazioni farlocche, di slogan e animali di plastica? Vogliamo, sul serio, preferire l’adulazione nei confronti di un politico al sostegno di chi soffre? E ancora, come intendono le menti “illustri” rilanciare l’economia locale, le coltivazioni biologiche, se il lavoro degli imprenditori agricoli è minacciato da pericoli ambientali?
Abbiamo il male a chilometro zero, ma i lustrini hanno la precedenza, anche sulla salute della povera gente.
La vera sfida al governatorato calabrese non dovrebbe giocarsi su chi la spara più grossa, bensì, su chi è in grado di guarire questa nostra bistrattata terra. Il mio voto andrà a chi sarà capace di presentare, anzitempo, un Piano per la Bonifica Straordinaria di tutte le aree finora segnalate.
Sull’esperienza pregressa della chiacchierata metrotranvia, sono sicuro che non sarà difficile trovare i milioni necessari a rimettere in sesto la risorsa per eccellenza: L’AMBIENTE IN CUI VIVIAMO.
E’ un atto che dobbiamo alle future generazioni, soprattutto, per rispetto di chi ha lottato fino alla fine.