Giovanni Toti - Roberto Senise - Elisabetta Gardini
Giovanni Toti – Roberto Senise – Elisabetta Gardini

Di Fabio Gallo/

Mario Occhiuto si è autoproclamato Presidente della Regione Calabria a Lamezia Terme, ma una moltitudine di calabresi sostengono che l’Architetto si identifica anche con il grande fallimento morale della politica. Facebook docet. E insieme a lui, tutti coloro i quali gli consentono l’attuazione di un modus operandi che esclude le esigenze primarie dei cittadini, come ad esempio il diritto alla cura e alla salute. A Cosenza colui il quale si propone a “Sindaco” dei Calabresi, non decide da mesi e mesi, “dove” deve essere costruito il Nuovo Ospedale di Cosenza. Immaginate se ciò dovesse accadere in tutta la Calabria.

La Gazzetta del Sud di giorno 14 Aprile 2019
La Gazzetta del Sud di giorno 14 Aprile 2019

Il Movimento NOI, cui l’autorevole stampa calabrese attribuisce il merito di essere l’unica opposizione “extraconsiliare”, atteso il totale appiattimento delle opposizioni interne al Consiglio, lo dice da mesi chiedendo al Sindaco Mario Occhiuto immediate decisioni. Nessuna risposta. E i cittadini, intanto, sono ammassati nel Pronto Soccorso con gravi situazioni di stress per medici, paramedici e disumane condizioni dei pazienti esposti e costretti a rinunciare alla loro dignità. VERGOGNOSO è che oggi a chiederlo debbano essere anche l’Arcivescovo di Cosenza Bisignano Mons. Francesco Nolè che ha elevato la sua voce di Pastore anche nell’omelia della Domenica delle Palme, facendo notare che la “pace” è anche il prendersi cura degli ammalati. Insieme a lui, il Presidente della Regione Calabria Mario Oliverio, in occasione dell’inaugurazione (dopo 40 anni, ndr.) dell’ingresso principale del vecchio ospedale.

OSPEDALE DI COSENZA: 40 ANNI PER RIPRISTINARE UN INGRESSO
Si, 40 anni.
Questo è il parametro che identifica i servizi della sanità in Calabria e la relativa classe politica da spazzare letteralmente via. Non a caso, la Calabria ha meritato un “Decreto Speciale” che rappresenta il sigillo che il governo gialloverde pone su malaffare, malagestione e incapacità amministrativa e politica.

Sentiamo di dire solo VERGOGNA!

PERCHE’ QUESTI POLITICI DI FORZA ITALIA NON SONO IN GRADO?
Forza Italia, così come è a Cosenza, non è in grado di amministrare più nulla e di conseguenza sta producendo una caduta di valori mai vista negli ultimi 50 anni di politica repubblicana. Vediamo perché e cosa significa questa continua messa in scena di eventi spettacolari che richiamano l’attenzione delle masse da una parte per distrarla dall’altra su questioni vitali come sanità, lavoro, sociale, giovani, abbandono della Città Storica e molto altro.

Soprattutto, facciamolo dire a chi conosce molto bene le dinamiche interne di questo partito.

I BIG ABBANDONANO FORZA ITALIA
Intanto, in poche ore, i big hanno lasciato Forza Italia, da Giovanni Toti ad Elisabetta Gardini. La Gardini, passa con la Meloni il cui partito diventa sempre più forte e nel mare della politica in Calabria ha un pesce grosso di nome Wanda Ferro, molto ben voluta da tutti.

A farci capire il metodo è Giovanni Toti che, abbandonando Forza Italia, riferisce dai microfoni di Rtl 102.5, che la situazione del partito è critica e che “non sono i suoi manifesti elettorali 6×3 che risolvono i problemi di Forza Italia”. Come per dire che gli slogan delle feste e dei festini, hanno ucciso la vera politica dei territori. Non a caso oggi, evidentemente consapevoli di ciò, lo slogan che ha animato l’autoproclamazione di Mario Occhiuto è stato “ripartiamo dai territori”.
Ma è tardi. E Forza Italia in Calabria lo sa bene ma finge. Non sono pochi, infatti, coloro i quali affermano che il Sindaco di Catanzaro avrebbe sostenuto questa autoproclamazione per non mancare a quel che resta del partito in Calabria. Abramo, avrebbe messo la faccia ma non il cuore perché sa bene che lo stesso Berlusconi non ha dato nulla per certo.

ROBERTO SENISE SPARA A ZERO
A dirlo chiaramente è Roberto Senise, big e anima storica di Forza Italia della provincia di Cosenza che, a proposito dell’abbandono dei territori da parte di Forza Italia, è drastico e spara a zero anche sul Sindaco di Catanzaro dichiarando a LaCNews24: “Io inviterei il sindaco Abramo a venire nella provincia di Cosenza a venire a ricercare su 156 comuni quanti sindaci di Forza Italia abbiamo. La risposta è laconica: uno, il sindaco di Cosenza.

ROBERTO SENISE: L’AUTOCANDIDATURA DI OCCHIUTO PER “DISTRARRE L’ATTENZIONE”

Roberto Senise afferma senza mezzi termini che l’appuntamento di Lamezia Terme serve a “distrarre l’attenzione”.

ROBERTO SENISE: FORZA ITALIA HA ABBANDONATO LA PROVINCIA DI COSENZA
Forza Italia, dunque, ha concentrato la sua attività su Cosenza e ha abbandonato l’intera provincia, e Roberto Senise continua impetuoso affermando che ciò si nota nella posizione di Forza Italia nelle amministrative di Rende e di Corigliano Rossano dove è assente. 

SOLO PUBBLICITA’ MA PER NASCONDERE L’ABBANDONO
Alla luce di queste dichiarazioni possiamo leggere il significato dell’autoproclamazione del Sindaco di Cosenza Mario Occhiuto a Presidente della Regione Calabria. Quando Giovanni Toti dice a Berlusconi di smetterla con i “manifesti 6×3”, vuol dire che l’epoca della pubblicità finalizzata a coprire l’assenza di politica vera non può più continuare. Dunque i big sono andati via da Forza Italia perché non tollerano più che l’abbandono dei territori venga nascosto dietro grandi forme pubblicitarie in un momento drammatico per il Paese. Chi esce da Forza Italia oggi è per senso di responsabilità.

FESTE, EVENTI, LUCI OVUNQUE E FUOCHI D’ARTIFICIO: DISTRAZIONE DI MASSA
E qui, le grandi feste create per le inaugurazioni del ponte di Calatrava e del Platetario, richiamano in maniera drammatica le parole di Giovanni Toti. La realtà della Calabria, è diametralmente opposta alle luci ai festini colorati e agli slogan bene ingegnerizzati graficamente per creare un’allucinazione di massa perché questa non si concentri sulla realtà che mostra il suo volto drammatico.

In tal senso anche NOI desideriamo riflettere come hanno fatto Giovanni Toti e Roberto Senise ponendoci alcuni interrogativi. Di chi è la responsabilità di quanto è accaduto negli ultimi venti anni in Calabria? Non ha governato anche esattamente questo Centrodestra? Quali problemi sono stati risolti? Forse la Sanità che ci ha umiliati e ci sta umiliando innanzi all’intera Europa? Forse hanno risolto la fuga dei giovani creando strategie per il lavoro? O hanno attivato grandi progetti per la tutela dell’Ambiente, per la cura dei centri storici, dei Borghi antichi? O forse la costruzione di linee ferrate veloci, tutela delle coste, depurazione delle acque costiere? Vi risulta che qualcuno si sia adoperato per risolvere problemi veri? NO. Questa è la drammatica verità di una classe politica di destra e di sinistra che non ha risolto i problemi. E’ ovvio, che chiunque oggi dica che stiamo assistendo al “nuovo”, finge, e prende in giro i calabresi inginocchiati da un livello di disoccupazione e precarietà tale da non consentire programmazione della vita, se non sussistenza quotidiana. E finge anche e soprattutto quando dice che è la “volta buona”.

L’Abbandono della Città Storica di Cosenza, vero capolavoro di Arte e Storia dopo decine di conferenze inutili, l’incapacità di portare a compimento le grandi incompiute che avrebbero potuto dare lavoro, l’incapacità di procedere con le bonifiche di discariche nel cuore della Città richieste decine di volte, l’abbandono delle periferie, la finta politica ambientale svelatasi con la costruzione di un mega garage nel cuore della Città e molto altro, sono più alte del ponte di Calatrava e non basta il planetario a nasconderle.

Roberto Senise conclude la sua intervista affermando: “E’ un fuggi fuggi generale che ha colpito l’ambito calabrese. “Sette consiglieri regionali negli ultimi cinque anni hanno abbandonato Forza Italia”

Mentre Giovanni Toti sembra riferirsi proprio a quanto accade a Cosenza quando dichiara a Il Fatto Quotidiano: “E però quando vedi che tutti quanti fanno finta di niente, fischiettano e guardano al cielo facendo finta che vada tutto bene qualche domanda te la devi pur fare”.

Appare chiaro che tutto chiaro non è. Anzi. E’ un altro “manifesto 6 x 3”.