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“NOI”: a Cosenza una Fondazione per la tutela del Bene Pubblico

La Fondazione Cosenza auspicata dal Movimento NO
La Fondazione Cosenza auspicata dal Movimento NO

Il Patrimonio Culturale pubblico della Città di Cosenza deve iniziare a produrre economie e lavoro nell’interesse della città e dei cittadini, continuando ad essere tutelato da possibili politiche tese a privatizzare i beni di tutti per fini speculativi. Il Movimento politico Noi da tempo lavora ad un progetto che mira all’istituzione della “Fondazione Cosenza” che ha proprio questa finalità. Facendo seguito al successo del Progetto di digitalizzazione del Patrimonio Culturale della Città Storica di Cosenza “Cosenza Cristiana” che ha consentito alla Città storica di Cosenza di essere inserita dal MiBAC nell’elenco di quelle italiane finanziate da fondi europei e che presto vedrà altri sviluppi positivi tali da creare occupazione, il Movimento NOI è determinato a tutelare i Beni Culturali pubblici perché possano generare economie ed essere veramente utili allo sviluppo sociale e culturale della popolazione. Il progetto è teso a evitare che la politica che sino ad oggi in Calabria non è stata in grado di creare lavoro, finisca per ideare gestioni private e clientelari dei Beni Pubblici che creerebbero ulteriori processi involutivi e di povertà in un momento in cui, invece, è indispensabile che le Città diventino veri laboratori di rigenerazione territoriale e incivilimento che vedano al centro le esigenze primarie dei cittadini. Tra esse, il diritto all’accesso al conoscenza, all’utilizzo del bene pubblico per la crescita e lo sviluppo. In modo particolare l’istituzione della Fondazione che volutamente dovrebbe portare proprio il nome della Città di Cosenza, dovrebbe accorpare Teatri, Palazzi storici e Complessi Monumentali, perché la gestione possa risentire meno della politica spesso clientelare e più della professionalità di chi è davvero in grado di far nascere economia sociale e culturale per tutti. Il Movimento politico NOI si candida da subito a mettere a disposizione il proprio progetto, che si allega per maggiore conoscenza.

movimento noi-fondazione cosenza-politicaTITOLO DEL PROGETTO/PROGRAMMA: FONDAZIONE COSENZA
Il progetto è rivolto all’istituzione di un Ente No Profit dal nome FONDAZIONE COSENZA, nel quale riunire il Patrimonio Culturale della Città di Cosenza  (Teatri, Palazzi storici e Complessi Monumentali, etc.), perché la gestione possa risentire meno della politica e più della professionalità, capacità ed esperienza di chi è in grado di trasformare la gestione del Patrimonio Culturale in crescita sociale, economia e lavoro.

Il Progetto FONDAZIONE COSENZA è già inserito tra i programmi che saranno realizzati una volta al Governo della Città di Cosenza. Il Movimento NOI comunica, però, che sarebbe ben felice se l’attuale Amministrazione Comunale volesse già collaborare alla sua realizzazione in uno spirito positivo e propositivo. Il progetto, di certo, produrrebbe economie della Cultura finalizzate all’occupazione e manterrebbe – questa parte fondante la strategia del Progetto, il patrimonio a carattere “pubblico”, onde scongiurare la privatizzazione ai fini privatistici per garantire politicamente amici degli amici e non i Cittadini.

Una grande quantità di iscritti (centinaia) dopo poco più di due settimane di attività bene investite sulla Città di Cosenza, luogo dal quale ha deciso di animare i suoi programmi il Movimento NOI, sono prova del fatto che la Città sta apprezzando gli sforzi del Movimento che punta tutto sul “NOI”, mettendo da parte gli egoismi e dando vita ad una grande Comunità che pone al centro gli interessi primari dei Cittadini.

Il Movimento NOI è animato da sentimenti propositivi, in dicotomia con i modelli politici della Calabria, rissosi e poco efficaci. Fino al giorno in cui avrà i numeri per governare, il Movimento NOI farà da gruppo di pressione, perché si realizzino i progetti finalizzati al bene comune in piena collaborazione con le Istituzioni attualmente al Governo.

Al Progetto hanno lavorato gli iscritti che hanno ricevuto le prime deleghe attribuite per competenze specifiche e comprovate. In particolare l’Ing. Francesco Errante con delega ai Lavori Pubblici e Territorio, il Dott. Gianluca Nava con delega al Restauro e ai Beni Culturali, il Dott. Fabio Gallo con alle spalle quasi venti anni di progettazione di eventi speciali e gestione di grandi Patrimoni Culturali di successo, di carattere internazionale.

Il Movimento NOI – in base al proprio regolamento – ha inteso inserire alcuni dati tratti dai curricula dei progettisti, per evidenziare che il successo della proposta è assicurato dalle esperienze dirette di chi ha scritto il progetto che, attualmente, è stato passato alla Dipartimento Giustizia e Diritto e Pubblica Amministrazione del Movimento NOI per studiare i termini della concreta attuazione del progetto FONDAZIONE COSENZA.

SCARICA IL PROGETTO IN FORMATO PDF – CLICCA QUI

LEGGI IL PROGETTO PILOTA “FONDAZIONE COSENZA”

Progetto Pilota Fondazione Cosenza

Progetto Pilota Fondazione Cosenza

Progetto Pilota Fondazione Cosenza

Progetto Pilota Fondazione Cosenza

Progetto Pilota Fondazione Cosenza

Progetto Pilota Fondazione Cosenza

Progetto Pilota Fondazione Cosenza

Progetto Pilota Fondazione Cosenza

Progetto Pilota Fondazione Cosenza

Progetto Pilota Fondazione Cosenza

Progetto Pilota Fondazione Cosenza

 

Sostenibilità ambientale, Cosenza: discarica a cielo aperto a Vaglio Lise

Cosenza - Discarica di Vaglio Lise a cielo aperto
Cosenza - Discarica di Vaglio Lise a cielo aperto
Cosenza - Discarica di Vaglio Lise a cielo aperto
Cosenza – Discarica di Vaglio Lise a cielo aperto

Redazione/

Cosenza – L’impegno assunto dai cattolici del Movimento NOI è quello di dare vita ad un modello di Amministrazione Pubblica, aderente il più possibile ai dettami dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile. In particolare, attuando l’obiettivo 11 “Città e Comunità sostenibili”, che prevede di migliorare le condizioni sociali ed economiche, senza danneggiare il territorio e le risorse.

A Cosenza, dopo i positivi riscontri ottenuti anche dal Ministro Dario Franceschini con il progetto di “rigenerazione territoriale” COSENZA CRISTIANA, che, tra l’altro, ha avuto la capacità di accendere i riflettori sulla la Città Storica abbandonata al degrado, il Movimento NOI, questa volta con il suo Dipartimento Ambiente, si sta occupando delle periferie della Città che meritano speciale attenzione.

Cosenza - Discarica di Vaglio Lise a cielo aperto
Cosenza – Discarica di Vaglio Lise a cielo aperto

IL SOPRALLUOGO A VAGLIO LISE – DISCARICA A CIELO APERTO
È una discarica a cielo aperto che da tempo esiste sulle sponde del Crati presso Vaglio Lise. Accanto all’ex gasdotto del Comune di Cosenza, dove sette anni fa, nei programmi, o meglio nei sogni di qualcuno, doveva nascere un centro per la differenziata, ormai da mesi sembra esserci un fiume di rifiuti abbandonati. La stradina che porta nel luogo dove un tempo vivevano i rom è adesso diventata una vera mulattiera, piena di buche e rifiuti abbandonati! Una quantità impressionante che crea inquietitudine nei cittadini.

Cosenza - Discarica di Vaglio Lise a cielo aperto
Cosenza – Discarica di Vaglio Lise a cielo aperto

La discarica arriva fino alle rive del fiume Crati, e rischia di diventare una vera e propria bomba ecologica, con ogni genere di rifiuto abbandonato: batterie di auto, vernici, materassi, mobili e buste di spazzatura di dubbia provenienza, televisori, manichini e materiale plastico di ogni genere!

Cosenza - Discarica di Vaglio Lise a cielo aperto
Cosenza – Discarica di Vaglio Lise a cielo aperto

Appare chiaro che con le piogge, si potrebbe anche innescare una piena che trascinerebbe questa quantità davvero imponente di rifiuti nel fiume. Intanto, inquinano la terra sottostante.

Cosenza - Discarica di Vaglio Lise a cielo aperto
Cosenza – Discarica di Vaglio Lise a cielo aperto

Il Movimento politico NOI, nel denunciare con forza tale stato di cose chiede all’Amministrazione Comunale di Cosenza immediata bonifica dei luoghi e vigili a che certe situazioni non si ripetano più!

I Cattolici del Movimento NOI chiedono, altresì, che l’Amministrazione di dedichi con abnegazione a tutta la città e soprattutto a quelle periferie, come Vaglio Lise, che sono completamente abbandonate e isolate! Consapevoli di molti lavori in corso, crediamo che sollecitare l’attenzione della Pubblica Amministrazione verso questioni da cui dipende la salute dei Cittadini e dell’Ambiente, sia un’attività segno di un sano civismo.

Movimento “NOI” a Comune Cosenza e Regione: immediato investimento in edilizia sociale

Ponte di Calatrava di Cosenza - foto rete
Ponte di Calatrava di Cosenza - foto rete

Redazione NOI Magazine/

La Comunità politica sturziana del Movimento NOI – Rete Umana, nato dall’incoraggiamento di Papa Francesco rivolto ai cattolici di occuparsi della politica, “ma quella con la P maiuscola”, è tornata a interrogare l’Amministrazione Comunale di Cosenza (Sindaco l’arch. Mario Occhiuto), in merito alla questione relativa ai fondi ex Gescal che sarebbero stati investiti per finanziare il ponte di Calatrava, nella Città di Cosenza, in contraddizione con la loro naturale finalità: costruire case popolari, attese dai Cittadini.

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Il Ponte di Calatrava di Cosenza in fase di costruzione

Una manovra politica esposta da Il Corriere della Calabria che ha titolato: “Altro che case popolari, il ponte di Calatrava pagato con fondi Gescal”, innescando in Calabria, regione profondamente piagata in tal senso, una profonda riflessione sulla mancanza di etica nella politica. La vicenda, successivamente ripresa da numerose testate giornalistiche, ha richiamato l’attenzione della Comunità politica del Movimento cattolico NOI che ha interrogato una prima volta, senza risposta, l’Amministrazione Comunale di Cosenza.

Le operazioni svolte di recente dal Pool di Magistrati coordinati dal Procuratore Nicola Gratteri che hanno dato vita alla mega operazione STIGE, mostra un volto odioso della politica. STIGE, infatti, deriva dal verbo στυγέω, “odiare”, da cui “fiume dell’odio”. Recentemente, va detto, della politica italiana sta risaltando il volto odioso che determinate scelte, ovviamente, finiscono per alimentare. E scoprire che la politica ha tolto i danari destinati alle case popolari, frutto di innumerevoli sacrifici dei lavoratori, per farne altro, è sicuramente un fare odioso, poco condivisibile, e non solo dai cattolici.

La questione sta suscitando molte polemiche con importanti ricadute politiche che guardano già al futuro di una Città più coerente e in linea con la Governance sostenibile dell’Agenda 2030, che vede al suo centro le esigenze primarie dei Cittadini e la sostenibilità ambientale che pare, dalle opere realizzate e in corso, non sia proprio la mission dell’attuale amministrazione che, afferma il Movimento NOI che sta trovando larga condivisione grazie ad una speciale operosita finalizzata al bene comune, ha letteralmente dimenticato la Città Storica di Cosenza, autentico patrimonio culturale nazionale. Al punto tale, da avere meritato le attenzioni del Ministro Dario Franceschini che, proprio grazie ad un progetto fortemente voluto dal Movimento NOI e patrocinato dall’Arcidiocesi Metropolitana di Cosenza – Bisignano, ha deciso di inserirla tra le Città Storiche da finanziare con fondi europei.

Il Movimento NOI ha reiterato la richiesta di chiarimenti.

Movimento NOI - Rete Umana
Movimento NOI – Rete Umana

IL COMUNICATO DEL MOVIMENTO NOI “COSENZA”
Nessuna risposta ufficiale
da parte dell’Amministrazione Comunale di Cosenza o del Sindaco Mario Occhiuto, in merito alle legittime domande rivolte dal Movimento cattolico NOI nei giorni scorsi. Si chiedeva – per il diritto ad una corretta informazione – di spiegare o eventualmente di smentire le notizie riportate dagli Organi della Stampa che vedrebbero i lavori del ponte di Calatrava, pagati con i fondi ex Gescal (GEStione CAse per i Lavoratori).

I fondi, originariamente destinati alla costruzione di case popolari, sarebbero stati impiegati per liquidare ditte e professionisti atte a realizzare un ponte. Fatto gravissimo, se così fosse. A meno che non si forniscano chiare e dovute spiegazioni, trattandosi di Amministrazione Pubblica che, in quanto tale e dopo reiterate sollecitazioni, non può mantenere un atteggiamento che rischia di essere frainteso e apparire omertoso.

Come noto, Cosenza risulta essere la Città più povera della Calabria. Inutile dire quanto sia importante l’emergenza abitativa e l’individuazione di eventuali responsabilità politiche o di altra natura, perché sulle povertà, nel prossimo futuro, non ci si accanisca con politiche inumane e non condivisibili non solo dai cattolici.

Se invece la notizia fosse confermata, il Comune si Cosenza e la Regione Calabria dovrebbero prevedere un investimento immediato in edilizia sociale per risarcire i cosentini del maltolto.

Il Primo Cittadino di Cosenza, si evince dal social network Facebook, non manca di informare personalmente dei propri progetti la comunità. Ci si chiede cosa gli abbia impedito sino ad oggi di rilasciare dichiarazione in merito, rischiando di far passare chi esercita il proprio diritto ad una corretta informazione, alla legalità e alla trasparenza per “odiatori”.

Fonte ILPARLAMENTARE.IT

Intervista a tutto campo con Giampiero Cardillo, Presidente di “Servire l’Italia”

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Il Presidente del Movimento sturziano "Servire l'Italia" Arch. Gen. Giampiero Cardillo

 

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Il Presidente del Movimento sturziano “Servire l’Italia” Arch. Gen. Giampiero Cardillo

a cura della Redazione/

Carabiniere decorato, architetto, restauratore e ristrutturatore, politico: abbiamo incontrato questo importante personaggio della storia italiana contemporanea e con lui abbiamo discorso delle cose che – malgrado i titoli – meglio conosce, cioè la fede cattolica e il popolo italiano. “Solo nel pensiero politico cristiano risiede la convinzione che la politica sia un atto di carità. Come anche la giustizia, che è morale in termini di operatività pratica“.

di Gianluca Valpondi (La Croce)

D. Quando, studente all’Università di Bologna, lessi l’esortazione apostolica Christifideles laici, mi commossi fino alle lacrime. È invalso l’uso di distinguere e spesso contrapporre laici e cattolici. Ma chi è più laico di un cattolico laico? Non è che, come dice papa Francesco, noi credenti ci facciamo un po’ troppo prendere da un insano senso di inferiorità, che ha più a che fare con l’incoscienza che con l’umiltà?
R. Forse idealizziamo la figura e la consistenza odierna del credente, come idealizziamo la tenuta della funzione antagonista della Gerarchia avversa al laicismo, cioè “all’idea liberale della separazione dello stato dalla chiesa e la concezione della religione come fatto privato” (L. Sturzo, Chiesa e Stato). Un lungo cammino di erosione, iniziato alla fine del Medioevo, ha impoverito la tenuta etica e morale dei cittadini cristiani. In molti secoli il saper agire dei fedeli nella “diarchia” fra Stato e Chiesa, sconta il progressivo affievolimento drammatico del sapere e del potere influire sulla società, laicamente. La vera laicità moderna passa attraverso le coscienze delle persone che sono al tempo stesso cristiani e cittadini: “È la diarchia individuale che prevale, è il potere persuasivo delle coscienze che ha valore, l’efficacia del cittadino cristiano che arriva a far piegare il potere statale, ovvero opporsi ad esso a nome della morale cristiana, cioè a nome di un principio etico che pervade la vita collettiva e non può che essere interiore e formativo di uno stato o di una civiltà. Quanto più efficace ed estesa è l’azione della società cristiana e dei singoli fedeli nello stato, tanto più la chiesa, pur senza autorità né controllo giuridico, concorre alla formazione della vita pubblica e al fine del bene comune temporale (L. Sturzo, Chiesa e Stato).
Se in Italia abbiamo visto trionfare contraccezione diffusa, divorzio, aborto, eutanasia, educazione gender, pornografia libera, come presto avremo la libera produzione e la circolazione di droghe, vuol dire che i “cittadini” fedeli al Vangelo o sono oramai pochi o sono stati parecchio incapaci di far sentire la loro voce sui problemi morali della vita politica di ieri e di oggi. Far sentire la propria voce: “Non ci sono altri mezzi politici o giuridici nello stato moderno di diritto e di opinione”, sosteneva Sturzo. Ma se si è in pochi, se la voce è flebile, se i padroni del microfono sono altrove, si arriva all’inconsistenza, all’irrilevanza. Quella di cui parla lei è la timidezza di chi si sente superstite di una battaglia secolare che ritiene perduta. Occorre, invece, nonostante tutto, continuare a chiedersi ogni giorno, come la sentinella di Isaia 21, “a che punto è giunta la notte?”, senza rimpianti per il passato, con l’ottimismo della Fede per il futuro. Il Papa ha, perciò, mille ragioni. Uscire dalle sagrestie, come diceva Leone XIII, per confrontarsi con il mondo moderno, presuppone il saperlo fare, prima o dopo il volerlo fare. Senza complessi di inferiorità né cedimenti. Senza contrapposizioni aprioristiche.

giampiero cardillo
Il Pres. di Servire l’Italia Gen. Arch. Giampiero Cardillo

D. Il Cardinale Bagnasco intervenne sul voto di fiducia sulla legge Cirinnà: intromissione indebita o supplenza necessaria?
R. Il cardinale sa bene che non esiste una politica cattolica, ma solo una politica che si ispira ai principi etici del cristianesimo. I nemici della Chiesa sono i nemici di tali principi. Sono loro che confondono chi li ascolta scambiando per invasione di campo il solo manifestare opinioni perché legate a secolari convinzioni che non condividono. Anche se, come si è visto, si è trattato di una voce che ha gridato non in un deserto, ma in metropoli assordate da troppo altro, verso orecchi divenuti sordi per il troppo rumore continuo, verso le nostre menti perse in un marasma incomprensibile, ostile anche alla più tenue riflessione che oggi è concessa a cittadini sempre più privi degli strumenti necessari al discernimento.

D. I Dieci Comandamenti sono tanto chiari e privi di ambiguità: perché non furono redatti da un’assemblea” (Konrad Adenauer). “Chi nei comandamenti di Mosè non vede una morale unica per l’umanità può perfino negare che una moralità esista; in tal caso, che abbia il coraggio di negare che possa esistere un problema umano educativo, che superi il livello della educazione del cavallo, del leone o anche delle pulci” (Don Luigi Sturzo). La legge morale naturale e universale ha ancora spazio nella sfera politica e in generale nella società? Tra democrazia e libertà, quale laicità “positiva” ci permetterà di andare oltre il neo-illuminismo postmoderno?
R. Sturzo diceva: “Ci sono due realtà: una contingente, relativa, temporale; l’altra infinita, assoluta, eterna. Vi sono due coscienze: una umana, limitata, che procede dalla potenza all’atto; l’altra divina, senza limiti, sempre in atto”. E ancora: “Nell’assoluto è il principio e la ragione del relativo e non viceversa”. Il neo-illuminismo arriva oggi a solleticare le menti delle masse introducendo principi come “Dio è entropia”, come in “Origin” di Dan Brown.
Sturzo dice che il riconoscimento della relatività nella realtà, nel suo rapportarsi con l’assoluto, non significa affermare che la verità sia relativa, puramente storica, ma che la coscienza collettiva, orientata alla verità, l’accoglie, l’apprende e la realizza. Ciò che si consegue nell’ordine naturale non è mai completo, né durevole, ma transitorio e relativo; come sarebbe il bene della vita, del benessere, della famiglia, dell’ordine Sociale, della bellezza dell’arte, della speculazione intellettiva” (L. Sturzo, La vera vita). La post-modernità non ha reso questa affermazione invalida. L’ha solo celata ai più, cambiando il nostro modo di percepire l’assoluto e il relativo, la separazione dell’assoluto dalla vita sociale. Una separazione che, oggi come ieri, non ha prodotto “l’uomo nuovo” ideale dell’illuminismo, la pietra grezza diventata perfetta perché illuminata dalla luce della ragione, confortata dalla “felicità” raggiunta. Basta guardarsi intorno senza paraocchi.

D. Diceva De Gasperi che la democrazia sarà cristiana o non sarà. C’è continuità tra la “democrazia cristiana” del beato Giuseppe Toniolo e il popolarismo di Sturzo.
R. Come si sa (poco) Sturzo avversò sempre la scelta di veder aggiunto al sostantivo Democrazia l’aggettivo “Cristiana”. Cristo unisce, quanto la politica divide, sosteneva. Da senatore a vita si iscrisse persino al “gruppo misto” del Senato e non alla DC! Lo ripagarono, dopo averne subito uno ventennale dal fascismo, con un secondo “esilio dell’indifferenza” dei democristiani verso i suoi appelli ad essere cristiani nei principi e nella vita, non nel frontespizio della tessera o della bandiera di partito. Ostracismo culminato nell’aver disertato persino i suoi funerali e imponendo al governo dell’Istituto Sturzo comunisti conclamati e catto-comunisti, che ne hanno ottuso, come hanno potuto, anche la memoria. De Gasperi subì quasi ogni giorno da Sturzo dure critiche anti-stataliste, anti cattocomuniste, contro la corruzione dei politicanti democristiani. De Gasperi è stato un grande politico cristiano. La DC, nel suo complesso, no. E all’indomani della caduta del muro di Berlino, caduta la ragione internazionale della propria sussistenza, si disfece come neve al sole in un mare di vergogna.

D. Per don Sturzo le scuole dovrebbero dare i loro diplomi a nome della propria autorità, non in nome della Repubblica. In Italia invece vige un quasi-monopolio statale della scuola. Perché solo noi, e la Grecia, in Europa? Il Cristianesimo “scolarizzato” (addomesticato? svuotato?), obbligatorio o meno a scuola, è ancora Cristianesimo? Meglio l’obbligo dei preambula fidei (verità di ragione) e poi, per chi vuole, la catechesi col kèrigma? 
R. L’accettare che ci fosse anche una scuola privata “senza oneri per lo Stato”, fu iscritto nella Costituzione Repubblicana ed è stato interpretato come netta separazione della scuola pubblica da quella privata, cattolica perlopiù. Quarant’anni di DC non sono bastati a fare giustizia nelle parole e nei fatti. La libertà di insegnamento è stata intesa come sviluppo delle scuole di Stato a carico dell’erario, tollerando la presenza della scuola privata.
Alla pubblica, infatti, sono andati i fondi statali. Alle “private” le briciole. Le “rette salate” dei collegi e delle scuole cattoliche ne hanno fatto luoghi di élite, per ricchi. Luoghi se non proprio inutili, dannosi per l’immagine aristocratica anti-popolare che si è radicata nel tempo. Conti alla mano un alunno costa allo Stato tre volte quanto costa alle famiglie abbienti mantenere i propri figli nelle scuole private. Neanche questo è bastato per convincere a sostenere indifferentemente, a parità di costi, le scuole sciupone di Stato e quelle private. Quarant’anni di DC non sono bastati per questa battaglia fondamentale di poter far vivere un’istruzione e una educazione cristiana anche ai ceti popolari. Entro dieci anni forse non ci saranno più scuole cattoliche, travolte dalla crisi delle vocazioni religiose. Del resto quelle oggi superstiti vivono un’agonia che ne rendono problematico il sostegno anche da parte della gerarchia, perché da tempo quasi prive di personale docente cattolico adeguatamente formato. Stessa sorte esiziale già toccata alla sanità cattolica, madre e padre della sanità mondiale, scomparsa ingloriosamente, sostituita dal ricco business privato e dalle ONG laicissime.

D. L’Italia è unita o c’è ancora l’Italia di Garibaldi e D’Azeglio e quella di Manzoni e Rosmini? l’Italia è un paese cristiano?
R. Non solo l’Italia, ma l’Europa, in senso etico-culturale, potrebbe non essere più cristiana. Come non lo sono già più in senso politico-istituzionale. C’è ancora un fermento cristiano reattivo nei paesi dell’est e in quelli ortodossi da poco liberati dal comunismo. Avere il Papa “in casa”, in Italia, copre solo in piccola parte una realtà globale anti-cristiana.

D. Secondo Rosmini, se vi è vero pentimento di per sé non servirebbe la pena, perché il pentito riparerebbe da sé il danno arrecato al prossimo e/o alla società, con giovamento e incremento per l’intera società. È possibile una società terrena, una città dell’uomo, dove giustizia e misericordia si incontrano e si abbracciano?
R. La giustizia per Sturzo è “un’idea per la quale l’uomo istintivamente risolve la razionalità dei rapporti fra gli uomini nell’eguaglianza o nell’equivalenza”. Trattasi dunque di una parola che comprende tutti i bisogni fondamentali dell’uomo nella sua vita di relazione con gli altri. In un mondo dove la moralità non è più la convergenza dell’azione alla razionalità, dove è scomparsa la capacità di cogliere nella vita morale il presupposto di un ordine etico per ciascun ordine sociale, parlare di convergenza fra giustizia e misericordia è veramente difficile. Laddove non c’è moralità non ci potrà essere giustizia. Pentirsi significa riconoscere questo principio fondante del diritto. Pentirsi significa accettare i doveri che la giustizia sociale impone (pagare le tasse, osservare le leggi, etc.) e comprendere che solo dalla giustizia sociale nascono i diritti (giustizia distributiva). La misericordia possibile in terra arida di etica e morale è un culto astratto della libertà e della dignità dell’uomo. Solo nel pensiero politico cristiano risiede la convinzione che la politica sia un atto di carità. Come anche la giustizia, che è morale in termini di operatività pratica, ha un fondamento nella carità. Politica e giustizia risiedono nella carità che è capace di svelare false verità. Oggi, nel relativismo morale e etico, la misericordia, frutto nobile della carità, non ha fonte, come non ha un culmine.

Giampiero Cardillo
L’Architetto Giampiero Cardillo, ospite relatore della Conferenza  del Movimento NOI – Rete Umana – in Cosenza – Chiesa San Francesco di Assisi

D. È conciliabile l’invito di papa Francesco ad “avviare processi più che occupare spazi”, con quello di don Oreste Benzi di “entrare nelle stanze dei bottoni”? Se sì, come?
R. Per un seguace di Sturzo la risposta è questa: forse parlano di cose diverse, di momenti diversi. La cosa fondamentale è capire che tipo di politico o amministratore in pectore sei. Se sei il frutto di un “processo” di formazione morale e etico cristiano, non solo puoi, ma devi, come atto di carità, “entrare nella stanza dei bottoni”. E ci devi entrare con una “squadra” conforme, capace e attiva per governare, per fare bene il bene concreto. E sarà un successo, per quanto essi manterranno con te la politica in grembo alla morale, avendo superato già tanti “processi” formativi e selettivi.

D. Recentemente, Mario Adinolfi, che pure ne fu tra i fondatori, ha definito il Pd “una banda senza popolo”. Ha esagerato?
R. Vulgo vult decipi ergo decipiatur. Vale per il passato più remoto e anche oggi. In carenza di cultura politica (morale) è un gioco da ragazzi, disponendo di adeguate risorse e sostegni palesi o occulti, creare un état d’esprit utile e sfruttabile elettoralmente. I Radicali, partito senza popolo, con una “battaglia” per volta, tutte ben finanziate, hanno sempre “trovato” un enorme popolo a loro sostegno. Così come i CinqueStelle, mutatis mutandis. È solo una questione di mezzi e di tecnica, che hanno proprie leggi rigorose da seguire.

D. Secondo Del Noce l’homo capax Dei sarebbe il fondamento della democrazia. È oggi proponibile nella sfera del politico un’affermazione così netta?
R. Lei ha riflettuto con evidente competenza, passione e molto a lungo su questi temi. Non mi azzardo a dire la mia. Rinvio il lettore ad uno dei suoi preziosi testi. Mi limito a constatare che l’affermazione che postula l’uomo qualitativamente superiore rispetto a tutti gli altri esseri e che proprio per questo ha la possibilità di cercare Dio, ha una doppia difficoltà di risiedere nei pensieri e nelle convinzioni dell’uomo occidentale di oggi, nell’uomo post-illuminista. Non siamo più certi delle nostre qualità in quanto orfani di Dio. Come non sembra sia più necessario cercare Dio, né aver desiderio di vederlo come somma aspirazione. Che sia una modernità impoverita, inquieta e infelice quella che ne deriva, mi pare evidente. In questo Del Noce, storico e filosofo insieme, non sbaglia.

D. Matteo Renzi, in occasione del dibattito acceso sulla legge Cirinnà, ha dichiarato che lui in politica si comporta da laico e che ha giurato sulla Costituzione, non sul Vangelo. Ha senso un’affermazione del genere?
R. Circa la diarchia tra stato e chiesa e la sua evoluzione e involuzione storica abbiamo già detto. Matteo Renzi dice il vero, ma non l’utile da sapere. Ha solo evitato di rispondere alla domanda: lei è un laico senza fede o convinzioni, ma pieno di opinioni fondate sul nulla?

D. I cattolici, chiamati ad essere lievito nei vari partiti, non pare che siano riusciti ad essere lievito in Parlamento. Perché? Ha senso in Italia un soggetto politico autonomo aconfessionale e aperto a tutti gli uomini di buona volontà, a difesa e promozione della legge morale naturale e universale, cristianamente ispirato e avente il Compendio della Dottrina Sociale della Chiesa come riferimento programmatico, come vuole essere il “Popolo della Famiglia”? Alle prossime elezioni politiche i cristiani, e le persone di buona volontà, hanno chi votare senza problemi di coscienza?
R. La parabola del lievito, come quella del seminatore, meriterebbe testimoni ed epigoni decisamente migliori dei catto-comunisti e degli ospiti dei liberisti. Chi comincia da zero ha almeno l’opportunità di commettere i propri errori, partendo dalle esperienze fallimentari altrui. L’albero si riconoscerà dai frutti. Certo che parliamo di lungo e lunghissimo termine per la maturazione di quei frutti. Parliamo di cospicue, se non enormi, risorse finanziarie da raccogliere e di un difficile proselitismo ben selezionato da operare nelle sedi istituzionali. Parliamo di redigere, con dovizia di persone assai competenti, progetti concreti su tre o quattro temi, che concretamente si risolvano in sviluppo, benessere morale e materiale per larghe fasce popolari. Parliamo di un uso massivo di sofisticate tecniche di comunicazione sociale. Tecniche applicate costosissime, che abbisognano di schiere di fedelissimi e capacissimi attuatori. Senza questa concretezza l’irrilevanza è certa, come quella risultata dall’ospitalità pelosa in altri contesti. Quanto alla Dottrina Sociale della Chiesa le dirò che sembra essere il quinto segreto di Fatima. Assente negli Atenei laici, pochissimo presente in quelli cattolici, un vero fantasma nella pratica politica di sedicenti cattolici, completamente sconosciuta nei programmi formativi pastorali di ogni livello. Ho rintracciato più Dottrina Sociale della Chiesa in Adriano Olivetti o Michele Ferrero, che in mille convegni diocesani o in quelli di presunti partiti cattolici.

D. Rosmini, ne “La Costituzione secondo la giustizia sociale” si dichiara contrario al suffragio universale, che genererebbe corruzione in quanto i ricchi si comprerebbero i voti dei poveri, e anche l’evasione fiscale ne sarebbe una conseguenza; proponeva il suffragio proporzionale al reddito (dichiarato), con Camere dei piccoli e dei grandi proprietari, e tribunali politici. Solo “passatismi”?
R. Non c’è nulla di così attuale come la continua scoperta e riscoperta dei difetti delle democrazie rappresentative. Addirittura c’è chi, come i Cinquestelle provano a “correggere” in itinere la democrazia rappresentativa a colpi di “democrazia diretta”, invero un po’ misteriosa nelle modalità esecutive. La realtà offre poi varianti rituali curiose della vita istituzionale democratica, ormai del tutto “desacralizzata” dalle vicende giudiziarie o dall’enorme effetto della sola minaccia di possibili risvolti tribunalizi. Le “terze camere” costituite dai programmi televisivi, dal “mondo social” e il misteriosissimo, insondabile mondo dei sondaggi pongono le democrazie in perenne campagna elettorale, aumentando in modo stellare il costo di esercizio della politica e la corruttibilità generale per sostenerlo. Una completa revisione costituzionale di un qualche peso, che propone un ordine democratico fascinoso e complesso, è “L’ordine politico delle Comunità” di Adriano Olivetti, scritta prima della sua conversione al Cristianesimo cattolico. Come si sa Olivetti, nonostante due miliardi di lire degli anni ‘50 profusi e un grande numero di collaboratori eccellenti, fallì la prova elettorale, avendo sopravvalutato soprattutto l’elettorato, ancora ben lontano dal vincere l’analfabetismo letterale, figuriamoci quello politico e civile democratico. Anche nel sogno costituzionale di Olivetti compare una necessità elitista nella selezione dei rappresentanti politici e la preoccupazione di incivilire anche l’elettorato. Allo stesso modo con il quale operò pervicacemente a favore dell’incivilimento delle proprie maestranze in fabbrica e dintorni. In concreto vale la battuta di Churchill “non vedo un sistema migliore della democrazia, nonostante i difetti”. Dall’Economia Sociale di Mercato di marca teutonica si potrebbe trarre uno spunto valido: Istituzioni democratiche molto trasparenti quanto efficienti, governi statali e sovrastatali leggeri burocraticamente e forti sostanzialmente, mai invasivi, ma in funzione arbitrale e programmatica. Non a caso c’è una paternità della Dottrina Sociale della Chiesa sull’Economia Sociale di Mercato. Una Europa rafforzata, anche a più velocità, se ne potrebbe giovare, sempre che ritrovi le sue radici cristiane. Senza le quali efficacia, efficienza, solidarietà e sussidiarietà non si coniugano per il bene comune, ma per l’oppressione di pochi su molti.

D. La finanziarizzazione dell’economia (ridotta a “crematistica”) a livello internazionale produce concentrazioni di potere senza legittimazione democratica che scavalcano o cooptano i governi nazionali in un’ondata neoliberista, nichilista, atea e materialistica (il denaro che governa invece di servire) che, coinvolgendo destre e sinistre, riduce le persone a cose. Occorre una regolamentazione a livello globale per una economia equa e solidale a servizio della persona umana e del bene comune della famiglia umana. Ma come fare, se anche, spesso, i governi sono impotenti, e le organizzazioni riconosciute internazionalmente sono spesso colluse e/o cooptate a loro volta coi e/o dai “poteri forti dal pensiero debole”? Non occorre partire proprio da governi che siano davvero popolari?
R. Che ci sia una “economia che uccide”, come sostiene Papa Francesco, è innegabile. Vieppiù quando si ripresentano sulla scena propositi, ben mascherati da ecologia, come la riduzione progressiva della popolazione e il contestuale favorire o provocare giganteschi esodi di interi popoli. Esodi che nulla hanno a che fare con le correnti migratorie del passato recente. Esse erano destinate a territori semi-desertici, caratterizzati da sviluppo a due cifre per anno, non a terre in crisi o che crescono di uno zero virgola qualcosa l’anno. Nel quadro internazionale i governi nazionali hanno perso molto del loro potere di ingerire sui grandi destini dei loro popoli. Unioni e federazioni fra Stati potrebbero invertire o attenuare la tendenza. Le tensioni territoriali crescenti in molti scacchieri del globo sembrano volerlo impedire. Se i governi nazionali perdono importanza, perde importanza anche la voce popolare. Paesi senza governo per molti anni in Europa hanno attraversato anni cruciali di crisi profonda. Questo significa che gli elettori, sempre più autoridottisi nel numero, sono ormai vicinissimi all’irrilevanza. Esiste una sussidiarietà verticale anche poco virtuosa, sostitutiva dei poteri democratici. Una sussidiarietà atipica e potente di entità privatistiche sovranazionali, ben più ricche di molti Stati, armate non solo delle armi del denaro, che si muovono alla velocità dell’elettronica al di sopra delle leggi e dei regolamenti. In alcuni casi sono esse stesse fonte legislativa, regolamentare e giudiziaria, in quanto costituite come istituzioni private, ma immensamente forti dell’autorità delegata ad esse da molti Stati. C’è di che perdere ogni speranza, se non fossimo certi fideisticamente della vittoria finale del bene. Ora, però, siamo noi nel mezzo. È a noi che tocca la dura e stoica funzione del Kathékon.

D. Riguardo all’impegno del laicato anche nella politica, papa Francesco ha detto che occorre farla finita coi “vescovi-pilota”. La palla ai laici?
R.
Dipende dalla qualità e dalla quantità delle forze in campo. Che la chiesa abbia nel suo seno degli Sturzo nascosti è quasi certo. Sicuramente dispone di uomini e donne abili per la Politica “con la P maiuscola”. Che ci siano in giro laici cristianamente adatti al governo è anche vero. Che sia un’impresa titanica costruire un mondo politico cattolico adatto per qualità e grandezza al governo è altrettanto vero. Come ho detto prima, si partirebbe da zero. E, forse, non ci sarebbe una seconda possibilità, date le difficoltà soprattutto finanziarie e organizzative da superare. Una costosa, lunga e laboriosa fase pre-politica è necessaria. Almeno in questa fase è indispensabile che non ci siano non expedit a frenare. Certo il rischio di fallire è grande, come è grande il mondo in cui la chiesa opera. Concentrare risorse sull’Italia o l’Europa è una puntata alla roulette della storia. Se fossi il Papa, avrei più informazioni di quelle che ho per decidere cosa fare e cosa rischiare. È facile sorprendersi a riflettere sul fatto che senza il concreto, corale aiuto della chiesa sia del tutto inutile cominciare. Don Sturzo questo sostegno sostanziale ed esplicito non lo reclamò mai, anzi sosteneva sempre che fosse deleterio per la politica e per la Chiesa.

D. Adriano Olivetti: quale contributo per l’impresa di oggi e di domani?
R. Il metodo olivettiano rimane la migliore testimonianza di impresa sociale innovativa, multinazionale, capace di incivilimento di altissimo livello nei territori investiti dalla sua presenza operosa. Di quell’incivilimento ha goduto, per decenni l’intero sistema industriale e commerciale, utilizzando la diaspora di uomini olivettiani, provocata dalla distruzione pianificata di quel mondo fantastico dopo la sua prematura morte, provvidenziale per i suoi nemici. Un mondo, quello olivettiano, fatto di sviluppo culturale, spirituale e materiale, dove il bello, il buono, l’utile, l’innovativo diventa patrimonio condiviso di chi vi lavora, direttamente o indirettamente e di un vasto territorio attorno ai luoghi di produzione, studio e innovazione. Che sia stata, come è ancora, una buona idea lo dice non solo il tremendo isolamento che ha subito in vita Adriano Olivetti, ma soprattutto l’ostracismo della memoria che ha subito dopo morto. Un accanimento certosino operato da parte di un sistema finanziario-industriale corrotto e parassitario, che ha distrutto il nostro presente manifatturiero e la nostra credibilità internazionale, lasciandoci ereditare solo le macerie di un sogno che era del tutto realizzabile. Resiste oggi solo una nano-manifattura, la cui resiliente qualità, apprezzata in tutto il mondo, la dice lunga sulle grandi opportunità che sono state negate allo sviluppo massivo del grande modello di sviluppo industriale/territoriale olivettiano. Per replicare oggi quel modello olivettiano occorrerebbero grandi, immense sinergie finanziarie, industriali, tecniche, tecnologiche e di ricerca innovativa, che si potrebbero coagulare solo sul piano europeo. Nel contesto europeo di oggi l’olivettismo dell’impresa sociale si potrebbe declinare come “Grande Impresa Federale Europea”, ben teorizzata e illustrata in un bel testo del prof. Dario Velo del 2004.

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Santa Marta, 6 novembre: il generale Giampiero Cardillo, accolito, ha servito la Santa Messa officiata da Papa Francesco

D. L’enciclica di papa Francesco “Laudato si’” ha qualcosa di serio da dire ai nostri politici e in generale alla classe dirigente o, come dicono alcuni, è solo “ecologismo” “de sinistra”?
R. Non si deve distruggere il creato, ma ce ne possiamo e dobbiamo servire. Non si debbono mettere” limiti allo sviluppo”, per non cadere in logiche maltusiane anti-umane alla Richard Kalergi. La via che il Papa indica è perseguire uno sviluppo che usi solo un’economia che non uccida. L’economia che uccide è anti-solidale e anti-sussidiaria È finanziarizzata, idolatra il breve termine, è incapace di grandi progetti, è oppressiva orwellianamente, è improduttiva di vero, solido e duraturo benessere. Un’economia sociale di mercato postula, invece, una moneta stabile e improduttiva, una severa equità fiscale, un equilibrio territoriale da conquistare e difendere, una grande ricerca tecnica e tecnologica, una diffusione della cultura della qualità, della bellezza, della sanità e salubrità. È un mondo possibile. Anche di fronte a disastri come la “terra dei fuochi”. I tedeschi dal 1990 al 2000, bonificarono la valle della Ruhr, territorio immensamente più grande e inquinato, anche socialmente, della “terra dei fuochi”. L’intera operazione fu condotta con limitato concorso di fondi pubblici, con una fantasia creativa istituzionale straordinaria, con il “tifo” di un’intera nazione, con una convergenza politica senza tradimenti, con una capacità tecnico-operativa d’avanguardia e una fantasia progettuale meravigliosa. Oggi è un paradiso in terra, orgoglio ritrovato di un popolo, una grande impresa che ha ripagato con l’incivilimento e lo sviluppo di economie territoriali lo sforzo corale di una nazione. Il male planetario della distruzione del creato si cura con lo sviluppo di grandi imprese territoriali complesse, in grado di pagarsi e ripagarsi da sé, in una logica di Economia Sociale di Mercato, di cui i tedeschi sono campioni. Potremmo esserlo anche noi, come altri paesi europei, invece di abolire lo sviluppo. Sarebbe come decidere di abolire le banche per le troppe rapine.

D. Da più parti ormai si sente invocare per l’umanità in travaglio l’avvento della “civiltà dell’amore”. Pensa che abbia a che fare con il trionfo del cuore immacolato di Maria, promesso a Fatima? La Madonna a Medjugorje avrebbe detto di essere venuta per realizzare quanto cominciato a Fatima. Ci crede?
R. Ci credo e ci spero. Per figli e nipoti. Il lungo o lunghissimo termine, che lo stato delle cose prospetta, non mi spaventa, anche se non mi dovesse trovare vivo.

Fonte Servire l’Italia

Breve Profilo di Giampiero Cardillo

“Il Grande dissenso”, Metro Cosenza: Movimento NOI chiede Consultazione popolare

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Movimento NOI - Cattolici in Politica

Calabria/Cosenza/

Oggi il popolo non é più costituito da una massa di analfabeti, ma da cittadini che spesso sono molto più preparati dei pubblici amministratori. L’operazione Metro a Cosenza, piovuta dall’alto e poi diventata oggetto di accordi e scambi tra Regione Calabria e Amministrazione Comunale di Cosenza, non piace ai Cittadini che, nella Città che le statistiche indicano la più povera della Calabria e tra le più povere d’Italia, temono, tra l’altro, gravi e insopportabili ricadute di costi manutentivi, atteso il continuo svuotamento della Città, oltre la reale inutilità dell’opera stessa.

La Comunità politica del Movimento Cattolico NOI chiede che l’Amministrazione municipale rispetti lo Statuto del Comune e si unisce al fianco di chi sostiene a gran voce una consultazione doverosa, perché essa è l’attuazione dei valori della Democrazia partecipativa.

In Gran Bretagna è stato fatto un referendum per chiedere di uscire o meno dall’Europa! In Catalogna è stato fatto un Referendum che ha sfidato le autorità di Madrid. In Veneto e Lombardia un Referendum per incoraggiare l’autonomia! Persino a Corigliano e Rossano si è votato per la fusione! Lo stesso si è fatto ai cinque Casali del Manco! A Cosenza, incredibile a credersi, “qualcuno” ha paura di far votare i cittadini sulla Metro! La questione della metropolitana leggera a Cosenza è diventata quasi una merce di scambio sulla pelle dei cosentini che, in più riprese, si sono espressi contrari ad un progetto fantasmagorico per il quale i Cittadini hanno tutto il diritto di esprimersi attraverso una consultazione popolare, per giudicare un’opera così invasiva come la metro Cosenza- Rende.

L’argomento è stato oggetto di dibattito elettorale con largo consenso dei cittadini che oggi, però, si sentono traditi da chi prima ha chiesto il voto sul “No alla Metro”, e poi, ha sottoscritto un accordo barattando fondi comunitari che invece la Città dovrebbe ricevere di diritto!

Lo Statuto comunale prescrive la possibilità di consultazione popolare anche attraverso la richiesta da parte di una base di cittadini. A giugno scorso i comitati no Metro hanno presentato una petizione di elettori nelle mani degli amministratori. Lo Statuto prescrive tempi ristretti ma della petizione popolare si è persa ogni traccia!

Chiediamo a tutte le forze politiche in consiglio comunale, di decretare una consultazione popolare nel più breve tempo possibile che possa far decidere ai cosentini se fare o meno la metro. In caso contrario, i Cittadini di Cosenza potranno liberamente prendere atto che essi sono considerati sudditanza e non cuore della Democrazia. Una situazione sulla quale bisognerà riflettere.

PS: La Consultazione popolare, nei regimi democratici, è la chiamata del popolo a esprimere la propria volontà politica su questioni di interesse pubblico, attraverso una votazione.

Cosenza, caso Piazza Bilotti: Laura Ferrara pubblichi denuncia all’OLAF

OLAF - Ufficio Europeo per la Lotta Antifrode
OLAF - Ufficio Europeo per la Lotta Antifrode

Apprendiamo dagli Organi della Stampa che la Vice Presidente della Commissione Giuridica al Parlamento Europeo Laura Ferrara (M5S) avrebbe richiesto l’intervento dell’OLAF – Ufficio Europeo per la Lotta Antifrodre, al fine di verificare se i fondi europei destinanti alla costruzione di Piazza Bilotti a Cosenza abbiano realmente rispettato il progetto approvato da Bruxelles.

Nell’approvare e condividere tale sua manifestazione d’interesse per la Legalità, il Movimeno NOI – Rete Umana che sulla Legalità ed il ritorno ad una Politica rispettosa della Dignità dei Cittadini fonda la sua partecipazione alla vita sociale, culturale, progettuale e politica, chiede all’Eurodeputata del M5S di volere diramare con apposito comunicato agli Organi della Stampa, il contenuto della sua denuncia e relativi protocolli presso i preposti Uffici.

Laura Ferrara - Vice Presidente Commissione Giuridica al Parlamento Europeo
Laura Ferrara – Vice Presidente Commissione Giuridica al Parlamento Europeo

Ciò, al fine di sedare i dubbi di chi crede che la denuncia all’OLAF sia solo un modo per fare pubblicità al M5S, noto, invece, per le sue battaglie in tal senso. Il Movimento NOI – Rete Umana Sezione Cosenza si riserva, in mancanza di tale documentazione pubblica, di fare richiesta diretta all’Ufficio Europeo per la Lotta Antifrodre.

A tal proposito è opportuno chiedere all’Eurodeputata il motivo per cui è giunta solo oggi a determinarsi in tal senso e non già quando il caso Piazza Bilotti è finito sulla stampa nazionale per le indagini antimafia ancora in corso.

movimento-noi-cattolici in politica
Movimento NOI – Cattolici in Politica

Crediamo, infatti, che agire in via preventiva sia meglio che attivare, dopo, i sistemi di controllo e verifica Antifrode. Il come siano stati spesi i fondi europei e se sono stati rispettati i progetti originali, così se sono state eventualmente proposte varianti approvate da Bruxelles, è interesse di tutti i Cittadini.

Lo ha dichiarato l’Ufficio Comunicazione Istituzionale della Comunità Politica del Movimento NOI – rete Umana.

NOTE PER IL LETTORE: L’OLAF è L’Ufficio Europeo per la Lotta Antifrodre. indaga su un ampio ventaglio di illeciti, dall’appropriazione indebita alle richieste fraudolente, dalle irregolarità nelle procedure degli appalti pubblici alle frodi doganali. Lungi dal costituire un elenco esaustivo, questi esempi intendono illustrare diversi aspetti dell’attività investigativa dell’OLAF o diverse tappe fondamentali nel corso di un caso.

(VEDI https://ec.europa.eu/anti-fraud/home_it)

PSC illegittimo a Cosenza: la dichiarazione del Movimento NOI

Movimento NOI - Rete Umana
Movimento NOI - Rete Umana

Lo sviluppo del territorio non può solo essere un’idea di pochi eletti, ma deve essere il risultato di una concertazione di parti sociali e politiche di una città. La vicenda del PSC di Cosenza che sembra aver avuto una brusca frenata per errori grossolani e ingiustificabili, pone all’attenzione di tutti noi, interrogativi verso la reale capacità di amministrare un territorio da parte degli autori di tali errori.

Non basta pavimentare zone della città, impiantare luci e lustrini colorati, per essere annoverati come buoni amministratori; bisogna invece adoperarsi per dare risposte concrete a quella fetta di città che soffre ed è silente e che in questi giorni sente più fame, più freddo e più solitudine. Solo recuperando gli ultimi, Cosenza avrà un sano sviluppo verso il futuro.

Il Movimento politico NOI – Rete Umana, chiede di sgombrare il campo da sospetti e da incompetenze che potrebbero pregiudicare il prosieguo di una sana amministrazione di questa città per i prossimi anni.

Ufficio Comunicazione Istituzionale
Movimento NOI – RETE UMANA
Movimento di Opinione Sociale, Culturale e Politico
www.movimentonoi.it
redazione@noimagazine.it
infomovimentonoi@gmail.com

“Il Moto delle Coscienze” a cura di Nunzia De Rose

nunzia de rose. diritto e giustizia, movimento noi
Nunzia De Rose - Avvocato - Responsabile Dipartimento "Diritti e Giustizia" del Movimento NOI - Rete Umana

a cura dell’Avv. Nunzia De Rose/

Il momento storico che stiamo vivendo induce, per la sua particolare complessità, a profonde riflessioni. Basti ascoltare le notizie provenienti dall’Italia e dal mondo per comprendere come i nostri giorni viaggino su un filo e come l’equilibrio sia precario in ogni ambito. La cattiva risposta proviene essenzialmente dalla gestione della politica, che in maniera sempre più sconcertante si rende espressione di interessi personali, tralasciando la vera natura di organizzazione più efficace che dovrebbe, in concreto, essere portatrice di istanze collettive per dare attuazione a diritti e doveri facenti capo ad ognuno di noi. Le dinamiche odierne, svelano misteriosi (non troppo!) accordi di potere, in forte contrasto con quella genuinità di azioni a completo vantaggio dei governati, in perfetta armonia con le logiche istituzionali le quali, almeno in via generale ed astratta, dovrebbero fornire strumenti di crescita e sviluppo per ogni singolo Paese, ma che poi nei dati reali, lascia emergere risultati per davvero deludenti.
Di tutta risposta, noi comuni cittadini abbiamo dimenticato il senso della RIBELLIONE, nella accezione pacifica del termine. Dimentichiamo, ad esempio, il nostro potere annidato nel diritto di voto che con una semplice matita può determinare l’andamento delle cose; dimentichiamo il libero arbitrio per la sua estrema importanza nella scelta dell’agire, quando ignoriamo che siamo sempre il risultato di scelte e non di coincidenze. Preferiamo accodarci, perché remare contro è faticoso. Ecco, così firmiamo la nostra condanna! Inutile optare per la lamentela “spegni neuroni”, la accettazione tacita delle condizioni circostanti, la mortificazione continua dell’individuo, la irritante disonestà intellettuale di molti, la deprimente convinzione di non riuscire a far prendere una piega diversa alla realtà.

Per risollevare le sorti di un Paese abbiamo bisogno di altro… molto altro.

E’ necessario armarsi di spirito combattivo, imparare ad essere voci isolate e fuori dal coro quando è necessario, rendersi buon esempio, muoversi attraverso logiche sane di attività progettuali riedificanti i concetti base di Cultura, Politica, Bellezza. Occorre la predisposizione al cambiamento, poiché nulla varia con il ripetersi delle medesime condotte. Ripartire dal valore PERSONA, da un nuovo UMANESIMO, che recuperi la centralità dei valori sopiti, impiantati in un sistema volto alla produzione di ricchezza non solo in termini monetari quale diretta conseguenza di leggi di mercato o politica economica, ma fortemente centralizzanti il benessere dell’Uomo e di conseguenza una immagine della Politica posta, questa volta, in posizione di asservimento ad una ben più meritevole causa. Il moto interiore deve, allora, trasformare la rabbia e lo sconforto in energia positiva finalizzata ad attuare per il futuro azioni coraggiose, consapevoli che ogni singola goccia cambia il peso del mare ed è nelle tante piccole unità, che insieme, prende forma e forza qualcosa che considerata nella sua interezza, può davvero generare il cambiamento. Le festività appena iniziate, siano allora non solo luci e canzoncine natalizie, abiti di paillettes e brindisi di finte speranze che poggiano sulla illusione che tutto sia lasciato al caso. L’augurio che rivolgo a me stessa ed a tutti è di meditare sui nostri desideri e bisogni più profondi, perché possano emergere senza essere inficiati dalla paura. Un appello al nostro cuore che torni a battere forte, perché VIVERE è diverso da SOPRAVVIVERE. Muovendo da questi risultati voglio credere che, già dai primi giorni del nuovo anno, si potrà scorgere la luce di una nuova alba, di un nuovo risveglio: il RISVEGLIO DELLE COSCIENZE. Le cose possono cambiare, ma il primo segreto sapete qual è? COMINCIARE A FARLO!

Fondi alla Cosenza Storica: sulla “DANZA DEI MERITI” vince il “FARE”

Cosenza Cristiana, fabio gallo, beni culturali
Cosenza Cristiana
Cosenza Cristiana, fabio gallo, beni culturali
Cosenza Cristiana – foto: cortesia cosenzacristiana.it

Di V. Normando/

Recentemente a Cosenza, in seguito alla decisione del Ministro Dario Franceschini di inserire la Città Storica nel piano di finanziamenti promossi dal Governo con fondi europei, destinati al recupero dei Centri Storici – fatto unico ed eclatante per una Città come quella di Cosenza ove è evidentissimo che la classe politica l’ha abbandonata – sono iniziate le danze dei meriti di questa e quella fazione politica che, però, per una sorta di strana via del destino che in questo caso possiamo definire “divina provvidenza”, è stata surclassata dall’evidenza della “politica del fare”, posta in essere dalla forza manifesta di un progetto che prende il nome di COSENZA CRISTIANA, genialmente creato con lo scopo di “rigenerare” culturalmente il territorio, per offrire attraverso una finestra innovativa che si affaccia nel mondo della rete il grande patrimonio culturale della Città Storica a rischio, e non ultimo per realizzare grazie ad una qualificata attività di digitalizzazione un’azione preventiva in grado di tutelare le centinaia di opere d’arte contenute nelle 12 chiese, inclusa la Cattedrale, oggetto di valorizzazione e tutela del progetto. Chiunque, dando uno sguardo a COSENZA CRISTIANA, comprende che si tratta di un progetto olistico capace di sostenere lo sviluppo del territorio perché innanzi tutto è in grado di mostrarne la realtà, il potenziale e lo stato dell’arte, oltre che la più innovativa opportunità di conoscerla mai realizzata in Italia.

Cosenza Cristiana, fabio gallo, beni culturali
Cosenza Cristiana

Ciò è tanto vero, che solo dopo pochi giorni dalla sua presentazione all’Arcivescovo Metropolita di Cosenza – Bisignano S. E. Mons. Francesco Nolè, presenti un vero bagno di folla di Cittadini entusiasti al punto tale da richiamare la nostra attenzione, e alla successiva dimostrazione al Ministro, a Roma, alla presenza del Vicario del Sommo Pontefice nella Basilica di San Marco Evangelista al Capidoglio, proprio grazie alla presentazione di COSENZA CRISTIANA, è stato chiesto agli autori di fare lo stesso lavoro dedicato, questa volta, a ROMA CRISTIANA. Un successo così eclatante che mostra di avere una regia perfetta e consapevole che alle tante parole cui siamo abituati, ha sostituito abilmente i fatti.

RIVOLGIAMO ALCUNE DOMANDE A FABIO GALLO AUTORE DI COSENZA CRISTIANA
Poiché questa redazione era presente (con il supporto di telecamera) all’evento di presentazione di COSENZA CRISTIANA all’on. Ministro Franceschini, prendendo atto della “danza dei meriti” da parte della classe politica locale, ha deciso di intervistare il Dott. Fabio Gallo, ideatore di COSENZA CRISTIANA per capire come sono andate le cose e di chi sono i meriti di questa epocale decisione di finanziamento della Città Storica.

Fabio Gallo - Esperto di gestione della Conoscenza promotore di Cosenza Cristiana
Fabio Gallo – Esperto di gestione della Conoscenza promotore di Cosenza Cristiana

DOMANDA: Dott. Gallo, come nasce l’idea di COSENZA CRISTIANA?
RISPOSTA: Dal desiderio di un gruppo di Cittadini del Movimento cattolico NOI – Rete Umana sezione Cosenza, cui appartengo, di vedere rinascere la Città Storica abbandonata dalla politica comunale, provinciale e regionale, al degrado che più che le sue mura, offende la sua umanità e ne lede i diritti fondamentali. Prova ne sono i Comitati di Cittadini che vi abitano e che sono inascoltati.

DOMANDA: Quanto è costato il progetto e quanto avete impiegato a realizzarlo?
RISPOSTA: E’ costato molti sacrifici ma non abbiamo richiesto danaro pubblico o sponsor privati. Abbiamo realizzato un grande investimento di capacità professionali di cui dispone il Movimento NOI a Cosenza e capacità tecniche esclusive di cui dispone la Fondazione Culturale “Paolo di Tarso” nel mondo delle innovazioni e valorizzazione del Patrimonio Culturale italiano. Per realizzare il progetto abbiamo impiegato 118 giorni di lavoro e 1.620 ore di produzione e post produzione.

L'Arcivescovo Metropolita di Cosenza - Bisignano S. E. Rev. ma Mons. Francesco Nolè
L’Arcivescovo Metropolita di Cosenza – Bisignano S. E. Rev. ma Mons. Francesco Nolè

DOMANDA: Quale è stato l’apporto dell’Arcivescovo Metropolita di Cosenza – Bisignano Mons. Francesco Nolè al progetto?
RISPOSTA: Abbiamo esposto all’Arcivescovo Mons. Nolè il Progetto e gli obiettivi che sono stati condivisi e ha saputo darci tutta la sua vicinanza paterna, quella dell’Ufficio Arte Sacra e Beni Culturali diretto da Don Massimo Iaconianni, del Parroco della Cattedrale Don Luca Perri che ci hanno guidati con intelligenza evangelica. Un rapporto umano e diretto che sia per la Fondazione “Paolo di Tarso” che per il Movimento NOI è tutto ciò che conta.

Il Ministro Dario Franceschini
Il Ministro Dario Franceschini

DOMANDA: perché avete puntato la vostra attenzione alla Cosenza Cristiana?
RISPOSTA: perché siamo cristiani, perché desideravamo realizzare un progetto pilota di incivilimento, di rigenerazione del territorio e di riappropriazione responsabile del nostro Grande Patrimonio Culturale che quasi nessun giovane conosce più e che rappresenta ricchezza e futuro economico per le nuove generazioni. Perché la Fede rappresenta il collante che regge insieme l’anima del mondo che la politica sta disperdendo perché incapace di porre al centro delle sue azioni l’Essere Umano.

Cosenza Cristiana - presentazione al Ministro Dario Franceschini
da sx – Luana Gallo- Franco Laratta- Antonio Viscomi- Mimmo Bevacqua- Vincenzo Capocasale – Eleonora Cafiero- Vescovo Francesco Nolè – Ministro Dario Franceschini – Demetrio Crucitti- Fabio Gallo -Gianluca Nava – Enza Capocasale

DOMANDA: Dott. Gallo, avrà notato la danza delle attribuzioni della decisione del Ministro Dario Franceschini di finanziare quella che voi, giustamente amate definire “Città Storica” e non Cosenza vecchia. Cosa ne pensa?
RISPOSTA: Mha…, credo che nessuno dei politici locali si aspettasse una decisione così importante da parte del Ministro Franceschini che, non dimentichiamo, non è solo un politico ma anche uno scrittore, un grande uomo di cultura in grado di fare discernimento e di avere una visione del bello e del buono. Cosa, che con la presentazione di COSENZA CRISTIANA, è avvenuta. Poi, evidentemente, resisi conto che il Ministro ha davvero mantenuto l’impegno preso innanzi a noi ma soprattutto innanzi alla più alta autorità spirituale dell’Arcidiocesi, cioè alla persona dell’Arcivescovo che lo ha accolto a braccia aperte, si saranno dati da fare per avocare i meriti sia da tutti gli schieramenti politici. Imbarazzante…, anche perché se avessero avuto contezza di questa decisione prima della venuta del Ministro, lo avrebbero comunicato ai 4 venti molto prima. E non è stato così.

Cosenza Cristiana
Cosenza Cristiana

DOMANDA: Cosa avete mostrato insieme all’Arcivescovo Mons. Nolè al Ministro? E cosa crede che abbia visto in COSENZA CRISTIANA il Ministro dei Beni Culturali e del Turismo Dario Franceschini?
RISPOSTA: Al Ministro abbiamo mostrato il più grande e innovativo Museo Digitale d’Europa dedicato all’intero patrimonio culturale di una città storica italiana. Abbiamo mostrato un progetto che ha realizzato 5.865 scatti fotografici per la prevenzione e 850 opere fotografiche per la visualizzazione del Patrimonio Culturale in Rete; oltre 150 visite virtuali visualizzabili anche il alta definizione con tecnologia VR e 10 video da riprese aeree da drone. Abbiamo mostrato i cammini di COSENZA CRISTIANA tra i capolavori dell’Arte cristiana delle Città Storica geo referenziati con tecnologia “Garmin” (leader mondiale). Il tutto, Apple a Android friendly, fruibile da PC, Tablet e Smarphone. Credo che chi lavora come noi sia il migliore alleato di qualsiasi Ministro che si sforza di valorizzare l’Italia. Figuriamoci di un uomo colto come Franceschini.

Cosenza Cristiana in San Marco Evangelista al Campidoglio
Cosenza Cristiana in San Marco Evangelista al Campidoglio

DOMANDA: dopo la visita del Ministro Franceschini avvenuta giorno 27 Novembre, il 13 Dicembre COSENZA CRISTIANA è stata presentata a Roma al Vicario di Sua Santità S. E. Rev. ma Mons. Angelo De Donatis. E’ vero ciò che si dice? Che il successo è stato tale da avere dato l’inizio ai lavori di Roma Cristiana? Come siete stati presentati?
RISPOSTA: Avevamo promesso ai Cittadini di Cosenza e in modo speciale a tutti gli abitanti della Città Storica di portare COSENZA CRISTIANA al centro del mondo. E’ vero che stiamo iniziando i lavori di ROMA CRISTIANA e siamo felici di avere appreso che sugli inviti di questa storica giornata che dimostra che i sacrifici ripagano, il progetto COSENZA CRISTIANA sia stato presentato come “il progetto che ha cambiato il modo di vedere arte e fede nel mondo connesso alla rete digitale”.

La Stampa locale
La Stampa locale

DOMANDA: Di certo è un momento storico. Lei lo ha vissuto per intero, ci spiega come sono andate le cose a Cosenza? Com’è nato l’invito da parte vostra al Ministro? A suo parere il successo di COSENZA CRISTIANA è stato determinante per l’inserimento della Città Storica nel piano di finanziamento dei Centri Storici?

RISPOSTA: La Fondazione Culturale “Paolo di Tarso”, riconosciuta da MiBACT dal 2003, intercettando la sua visita, ha scritto al Ministro invitandolo, nella prospettiva dell’Anno Europeo del Patrimonio Culturale 2018 (e altro), a prendere visione del grande patrimonio culturale della CITTA’ STORICA di COSENZA. Un Ministro della Repubblica, appare ovvio, non ha la disponibilità di tempo per visionare una intera Città Storica con tutte le sue problematiche. Per questo, in armonia con l’Autorità Ecclesiastica preventivamente informata dell’opportunità, in data 9 Novembre 2017, la Fondazione Culturale “Paolo di Tarso” ha inviato lettera di invito istituzionale al Ministro, dopo avere dialogato con la sua Segreteria presso il Ministero che ci forniva il giusto indirizzo. Poi, nelle ore successive, sempre nell’ambito delle sue attività istituzionali, la Fondazione ha contattato il Consigliere regionale della Calabria Domenico (Mimmo, ndr.) Bevacqua che avrebbe accompagnato il Ministro al ridotto del Teatro Rendano ove si sarebbe tenuta la presentazione del suo nuovo libro. Dopo un paio di giorni, ci veniva confermata la volontà del Ministro di assistere alla presentazione riservata di COSENZA CRISTIANA. Il tutto è stato molto semplice. Appena giunto a Cosenza, il Ministro è stato accolto nel luogo dell’appuntamento dall’Arcivescovo che ha condotto lui, il Consigliere Bevacqua e una delegazione di politici che intanto giungevano, in visita al Museo Diocesano e immediatamente dopo nell’adiacente Sala degli Stemmi, ove si è tenuta la presentazione di COSENZA CRISTIANA nel corso della quale l’on. Ministro, riconoscendo l’immane impegno e sforzo tecnologico e culturale dimostrato a supporto della cultura del territorio, ma anche inquadrando la grandezza del suo patrimonio culturale, si è rivolto al Padre Arcivescovo S. E. Rev.ma Mons. Francesco Nolè, affermando che avrebbe inserito la Città Storica di Cosenza nell’elenco delle Città Storiche da Finanziare con i fondi europei. Tutto qui.

da ILPARLAMENTARE.IT - La Locandina
da ILPARLAMENTARE.IT – La Locandina

DOMANDA: mi consenta un’ultima domanda: ma allora tutte le paternità della decisione del Ministro, dalla destra alla sinistra, come sono da considerare?RISPOSTA: guardi, la politica ha le sue logiche che in Calabria, come dimostrano le cronache, non producono lavoro ma involuzioni. Mi fermo qui. Noi cattolici con COSENZA CRISTIANA abbiamo realizzato il primo dei tanti progetti olistici per lo sviluppo del territorio che sono già cantierati e stiamo producendo dimostrando, tra l’altro, che senza gravare sui fondi pubblici si possono realizzare grandi cose per attrarre l’attenzione su problemi molto seri e lavorare per il bene comune producendo alta formazione, nuove economie e lavoro. Poi, se la politica deve bisticciare per arraffare la paternità della volontà del Ministro di finanziare la Città Storica di Cosenza, facesse pure. La verità è nota a tutti e a voi organi della stampa che ne possedete anche i filmati dell’evento. A noi interessa che questi fondi, il giorno in cui dovessero essere assegnati, vengano spesi bene, secondo legge e per davvero per la Città Storica. In tal senso, stiano tutti certi che i nostri sacrifici, la volontà del Ministro Dario Franceschini che ringraziamo e la fiducia dell’Arcivescovo Mons. Nolè, saranno preservati dall’istituzione di un comitato tecnico di sorveglianza che, insieme ai Comitati della Città Storica di Cosenza che sino ad oggi sono stati inascoltati, vigilerà perché tutto vada come deve andare.

VEDI ANCHE:

ILPARLAMENTARE.IT
www.ilparlamentare.it/2017/11/il-ministro-dario-franceschini-visita-la-cosenza-cristiana

ROMASETTE
www.romasette.it/digitalizzazione-dei-luoghi-sacri-serata-san-marco

 

 

 

 

 

Movimento NOI: il Ministro ha accolto le nostre istanze per Cosenza Storica.

Cosenza Cristiana - presentazione al Ministro Dario Franceschini
da sx - luana gallo-franco laratta-antonio viscomi-mimmo bevacqua-eleonora cafiero.vescovo francesco nole-dario franceschini.demetrio crucitti-fabio gallo
ministro-franceschini-diocesi-cosenzacristiana
Da Sx. l’Arcivescovo di Cosenza Bisignano S.E. Mons. Francesco Nolè, Il Ministro Dario Franceschini, il Direttore della Sede RAI Calabria Ing. Demetrio Crucitti, il Dott. Fabio Gallo e e il Dott. Gianluca Nava.

La “Città Storica” di Cosenza è stata inserita nell’elenco delle Città Storiche italiane da finanziare. Ha mantenuto la promessa il Ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo Dario Franceschini, fatta nel corso della presentazione di COSENZA CRISTIANA, il progetto di rigenerazione territoriale che ha dato vita al più grande Museo Digitale in Europa dedicato al Patrimonio Culturale di una intera Città Storica (vedi www.cosenzacristiana.it). Al Ministro non è sfuggita l’intelligenza dell’innovativo Progetto Pilota teso sia alla valorizzazione del Patrimonio Culturale, che alla sua tutela da possibili calamità naturali.

cosenza cristiana, patrimonio culturale, turismo
Il Progetto di Rigenerazione Territoriale e Capolavoro Digitale COSENZA CRISTIANA

L’enorme quantità di immagini digitali realizzate in altissima risoluzione, centinaia di Virtual Tour e immagini da Drone, consentono sia di attrarre il grande pubblico della rete, che, in caso di calamità naturale (primo progetto in Cala realizzato per la prevenzione), consentirebbero di ricostruire o rimettere tutto come era, dove era. Il progetto realizzato senza fondi pubblici e che ha valorizzato autentici capolavori, è stato utilizzato per richiamare l’attenzione del Ministro che, nel corso della presentazione lui riservata, ha deciso di inserire quella di Cosenza, nell’elenco della Città storiche italiane da sostenere.

ministro-franceschini-diocesi-cosenzacristiana
Da dx: Fabio Gallo, Gianluca Nava, Demetrio Crucitti, Dario Franceschini, Mimmo Bevacqua, l’Arcivescovo Francesco Nolè, Antonio Viscomi, Franco Laratta

Il Ministro è stato accolto nella Sala degli Stemmi dall’Arcivescovo Metropolita di Cosenza – Bisignano Mons. Francesco Nolè, dagli esperti della Fondazione Culturale “Paolo di Tarso” che hanno ideato e realizzato COSENZA CRISTIANA, e dalla Comunità Cattolica del Movimento NOI – Rete Umana – sede di Cosenza – che ha fortemente insistito perché si realizzasse il progetto per avviare una fase di rigenerazione territoriale che sta generando interessi nazionali e internazionali.

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L’Arcivescovo Metropolita di Cosenza – Bisignano S. E. Rev.ma Mons. Francesco Nolè

“Oggi – dichiara Fabio Gallo che ha progettato COSENZA CRISTIANA – apprendiamo che il Ministro ha comunicato alle preposte Istituzioni come ANCI e altre, di avere inserito la Città Storica di Cosenza tra quelle che saranno finanziate per il loro recupero. E’ una grande notizia; anzi, possiamo dire che si tratta di un giorno storico poiché grazie a questa determina vedremo rinascere la Città Storica che, come dimostrano i fatti e le cronache che hanno attratto il nostro interesse a realizzare il grande progetto con il coinvolgimento dell’Arcidiocesi di Cosenza – Bisignano, era abbandonata dalla politica al peso dei secoli e dei millenni. Cosenza, infatti, come dimostrano gli scavi archeologici ben visibili e magnificamente manutenuti nel Complesso della Biblioteca Nazionale di competenza del MiBACT, e quelli completamente abbandonati all’Amministrazione comunale di Cosenza in Piazza A. Toscano, è Città che vanta e mostra segni di civiltà di oltre duemila anni che hanno forte potere attrattivo, oltre a rappresentare una enorme ricchezza territoriale.

cosenza cristiana, patrimonio culturale, turismo
Il Progetto di Rigenerazione Territoriale e Capolavoro Digitale COSENZA CRISTIANA

Con il Progetto COSENZA CRISTIANA abbiamo voluto dimostrare con l’evidenza tanto la grande ricchezza di cui dispone la Città Storica, quanto l’assoluta indifferenza ad essa e alla sua umanità residente, da parte della classe politica. Un concetto bene espresso dai comitati di quartiere che rimangono inascoltati nonostante le serie problematiche da essi segnalate. Colgo l’occasione per manifestare la mia e nostra grande soddisfazione, nell’avere preso atto che nella stessa occasione e sempre nella Sala degli Stemmi della Curia, il Ministro ha voluto ascoltare con attenzione le giuste istanze del Comitato Piazza Piccola che ci impegniamo a sostenere e fare nostre.  Ora – conclude Fabio Gallo – saremo attentissimi perché l’amministrazione pubblica investa realmente e i maniera trasparente questi fondi perché non debbano verificarsi incresciosi episodi lesivi dell’immagine e del prestigio che il nostro lavoro sta donando alla Città di Cosenza, alle sue tante prestigiose Associazioni Culturali e ai tanti Cittadini onesti e lavoratori che meritano massima attenzione.

Rappresentazione di COSENZA CRISTIANA nella Sacrosanta Basilica San Marco Evangelista al Campidoglio di Roma (Palazzo Venezia)
Rappresentazione di COSENZA CRISTIANA nella Sacrosanta Basilica San Marco Evangelista al Campidoglio di Roma (Palazzo Venezia)

Ci tengo a dire, infatti, che Giorno 13 Dicembre u.s. COSENZA CRISTIANA è stata presentato al Vicario di Papa Francesco per la Diocesi di Roma S. E. Rev.ma Angelo De Donatis nella Basilica romana di San Marco Evangelista al Campidoglio ove, il Progetto Pilota, si sta già attivando anche sulle grandi Basiliche della Capitale con la nascita di ROMA CRISTIANA. Anche in questa sede COSENZA CRISTIANA ha conquistato il cuore delle alte istituzioni governative, una per tutte la Direttrice di Palazzo Venezia, generando interessi che saranno oggetto di progettualità concreta in grado di creare occupazione”.

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